Sisto è un malato immaginario sopportato da sua
moglie, insieme alla figlia e al cognato infermiere: Salvatore. Non essendo più
tanto fiducioso in tutte le medicine che prende, Sisto decide di affidarsi ad
una guaritrice che gli propina un intruglio da bere ma questo gli provoca dei
veri e fastidiosi disturbi. Salvatore, con la sua esperienza, riuscirà a
guarirlo e cercherà di convincerlo a superare questa sua fissazione…
Un po’… condriaco
due atti di
Paolo Cappelloni
Personaggi
Sisto
Elsa (sua moglie)
Michela (sua figlia)
Salvatore (il fratello di Elsa)
Donna
Marsilia (cartomante e guaritrice)
(TUTELA
SIAE) cod. opera: 962059A
L'uso senza permesso da
parte di chiunque, in qualunque forma, è assolutamente vietato.
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rappresentazione dichiarare alla SIAE il titolo originale.
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comunicazioni contattare l'autore.
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338 116
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Primo atto
La scena rappresenta un comune soggiorno con un'uscita laterale sinistra
(esterno), un'uscita laterale destra (le camere e la cucina) e una finestra.
Nel soggiorno ci sarà una credenza, un tavolo, un divanetto.
All'aprirsi del sipario Elsa è
in scena, sta cucendo vicino alla finestra aperta.
Elsa -
Ma guarda te, sono ormai
due ore che è andato dal dottore! O era pieno di gente o ha trovato da
discutere! Madonna mia che pazienza! Come dice il poeta: "Tornare indietro
potessi io / vivrei da sola e starei per conto mio".
Michela
- (Entra dalle camere) Ciao mamma.
Elsa -
Ben alzata, non devi
andare in negozio? sono quasi le dieci, ormai.
Michela
- Eh sì, sono un po’ in
ritardo.
Elsa -
Eh beh, se aspetti ancora
un po’ è ora di chiudere.
Michela
- Tranquilla, tanto c’è Gloria
che arriva sempre prima di me.
Elsa -
Te al mattino fai tardi perché
la sera vai sempre a letto a mezzanotte!
Michela
- No, il fatto è che non ho
dormito quasi per niente; mi sai dire cosa è successo stanotte? Da verso le tre
ho sentito dei gran lamenti e un ciabattare continuo per il corridoio!
Elsa -
Indovina chi può essere
stato.
Michela
- Il babbo!
Elsa - È chiaro! ha cominciato alle due col
suo "mamma miaaaa" perché diceva che gli faceva male lo stomaco e ha
continuato fino alle quattro quando s’è messo a rovistare dappertutto alla
ricerca del beverone che gli ha dato Salvatore.
Michela
- Capirai, ieri sera dopo che
ha bevuto il suo brodino vegetale s'è fatto fuori un piatto di peperoni!
Elsa -
Ah, io non gli dico nemmeno
più niente.
Michela
- Adesso dov’è?
Elsa -
È andato di corsa dal
dottore che non so come faccia a sopportarlo ancora. Questa settimana è la
quarta volta che si fa visitare!
Michela
- Per forza, crede d'avere
tutti i mali di questo mondo! Per me la sua è ipocondria bella e buona!
Elsa -
Cos’è…?
Michela
- Voglio dire che il babbo è
un ipocondriaco.
Elsa -
(Perplessa) Sarà
anche un po’ condriaco ma per me è solo una rottura che non finisce più!
Michela
- E te assecondalo.
Elsa -
Io lo secondo, lo terzo,
ma al quarto mi rompo del tutto!
Michela
- Abbi pazienza, mamma.
Elsa -
Ne ho anche troppa,
Michela mia, ma anche la pazienza ha un limite e a un certo punto finisce anche
quella. Come si dice: “Dagli e dagli, le cipolle…?
Michela
- … diventano agli”.
Elsa -
Brava! e sono finite
anche le noci a Bacucco che ne aveva sette solai e ne mangiava…?
Michela
- … una al giorno.
Elsa -
Brava!
Michela
- Cosa vuoi che ti dica,
mamma, passerà anche questa! Io vado a prepararmi se no faccio tardi davvero. (Esce
verso le camere)
Elsa -
(Da sola, tra sé) Per fortuna c'è Michela, in questa casa, con un
po' di vitalità, se no, a star da sola con Sisto sarebbe roba da spararsi, e
non c’è nemmeno verso di farlo cambiare! figuriamoci! Come dice il saggio:
"Si potesse tornare fanciulla/ che ogni giorno si diverte e si
trastulla!"
(Entra Sisto di ritorno dal medico di famiglia con atteggiamento da ammalato. Si
abbandona lentamente sul divanetto)
Elsa -
Eccolo, il moribondo.
Sisto
- Scherza, scherza, te.
Elsa -
Allora?
Sisto
- Eh, allora... sono
sempre più convinto che la sanità pubblica è nelle mani degli incompetenti!
Elsa -
Ma il dottore t'ha
visitato?
Sisto
- Sì, alla bell'e meglio,
poi m’ha fatto un sorrisino di circostanza e m'ha dato tre giorni.
Elsa -
T'è andata bene, io
t'avrei dato l'ergastolo.
Sisto
- Scherza, scherza, te; l'ho
pregato in ginocchio di farmi fare delle lastre, le analisi, oppure un ketchup
globale di tutto il meccanismo interno, ma non c'è stato niente da fare:
quell'assassino ha deciso di farmi morire! Eh, cara Elsa, per fortuna c'è tuo
fratello!
Elsa -
Ma Salvatore è un
infermiere!
Sisto
- È un infermiere ma è
meglio di quel cavolo di dottore delle mie ciabatte!
Elsa -
Te, Sisto, hai qualcosa
per davvero.
Sisto
- Certo che ho qualcosa! non
so cosa di preciso ma qualcosa di irrimediabile c'è.
Elsa -
Te lo dico io cos’hai di
irrimediabile: la testa tua! anzi, come ha detto tua figlia, te hai… l'ipocon...
dedrio.
Sisto
- No no! Il mio didietro
è l'unico posto sano che ho, per tua norma e regola!
Elsa -
Insomma la vuoi capire
che non hai niente e, come dice il dottore, tutte queste malattie che tiri
fuori sono frutto della tua immaginazione sfilacciata?
Sisto
- Ma io i dolori ce li ho
davvero!
Elsa -
Dove?
Sisto
- Dappertutto!
Elsa -
Te li senti perché il
tuo cervello annacquato si lascia suggestionare!
Sisto
- Eh sì, la suggestione!
a me quando fa male fa male davvero. altroché! Adesso per esempio ho delle
fitte tra una costola e l’altra che mi fan fare dei salti...! Elsa, fammi il
piacere di chiudere la finestra perché per me gli spifferi sono come delle
sciabolate.
Elsa -
(Andando a chiudere la finestra) Madonna mia! tre giorni! tre giorni
interi con intorno questo qui! morirò di sicuro prima io!
Sisto
- A proposito, stasera mi
faresti una sogliolina lessa con appena un filo d'olio?
Elsa -
Senza sale.
Sisto
- Per carità il sale! ci
mancherebbe! con l'ipertiramento che ho!
Elsa -
Sì, magari! (Lo
corregge) Sarà l’ipertensione!
Sisto
- Eh, quella! solo a
parlare del sale mi si asciuga la bocca. C'è qualcosa da bere?
Elsa -
(Ironica) Sì, ci dovrebbe essere una flebo nel frigo.
Sisto
- Elsa non scherzare con
queste cose! Se il dottore m'ha dato tre giorni di riposo assoluto qualcosa
avrò!
Elsa -
Mm, e cosa t'avrebbe
detto quando t'ha dato questi tre giorni?
Sisto
- Ha detto che devo stare
in riposo, rilassato e (Estrae la ricetta)
di prendere questa medicina qui prima di andare a dormire. Ha detto che è un
tranquillante, hai capito? io soffro le pene dell'inferno e quel lazzarone mi dà
i tranquillanti!
Elsa -
E ha fatto bene! perché
il tranquillante lo devi prendere te ma è per far stare bene me! così te stai
più calmo e non mi rompi le scatole!
Sisto
- Spero che oltre ad
essere un tranquillante sia anche un po’ analogico.
Elsa -
Ma cosa dici??
Sisto
- Un analogico per
calmare i dolori!
Elsa -
Un analgesico!
Sisto
- Eh, quello; che poi
ormai, per tutte le malattie che ho...
Elsa -
Ah, perché secondo te
non ne avresti una sola, ne hai un sacco! una cesta di malanni!
Sisto
- Certo! se no mi farebbe
male solo da una parte! Invece: (Indica
il punto) un giorno mi fa male qui, (Indica un altro punto) un altro
giorno tutto lungo questa parte e magari per una di queste malattie lui sa! lui
sa che non c'è niente da fare! e mi consola dandomi i tranquillanti senza
nemmeno gli anal...
Elsa -
… gesici.
Sisto
- Ho capito! È inutile
che fai la saputona! Comunque, per come sono messo, mi dovrebbero controllare
bene tutto il corpo, sia la parte sopra che quella sotto; mi dovrebbero fare
due TAC al prezzo di una!
Michela
- (Entra dalle camere, pronta per uscire) Allora babbo? come
va?
Sisto
- Male, figlia mia, male.
Michela
- Stai tranquillo, babbo,
vedrai che passerà tutto!
Sisto
- Ah!
Elsa -
Adesso cosa ti fa male?
Sisto
- Volevo dire: ah,
Michelina, fammi il piacere di passare in farmacia a prendere questa medicina.
(Le consegna la ricetta).
Michela
- (Prende la ricetta) Va bene, babbo, ci vediamo. (Esce
verso l’esterno)
Sisto
- (Si lamenta) Oh mamma miaaaa!
Elsa -
Oddio ricomincia col
mamma mia!
Sisto
- (C.s.) Oh mamma miaaaa!
Elsa -
(Tra sé) Che venisse a portarlo via!
Sisto
- Che poi...
Elsa -
Che poi…?
Sisto
- Che poi il mal di
stomaco che ho avuto stanotte non mi convince per niente.
Elsa -
Fai a meno di mangiare i
peperoni per cena!
Sisto
- Non è stata colpa dei
peperoni, cara mia, perché senza la buccia non sono pesanti per niente e hanno
anche delle proprietà disinfettanti!
Elsa -
(Ironica) Ah, certo, infatti quando uno si fa un taglio mette subito
un peperone sulla ferita!
Sisto
- (Continuando il suo discorso) Dì pure quello che ti pare ma i
peperoni fanno bene, quindi deve essere per forza qualcos'altro. Ho paura davvero
che mi sia venuta anche un’ulcera duodenare.
Elsa -
Sì, e il tre di coppe!
Sisto
- Un ulcera ce l’ho di
sicuro, o anche qualcosa di peggio che nessuno mi vuol dire! Senti un po' se ho
la febbre.
Elsa -
(Ponendogli distrattamente la mano sulla fronte) No, non ce l'hai; poi
cosa c'entra lo stomaco con la febbre?
Sisto
- Come, cosa c'entra! non
sai che nel nostro organismo è tutto collegato? che i polmoni, il sangue, i
muscoli, lo stomaco, l'intestino hanno bisogno l'uno dell'altro e che se sta
male uno stanno male tutti? Quando, per esempio, io vado stitico...
Elsa -
Eh.
Sisto
- … non mi vengono i
lucciconi agli occhi? sai perché?
Elsa -
Perché?
Sisto
- Perché è tutto
collegato!
Elsa -
Ah, ecco perché a me,
allora, quando mi si smuove il sistema nervoso mi girano...
Sisto
- Beh, per te, quella è
suggestione!
Elsa -
Sarà suggestione ma mi
girano parecchio!
Sisto
- (Si sente la fronte
con la mano) Ad ogni modo dammi il termometro lo stesso, perché mi sa tanto
che qualche linea de febbre ce l’ho.
Elsa -
(Prende il termometro
da un cassetto) Toh, rottura.
Sisto
- (Lo agita e se lo
infila sotto il braccio) Te stai a vedere se non ho ragione. (Squilla il cellulare di Sisto). Rispondi
te e se è l'ufficio dì che sono a letto.
Elsa -
(Al cellulare) Pronto, reparto… (Si corregge) volevo dire:
famiglia Darrèa, sì, buongiorno ragioniere, sono la moglie. (Ascolta) Già, stavolta gli ha dato tre
giorn, (Ascolta) non di vita! tre
giorni di malattia! (Ascolta) Eh sì, quindi tornerà a lavorare giovedì,
(Ascolta) sì, giovedì, (Ascolta)
no, non serve la calcolatrice, ragioniere; faccia il conto insieme a me: lunedì,
martedì e mercoledì, sarebbe a dire: oggi, domani e dopodomani! Ma scusi, lei è
anche ragioniere! (Ascolta) No,
adesso è tutto abbandonato sul letto che pare debba rantolare da un momento
all'altro. (Ascolta) Riferirò,
grazie, buongiorno (Chiude).
Sisto
- Cosa t'ha detto?
Elsa -
Ma che razza di colleghi
hai? ha preso la calcolatrice per contare fino a tre! Comunque, m'ha detto che
devi stare riguardato.
Sisto
- Più di così? bastasse
solo il riguardo!... È ora…?
Elsa -
Per cosa?
Sisto
- Di togliere il termometro.
Elsa -
Aspetta altri due
minuti.
Sisto
- Dopo vado a sdraiarmi
davvero un po' sul letto.
Elsa -
Oggi non vuoi pranzare?
Sisto
- Mi mangerò una mela
cotta.
Elsa -
Una mela cotta… ma non
sarà meglio una bella bistecca che ti dia un po’ di energia?
Sisto
- Sì, dammi un altro po'
di grassi! ho il colesterolo galoppante! Poi sono due giorni che quando
inghiottisco mi fa un gran male la gola.
Elsa -
Ma se sei andato appena una
settimana fa dallo specialista della gola!
Sisto
- Sì, capirai! il dottorinolaringal’altra
m'ha guardato in bocca e m'ha fatto dire solo ‘A’!... “Dica ‘A’”. Cosa si potrà
capirà con una lettera solo?? Fammi fare almeno un discorso! (Si toglie il
termometro e lo consulta) Ecco! ecco! vedi? facilona che non sei altro?
Elsa -
Perché, quanto hai?
Sisto
- Ho trentasei e sette!
Elsa -
Ecco, non hai la febbre.
Sisto
- Come non ho la febbre!
mancano tre tacche a 37! ora che è stasera mi sarà salita sicuramente a 38!
Elsa -
Ma vai a quel paese, va’!
Sisto
- (Alzandosi
lentamente dal divanetto) No, no, mi mangio la mela cotta e mi vado a
sdraiare tutto lungo sul letto. (Esce verso le camere)
Elsa -
Io gli spacco qualcosa
in testa, almeno si lamenta per qualcosa. (Campanello,
Elsa va ad aprire e rientra con Salvatore)
Ciao, Salvatore.
Salvatore
- Ho appena finito il turno
all’ospedale, allora, come va?
Elsa -
Eh, siamo dappiedi al
pero.
Salvatore
- Sta ancora male?
Elsa -
Secondo lui sì. (Aprendo la finestra) Il dottore gli ha
dato tre giorni per disperazione; quasi quasi mi faccio ricoverare io, così mi riposo
un po’!
Salvatore
- Non dirlo nemmeno per scherzo,
Elsa!... Cosa avrebbe, adesso?
Elsa -
Ma non lo sa nemmeno
lui, cos’ha! sono due giorni che dice di sentirsi la debolezza addosso, ieri ha
tirato fuori che si sentiva le palpitazioni, stanotte gli ha fatto male lo
stomaco, poi dice che sente i dolori una volta da una parte e una volta da un'altra.
Io, Salvatore, non so più come fare! Per fortuna ci sei te che mi dai una mano a
sopportarlo un po’!
Salvatore
- Beh, essendo infermiere sono
abituato a trattare anche con le rotture di scatole.
Elsa -
Sai che si fida più di te
che del dottore e che tutti i giorni prende quel beverone che gli hai dato?
Salvatore
- Sono contento, ma sai cosa ci
metto dentro, in quelle bottiglie? acqua con zucchero e
limone! è solamente un placebo.
Elsa -
Cos’è?
Salvatore
- Un placebo: una cura
immaginaria.
Elsa -
Mah, per me è una limonata;
apposta ultimamente va stitico!
Salvatore - L’importante è che lo faccia stare più
tranquillo.
Elsa -
Ah, per quello sì, perché
è sempre stato ansioso e agitato! Io l’ho sempre detto: “è difficile togliere i
il difetto”!
Salvatore
- Il fatto è che noi uomini,
soprattutto col passare degli anni, diventiamo fregnoni di natura.
Elsa -
Questo è vero, e mi pare
che anche te, quando hai un po’ di influenza, ti comporti come se fossi in fin
di vita!
Salvatore
- Io, però, mi curo da solo perché
lavorando in ospedale un po’ d’esperienza me la sono fatta. Ho cambiato tanti di
quei reparti che ormai mi sono specializzato nei vari settori: in pediatria ho
imparato a farmi le pappine, in ortopedia a fare le fasciature inamidate, non
ti dico cosa ho imparato in urologia!
Elsa -
Non me lo dire!
Salvatore
- (Prende distrattamente un
grosso coltello da cucina che è appoggiato su un mobile) Adesso mi hanno
spostato in chirurgia.
Elsa -
Madonna santa!
Salvatore
- Così imparerò qualcosa anche
lì.
Elsa -
Sì, ma metti via quel
coltello!
Salvatore
- (Ripone il coltello) Bene,
vado un momento a casa ma torno fra poco per vederlo di persona.
Elsa - Mi dispiace di coinvolgere anche te in
questo pasticcio.
Salvatore
- Non ti preoccupare, non mi
costa niente, non devo fare nemmeno tanta strada, abito qui sotto.
Elsa -
E magari, se pensi che
gli possa essere d’aiuto, cerca di fargli capire che quelle malattie sono solo nella
testaccia sua!
Salvatore
- Ci proverò (Esce)
Elsa -
Va bene, grazie.
Sisto
- (Entrando,
tra sé) Niente, non riesco nemmeno a dormire. (A Elsa) Con
chi stavi parlando?
Elsa -
C’era Salvatore che è
appena tornato dall’ospedale.
Sisto
- (Allarmato)
Perché, cos’ha fatto?
Elsa -
Niente, era andato a
lavorare.
Sisto
- Ah, già, ma mi potevi
chiamare, così approfittava per darmi un’occhiata!
Elsa -
Sta’ tranquillo, ha
detto che torna.
Sisto
- Mi sa che quella mela m’è
rimasta sullo stomaco. Chissà quante porcherie ci mettono, anche nella frutta! non
c'è da fidarsi a mangiare più niente con queste sofisticazioni elementari!
Si dovrebbe avere sempre dei dottori intorno che ti dicano quello che puoi
mangiare e quello che devi buttare via! anche per le mele, certamente! Un
dottore al giorno toglie la mela di torno! (Si
lamenta) Oh mamma miaaaa!
Elsa -
Adesso cosa c'è?
Sisto
- Mi s'è impuntata la
mela, non mi faresti una tisana digestiva? c’è quella col finocchio, la menta e
la camomilla.
Elsa -
Ma come fa a impuntarsi
una mela cotta??
Sisto
- Te l’ho detto: s'impunta
perché adesso sofisticano anche la roba da mangiare! la modificano,
addirittura! Non ti sei accorta che fanno gli incroci con tutto? Incrociano i
mandarini con le arance...
Elsa -
Eh, i mandaranci!
Sisto
- Sì, (Continua) le susine con le albicocche, i
cetrioli con le zucchine, le rape con i finocchi...
Elsa -
Sì, e vengono fuori i
ranocchi!
Sisto
- Dopo per forza uno sta
male!
Elsa -
(Ironica) Per
forza.
Sisto
- Tornerà davvero a
trovarmi, tuo fratello?
Elsa -
Stai tranquillo, ti ho
detto che fra un po’ ripassa.
Sisto
- Allora mi fai questa
tisana digestiva?
Elsa -
(Avviandosi, con fare
paziente) Sì, vado a farti la tisana digestiva.
Sisto
- Ah, mi chiudi anche la finestra,
per piacere.
Elsa -
(Chiudendo la finestra) E ti chiudo anche la finestra. (Esce)
Sisto
- (Abbandonandosi lentamente sul divanetto) Oh mamma miaaaa; sarà meglio
che mi riposi un po’, chissà che non mi passi. (Suona il campanello d'ingresso) (Chiama) Elsaa!
Elsa -
(Da fuori) Cosa c'è, rompiballe!
Sisto
- Niente, lascia perdere.
(Alzandosi lentamente) Ecco, poi per
forza uno si stanca! è tutto un fare su e giù, tutto un su e giù. (Andando ad aprire) Chi è? (Esce
e rientra con Salvatore) Grazie che sei venuto a trovarmi, Salvatore mio!
Salvatore
- Allora, Sisto, ti sei rimesso
in sesto?
Sisto
- Cosa fai, lo spiritoso
anche te?
Salvatore
- No, per carità!
Sisto
- Stavo giusto parlando
con tua sorella di quanto mi stai aiutando con le mie malattie! Hai visto come
sono ridotto? (Rimettendosi sul divanetto)
Siediti qui vicino a me, la sola tua presenza mi fa sentire meglio.
Salvatore
- Sono contento; Elsa m’ha detto
che il dottore ti ha dato tre giorni.
Sisto
- Sì, solo tre giorni,
quell’incompetente!
Salvatore
- Ma cosa ti sentiresti?
Sisto
- Tutto! emicragna
in testa, pesantezza negli occhi, affanno, dolori nell'articolazione delle
braccia e delle gambe, stitichezza...
Salvatore
- Non è niente, avrai preso un
po' d'influenza!
Sisto
- Eh, caro Salvatore, si
comincia sempre con un'influenza e senza accorgersene si finisce all'altro
mondo!
Salvatore
- Quanto sei esagerato! cosa
t'ha dato il dottore?
Sisto
- Ho dato la ricetta a
mia figlia, mi pare che c'era scritto…apra… alprazo…
Salvatore
- Ah, dovrebbe essere
semplicemente qualcosa per farti stare rilassato e tranquillo, ma te continua a
prendere anche il beverone che ti faccio io, eh?
Sisto
- Certo! lo prendo ogni
volta che ho i dolori e per un po' sto meglio! Te, Salvatore, dovresti fare il
dottore! altroché quel burattino che ho io che non sa curare neanche un callo!
Secondo lui stanno tutti bene! nessuno ha bisogno di niente! ti dà solamente
un’occhiatina e via! Ma io dico: allora perché cavolo sei diventato dottore? dico
bene?
Salvatore
- Eh, caro Sisto, per certe cose
ci vuole la vocazione! dottori si nasce!
Sisto
- Già, io invece sono
nato ammalato!
Salvatore
- Il dottore è la professione
più antica del mondo!
Sisto
- Quella non era
un'altra?
Elsa -
(Entra con la tisana e la porge a Sisto rivolgendosi a Salvatore, con ironia
con ironia) Oh, Salvatore, sei tornato a "Medicina uomini"?
Sisto
- T'ho detto mille volte
di non scherzare con certe cose! (Beve la tisana)
Elsa -
Siamo tutti qui intorno al
suo capezzale perché in questi giorni gli si sono attorcigliati ancora di più i
lombi del cervello. Vuoi anche te un goccio di tisana digestiva?
Salvatore
- No, ti ringrazio, oggi ho mangiato
all’ospedale e m'è venuta una gran languidezza di stomaco.
Elsa -
Ci credo!
Salvatore
- Ad ogni modo, Sisto, io sono a
casa fino a domattina, eh? per qualsiasi cosa chiama pure, va bene?
Sisto
- Grazie, Salvatore, sei
un angelo! dovrebbero farti santo, a te; San Salvatore ti dovrebbero fare.
Salvatore
- E sta su col morale.
Sisto
- Eh, non è facile star
su, nelle mie condizioni.
Elsa -
(Ironica)
Già, nelle sue condizioni è difficile che stia su.
Sisto
- Oh mamma miaaaa!
Elsa -
Ossignore!!
Sisto - (Alzandosi
lentamente) Scusa Salvatore, vado a provare a fare qualcosa, chissà che la
tisana non mi faccia effetto. (Uscendo) In caso prenderò un goccio
del tuo beverone.
Salvatore
- Bravo.
Elsa -
Ecco, quello ti farà
andare di sicuro! (A Salvatore) Come diceva
nostra zia Ernesta: "Per certi mali/quattro botte in testa!" A
proposito, anche te, adesso che ti mandano in chirurgia, fai attenzione quando
maneggi i bisturi.
Salvatore
- No, no, quelli li tocca solo il
dottore, io devo fare le iniezioni, i cataplasma, le perette…
Elsa -
Che lavoraccio, però!
Salvatore
- Eh, ci si abitua.
Sisto - (Da
fuori) Oh mamma mia!
Elsa -
Sì ma, anche te, fai
sempre e solo casa ospedale, ospedale e casa, sempre da solo! non sarebbe ora che
ti trovassi una donnina fatta bene?
Salvatore
- Sta zitta va’, da una settimana
mi sto vedendo con una mia collega e spero che vada tutto per il meglio.
Elsa -
Bene! sono contenta! e cosa
fa? cosa fa?
Salvatore
- Lavora in ospedale anche lei, quelli
che frequento in ospedale sono tutti OSS.
Elsa -
Poveretti! ma non mangiano
niente?
Salvatore
- No, “OSS” è una sigla che vuol
dire “Operatore Sociosanitario”.
Elsa -
Ah!
Salvatore
- È anche una donnina con la
grazia e spero che vada a finire tutto bene.
Sisto
- (Da fuori) Oh
mama mia!
Elsa -
È proprio una bella
notizia! poi, come si dice: “Se son rose…?
Salvatore
- … sbocceranno”!
Elsa -
Bravo! e se va bene la porterai
a farmela conoscere!?
Salvatore
- Certo!
Sisto
- (Da fuori) Oh
mama mia!
Salvatore
- Sarà meglio andare a vedere?
Elsa -
No, sta’ tranquillo, lui,
quando si sforza, dice sempre “mamma mia”.
Michela
- (Entra di ritorno dal lavoro) Ciao mamma, il babbo dov’è?
Elsa -
È in seduta plenaria.
Salvatore
- In effetti ormai è dentro da
un pezzo.
Michela
- Non gli sarà mica successo
qualcosa?
Elsa -
No, no, è tutto sotto
controllo.
Salvatore
- Te, Michela, non mi diventare
come lui, sai?
Michela
- No, no, io sto tanto bene!
Elsa -
Gli hai preso quella medicina?
perché non vorrei passare un’altra notte in bianco, dietro a lui!
Michela
- Sì, l’ho presa ma ho dovuto
fare una fila di mezz'ora, in farmacia! una coda che non ti dico! Pare che stia
male mezza città! Sciroppi, antibiotici, aspirine, pasticche par la gola…
Sisto - (Entra con un cassetto pieno di medicine) Si parla di medicine?
Elsa -
Di cosa si può parlare,
in questa casa? Allora? com’è andata la seduta?
Sisto
- (Mesto) Eh…
Salvatore
- Non hai evacuato?
Sisto
- Come?
Salvatore
- Non hai fatto…?
Sisto
- Poco o niente.
Salvatore
- Allora io vado, Sisto, ripeto:
se ti occorre qualcosa basta un fischio e io arrivo, va bene? (Esce)
Sisto
- Sì, grazie.
Michela
- Stai un po’ meglio?
Sisto
- (Si va a sedere sul divanetto mettendo il cassetto sulle ginocchia) No!
e se continuate a tenere le finestre aperte starò anche peggio! (Michela va a chiudere la finestra)
Elsa -
Cosa fai con quel
cassetto?
Sisto
- Siccome non ho combinato
niente ho approfittato per dare una sistemata a queste medicine che se non si
fa attenzione si può prendere della roba scaduta, allora sì che sono dolori! A
proposito, Michela, sei passata in farmacia?
Michela
- (Gli porge la medicina) Sì, ho dovuto anche combattere dalla gente
che c'era, ho fatto mezz'ora di fila a forza di spintoni!
Elsa -
E hai lasciato la bottega
aperta?
Sisto
- (Fraintendendo, si guarda la buca dei pantaloni)
Michela
- No, c’è stata Gloria. (Esce
verso le camere)
Sisto
- Lo vedi? lo vedi quanta
gente sta male? e fortunati loro che hanno le forze di arrivare fino in
farmacia! (Rovista nel cassetto) Dunque: (Prende una scatola) "Contracatàr" a base di "strafemilpiricoione"... questo è
il cortisone per la tosse, (Lo controlla) è ancora buono. (Ne prende un'altra) "Tracheìn-sciacquina"... questo è per
i gargarismi (Lo controlla) ma è scaduto. (Lo mette da parte e ne prende
un'altra) Guarda dov'era l'"Incriccòlo" per quando ho il
mal di schiena! (Lo controlla) buono anche questo. (Ne prende un'altra) Ecco quello che mi serve! "Falabèn",
contro la stitichezza.
Elsa -
E il "Testardaggìn"
non ce l'hai?
Sisto
- Oh mamma miaaaa!
Elsa -
Ci risiamo??
Sisto
- Un brivido tutto lungo il
filo della schiena!! È chiusa la finestra?
Elsa -
Sì, è chiusa.
Sisto
- Allora cosa sarà?
Elsa -
(Ironica) Cosa
sarà?
Sisto
- Non c’è pace, non c’è
pace!
Elsa -
A chi lo dici!
Michela
- (Entra dalla camera pronta
per uscire) Io stasera vado a mangiare fuori con Luca.
Elsa -
Va bene ma non far
tardi. (Esce verso la cucina)
Sisto
- Michela...
Michela
- Dimmi.
Sisto
- Chi è ‘sto Luca, quel
ragazzo che studia medicina?
Michela
- Sì.
Sisto
- E diventerà dottore?
Michela - Eh,
penso di sì.
Sisto
- Perché non lo inviti a
pranzo da noi, qualche volta?
Michela - Per
far cosa?
Sisto
- Come, per far cosa? per
mangiare insieme e per conoscerlo! Si può parlare del più e del meno, dei nuovi
ritrovati della medicina…
Michela - (Si
avvia) Va bene, se capita ci metteremo d’accordo.
Sisto
- Va bene, brava, brava,
va' pure, e tientelo stretto, quel ragazzo.
Michela
- Ciao! (Esce)
Elsa -
(Entra)
Cosa ti devo somministrare, per cena?
Sisto
- Te adoperi sempre delle
espressioni che non mi fanno ridere per niente! ad ogni modo mi hai detto che
facevi una sogliolina lessa con un filo d'olio? prendo quella; dopo mi bevo un
po' del beverone di Salvatore che comunque non credo sia una soluzione per i
miei malanni, poi vado a letto col tranquillante del dottore che mi farà il
solletico.
Elsa -
Il beverone di Salvatore
non è efficace, la medicina del dottore ti fa il solletico; non ti va bene
niente! ci sarà pure qualcosa che va bene per ‘ste tue fregnacce!
Sisto
- Eh, infatti, Elsa, mi sarebbe
venuta in mente un’altra soluzione.
Elsa -
Sarebbe a dire?
Sisto
- Avrei pensato di
chiamare donna Marsilia.
Elsa -
Chi?? quella santona che
legge le carte e fa gli intrugli con tutte quelle porcherie?!
Sisto
- Che porcherie!? quella
è una guaritrice e ho sentito dire che ha un sacco di clienti e molti sono
anche guariti!
Elsa -
Già, e quelli che non
sono guariti che fine hanno fatto?
Sisto
- Saranno rimasti così! perché?
all’ospedale guariscono sempre tutti? (Si
alza, prende il cassetto con sé ed esce)
Elsa -
Non c’è niente da fare, ho
un marito imbecille! (Uscendo) Come diceva quello:
"Se ti sei proprio stufata/ l'unico rimedio è una bella coltellata!"
Sipario
Fine del primo atto
Secondo atto
Il giorno dopo. Al riaprirsi del
sipario entra in scena Michela, già
pronta per andare al lavoro.
Michela
- (Entra, sta finendo di bere una tazzina di caffè
che poi appoggia sul tavolo. Spalanca la finestra canticchiando) Felicità/
far tardi a bottega tanto c’è la collega/la felicità!
Elsa -
(Entrando) Sei di
partenza?
Michela
- Sì ma con calma; com'è
andata stanotte col babbo?
Elsa -
In che senso?
Michela
- Voglio dire: è stato bene?
Elsa -
Sta' zitta, va', m'ha
fatto dormire fino alle quattro, poi, dalle quattro alle sei non ha fatto altro
che fare la trottola! S'è girato, rigirato, pareva avesse il ballo di San Vito!
Mi son dovuta alzare dalla disperazione!
Michela
- Secondo me voi due dovreste
fare una bella vacanza e andare in un bel posto a rilassarvi, a divertirvi, a
fare un po' di movimento!
Elsa -
Magari, figlia mia! Ricordi
l'ultima volta che m'ha portato in vacanza? Aveva detto: "Ho prenotato per
due all'Oasi del Respiro!" Io avevo subito pensato a un hotel di montagna
nel bel mezzo d'una pineta, invece mi sono ritrovata a fare i suffumigi in una
specie di sanatorio! Il villeggiante più giovane aveva settant'anni! Se gli
dico che voglio fare un po' di movimento mi porta in un centro di
riabilitazione!
Michela
- Allora per quest'estate vi
prenoto io un posticino che andrà bene per tutti e due, in una SPA.
Elsa -
Cosa sarebbe?
Michela
- È un Centro Benessere dove
c’è la piscina, le vasche Jacuzzi con i getti d’acqua…
Elsa -
Come all’Aquafan.
Michela
- Più o meno, però fanno molto
bene; poi c’è la sauna finlandese, il bagno turco…
Elsa -
Non c’è qualcosa di
italiano?
Michela
- Se vuoi puoi fare anche le
inalazioni.
Elsa -
I suffumigi!
Michela
- Sì ma sono tutt’un’altra
cosa.
Elsa -
Se li vedesse tuo padre
gli verrebbe di sicuro anche la sinusite! Adesso sai cosa gli è venuto in mente?
ha pensato di chiamare donna Marsilia, quella santona che fa i filtri e altre porcherie
del genere.
Michela
- Ma s’è instupidito del tutto?
Elsa -
Completamente.
Michela
- Ne riparleremo, adesso devo
andare senza meno, ciao, mamma. (Ad alta
voce) Ciao babbo! (Esce)
Elsa -
(Tra sé) Mi ci vorrebbe proprio, una bella vacanza, ma in capo al mondo,
lontano da tutto e da tutti, in Patagonia!
Sisto
- (Entra) Michela dov’è?
Elsa -
Ti ha salutato adesso! non
l’hai sentita?
Sisto
- No, non starò mica diventando
anche sordo? (Vede la finestra aperta) Chiudete quella finestra! (Elsa
agisce. Sisto annusa l'aria) Qui
c'è odore di caffè.
Elsa -
Sì, l'ha appena bevuto tua
figlia; ne vuoi un goccio?
Sisto
- Per carità! mi dà
fastidio solo l’odore, del caffè!
Elsa -
Madonna mia, Sisto! cos’hai,
anche le nausee mattutine, adesso?
Sisto
- Ma non sai che nel
caffè c'è la caffeina che è un eccitante dannoso per la salute? Hai mai fatto
caso che ci sono tante cose che finiscono per -ina che sembrano innocue e che
invece fanno male! C'è la caffeina, la teina, la stricnina, l'anilina, la naftalina,
la trielina...
Elsa -
La stricnina.
Sisto
- (Cambia discorso)
Stanotte ho sentito una gran tensione allo stomaco e non ho avuto pace fino a
stamattina.
Elsa -
Me ne sono accorta. (Ironica) Che sia stata la mela cotta di
ieri? o il beverone? perché ci sono anche tante parole che finiscono per -one che
non si sopportano proprio! c'è il fregnone, il furbacchione, il gigione, il
tormentone...
Sisto
- Te non mi capisci per
niente! Oh, mamma miaaa! Mi resta solo un altro giorno di malattia e poi mi
tocca tornare in ufficio. Fortuna che oggi verrà donna Marsilia e speriamo che
possa risolvere qualcosa.
Elsa -
Ma l’hai chiamata per
davvero?
Sisto
- Certo; a mali estremi,
estremi rimedi!
Elsa -
Ossignore! Te stai
andando via di testa! Mi sa che ha ragione Michela, Sisto: noi dovremmo cambiare
aria, andare in un posto per rilassarci. Ha detto che ci potrebbe prenotare lei,
un soggiorno in una SPA.
Sisto
- Cosa sarebbe?
Elsa -
(Ripete, a modo suo,
la spiegazione di Michela) È un Centro Benessere dove c’è la piscina, le
vasche Quajuzzi con gli squizzi d’acqua, poi c’è la savana finlandese e i cessi
alla turca.
Sisto
- Se è una cosa che passa
la mutua, si potrebbe provare. (Suona il campanello) Questa deve
essere donna Marsilia!
Elsa -
Allora io vado di là
perché non voglio mica assistere a queste stupidaggini! e quando verrà Salvatore
gli dirò quello che hai fatto, così ti darà vergogna anche lui. (Esce)
Sisto
- (Va ad aprire e
rientra con Marsilia) Buongiorno, donna Marsilia.
Marsilia
- (Ha una borsa con sé)
Buongiorno a te e a tutti quelli che stanno in questa casa.
Sisto
- Per ora ci sono solo
io, cioè c’è mia moglie, di là, ma lei non è interessata a queste cose. (La
fa accomodare al tavolo e si siede accanto a lei)
Marsilia
- (Estrae un mazzo di carte)
In una famiglia c’è sempre almeno un miscredente.
Sisto
- Donna Marsilia, il mio
problema sarebbe che…
Marsilia
- (Lo interrompe)
Zitto! non dirmi niente. (Mischia il mazzo di carte e sentenzia:) Le
carte sanno già tutto. (Porge il mazzo a Sisto) Tocca il mazzo. (Sisto
agisce) Di cosa hai bisogno?
Sisto
- Oh, è quello che le
volevo dire: Io, donna Marsilia, mi sento sempre male, sono pieno di acciacchi…
Marsilia
- (Lo interrompe)
Basta! non dirmi niente. (Sentenzia) La parola alle carte! (Solleva
una carta dal mazzo, la posa, capovolta, sul tavolo e guarda Sisto negli occhi)
Di che segno sei?
Sisto
- Gemelli.
Marsilia
- Mmmh.
Sisto
- È grave?
Marsilia
- Dipende; per adesso sento
solamente che te vuoi sapere se guarirai.
Sisto
- Non è che lo voglio
sapere, io voglio proprio guarire.
Marsilia - Conosco, conosco; tutti quanti
vogliamo guarire! (Scopre la carta posta sul tavolo) Ecco: il sei di
coppe, questa carta dice che nel passato hai commesso degli sbagli e che adesso
li vuoi rimediare; può essere?
Sisto
- In che senso?
Marsilia
- Nel senso che magari in passato
hai fatto degli stravizi, hai mangiato e bevuto in maniera sconsiderata, può
essere?
Sisto
- Può essere, ma io…
Marsilia
- Zitto! (Scopre un’altra
carta) Ecco: il quattro di spade lo conferma perché si riferisce a delle
malattie che possono essere o fisiche o mentali.
Sisto
- Io, di testa, credo di
star bene.
Marsilia
- Infatti può essere o l’uno o
l’altro.
Sisto
- Ah, ecco.
Marsilia
- (Scopre un’altra carta)
Oh! meno male!
Sisto
- È una carta buona?
Marsilia
- È il fante di spade! rappresenta
un amico o uno della famiglia che ti è sincero e devoto, può essere?
Sisto
- Sì! è Salvatore, mio
cognato!
Marsilia
- Vedi? vedi? le carte non sbagliano
mai! (Scopre un’altra carta) Oh!... Oh!
Sisto
- “Oh” cosa…? è bello o
brutto?
Marsilia
- Bello! bello! è il tre di
denari che vuol dire che ci sono dei miglioramenti in arrivo!
Sisto
- Dice proprio così?
Marsilia
- (Prende le quattro carte
e le rimette nel mazzo) Certo! le carte non dicono bugie, però… (Lo
guarda negli occhi)
Sisto
- Però…?
Marsilia
- Eh, però i miglioramenti e
la conseguente guarigione ci sarà solamente usando il filtro adatto a questa
situazione.
Sisto - E dove posso andare a prenderlo?
Marsilia
- Ce l’ho io! (Estrae un
flaconcino dalla borsa) Eccolo qui! Per caso ho nella borsa proprio questo filtro
che ho preparato io stessa col mio fluido magnetico e con le mie mani che sarà
risolutivo per il tuo problema. (Chiude la borsa e si alza) Cinquanta
euro.
Sisto
- Come?
Marsilia
- Mi devi dare cinquanta euro,
trenta per le carte e venti per il filtro miracoloso.
Sisto
- (Estrae il
portafogli e la paga) Ma lei mi garantisce…
Marsilia
- (Arraffa i soldi e
s’avvia) Cosa c’è di sicuro, nella vita? Mah! (Esce)
Sisto
- (Perplesso, osserva
il flaconcino e legge l’etichetta) “Filtro miracoloso di donna Marsilia.
Tutto in una ingozzata” Proviamo ‘sto filtro da venti euro… (Lo beve tutto
in un sorso) (Ad alta voce) Elsa! puoi venire, donna Marsilia è
andata via!
Elsa -
(Sarcastica) Allora?
com’è andata con la madama fattucchiera?
Sisto
- Prima di tutto sono
andati via cinquanta euro.
Elsa -
Cosa?? le hai dato
cinquanta euro per giocare con le carte?
Sisto
- Non abbiamo giocato! le
carte sono state rivelatrici e in più m’ha dato anche un filtro miracoloso fatto
da lei col suo fluido magnetico.
Elsa -
Ma va’ all’inferno, te e
Marsilia con il fluido magnetico! Te lo ripeto, Sisto, te hai qualcosa che non
va nella testa!
Sisto
- In effetti il quattro di
spade ha detto qualcosa anche della salute mentale.
Elsa -
C’era bisogno del
quattro di spade, per capirlo! (Ironica) Allora, cosa vuol mangiare, il
signor conte?
Sisto
- Niente, non mi va
niente.
Elsa - Nemmeno
un’insalatina o un brodino?
Sisto
- (Si gratta) No,
no, Elsa, solo a pensare di mangiare mi viene la nausea.
Elsa -
Ma cos’hai, adesso?
Sisto
- Non lo so, mi sento
strano.
Elsa -
Ma te sei sempre stato,
strano!
Sisto
- (Si gratta) Dico sul serio, mi sento poco bene e m’è venuto un gran prurito.
Elsa -
(Scocciata) Chiama
il dottore.
Sisto
- Sì, per farmi ridere in
faccia!
Elsa -
Allora che cavolo vai
cercando?
Sisto
- (Si gratta) Te non mi capisci, Elsa.
Elsa -
Eh no, proprio non ti
capisco!
Sisto
- (Alzandosi e grattandosi) Vado a provare a farmi una doccia, chissà che
non mi passi ‘sto prurito. (Esce)
Elsa -
Io non ce la faccio più!
ormai sono arrivata al limite! (Uscendo verso la cucina) Come diceva mia nonna: "Se il coltello ti
sfugge di mano/ fagli fare un volo giù dal quarto piano".
Buio
È passato un giorno. La scena è vuota.
Elsa -
(Entra. Tra sé) Mah, io non gli ho mai dato tanta
importanza ma stavolta mi sa che qualcosa di vero c'è. (Prende il suo cellulare e chiama il medico di famiglia) Pronto,
dottor Parcella? sono la signora Darrèa... Darrèa, senza la "i". (Ascolta) Sì, la moglie di quella rott...
cioè... di Sisto Darrèa. (Ascolta)
Ecco, mi scusi tanto, dottore, se la rompo a quest'ora, (Ascolta) sì, so che anche per lei è un'ossessione, (Ascolta) eh, non le dico per me! però,
senta, in effetti, è da ieri che mio marito ha un forte prurito in tutto il
corpo, (Ascolta) sì, gli rode dappertutto
e non fa altro che grattarsi e credo che stavolta non sia una delle sue fisime,
(Ascolta) no, dottore! per carità! non
deve di sicuro venire fin qui! non oserei mai far spostare un luminario
della scienza come lei! (Ascolta) Sì,
dottore, (Ascolta) no, io non gli
provoco ansia, anzi, fra un po' lo mando… (Ascolta)
un fatto psico…? somatico? sarebbe a dire? (Ascolta)
Ah, un'altra delle su fregnacce? Mah, stavolta non lo so, dottore. (Ascolta) Una pomata rinfrescante, (Ascolta) sì, sì, vuole che non l'abbia? ha
più medicine lui della farmacia dell'ospedale! (Ascolta) E da mangiare leggero, va bene, dottore, grazie e mi scusi
di nuovo per la rottura. (Chiude). (Tra sé) Facciamogli provare la pomata; per
mangiare leggero non c'è nessun problema: non mi mangia più niente!!
Sisto
- (Entra grattandosi, attraversa a lunghi passi la scena, torna indietro e riesce da dove era entrato) Non ce
la faccio più, non ce la faccio più! Oh, mamma mia che prurito!
Elsa -
(Ad alta voce per farsi sentire da Sisto) Stai calmo, Sisto, stasera
ti spalmerai una pomata rinfrescante e ti passerà tutto!
Sisto
- (Rientra)
Sì, dovrei avere il Nonpiuród,
proverò con quella! Oggi non c'è nemmeno Salvatore che mi può dare una mano!
Non ce la faccio più, non ce la faccio più! Oh, mamma mia che prurito! (Esce)
Elsa -
(Rivolta verso il cielo) Signore, fa' che gli passi, ti prego a mani
giunte! Almeno per stanotte in modo che possa dormire un po' anch'io!
Michela
- (Entra) Ciao mamma, il
babbo come sta?
Elsa -
Sempre peggio, non ha
fatto altro che grattarsi e non capisco che cosa possa essere stato! (Esce verso la cucina)
Michela
- (Ad alta voce) Per me è tutta suggestione!
Sisto
- (Entra grattandosi) Ciao Michelina! hai sentito
la novità? ci mancava anche questa! hai un padre che è ormai da ricovero e
dovrai essere te, Michelina, il bastone della mia vecchiaia! A proposito, va
tutto bene col tuo ragazzo, sì?
Michela
- Il mio ragazzo?
Sisto
- Eh, quello che studia
medicina!
Michela
- Ah, Luca! sì, ma non siamo mica
fidanzati!
Sisto
- Allora stai sbagliando
tutto! dovresti fidanzarti subito, con un ragazzo così! e portarlo a casa,
farmelo conoscere... (Si gratta) La
casa, qui, è tanto grande! vi potreste…
Michela
- Aspetta, aspetta! ehi! come
corri! t'ho detto che non siamo nemmeno fidanzati e mi vuoi far già sposare?
Sisto
- Fa come ti pare ma un
marito dottore è sempre un marito dottore! e di un marito dottore si può sempre
aver bisogno! (Si gratta mentre Elsa rientra in scena).
Michela
- (A Elsa) Ma senti che razza di discorsi strampalati!
Elsa -
Lascia perdere, Michela;
ormai con tuo padre siamo arrivati a livelli di delirio completo.
Sisto
- Sentila, sentila!! ma
io sto pensando solamente al suo bene! (Si
gratta).
Elsa -
Eh sì!
Michela
- Fammi andare a mangiare,
va', se no qui è facile che m'ammalo anche io! (Esce)
Elsa -
(A Michela, ad alta voce) Guarda un po', ci dovrebbe essere qualcosa
nel frigo! (A Sisto) Ma come fai a
ragionare così con tua figlia? Oltre che un tormento sei anche un egoista! Cosa
le vuoi far fare, a Michela? farla sposare con delle persone a seconda delle
tue necessità? Allora se avevi la casa da ristrutturare la facevi sposare a un
muratore! Guarda, ringrazia che oggi sei messo così.
Sisto
- Oh mamma miaaa! mi
sento tutto un fuoco! (Si gratta)
Elsa -
Ascolta, Sisto, non è
che questo prurito te l’ha fatto venire donna Marsilia con quel suo cavolo di
filtro?
Sisto
- Mi pare impossibile.
Elsa -
Invece mi sa tanto che sia
stato quello, visto che è l’unica cosa che hai mandato giù! Quanto ne hai
bevuto, di quella bottiglia?
Sisto
- Tutta.
Elsa -
Ingordo! Adesso la
chiamo io, ‘sta donna Marsilia, la faccio venire qui, la svergogno e mi faccio
ridare i soldi che le hai dato!
Sisto
- Lascia perdere, dai.
Elsa -
Lascio perdere?? ma
nemmeno per sogno! e vedrai che la signora Marsilia si ricorderà per molto
tempo, di me! (Cerca il cellulare) Dove ho messo il telefonino? (Esce
verso la cucina)
Sisto
- (Tra sé) Ma
guarda te che situazione! (Va alla
credenza da cui prende il "beverone" di Salvatore, se lo versa in un
bicchiere e lo beve) Oh, mamma miami sento troppo male. Stanotte la passerò
sicuramente in piedi perché a letto mi s’infuoca troppo e mi aumenta il prurito,
e in più non romperò le scatole a Elsa. Ecco! adesso il tranquillante (Prende la pillola) e vado a spalmare la pomata dalla testa ai
piedi. (Esce)
Buio
È la mattina del terzo e ultimo
giorno di malattia concesso a Sisto.
Elsa -
(Entra) Stavolta mi fa
pena davvero! poveretto!
Michela
- (Entra, pronta per andare al lavoro) Ciao mamma.
Elsa -
Sssh, fa' piano che tuo
padre s'è addormentato un po'. È stato male tutta la notte, con quel prurito.
Michela
- Mamma mia, ma cosa sarà?
Elsa -
(Battagliera) Eh,
so io che cos’è! Mi sa che è stato il filtro avuto da quella strega di donna Marsilia!
Ah, ma io non gliela faccio passare liscia, a quella fattucchiera! E fra poco
verrà qui perché ieri le ho telefonato e le ho detto di venire con la scusa di farmi
le carte, così si accorgerà con chi ha a che fare, quella moramazzata!
Michela
- Mamma, mi raccomando di non
cacciarti negli impicci!
Elsa -
Non ti preoccupare, sarà
una cosa indolore! non si accorgerà nemmeno!
Michela
- Io adesso faccio un salto in
negozio ma fra un po’ lascio Gloria lì e torno per sentire come sta il babbo e…
(Guarda la madre) raccogliere i cocci di donna Marsilia. (Esce)
Elsa -
Va’ tranquilla, va’
tranquilla, e lascia pure la porta aperta. (Si siede in attesa della
“vittima”. Tra sé) Le farà vedere io… e mi rifaccio anche dei cinquanta
euro! (Si sente il campanello) Avanti, avanti, entri pure.
Marsilia
- (Ha la borsa con sé) Buongiorno
a te e a tutti quelli che stanno in questa casa.
Elsa -
(Si alza, minacciosa)
In questa casa ci sono solo io, cioè c’è mio marito, di là, ma lui non può
venire perché è indisposto per via d’una sbobba che gli ha fatto bere lei! Si
ricorda?
Marsilia
- (Imperturbabile) Certo
che mi ricordo, e lei deve essere la moglie che non è interessata a queste cose,
giusto?
Elsa - Sì, perché non mi fido per niente delle
balle che racconta e dei beveroni che vende alla gente credulona!
Marsilia
- (La guarda negli occhi)
Intuisco che c’è del risentimento nel tono della tua voce, gentile signora, ma nelle
mie sedute non sono io che parlo, sono le carte! e i filtri sono le emanazioni
del mio potente fluido magnetico.
Elsa -
(Scettica) Me lo
immagino.
Marsilia
- Io, se fossi in te, non
sarei così incredula di fronte ai responsi dele carte e sentirei con le mie
orecchie cosa direbbero. Mettiti seduta, su.
Elsa -
Lei non mi frega con questi
minuetti, perché…
Marsilia
- (La interrompe,
perentoria) Zitta! Ti ho detto di sederti! (Elsa si siede con
riluttanza mentre Marsilia estrae il mazzo di carte e glielo mette sotto al
naso) Annusa il mazzo.
Elsa -
Mamma mia che puzza!
Marsilia
- Puzza perché è davanti ad
una miscredente!
Elsa -
Perché, lo sanno anche
le carte??
Marsilia
- Le carte sanno tutto di
tutti! Adesso vediamo cosa dicono; tocca il mazzo. (Elsa agisce e Marsilia
scopre una carta) Ecco, il cinque di denari!
Elsa -
(Scettica) Mi
arriveranno i soldi!
Marsilia
- Qui i soldi non c’entrano
niente, oltretutto la carta è uscita capovolta!
Elsa -
(Meno scettica) E
cosa vuol dire?
Marsilia
- Vuol dire che in questa casa
c’è una situazione di difficoltà dove non si è capaci di trovare il bandolo
della matassa. Può essere?
Elsa -
Ah, con un marito così è
difficile sì.
Marsilia
- (Scopre un’altra carta)
Infatti il cinque di spade lo conferma. (Sentenzia) “Situazione non
gradita”.
Elsa -
(Curiosa) E le
carte lo sanno?!
Marsilia
- (Sentenzia) Le carte
sanno! (Scopre un’altra carta) Però… però…
Elsa -
(Ormai partecipe)
Però…?
Marsilia
- Però, ecco il due di bastoni.
Elsa -
Vuol dire che devo
menarlo?
Marsilia
- No, anzi, il due di bastoni vuol
dire che la collaborazione e l’unione delle forze le porterà dei buoni frutti.
Elsa -
Meno male!
Marsilia
- (Scopre un’altra carta)
Infatti ecco il sette di bastoni che indica “serenità ritrovata”. Insomma,
cara… come ti chiami?
Elsa -
Elsa.
Marsilia
- Cara Elsa, tutte e due
sappiamo che tuo marito è un rompimento di scatole, e le carte, qui, dicono che
devi avere pazienza e stargli dietro, e vedrai che presto tutto si risolverà.
Elsa -
Speriamo!
Marsilia
- (Prende una boccetta
dalla borsa) Adesso ti do un filtro…
Elsa -
No, no, il filtro non lo
voglio!
Marsilia
- (La guarda negli occhi)
Sta’ tranquilla, questo è un filtro buono, senza effetti secondari, che ti metterà
in sintonia con tuo marito e risolverà più facilmente la situazione. Se il tuo
consorte ha avuto delle conseguenze è solo perché è un malato immaginario!
Elsa -
Di questo sono sicura.
Marsilia
- Allora bevilo qui davanti a
me e vedrai che non ti succederà niente. (Le porge la boccetta guardandola
negli occhi)
Elsa -
(Sopraffatta dalla
personalità di Marsilia) Non mi succederà niente. (Beve tutto d’un fiato)
Marsilia
- Cinquanta euro: 30 per le
carte e 20 per il filtro miracoloso.
Elsa -
(Cerca in tasca) Ne
ho solamente quaranta.
Marsilia
- (Arraffando i soldi)
Va bene lo stesso. (Uscendo) Pace e prosperità a questa casa!
Elsa -
(Tra sé) Forse ha
ragione lei: le carte sanno come sono messa e mi hanno dato il consiglio giusto.
“Col marito che è pedante/ consultiam la cartomante”.
Michela
– (Entra) Ho
incrociato Marsilia che stava uscendo, allora…? raccontami tutto.
Elsa -
Niente, pensavo di fare
chissà cosa, invece devo dire che… che donna Marsilia è stata gentile e
professionale.
Michela
– Vuoi dire che ti sei fatta
fare le carte??
Elsa -
Sì, mi ha spiegato per
bene cosa dicono le carte e ripensandoci non credo che sia stato quel filtro, a
far star male tuo padre, ma un’altra delle sue fissazioni.
Michela
– Mamma! ma ti sei rimbecillita
anche te?!
Elsa -
Ma no, non ti
preoccupare!
Sisto
- (Entra) Elsa.
Elsa -
Dimmi, Sisto.
Sisto
- Avrò... avrò dormito
solo dieci minuti. (Si gratta) Mi sento
male davvero. Stavolta credo che sia la volta buona che vi lascio!
Michela
- Ma babbo!
Elsa -
Sisto! Non
dirlo nemmeno per scherzo!
Sisto
- Invece mi sa tanto che
sia così! Stanotte, tra una grattata e l’altra ho pensato addirittura di buttar
giù uno straccio di testamento! (Si
gratta)
Elsa -
Ma senti te che razza di
pensieri!
Sisto
- (Prende un foglio dalla tasca e si sistema sul divanetto con
l'intenzione di leggerlo) Venite qui vicino a me e ascoltatemi bene. (Elsa e Michela si avvicinano al divanetto
con fare scettico e perplesso mentre Sisto inizia la lettura del testamento)
Io sottoscritto Sisto Darrèa, (Si gratta)
nel pieno possesso delle mie facoltà mentali ma non di quelle fisiche perché
son più di là che di qua... (Si gratta).
Elsa -
Sisto, non dire queste
cose!
Sisto
- Lasciami dire. (Riprende)... che di qua, butto giù su
questo foglio di carta le mie ultime volontà che desidero siano seguite alla
lettera, punto per punto e virgola per virgola, punto. (Pausa. Guarda la moglie e la figlia e si gratta) Lascio, prima di
tutto, alla mia paziente moglie e alla mia adorata figlia Michela, la mia casa
con annessi e connessi, comprese le statuette di Biancaneve e i sette nani che
sono nel cortile.
Elsa -
(Ironica) Eh,
come farei senza di loro.
Sisto
- (Continua) Lascio a mia moglie il mio armadietto personale del
Pronto Soccorso con le 328 medicine non ancora scadute (Si gratta) che le possano essere utili in qualsiasi occasione e
spero che le adoperi perché sarebbe tutta grazia di Dio buttata via.
Elsa -
Ma senti questo! (Si
gratta)
Sisto
- Lascia fare. (Continua) Similmente le lascio la mia
macchinetta dell'aerosol e quella della pressione. (Si gratta) Lascio, inoltre, a mia figlia Michela la mia catenina
d'oro compresa di targhetta sempre d'oro con sopra inciso il mio gruppo
sanguigno, ma con l'avvertimento di farci incidere sotto la scritta: "non
è mio" altrimenti mi sa che si può finire male se dovesse fare una
trasfusione. Similmente lascio a mia figlia la mia macchina, ricordandole che è
un po' malandata, che tira a destra e che la frizione è bell'e che partita. (Si gratta)
Michela
- Grazie babbo.
Sisto
- Di niente. (Si
gratta e riprende a leggere)… secondo le disposizioni di legge; con
l'ardente desiderio che però si sposi e si porti in casa quel suo amico quasi
dottore anche se a me non servirà più ma in una casa fa sempre comodo.
Elsa -
Ma cos'è,
un’aspirapolvere??
Sisto
- Lascio a mia moglie
tutta la raccolta dei dischi di Albano anche quelli di quando cantava con
Romina che non so quanto le è dispiaciuto quando si sono lasciati. (Pausa, si gratta)
Elsa -
Questo è vero. (Si
gratta)
Michela
- (A Elsa) Mamma,
cos’hai, il prurito anche te?
Elsa -
Sì, mi prude un po’
dappertutto.
Sisto
- Posso andare avanti?
Elsa -
Va’, va’ avanti.
Sisto
- (Continua) Per
tutta l’assistenza che mi ha dato, lascio infine a mio cognato Salvatore
l’intera collezione dei puffi che ha il suo valore.
Elsa -
(Ironica) Farà i salti
dalla contentezza.
Sisto
- Non ho debiti di nessun
genere per cui possono stare tutte e due tranquille. Adesso come adesso non mi
viene in mente nient’altro, perciò mi firmo proprio qui sotto. In fede. Il fu:
Sisto Darrèa. (Si gratta).
Elsa -
Ma dai, Sisto, vedrai
che potrai buttarlo via, quel testamento! (Si gratta)
Michela
- È vero, babbo, ti
riprenderai presto, vedrai! e ti comprerai anche una macchina nuova.
Sisto
- Fosse vero, Michelina
mia! (Si gratta).
Elsa -
Oddio, mi sento strana
anch’io. (Si gratta)
Sisto
- Che sia una cosa
contagiosa??
Elsa -
Oh mamma mia! Fammi
mettere a sedere che non mi reggono più le gambe. (Si adagia sul divanetto,
di fianco a Sisto)
Sisto
- (A Elsa) A te
dove ti prude?
Elsa -
Tutto il fianco destro e
un po’ il collo, a te…?
Sisto
- A me tutto il fianco
sinistro e un po’ l’osso sacro.
Elsa e
Sisto
- Oh, mamma mia!!
Michela
- Ossignore!
(Suona il campanello
d'ingresso. Michela va ad aprire e rientra con Salvatore)
Salvatore
- (Vede Elsa e Sisto in deliquio)
Beh? cosa state facendo così abbandonati?
Michela
- Stanno male tutti e due, zio.
Salvatore
- Come sarebbe a dire?
Sisto
- Abbiamo la stessa sindone.
(Si gratta)
Elsa - Salvatore, Stiamo male in due! (Si
gratta)
Michela
- (A Salvatore) Te non
li puoi visitare?
Salvatore
- Io non sono un medico ma gli
darò un’occhiata visto che un po' d'esperienza ce l’ho.
Michela
- Sono proprio in pensiero,
zio.
Salvatore
- Sta’ tranquilla, Michela, vedremo
cosa si può fare. (A Elsa, scrutandole il viso) Dì “A”
Elsa - A.
(La guarda in bocca)
Salvatore
- Una “A” più lunga.
Elsa -
Aaaaaa. (Sisto la
guarda in bocca)
Salvatore
- (Le tasta lo stomaco)
Fa male se spingo?
Elsa -
Se spingi fa male sì.
Salvatore
- Mmmm. (A Sisto, scrutandogli
il viso) Proviamo con te. Dì “A”.
Sisto
- Lunga?
Salvatore
- Sì.
Sisto
- Aaaaaa. (Salvatore
lo guarda in bocca)
Salvatore
- (Gli tasta lo stomaco)
Fa male se spingo?
Sisto
- Aaaaaa.
Salvatore
- Non devi più dire “A”.
Sisto
- No, è che mi fa male!
Salvatore
- Boh, non riesco a capire cosa
possa essere; o è un'allergia o qualcosa che vi ha fatto male. Avere mangiato o
bevuto qualcosa ultimamente?
Sisto
- Ultimamente no perché
non mi andava niente; ho bevuto solo il tuo beverone e ho preso la pillola del
dottore.
Salvatore
- È strano; sicuro che non avete
preso nient’altro?
Sisto
- No.
Elsa -
(In
imbarazzo) Beh, sì, in effetti qualcosa abbiamo preso. Abbiamo bevuto
un… un filtro.
Salvatore
- Tutti e due?
Elsa -
(In imbarazzo) Sì.
Sisto
- (A Elsa) Come, hai
bevuto anche te la pozione di donna Marsilia?
Salvatore
- Una pozione?? Cosa avete
combinato?
Michela
- (A Elsa) Diglielo,
mamma.
Elsa -
Beh, il fatto è che donna
Marsilia m’ha proposto di bere un elisir per riportare la serenità e la salute
in famiglia…
Salvatore
- (La interrompe) Ma non
ti dico!! vi siete ammattiti? e avete bevuto quella porcheria senza sapere cosa
c’era dentro? Chissà con cosa l’avrà fatto!
Michela
- Ci avrà messo dentro la
crema dei budelli, il piscio di gatto…
Elsa -
Che schifo, Madonna mia!
Salvatore
- Siete proprio degli
incoscienti! dovrei portarvi all’ospedale per fare una lavanda gastrica!
Elsa -
Zio, non dire così!
Salvatore
- Io dico semplicemente le cose
come stanno. Ma guarda te… io andrei da questa Marsilia per prenderla a calci
nel sedere!
Elsa - (Tra sé) Io, invece, mi
prenderei a calci da sola!
Michela
- (A Salvatore) Non si
può fare qualcosa per evitare di portarli in ospedale?
Sisto
- Tanto, ci sarà pure, un
aneddoto!
Salvatore
- (Lo corregge) L'unico antidoto
credo che sia quello di pulire bene l'organismo, non sapendo che cavolo avete
mandato giù!
Elsa -
Con cosa si dovrebbe
pulire? (Si gratta).
Salvatore
- Potreste bere un bel po’ di
camomilla, oppure, ancora ancora meglio, prendere una purga, può essere che con
quella passi tutto.
Elsa -
E dopo staremo bene?
Salvatore
- Spero di sì; tanto, parlando
professionalmente, la purga provoca lo scagaccio, le budella si sciacquano e
con l’evacuazione si dovrebbe star meglio.
Michela
- Dai, provate, vi basterà
fare solamente un piccolo sforzo.
Salvatore
- Beh, se prendono la purga non
ci sarà bisogno di fare tanti sforzi. (A Sisto e Elsa) Su, venite di là
con me che vi faccio una bella peretta. Chi comincia?
Elsa -
(A Sisto) Vai
pure te, per primo.
Escono
Salvatore e Sisto)
Elsa -
Speriamo che Salvatore, con
la sua esperienza, non debba faticare tanto.
Michela
- Perché?
Elsa -
Perché tutte le volte che
gliele ho fatta io, la peretta, ho sudato le sette camicie prima di riuscire a far
centro, per quanto non stava fermo.
Michela
- Come i bambini!
Elsa -
Già, proprio come i
bambini! (Ad alta voce) Salvatore! ce la fai?
Salvatore
- (Da fuori) Quasi!
Elsa - (A
Michela) Ti ho detto che era complicato? (Ad alta voce, rivolta a Salvatore) Lo devi
tener fermo! (A Michela)… perché si divincola!
Michela
- Speriamo
bene.
Salvatore
- (Entra) Missione
compiuta!
Elsa -
Meno male! (Si gratta)
Salvatore
- Ha fatto un po’ di resistenza
ma alla fine è andata su come l’olio.
Michela
- Adesso dov’è?
Salvatore
- Eh, indovina; se gli ho fatto
la peretta…! (A Elsa) Adesso tocca a te.
Elsa -
Per fortuna abbiamo due
bagni!
(Escono
Salvatore e Elsa)
Michela
- (Ad alta voce) Sarà una
cosa lunga?
Elsa -
(Da fuori) Sta’
tranquilla, non sono mica come tuo padre!
Michela
- (Tra sé) Non avevo
mai assistito a due perette una dietro l’altra. (Ad alta voce) Fatto…?
Salvatore
- (Da fuori) Quasi.
Michela
- (Ad alta voce) Si
divincola anche lei?
Salvatore - (Entra) Fatta anca
questa!
Michela
- Bene, adesso speriamo che
facciano una cosa in giornata e che sia risolutiva.
Salvatore
- Qualcosa si dovrebbe risolvere,
ci ho messo dentro un litro di roba!
Michela
- Sarebbe a dire?
Salvatore
- Ho adoperato la camomilla che
c’era nel thermos con l’aggiunta di quattro cucchiai di olio extravergine
d’oliva e due cucchiai di olio di vaselina, poi ho mescolato un po’ di
bicarbonato, della glicerina quanto basta, e come tocco finale ho aggiunto
l’olio di malva e di lavanda che è rilassante, sfiamma e lascia anche un certo profumo
che in certi casi non guasta per niente.
Michela
- Cavolo, altroché master
chef!
Salvatore
- Eh sì!
Michela
- Sarà il caso di andare a
sentire a che punto sono?
Salvatore
- Ancora no, lasciamoli
tranquilli.
Michela
- Hai ragione, certe cose
vanno fatte con la calma. (Passano pochi secondi)
Elsa -
(Entra,
è visibilmente sollevata) Mamma mia!
Salvatore
- Allora? come va?
Michela
- Stai meglio?
Elsa -
Sta’ zitta che s’è
risolto; come dire… appena evacuato è passato il prurito, adesso va già meglio.
Michela
- Sono contenta.
Sisto
- (Entra) Mamma
mia!
Salvatore
- Come va?
Michela
- T’è passato il prurito?
Sisto
- Sì! quasi del tutto, mi
pare che stia proprio passando! (A Salvatore) Grazie di tutto, mio
Salvatore!
Salvatore - E di cosa? dovere.
Sisto
- No, no; te sei il mago
della peretta! Certo che abbiamo preso un bello spaghetto, eh, Elsa?
Elsa -
Eh, bello grosso!
Sisto
- Ah, si potesse guarire
sempre così! Che bello! una scarica e ha fatto subito effetto! Mi sento
liberato!
Michela
- Allora io posso andare in
negozio, però se c'è qualche novità fatemi una telefonata.
Elsa -
(Ironica) Tanto
ci resta Gloria!
Michela
- Certo! (Esce)
Salvatore - Elsa, spero che tu abbia imparato a non
farti più fregare da quelle maneggione.
Elsa -
Ah, certo che sì! Deve
essere stato solo un momento di debolezza.
Salvatore
- E te, Sisto, voglio sperare
che ti sia liberato anche di tutte quelle fisime!
Sisto
- Sì, sì, hai ragione, hai
ragione.
Salvatore
- Non devi stare sempre chiuso
in casa pensando alle malattie!
Sisto
- È vero, è vero.
Salvatore
- E non devi essere sempre così
ansioso.
Sisto
- È giusto, è giusto.
Salvatore
- Perché non provi a dedicarti a
qualcosa che ti divaghi un po’? per esempio potresti andare a passeggiare ogni
tanto…
Sisto
- È un buon suggerimento.
Salvatore
- … Oppure fare del giardinaggio;
non hai un hobby? un passatempo?
Sisto
- Sì, ho collezionato tutto
il “villaggio dei puffi”.
Elsa -
(A Salvatore) Speriamo
che i puffi ti piacciano.
Salvatore
- Perché?
Elsa -
(Guardando Sisto)
Così, non si sa mai.
Salvatore
- (A Sisto) Magari potresti
provare a fare anche la collezione di figurine dei calciatori.
Sisto
- È una buona idea.
Salvatore
- Certo, adesso vado a riposarmi
un po’ perché sono tornato dal turno in ospedale. (Esce)
Elsa -
Grazie, Salvatore.
Sisto - (Ad alta voce) Grazie ancora, sei
un amico! Ah! mi sento un altro! (Si
tocca i vari punti del corpo) mi sento proprio meglio, ma com’è possibile?
Elsa -
(Sollevata) Eh, vedi delle volte, come con un niente passa tutto!
Sisto
- Eh sì, stavolta l’abbiamo
scampata proprio bella.
Elsa -
Dai che è andata bene,
Sisto.
Sisto - Sì, è vero, e ha ragione Salvatore, mi
dovrei divagare di più, fare qualcosa di diverso che mi distragga. Da domani
farò tutti i giorni una bella passeggiata per il lungomare a respirare l’aria
buona.
Elsa -
Sono contenta.
Sisto
- E sai, Elsina, cosa
facciamo stasera?
Elsa -
Cosa facciamo?
Sisto
- Andiamo a mangiare al
ristorante! solo io e te, faremo una cenetta a lume di candela!
Elsa -
Ossignore! una cena
romantica! e da quant'è che non mi proponevi più una cosa così??
Sisto
- Ti dispiace?
Elsa -
No, no! (Lo abbraccia)
Sisto
- Ahi! non stringere
tanto!
Elsa -
Scusa, è stata
l’euforia!
Sisto
- Però andremo in un
ristorante dove cucinano con grazia.
Elsa -
Sì, sì, a me va bene anche
una trattoria tranquilla con cucina casalinga.
Sisto
- Sì, sì, l’importante è che
facciano cose delicate: un riso in bianco, una pastina in brodo, perché bisogna
stare attenti quando si va a mangiare fuori e non vorrei che mi tornassero i
dolori.
Elsa -
(Sconfortata) Sisto…!
Sisto
- Comunque, prima di
uscire vado a sdraiarmi un po’ sul letto.
Elsa -
Adesso non è il momento!
anzi, devi raccogliere tutte le tue forze (Si rimbocca le maniche) perché
prima dobbiamo andare a fare i conti con quella strega di donna Marsilia.
Sisto - (Si rimbocca le maniche) Hai
ragione, Elsa, andiamo subito a darle un bel quattro di bastoni!
Elsa -
Bravo, Sisto, così si
fa!
Sisto
- Certo!... Vuol dire che
mi risentirò male da domani. (Esce)
Elsa -
(Sconcertata) Non
c’è proprio niente da fare; come ho detto all’inizio: “Il lupo perde il pelo ma
non il vizio”. (Esce)
Sipario