MIA BREVE STORIA - Nell'ambito artistico nasco come attore di teatro iniziando a recitare nel 1972 per lo più in commedie brillanti, in spettacoli di cabaret e teatro di animazione per bambini con la direzione di Gwyneth Surdivall e Michael Segal. Durante un lungo periodo di inattività artistica mi convinco che non posso restare lontano dal teatro e inizio a scrivere per il palcoscenico piuttosto che tornare a calcarlo: commedie teatrali, brevi racconti e poesie, sia in italiano che nel dialetto della mia città. Quando, alla fine del secolo scorso, il Teatro Accademia di Pesaro mi propone anche di interpretare i miei lavori il “karma” si compie e mi ritrovo di nuovo sul palcoscenico. Da quel 1972 ho interpretato una cinquantina di personaggi e le mie commedie vengono tuttora rappresentate in ogni parte d’Italia e all’estero. Tra i miei lavori possono essere degni di nota “Orilio, Orilio...”, portato in scena da parecchie Compagnie e tradotto in diversi dialetti italiani, “La casa nuova”, anch’essa rappresentata in varie città d’Italia, vincitrice del 1° premio “Fare scena” nel 1998 e oggetto di una scheda di lettura presso l’Università di Nizza, "Il ladro e la signora" rappresentato a Londra dal Gruppo "Escape In Art" e a Joinville (Brasile) dal "Circolo Italiano", "Quattro briganti" messo in scena al Teatro "Elettra" di Roma con la regia di Alberto Buccolini e al Teatro "Sant'Eugenio" di Palermo con la regia di Dario Scarpati. "Lo vedo e nonlo vedo", in scena dal 2013 al 2017 al Teatro "N.P. Ohlopkova" di Irkutsk e portato in tour da Larisa Udovichenko e Sergei Astakhov dal 2016 al 2018. Nonostante la mia pigrizia continuerò a scrivere finché il sipario sarà aperto e a recitare finché le luci saranno accese e il mio cuore applaudirà.

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Un po'... condriaco

 

Sisto è un malato immaginario sopportato da sua moglie, insieme alla figlia e al cognato infermiere: Salvatore. Non essendo più tanto fiducioso in tutte le medicine che prende, Sisto decide di affidarsi ad una guaritrice che gli propina un intruglio da bere ma questo gli provoca dei veri e fastidiosi disturbi. Salvatore, con la sua esperienza, riuscirà a guarirlo e cercherà di convincerlo a superare questa sua fissazione…

Un po’… condriaco

 

due atti di

Paolo Cappelloni

 

Personaggi

Sisto

Elsa (sua moglie)

Michela (sua figlia)

Salvatore (il fratello di Elsa)

Donna Marsilia (cartomante e guaritrice)

(TUTELA SIAE) cod. opera: 962059A

L'uso senza permesso da parte di chiunque, in qualunque forma, è assolutamente vietato.

Nel caso di rappresentazione dichiarare alla SIAE il titolo originale.

Per eventuali comunicazioni contattare l'autore.

cell: 338 9 338 116

e mail: paolocappelloni@yahoo.it 

 

Primo atto

 

La scena rappresenta un comune soggiorno con un'uscita laterale sinistra (esterno), un'uscita laterale destra (le camere e la cucina) e una finestra. Nel soggiorno ci sarà una credenza, un tavolo, un divanetto.

All'aprirsi del sipario Elsa è in scena, sta cucendo vicino alla finestra aperta.

 

Elsa -                   Ma guarda te, sono ormai due ore che è andato dal dottore! O era pieno di gente o ha trovato da discutere! Madonna mia che pazienza! Come dice il poeta: "Tornare indietro potessi io / vivrei da sola e starei per conto mio".

Michela -             (Entra dalle camere) Ciao mamma.

Elsa -                   Ben alzata, non devi andare in negozio? sono quasi le dieci, ormai.

Michela -             Eh sì, sono un po’ in ritardo.

Elsa -                   Eh beh, se aspetti ancora un po’ è ora di chiudere.

Michela -             Tranquilla, tanto c’è Gloria che arriva sempre prima di me.

Elsa -                   Te al mattino fai tardi perché la sera vai sempre a letto a mezzanotte!

Michela -             No, il fatto è che non ho dormito quasi per niente; mi sai dire cosa è successo stanotte? Da verso le tre ho sentito dei gran lamenti e un ciabattare continuo per il corridoio!

Elsa -                   Indovina chi può essere stato.

Michela -             Il babbo!

Elsa -                   È chiaro! ha cominciato alle due col suo "mamma miaaaa" perché diceva che gli faceva male lo stomaco e ha continuato fino alle quattro quando s’è messo a rovistare dappertutto alla ricerca del beverone che gli ha dato Salvatore.

Michela -             Capirai, ieri sera dopo che ha bevuto il suo brodino vegetale s'è fatto fuori un piatto di peperoni!

Elsa -                   Ah, io non gli dico nemmeno più niente.

Michela -             Adesso dov’è?

Elsa -                   È andato di corsa dal dottore che non so come faccia a sopportarlo ancora. Questa settimana è la quarta volta che si fa visitare!

Michela -             Per forza, crede d'avere tutti i mali di questo mondo! Per me la sua è ipocondria bella e buona!

Elsa -                   Cos’è…?

Michela -             Voglio dire che il babbo è un ipocondriaco.

 

Elsa -                   (Perplessa) Sarà anche un po’ condriaco ma per me è solo una rottura che non finisce più!

Michela -             E te assecondalo.

Elsa -                   Io lo secondo, lo terzo, ma al quarto mi rompo del tutto!

Michela -             Abbi pazienza, mamma.

Elsa -                   Ne ho anche troppa, Michela mia, ma anche la pazienza ha un limite e a un certo punto finisce anche quella. Come si dice: “Dagli e dagli, le cipolle…?

Michela -             … diventano agli”.

Elsa -                   Brava! e sono finite anche le noci a Bacucco che ne aveva sette solai e ne mangiava…?

Michela -             … una al giorno.

Elsa -                   Brava!

Michela -             Cosa vuoi che ti dica, mamma, passerà anche questa! Io vado a prepararmi se no faccio tardi davvero. (Esce verso le camere)

Elsa -                   (Da sola, tra sé) Per fortuna c'è Michela, in questa casa, con un po' di vitalità, se no, a star da sola con Sisto sarebbe roba da spararsi, e non c’è nemmeno verso di farlo cambiare! figuriamoci! Come dice il saggio: "Si potesse tornare fanciulla/ che ogni giorno si diverte e si trastulla!"

 

(Entra Sisto di ritorno dal medico di famiglia con atteggiamento da ammalato. Si abbandona lentamente sul divanetto)

 

Elsa -                   Eccolo, il moribondo.

Sisto -                  Scherza, scherza, te.

Elsa -                   Allora?

Sisto -                  Eh, allora... sono sempre più convinto che la sanità pubblica è nelle mani degli incompetenti!

Elsa -                   Ma il dottore t'ha visitato?

Sisto -                  Sì, alla bell'e meglio, poi m’ha fatto un sorrisino di circostanza e m'ha dato tre giorni.

Elsa -                   T'è andata bene, io t'avrei dato l'ergastolo.

Sisto -                  Scherza, scherza, te; l'ho pregato in ginocchio di farmi fare delle lastre, le analisi, oppure un ketchup globale di tutto il meccanismo interno, ma non c'è stato niente da fare: quell'assassino ha deciso di farmi morire! Eh, cara Elsa, per fortuna c'è tuo fratello!

Elsa -                   Ma Salvatore è un infermiere!

Sisto -                  È un infermiere ma è meglio di quel cavolo di dottore delle mie ciabatte!

Elsa -                   Te, Sisto, hai qualcosa per davvero.

Sisto -                  Certo che ho qualcosa! non so cosa di preciso ma qualcosa di irrimediabile c'è.

Elsa -                   Te lo dico io cos’hai di irrimediabile: la testa tua! anzi, come ha detto tua figlia, te hai… l'ipocon... dedrio.

Sisto -                  No no! Il mio didietro è l'unico posto sano che ho, per tua norma e regola!

Elsa -                   Insomma la vuoi capire che non hai niente e, come dice il dottore, tutte queste malattie che tiri fuori sono frutto della tua immaginazione sfilacciata?

Sisto -                  Ma io i dolori ce li ho davvero!

Elsa -                   Dove?

Sisto -                  Dappertutto!

Elsa -                   Te li senti perché il tuo cervello annacquato si lascia suggestionare!

Sisto -                  Eh sì, la suggestione! a me quando fa male fa male davvero. altroché! Adesso per esempio ho delle fitte tra una costola e l’altra che mi fan fare dei salti...! Elsa, fammi il piacere di chiudere la finestra perché per me gli spifferi sono come delle sciabolate.

Elsa -                   (Andando a chiudere la finestra) Madonna mia! tre giorni! tre giorni interi con intorno questo qui! morirò di sicuro prima io!

Sisto -                  A proposito, stasera mi faresti una sogliolina lessa con appena un filo d'olio?

Elsa -                   Senza sale.

Sisto -                  Per carità il sale! ci mancherebbe! con l'ipertiramento che ho!

Elsa -                   Sì, magari! (Lo corregge) Sarà l’ipertensione!

Sisto -                  Eh, quella! solo a parlare del sale mi si asciuga la bocca. C'è qualcosa da bere?

Elsa -                   (Ironica) Sì, ci dovrebbe essere una flebo nel frigo.

Sisto -                  Elsa non scherzare con queste cose! Se il dottore m'ha dato tre giorni di riposo assoluto qualcosa avrò!

Elsa -                   Mm, e cosa t'avrebbe detto quando t'ha dato questi tre giorni?

Sisto -                  Ha detto che devo stare in riposo, rilassato e (Estrae la ricetta) di prendere questa medicina qui prima di andare a dormire. Ha detto che è un tranquillante, hai capito? io soffro le pene dell'inferno e quel lazzarone mi dà i tranquillanti!

Elsa -                   E ha fatto bene! perché il tranquillante lo devi prendere te ma è per far stare bene me! così te stai più calmo e non mi rompi le scatole!

Sisto -                  Spero che oltre ad essere un tranquillante sia anche un po’ analogico.

Elsa -                   Ma cosa dici??

Sisto -                  Un analogico per calmare i dolori!

Elsa -                   Un analgesico!

Sisto -                  Eh, quello; che poi ormai, per tutte le malattie che ho...

Elsa -                   Ah, perché secondo te non ne avresti una sola, ne hai un sacco! una cesta di malanni!

Sisto -                  Certo! se no mi farebbe male solo da una parte! Invece: (Indica il punto) un giorno mi fa male qui, (Indica un altro punto) un altro giorno tutto lungo questa parte e magari per una di queste malattie lui sa! lui sa che non c'è niente da fare! e mi consola dandomi i tranquillanti senza nemmeno gli anal...

Elsa -                   … gesici.

Sisto -                  Ho capito! È inutile che fai la saputona! Comunque, per come sono messo, mi dovrebbero controllare bene tutto il corpo, sia la parte sopra che quella sotto; mi dovrebbero fare due TAC al prezzo di una!

Michela -             (Entra dalle camere, pronta per uscire) Allora babbo? come va?

Sisto -                  Male, figlia mia, male.

Michela -             Stai tranquillo, babbo, vedrai che passerà tutto!

Sisto -                  Ah!

Elsa -                   Adesso cosa ti fa male?

Sisto -                  Volevo dire: ah, Michelina, fammi il piacere di passare in farmacia a prendere questa medicina. (Le consegna la ricetta).

Michela -             (Prende la ricetta) Va bene, babbo, ci vediamo. (Esce verso l’esterno)

Sisto -                  (Si lamenta) Oh mamma miaaaa!

Elsa -                   Oddio ricomincia col mamma mia!

Sisto -                  (C.s.) Oh mamma miaaaa!

Elsa -                   (Tra sé) Che venisse a portarlo via!

Sisto -                  Che poi...

Elsa -                   Che poi…?

Sisto -                  Che poi il mal di stomaco che ho avuto stanotte non mi convince per niente.

Elsa -                   Fai a meno di mangiare i peperoni per cena!

Sisto -                  Non è stata colpa dei peperoni, cara mia, perché senza la buccia non sono pesanti per niente e hanno anche delle proprietà disinfettanti!

Elsa -                   (Ironica) Ah, certo, infatti quando uno si fa un taglio mette subito un peperone sulla ferita!

Sisto -                  (Continuando il suo discorso) Dì pure quello che ti pare ma i peperoni fanno bene, quindi deve essere per forza qualcos'altro. Ho paura davvero che mi sia venuta anche un’ulcera duodenare.

Elsa -                   Sì, e il tre di coppe!

Sisto -                  Un ulcera ce l’ho di sicuro, o anche qualcosa di peggio che nessuno mi vuol dire! Senti un po' se ho la febbre.

Elsa -                   (Ponendogli distrattamente la mano sulla fronte) No, non ce l'hai; poi cosa c'entra lo stomaco con la febbre?

Sisto -                  Come, cosa c'entra! non sai che nel nostro organismo è tutto collegato? che i polmoni, il sangue, i muscoli, lo stomaco, l'intestino hanno bisogno l'uno dell'altro e che se sta male uno stanno male tutti? Quando, per esempio, io vado stitico...

Elsa -                   Eh.

Sisto -                  … non mi vengono i lucciconi agli occhi? sai perché?

Elsa -                   Perché?

Sisto -                  Perché è tutto collegato!

Elsa -                   Ah, ecco perché a me, allora, quando mi si smuove il sistema nervoso mi girano...

Sisto -                  Beh, per te, quella è suggestione!

Elsa -                   Sarà suggestione ma mi girano parecchio!

Sisto -                  (Si sente la fronte con la mano) Ad ogni modo dammi il termometro lo stesso, perché mi sa tanto che qualche linea de febbre ce l’ho.

Elsa -                   (Prende il termometro da un cassetto) Toh, rottura.

Sisto -                  (Lo agita e se lo infila sotto il braccio) Te stai a vedere se non ho ragione. (Squilla il cellulare di Sisto). Rispondi te e se è l'ufficio dì che sono a letto.

Elsa -                   (Al cellulare) Pronto, reparto… (Si corregge) volevo dire: famiglia Darrèa, sì, buongiorno ragioniere, sono la moglie. (Ascolta) Già, stavolta gli ha dato tre giorn, (Ascolta) non di vita! tre giorni di malattia! (Ascolta) Eh sì, quindi tornerà a lavorare giovedì, (Ascolta) sì, giovedì, (Ascolta) no, non serve la calcolatrice, ragioniere; faccia il conto insieme a me: lunedì, martedì e mercoledì, sarebbe a dire: oggi, domani e dopodomani! Ma scusi, lei è anche ragioniere! (Ascolta) No, adesso è tutto abbandonato sul letto che pare debba rantolare da un momento all'altro. (Ascolta) Riferirò, grazie, buongiorno (Chiude).

Sisto -                  Cosa t'ha detto?

Elsa -                   Ma che razza di colleghi hai? ha preso la calcolatrice per contare fino a tre! Comunque, m'ha detto che devi stare riguardato.

Sisto -                  Più di così? bastasse solo il riguardo!... È ora…?

Elsa -                   Per cosa?

Sisto -                  Di togliere il termometro.

Elsa -                   Aspetta altri due minuti.

Sisto -                  Dopo vado a sdraiarmi davvero un po' sul letto.

Elsa -                   Oggi non vuoi pranzare?

Sisto -                  Mi mangerò una mela cotta.

Elsa -                   Una mela cotta… ma non sarà meglio una bella bistecca che ti dia un po’ di energia?

Sisto -                  Sì, dammi un altro po' di grassi! ho il colesterolo galoppante! Poi sono due giorni che quando inghiottisco mi fa un gran male la gola.

Elsa -                   Ma se sei andato appena una settimana fa dallo specialista della gola!

Sisto -                  Sì, capirai! il dottorinolaringal’altra m'ha guardato in bocca e m'ha fatto dire solo ‘A’!... “Dica ‘A’”. Cosa si potrà capirà con una lettera solo?? Fammi fare almeno un discorso! (Si toglie il termometro e lo consulta) Ecco! ecco! vedi? facilona che non sei altro?

Elsa -                   Perché, quanto hai?

Sisto -                  Ho trentasei e sette!

Elsa -                   Ecco, non hai la febbre.

Sisto -                  Come non ho la febbre! mancano tre tacche a 37! ora che è stasera mi sarà salita sicuramente a 38!

Elsa -                   Ma vai a quel paese, va’!

Sisto -                  (Alzandosi lentamente dal divanetto) No, no, mi mangio la mela cotta e mi vado a sdraiare tutto lungo sul letto. (Esce verso le camere)

Elsa -                   Io gli spacco qualcosa in testa, almeno si lamenta per qualcosa. (Campanello, Elsa va ad aprire e rientra con Salvatore) Ciao, Salvatore.

Salvatore -           Ho appena finito il turno all’ospedale, allora, come va?

Elsa -                   Eh, siamo dappiedi al pero.

Salvatore -           Sta ancora male?

Elsa -                   Secondo lui sì. (Aprendo la finestra) Il dottore gli ha dato tre giorni per disperazione; quasi quasi mi faccio ricoverare io, così mi riposo un po’!

Salvatore -           Non dirlo nemmeno per scherzo, Elsa!... Cosa avrebbe, adesso?

Elsa -                   Ma non lo sa nemmeno lui, cos’ha! sono due giorni che dice di sentirsi la debolezza addosso, ieri ha tirato fuori che si sentiva le palpitazioni, stanotte gli ha fatto male lo stomaco, poi dice che sente i dolori una volta da una parte e una volta da un'altra. Io, Salvatore, non so più come fare! Per fortuna ci sei te che mi dai una mano a sopportarlo un po’!

Salvatore -           Beh, essendo infermiere sono abituato a trattare anche con le rotture di scatole.

Elsa -                   Sai che si fida più di te che del dottore e che tutti i giorni prende quel beverone che gli hai dato?

Salvatore -           Sono contento, ma sai cosa ci metto dentro, in quelle bottiglie? acqua con zucchero e limone! è solamente un placebo.

Elsa -                   Cos’è?

Salvatore -           Un placebo: una cura immaginaria.

Elsa -                   Mah, per me è una limonata; apposta ultimamente va stitico!

Salvatore -           L’importante è che lo faccia stare più tranquillo.

Elsa -                   Ah, per quello sì, perché è sempre stato ansioso e agitato! Io l’ho sempre detto: “è difficile togliere i il difetto”!

Salvatore -           Il fatto è che noi uomini, soprattutto col passare degli anni, diventiamo fregnoni di natura.

Elsa -                   Questo è vero, e mi pare che anche te, quando hai un po’ di influenza, ti comporti come se fossi in fin di vita!

Salvatore -           Io, però, mi curo da solo perché lavorando in ospedale un po’ d’esperienza me la sono fatta. Ho cambiato tanti di quei reparti che ormai mi sono specializzato nei vari settori: in pediatria ho imparato a farmi le pappine, in ortopedia a fare le fasciature inamidate, non ti dico cosa ho imparato in urologia!

Elsa -                   Non me lo dire!

Salvatore -           (Prende distrattamente un grosso coltello da cucina che è appoggiato su un mobile) Adesso mi hanno spostato in chirurgia.

Elsa -                   Madonna santa!

Salvatore -           Così imparerò qualcosa anche lì.

Elsa -                   Sì, ma metti via quel coltello!

Salvatore -           (Ripone il coltello) Bene, vado un momento a casa ma torno fra poco per vederlo di persona.

Elsa -                   Mi dispiace di coinvolgere anche te in questo pasticcio.

Salvatore -           Non ti preoccupare, non mi costa niente, non devo fare nemmeno tanta strada, abito qui sotto.

Elsa -                   E magari, se pensi che gli possa essere d’aiuto, cerca di fargli capire che quelle malattie sono solo nella testaccia sua!

Salvatore -           Ci proverò (Esce)

Elsa -                   Va bene, grazie.

Sisto -                  (Entrando, tra sé) Niente, non riesco nemmeno a dormire. (A Elsa) Con chi stavi parlando?

Elsa -                   C’era Salvatore che è appena tornato dall’ospedale.

Sisto -                  (Allarmato) Perché, cos’ha fatto?

Elsa -                   Niente, era andato a lavorare.

Sisto -                  Ah, già, ma mi potevi chiamare, così approfittava per darmi un’occhiata!

Elsa -                   Sta’ tranquillo, ha detto che torna.

Sisto -                  Mi sa che quella mela m’è rimasta sullo stomaco. Chissà quante porcherie ci mettono, anche nella frutta! non c'è da fidarsi a mangiare più niente con queste sofisticazioni elementari! Si dovrebbe avere sempre dei dottori intorno che ti dicano quello che puoi mangiare e quello che devi buttare via! anche per le mele, certamente! Un dottore al giorno toglie la mela di torno! (Si lamenta) Oh mamma miaaaa!

Elsa -                   Adesso cosa c'è?

Sisto -                  Mi s'è impuntata la mela, non mi faresti una tisana digestiva? c’è quella col finocchio, la menta e la camomilla.

Elsa -                   Ma come fa a impuntarsi una mela cotta??

Sisto -                  Te l’ho detto: s'impunta perché adesso sofisticano anche la roba da mangiare! la modificano, addirittura! Non ti sei accorta che fanno gli incroci con tutto? Incrociano i mandarini con le arance...

Elsa -                   Eh, i mandaranci!

Sisto -                  Sì, (Continua) le susine con le albicocche, i cetrioli con le zucchine, le rape con i finocchi...

Elsa -                   Sì, e vengono fuori i ranocchi!

Sisto -                  Dopo per forza uno sta male!

Elsa -                   (Ironica) Per forza.

Sisto -                  Tornerà davvero a trovarmi, tuo fratello?

Elsa -                   Stai tranquillo, ti ho detto che fra un po’ ripassa.

Sisto -                  Allora mi fai questa tisana digestiva?

Elsa -                   (Avviandosi, con fare paziente) Sì, vado a farti la tisana digestiva.

Sisto -                  Ah, mi chiudi anche la finestra, per piacere.

Elsa -                   (Chiudendo la finestra) E ti chiudo anche la finestra. (Esce)

Sisto -                  (Abbandonandosi lentamente sul divanetto) Oh mamma miaaaa; sarà meglio che mi riposi un po’, chissà che non mi passi. (Suona il campanello d'ingresso) (Chiama) Elsaa!

Elsa -                   (Da fuori) Cosa c'è, rompiballe!

Sisto -                  Niente, lascia perdere. (Alzandosi lentamente) Ecco, poi per forza uno si stanca! è tutto un fare su e giù, tutto un su e giù. (Andando ad aprire) Chi è? (Esce e rientra con Salvatore) Grazie che sei venuto a trovarmi, Salvatore mio!

Salvatore -           Allora, Sisto, ti sei rimesso in sesto?

Sisto -                  Cosa fai, lo spiritoso anche te?

Salvatore -           No, per carità!

Sisto -                  Stavo giusto parlando con tua sorella di quanto mi stai aiutando con le mie malattie! Hai visto come sono ridotto? (Rimettendosi sul divanetto) Siediti qui vicino a me, la sola tua presenza mi fa sentire meglio.

Salvatore -           Sono contento; Elsa m’ha detto che il dottore ti ha dato tre giorni.

Sisto -                  Sì, solo tre giorni, quell’incompetente!

Salvatore -           Ma cosa ti sentiresti?

Sisto -                  Tutto! emicragna in testa, pesantezza negli occhi, affanno, dolori nell'articolazione delle braccia e delle gambe, stitichezza...

Salvatore -           Non è niente, avrai preso un po' d'influenza!

Sisto -                  Eh, caro Salvatore, si comincia sempre con un'influenza e senza accorgersene si finisce all'altro mondo!

Salvatore -           Quanto sei esagerato! cosa t'ha dato il dottore?

Sisto -                  Ho dato la ricetta a mia figlia, mi pare che c'era scritto…apra… alprazo…

Salvatore -           Ah, dovrebbe essere semplicemente qualcosa per farti stare rilassato e tranquillo, ma te continua a prendere anche il beverone che ti faccio io, eh?

Sisto -                  Certo! lo prendo ogni volta che ho i dolori e per un po' sto meglio! Te, Salvatore, dovresti fare il dottore! altroché quel burattino che ho io che non sa curare neanche un callo! Secondo lui stanno tutti bene! nessuno ha bisogno di niente! ti dà solamente un’occhiatina e via! Ma io dico: allora perché cavolo sei diventato dottore? dico bene?

Salvatore -           Eh, caro Sisto, per certe cose ci vuole la vocazione! dottori si nasce!

Sisto -                  Già, io invece sono nato ammalato!

Salvatore -           Il dottore è la professione più antica del mondo!

Sisto -                  Quella non era un'altra?

Elsa -                   (Entra con la tisana e la porge a Sisto rivolgendosi a Salvatore, con ironia con ironia) Oh, Salvatore, sei tornato a "Medicina uomini"?

Sisto -                  T'ho detto mille volte di non scherzare con certe cose! (Beve la tisana)

Elsa -                   Siamo tutti qui intorno al suo capezzale perché in questi giorni gli si sono attorcigliati ancora di più i lombi del cervello. Vuoi anche te un goccio di tisana digestiva?

Salvatore -           No, ti ringrazio, oggi ho mangiato all’ospedale e m'è venuta una gran languidezza di stomaco.

Elsa -                   Ci credo!

Salvatore -           Ad ogni modo, Sisto, io sono a casa fino a domattina, eh? per qualsiasi cosa chiama pure, va bene?

Sisto -                  Grazie, Salvatore, sei un angelo! dovrebbero farti santo, a te; San Salvatore ti dovrebbero fare.

Salvatore -           E sta su col morale.

Sisto -                  Eh, non è facile star su, nelle mie condizioni.

Elsa -                   (Ironica) Già, nelle sue condizioni è difficile che stia su.

Sisto -                  Oh mamma miaaaa!

Elsa -                   Ossignore!!

Sisto -                  (Alzandosi lentamente) Scusa Salvatore, vado a provare a fare qualcosa, chissà che la tisana non mi faccia effetto. (Uscendo) In caso prenderò un goccio del tuo beverone.

Salvatore -           Bravo.

Elsa -                   Ecco, quello ti farà andare di sicuro! (A Salvatore) Come diceva nostra zia Ernesta: "Per certi mali/quattro botte in testa!" A proposito, anche te, adesso che ti mandano in chirurgia, fai attenzione quando maneggi i bisturi.

Salvatore -           No, no, quelli li tocca solo il dottore, io devo fare le iniezioni, i cataplasma, le perette…

Elsa -                   Che lavoraccio, però!

Salvatore -           Eh, ci si abitua.

Sisto -                  (Da fuori) Oh mamma mia!

Elsa -                   Sì ma, anche te, fai sempre e solo casa ospedale, ospedale e casa, sempre da solo! non sarebbe ora che ti trovassi una donnina fatta bene?

Salvatore -           Sta zitta va’, da una settimana mi sto vedendo con una mia collega e spero che vada tutto per il meglio.

Elsa -                   Bene! sono contenta! e cosa fa? cosa fa?

Salvatore -           Lavora in ospedale anche lei, quelli che frequento in ospedale sono tutti OSS.

Elsa -                   Poveretti! ma non mangiano niente?

Salvatore -           No, “OSS” è una sigla che vuol dire “Operatore Sociosanitario”.

Elsa -                   Ah!

Salvatore -           È anche una donnina con la grazia e spero che vada a finire tutto bene.

Sisto -                  (Da fuori) Oh mama mia!

Elsa -                   È proprio una bella notizia! poi, come si dice: “Se son rose…?

Salvatore -           … sbocceranno”!

Elsa -                   Bravo! e se va bene la porterai a farmela conoscere!?

Salvatore -           Certo!

Sisto -                  (Da fuori) Oh mama mia!

Salvatore -           Sarà meglio andare a vedere?

Elsa -                   No, sta’ tranquillo, lui, quando si sforza, dice sempre “mamma mia”.

Michela -             (Entra di ritorno dal lavoro) Ciao mamma, il babbo dov’è?

Elsa -                   È in seduta plenaria.

Salvatore -           In effetti ormai è dentro da un pezzo.

Michela -             Non gli sarà mica successo qualcosa?

Elsa -                   No, no, è tutto sotto controllo.

Salvatore -           Te, Michela, non mi diventare come lui, sai?

Michela -             No, no, io sto tanto bene!

Elsa -                   Gli hai preso quella medicina? perché non vorrei passare un’altra notte in bianco, dietro a lui!

Michela -             Sì, l’ho presa ma ho dovuto fare una fila di mezz'ora, in farmacia! una coda che non ti dico! Pare che stia male mezza città! Sciroppi, antibiotici, aspirine, pasticche par la gola…

Sisto -                  (Entra con un cassetto pieno di medicine) Si parla di medicine?

Elsa -                   Di cosa si può parlare, in questa casa? Allora? com’è andata la seduta?

Sisto -                  (Mesto) Eh…

Salvatore -           Non hai evacuato?

Sisto -                  Come?

Salvatore -           Non hai fatto…?

Sisto -                  Poco o niente.

Salvatore -           Allora io vado, Sisto, ripeto: se ti occorre qualcosa basta un fischio e io arrivo, va bene? (Esce)

Sisto -                  Sì, grazie.

Michela -             Stai un po’ meglio?

Sisto -                  (Si va a sedere sul divanetto mettendo il cassetto sulle ginocchia) No! e se continuate a tenere le finestre aperte starò anche peggio! (Michela va a chiudere la finestra)

Elsa -                   Cosa fai con quel cassetto?

Sisto -                  Siccome non ho combinato niente ho approfittato per dare una sistemata a queste medicine che se non si fa attenzione si può prendere della roba scaduta, allora sì che sono dolori! A proposito, Michela, sei passata in farmacia?

Michela -             (Gli porge la medicina) Sì, ho dovuto anche combattere dalla gente che c'era, ho fatto mezz'ora di fila a forza di spintoni!

Elsa -                   E hai lasciato la bottega aperta?

Sisto -                  (Fraintendendo, si guarda la buca dei pantaloni)

Michela -             No, c’è stata Gloria. (Esce verso le camere)

Sisto -                  Lo vedi? lo vedi quanta gente sta male? e fortunati loro che hanno le forze di arrivare fino in farmacia! (Rovista nel cassetto) Dunque: (Prende una scatola) "Contracatàr" a base di "strafemilpiricoione"... questo è il cortisone per la tosse, (Lo controlla) è ancora buono. (Ne prende un'altra) "Tracheìn-sciacquina"... questo è per i gargarismi (Lo controlla) ma è scaduto. (Lo mette da parte e ne prende un'altra) Guarda dov'era l'"Incriccòlo" per quando ho il mal di schiena! (Lo controlla) buono anche questo. (Ne prende un'altra) Ecco quello che mi serve! "Falabèn", contro la stitichezza.

Elsa -                   E il "Testardaggìn" non ce l'hai?

Sisto -                  Oh mamma miaaaa!

Elsa -                   Ci risiamo??

Sisto -                  Un brivido tutto lungo il filo della schiena!! È chiusa la finestra?

Elsa -                   Sì, è chiusa.

Sisto -                  Allora cosa sarà?

Elsa -                   (Ironica) Cosa sarà?

Sisto -                  Non c’è pace, non c’è pace!

Elsa -                   A chi lo dici!

Michela -             (Entra dalla camera pronta per uscire) Io stasera vado a mangiare fuori con Luca.

Elsa -                   Va bene ma non far tardi. (Esce verso la cucina)

Sisto -                  Michela...

Michela -             Dimmi.

Sisto -                  Chi è ‘sto Luca, quel ragazzo che studia medicina?

Michela -             Sì.

Sisto -                  E diventerà dottore?

Michela -             Eh, penso di sì.

Sisto -                  Perché non lo inviti a pranzo da noi, qualche volta?

Michela -             Per far cosa?

Sisto -                  Come, per far cosa? per mangiare insieme e per conoscerlo! Si può parlare del più e del meno, dei nuovi ritrovati della medicina…

Michela -             (Si avvia) Va bene, se capita ci metteremo d’accordo.

Sisto -                  Va bene, brava, brava, va' pure, e tientelo stretto, quel ragazzo.

Michela -             Ciao! (Esce)

Elsa -                   (Entra) Cosa ti devo somministrare, per cena?

Sisto -                  Te adoperi sempre delle espressioni che non mi fanno ridere per niente! ad ogni modo mi hai detto che facevi una sogliolina lessa con un filo d'olio? prendo quella; dopo mi bevo un po' del beverone di Salvatore che comunque non credo sia una soluzione per i miei malanni, poi vado a letto col tranquillante del dottore che mi farà il solletico.

Elsa -                   Il beverone di Salvatore non è efficace, la medicina del dottore ti fa il solletico; non ti va bene niente! ci sarà pure qualcosa che va bene per ‘ste tue fregnacce!

Sisto -                  Eh, infatti, Elsa, mi sarebbe venuta in mente un’altra soluzione.

Elsa -                   Sarebbe a dire?

Sisto -                  Avrei pensato di chiamare donna Marsilia.

Elsa -                   Chi?? quella santona che legge le carte e fa gli intrugli con tutte quelle porcherie?!

Sisto -                  Che porcherie!? quella è una guaritrice e ho sentito dire che ha un sacco di clienti e molti sono anche guariti!

Elsa -                   Già, e quelli che non sono guariti che fine hanno fatto?

Sisto -                  Saranno rimasti così! perché? all’ospedale guariscono sempre tutti? (Si alza, prende il cassetto con sé ed esce)

Elsa -                   Non c’è niente da fare, ho un marito imbecille! (Uscendo) Come diceva quello: "Se ti sei proprio stufata/ l'unico rimedio è una bella coltellata!"

 

                                         Sipario

Fine del primo atto

 

                                     Secondo atto

 

Il giorno dopo. Al riaprirsi del sipario entra in scena Michela, già pronta per andare al lavoro.

 

Michela -             (Entra, sta finendo di bere una tazzina di caffè che poi appoggia sul tavolo. Spalanca la finestra canticchiando) Felicità/ far tardi a bottega tanto c’è la collega/la felicità!

Elsa -                   (Entrando) Sei di partenza?

Michela -             Sì ma con calma; com'è andata stanotte col babbo?

Elsa -                   In che senso?

Michela -             Voglio dire: è stato bene?

Elsa -                   Sta' zitta, va', m'ha fatto dormire fino alle quattro, poi, dalle quattro alle sei non ha fatto altro che fare la trottola! S'è girato, rigirato, pareva avesse il ballo di San Vito! Mi son dovuta alzare dalla disperazione!

Michela -             Secondo me voi due dovreste fare una bella vacanza e andare in un bel posto a rilassarvi, a divertirvi, a fare un po' di movimento!

Elsa -                   Magari, figlia mia! Ricordi l'ultima volta che m'ha portato in vacanza? Aveva detto: "Ho prenotato per due all'Oasi del Respiro!" Io avevo subito pensato a un hotel di montagna nel bel mezzo d'una pineta, invece mi sono ritrovata a fare i suffumigi in una specie di sanatorio! Il villeggiante più giovane aveva settant'anni! Se gli dico che voglio fare un po' di movimento mi porta in un centro di riabilitazione!

Michela -             Allora per quest'estate vi prenoto io un posticino che andrà bene per tutti e due, in una SPA.

Elsa -                   Cosa sarebbe?

Michela -             È un Centro Benessere dove c’è la piscina, le vasche Jacuzzi con i getti d’acqua…

Elsa -                   Come all’Aquafan.

Michela -             Più o meno, però fanno molto bene; poi c’è la sauna finlandese, il bagno turco…

Elsa -                   Non c’è qualcosa di italiano?

Michela -             Se vuoi puoi fare anche le inalazioni.

Elsa -                   I suffumigi!

Michela -             Sì ma sono tutt’un’altra cosa.

Elsa -                   Se li vedesse tuo padre gli verrebbe di sicuro anche la sinusite! Adesso sai cosa gli è venuto in mente? ha pensato di chiamare donna Marsilia, quella santona che fa i filtri e altre porcherie del genere.

Michela -             Ma s’è instupidito del tutto?

Elsa -                   Completamente.

Michela -             Ne riparleremo, adesso devo andare senza meno, ciao, mamma. (Ad alta voce) Ciao babbo! (Esce)

Elsa -                   (Tra sé) Mi ci vorrebbe proprio, una bella vacanza, ma in capo al mondo, lontano da tutto e da tutti, in Patagonia!

Sisto -                  (Entra) Michela dov’è?

Elsa -                   Ti ha salutato adesso! non l’hai sentita?

Sisto -                  No, non starò mica diventando anche sordo? (Vede la finestra aperta) Chiudete quella finestra! (Elsa agisce. Sisto annusa l'aria) Qui c'è odore di caffè.

Elsa -                   Sì, l'ha appena bevuto tua figlia; ne vuoi un goccio?

Sisto -                  Per carità! mi dà fastidio solo l’odore, del caffè!

Elsa -                   Madonna mia, Sisto! cos’hai, anche le nausee mattutine, adesso?

Sisto -                  Ma non sai che nel caffè c'è la caffeina che è un eccitante dannoso per la salute? Hai mai fatto caso che ci sono tante cose che finiscono per -ina che sembrano innocue e che invece fanno male! C'è la caffeina, la teina, la stricnina, l'anilina, la naftalina, la trielina...

Elsa -                   La stricnina.

Sisto -                  (Cambia discorso) Stanotte ho sentito una gran tensione allo stomaco e non ho avuto pace fino a stamattina.

Elsa -                   Me ne sono accorta. (Ironica) Che sia stata la mela cotta di ieri? o il beverone? perché ci sono anche tante parole che finiscono per -one che non si sopportano proprio! c'è il fregnone, il furbacchione, il gigione, il tormentone...

Sisto -                  Te non mi capisci per niente! Oh, mamma miaaa! Mi resta solo un altro giorno di malattia e poi mi tocca tornare in ufficio. Fortuna che oggi verrà donna Marsilia e speriamo che possa risolvere qualcosa.

Elsa -                   Ma l’hai chiamata per davvero?

Sisto -                  Certo; a mali estremi, estremi rimedi!

Elsa -                   Ossignore! Te stai andando via di testa! Mi sa che ha ragione Michela, Sisto: noi dovremmo cambiare aria, andare in un posto per rilassarci. Ha detto che ci potrebbe prenotare lei, un soggiorno in una SPA.

Sisto -                  Cosa sarebbe?

Elsa -                   (Ripete, a modo suo, la spiegazione di Michela) È un Centro Benessere dove c’è la piscina, le vasche Quajuzzi con gli squizzi d’acqua, poi c’è la savana finlandese e i cessi alla turca.

Sisto -                  Se è una cosa che passa la mutua, si potrebbe provare. (Suona il campanello) Questa deve essere donna Marsilia!

Elsa -                   Allora io vado di là perché non voglio mica assistere a queste stupidaggini! e quando verrà Salvatore gli dirò quello che hai fatto, così ti darà vergogna anche lui. (Esce)

Sisto -                  (Va ad aprire e rientra con Marsilia) Buongiorno, donna Marsilia.

Marsilia -             (Ha una borsa con sé) Buongiorno a te e a tutti quelli che stanno in questa casa.

Sisto -                  Per ora ci sono solo io, cioè c’è mia moglie, di là, ma lei non è interessata a queste cose. (La fa accomodare al tavolo e si siede accanto a lei)

Marsilia -             (Estrae un mazzo di carte) In una famiglia c’è sempre almeno un miscredente.

Sisto -                  Donna Marsilia, il mio problema sarebbe che…

Marsilia -             (Lo interrompe) Zitto! non dirmi niente. (Mischia il mazzo di carte e sentenzia:) Le carte sanno già tutto. (Porge il mazzo a Sisto) Tocca il mazzo. (Sisto agisce) Di cosa hai bisogno?

Sisto -                  Oh, è quello che le volevo dire: Io, donna Marsilia, mi sento sempre male, sono pieno di acciacchi…

Marsilia -             (Lo interrompe) Basta! non dirmi niente. (Sentenzia) La parola alle carte! (Solleva una carta dal mazzo, la posa, capovolta, sul tavolo e guarda Sisto negli occhi) Di che segno sei?

Sisto -                  Gemelli.

Marsilia -             Mmmh.

Sisto -                  È grave?

Marsilia -             Dipende; per adesso sento solamente che te vuoi sapere se guarirai.

Sisto -                  Non è che lo voglio sapere, io voglio proprio guarire.

Marsilia -             Conosco, conosco; tutti quanti vogliamo guarire! (Scopre la carta posta sul tavolo) Ecco: il sei di coppe, questa carta dice che nel passato hai commesso degli sbagli e che adesso li vuoi rimediare; può essere?

Sisto -                  In che senso?

Marsilia -             Nel senso che magari in passato hai fatto degli stravizi, hai mangiato e bevuto in maniera sconsiderata, può essere?

Sisto -                  Può essere, ma io…

Marsilia -             Zitto! (Scopre un’altra carta) Ecco: il quattro di spade lo conferma perché si riferisce a delle malattie che possono essere o fisiche o mentali.

Sisto -                  Io, di testa, credo di star bene.

Marsilia -             Infatti può essere o l’uno o l’altro.

Sisto -                  Ah, ecco.

Marsilia -             (Scopre un’altra carta) Oh! meno male!

Sisto -                  È una carta buona?

Marsilia -             È il fante di spade! rappresenta un amico o uno della famiglia che ti è sincero e devoto, può essere?

Sisto -                  Sì! è Salvatore, mio cognato!

Marsilia -             Vedi? vedi? le carte non sbagliano mai! (Scopre un’altra carta) Oh!... Oh!

Sisto -                  “Oh” cosa…? è bello o brutto?

Marsilia -             Bello! bello! è il tre di denari che vuol dire che ci sono dei miglioramenti in arrivo!

Sisto -                  Dice proprio così?

Marsilia -             (Prende le quattro carte e le rimette nel mazzo) Certo! le carte non dicono bugie, però… (Lo guarda negli occhi)

Sisto -                  Però…?

Marsilia -             Eh, però i miglioramenti e la conseguente guarigione ci sarà solamente usando il filtro adatto a questa situazione.

Sisto -                  E dove posso andare a prenderlo?

Marsilia -             Ce l’ho io! (Estrae un flaconcino dalla borsa) Eccolo qui! Per caso ho nella borsa proprio questo filtro che ho preparato io stessa col mio fluido magnetico e con le mie mani che sarà risolutivo per il tuo problema. (Chiude la borsa e si alza) Cinquanta euro.

Sisto -                  Come?

Marsilia -             Mi devi dare cinquanta euro, trenta per le carte e venti per il filtro miracoloso.

Sisto -                  (Estrae il portafogli e la paga) Ma lei mi garantisce…

Marsilia -             (Arraffa i soldi e s’avvia) Cosa c’è di sicuro, nella vita? Mah! (Esce)

Sisto -                  (Perplesso, osserva il flaconcino e legge l’etichetta) “Filtro miracoloso di donna Marsilia. Tutto in una ingozzata” Proviamo ‘sto filtro da venti euro… (Lo beve tutto in un sorso) (Ad alta voce) Elsa! puoi venire, donna Marsilia è andata via!

Elsa -                   (Sarcastica) Allora? com’è andata con la madama fattucchiera?

Sisto -                  Prima di tutto sono andati via cinquanta euro.

Elsa -                   Cosa?? le hai dato cinquanta euro per giocare con le carte?

Sisto -                  Non abbiamo giocato! le carte sono state rivelatrici e in più m’ha dato anche un filtro miracoloso fatto da lei col suo fluido magnetico.

Elsa -                   Ma va’ all’inferno, te e Marsilia con il fluido magnetico! Te lo ripeto, Sisto, te hai qualcosa che non va nella testa!

Sisto -                  In effetti il quattro di spade ha detto qualcosa anche della salute mentale.

Elsa -                   C’era bisogno del quattro di spade, per capirlo! (Ironica) Allora, cosa vuol mangiare, il signor conte?

Sisto -                  Niente, non mi va niente.

Elsa -                   Nemmeno un’insalatina o un brodino?

Sisto -                  (Si gratta) No, no, Elsa, solo a pensare di mangiare mi viene la nausea.

Elsa -                   Ma cos’hai, adesso?

Sisto -                  Non lo so, mi sento strano.

Elsa -                   Ma te sei sempre stato, strano!

Sisto -                  (Si gratta) Dico sul serio, mi sento poco bene e m’è venuto un gran prurito.

Elsa -                   (Scocciata) Chiama il dottore.

Sisto -                  Sì, per farmi ridere in faccia!

Elsa -                   Allora che cavolo vai cercando?

Sisto -                  (Si gratta) Te non mi capisci, Elsa.

Elsa -                   Eh no, proprio non ti capisco!

Sisto -                  (Alzandosi e grattandosi) Vado a provare a farmi una doccia, chissà che non mi passi ‘sto prurito. (Esce)

Elsa -                   Io non ce la faccio più! ormai sono arrivata al limite! (Uscendo verso la cucina) Come diceva mia nonna: "Se il coltello ti sfugge di mano/ fagli fare un volo giù dal quarto piano".

 

Buio

 

È passato un giorno. La scena è vuota.

 

Elsa -                   (Entra. Tra sé) Mah, io non gli ho mai dato tanta importanza ma stavolta mi sa che qualcosa di vero c'è. (Prende il suo cellulare e chiama il medico di famiglia) Pronto, dottor Parcella? sono la signora Darrèa... Darrèa, senza la "i". (Ascolta) Sì, la moglie di quella rott... cioè... di Sisto Darrèa. (Ascolta) Ecco, mi scusi tanto, dottore, se la rompo a quest'ora, (Ascolta) sì, so che anche per lei è un'ossessione, (Ascolta) eh, non le dico per me! però, senta, in effetti, è da ieri che mio marito ha un forte prurito in tutto il corpo, (Ascolta) sì, gli rode dappertutto e non fa altro che grattarsi e credo che stavolta non sia una delle sue fisime, (Ascolta) no, dottore! per carità! non deve di sicuro venire fin qui! non oserei mai far spostare un luminario della scienza come lei! (Ascolta) Sì, dottore, (Ascolta) no, io non gli provoco ansia, anzi, fra un po' lo mando… (Ascolta) un fatto psico…? somatico? sarebbe a dire? (Ascolta) Ah, un'altra delle su fregnacce? Mah, stavolta non lo so, dottore. (Ascolta) Una pomata rinfrescante, (Ascolta) sì, sì, vuole che non l'abbia? ha più medicine lui della farmacia dell'ospedale! (Ascolta) E da mangiare leggero, va bene, dottore, grazie e mi scusi di nuovo per la rottura. (Chiude). (Tra sé) Facciamogli provare la pomata; per mangiare leggero non c'è nessun problema: non mi mangia più niente!!

Sisto -                  (Entra grattandosi, attraversa a lunghi passi la scena, torna indietro e riesce da dove era entrato) Non ce la faccio più, non ce la faccio più! Oh, mamma mia che prurito!

Elsa -                   (Ad alta voce per farsi sentire da Sisto) Stai calmo, Sisto, stasera ti spalmerai una pomata rinfrescante e ti passerà tutto!

Sisto -                  (Rientra) Sì, dovrei avere il Nonpiuród, proverò con quella! Oggi non c'è nemmeno Salvatore che mi può dare una mano! Non ce la faccio più, non ce la faccio più! Oh, mamma mia che prurito! (Esce)

Elsa -                   (Rivolta verso il cielo) Signore, fa' che gli passi, ti prego a mani giunte! Almeno per stanotte in modo che possa dormire un po' anch'io!

Michela -             (Entra) Ciao mamma, il babbo come sta?

Elsa -                   Sempre peggio, non ha fatto altro che grattarsi e non capisco che cosa possa essere stato! (Esce verso la cucina)

Michela -           (Ad alta voce) Per me è tutta suggestione!

Sisto -                  (Entra grattandosi) Ciao Michelina! hai sentito la novità? ci mancava anche questa! hai un padre che è ormai da ricovero e dovrai essere te, Michelina, il bastone della mia vecchiaia! A proposito, va tutto bene col tuo ragazzo, sì?

Michela -             Il mio ragazzo?

Sisto -                  Eh, quello che studia medicina!

Michela -             Ah, Luca! sì, ma non siamo mica fidanzati!

Sisto -                  Allora stai sbagliando tutto! dovresti fidanzarti subito, con un ragazzo così! e portarlo a casa, farmelo conoscere... (Si gratta) La casa, qui, è tanto grande! vi potreste…

Michela -             Aspetta, aspetta! ehi! come corri! t'ho detto che non siamo nemmeno fidanzati e mi vuoi far già sposare?

Sisto -                  Fa come ti pare ma un marito dottore è sempre un marito dottore! e di un marito dottore si può sempre aver bisogno! (Si gratta mentre Elsa rientra in scena).

Michela -             (A Elsa) Ma senti che razza di discorsi strampalati!

Elsa -                   Lascia perdere, Michela; ormai con tuo padre siamo arrivati a livelli di delirio completo.

Sisto -                  Sentila, sentila!! ma io sto pensando solamente al suo bene! (Si gratta).

Elsa -                   Eh sì!

Michela -             Fammi andare a mangiare, va', se no qui è facile che m'ammalo anche io! (Esce)

Elsa -                   (A Michela, ad alta voce) Guarda un po', ci dovrebbe essere qualcosa nel frigo! (A Sisto) Ma come fai a ragionare così con tua figlia? Oltre che un tormento sei anche un egoista! Cosa le vuoi far fare, a Michela? farla sposare con delle persone a seconda delle tue necessità? Allora se avevi la casa da ristrutturare la facevi sposare a un muratore! Guarda, ringrazia che oggi sei messo così.

Sisto -                  Oh mamma miaaa! mi sento tutto un fuoco! (Si gratta)

Elsa -                   Ascolta, Sisto, non è che questo prurito te l’ha fatto venire donna Marsilia con quel suo cavolo di filtro?

Sisto -                  Mi pare impossibile.

Elsa -                   Invece mi sa tanto che sia stato quello, visto che è l’unica cosa che hai mandato giù! Quanto ne hai bevuto, di quella bottiglia?

Sisto -                  Tutta.

Elsa -                   Ingordo! Adesso la chiamo io, ‘sta donna Marsilia, la faccio venire qui, la svergogno e mi faccio ridare i soldi che le hai dato!

Sisto -                  Lascia perdere, dai.

Elsa -                   Lascio perdere?? ma nemmeno per sogno! e vedrai che la signora Marsilia si ricorderà per molto tempo, di me! (Cerca il cellulare) Dove ho messo il telefonino? (Esce verso la cucina)

Sisto -                  (Tra sé) Ma guarda te che situazione! (Va alla credenza da cui prende il "beverone" di Salvatore, se lo versa in un bicchiere e lo beve) Oh, mamma miami sento troppo male. Stanotte la passerò sicuramente in piedi perché a letto mi s’infuoca troppo e mi aumenta il prurito, e in più non romperò le scatole a Elsa. Ecco! adesso il tranquillante (Prende la pillola) e vado a spalmare la pomata dalla testa ai piedi. (Esce)

 

Buio

 

È la mattina del terzo e ultimo giorno di malattia concesso a Sisto.

 

Elsa -                   (Entra) Stavolta mi fa pena davvero! poveretto!

Michela -             (Entra, pronta per andare al lavoro) Ciao mamma.

Elsa -                   Sssh, fa' piano che tuo padre s'è addormentato un po'. È stato male tutta la notte, con quel prurito.

Michela -             Mamma mia, ma cosa sarà?

Elsa -                   (Battagliera) Eh, so io che cos’è! Mi sa che è stato il filtro avuto da quella strega di donna Marsilia! Ah, ma io non gliela faccio passare liscia, a quella fattucchiera! E fra poco verrà qui perché ieri le ho telefonato e le ho detto di venire con la scusa di farmi le carte, così si accorgerà con chi ha a che fare, quella moramazzata!

Michela -             Mamma, mi raccomando di non cacciarti negli impicci!

Elsa -                   Non ti preoccupare, sarà una cosa indolore! non si accorgerà nemmeno!

Michela -             Io adesso faccio un salto in negozio ma fra un po’ lascio Gloria lì e torno per sentire come sta il babbo e… (Guarda la madre) raccogliere i cocci di donna Marsilia. (Esce)

Elsa -                   Va’ tranquilla, va’ tranquilla, e lascia pure la porta aperta. (Si siede in attesa della “vittima”. Tra sé) Le farà vedere io… e mi rifaccio anche dei cinquanta euro! (Si sente il campanello) Avanti, avanti, entri pure.

Marsilia -             (Ha la borsa con sé) Buongiorno a te e a tutti quelli che stanno in questa casa.

Elsa -                   (Si alza, minacciosa) In questa casa ci sono solo io, cioè c’è mio marito, di là, ma lui non può venire perché è indisposto per via d’una sbobba che gli ha fatto bere lei! Si ricorda?

Marsilia -             (Imperturbabile) Certo che mi ricordo, e lei deve essere la moglie che non è interessata a queste cose, giusto?

Elsa -                   Sì, perché non mi fido per niente delle balle che racconta e dei beveroni che vende alla gente credulona!

Marsilia -             (La guarda negli occhi) Intuisco che c’è del risentimento nel tono della tua voce, gentile signora, ma nelle mie sedute non sono io che parlo, sono le carte! e i filtri sono le emanazioni del mio potente fluido magnetico.

Elsa -                   (Scettica) Me lo immagino.

Marsilia -             Io, se fossi in te, non sarei così incredula di fronte ai responsi dele carte e sentirei con le mie orecchie cosa direbbero. Mettiti seduta, su.

Elsa -                   Lei non mi frega con questi minuetti, perché…

Marsilia -             (La interrompe, perentoria) Zitta! Ti ho detto di sederti! (Elsa si siede con riluttanza mentre Marsilia estrae il mazzo di carte e glielo mette sotto al naso) Annusa il mazzo.

Elsa -                   Mamma mia che puzza!

Marsilia -             Puzza perché è davanti ad una miscredente!

Elsa -                   Perché, lo sanno anche le carte??

Marsilia -             Le carte sanno tutto di tutti! Adesso vediamo cosa dicono; tocca il mazzo. (Elsa agisce e Marsilia scopre una carta) Ecco, il cinque di denari!

Elsa -                   (Scettica) Mi arriveranno i soldi!

Marsilia -             Qui i soldi non c’entrano niente, oltretutto la carta è uscita capovolta!

Elsa -                   (Meno scettica) E cosa vuol dire?

Marsilia -             Vuol dire che in questa casa c’è una situazione di difficoltà dove non si è capaci di trovare il bandolo della matassa. Può essere?

Elsa -                   Ah, con un marito così è difficile sì.

Marsilia -             (Scopre un’altra carta) Infatti il cinque di spade lo conferma. (Sentenzia) “Situazione non gradita”.

Elsa -                   (Curiosa) E le carte lo sanno?!

Marsilia -             (Sentenzia) Le carte sanno! (Scopre un’altra carta) Però… però…

Elsa -                   (Ormai partecipe) Però…?

Marsilia -             Però, ecco il due di bastoni.

Elsa -                   Vuol dire che devo menarlo?

Marsilia -             No, anzi, il due di bastoni vuol dire che la collaborazione e l’unione delle forze le porterà dei buoni frutti.

Elsa -                   Meno male!

Marsilia -             (Scopre un’altra carta) Infatti ecco il sette di bastoni che indica “serenità ritrovata”. Insomma, cara… come ti chiami?

Elsa -                   Elsa.

Marsilia -             Cara Elsa, tutte e due sappiamo che tuo marito è un rompimento di scatole, e le carte, qui, dicono che devi avere pazienza e stargli dietro, e vedrai che presto tutto si risolverà.

Elsa -                   Speriamo!

Marsilia -             (Prende una boccetta dalla borsa) Adesso ti do un filtro…

Elsa -                   No, no, il filtro non lo voglio!

Marsilia -             (La guarda negli occhi) Sta’ tranquilla, questo è un filtro buono, senza effetti secondari, che ti metterà in sintonia con tuo marito e risolverà più facilmente la situazione. Se il tuo consorte ha avuto delle conseguenze è solo perché è un malato immaginario!

Elsa -                   Di questo sono sicura.

Marsilia -             Allora bevilo qui davanti a me e vedrai che non ti succederà niente. (Le porge la boccetta guardandola negli occhi)

Elsa -                   (Sopraffatta dalla personalità di Marsilia) Non mi succederà niente. (Beve tutto d’un fiato)

Marsilia -             Cinquanta euro: 30 per le carte e 20 per il filtro miracoloso.

Elsa -                   (Cerca in tasca) Ne ho solamente quaranta.

Marsilia -             (Arraffando i soldi) Va bene lo stesso. (Uscendo) Pace e prosperità a questa casa!

Elsa -                   (Tra sé) Forse ha ragione lei: le carte sanno come sono messa e mi hanno dato il consiglio giusto. “Col marito che è pedante/ consultiam la cartomante”.

Michela –            (Entra) Ho incrociato Marsilia che stava uscendo, allora…? raccontami tutto.

Elsa -                   Niente, pensavo di fare chissà cosa, invece devo dire che… che donna Marsilia è stata gentile e professionale.

Michela –            Vuoi dire che ti sei fatta fare le carte??

Elsa -                   Sì, mi ha spiegato per bene cosa dicono le carte e ripensandoci non credo che sia stato quel filtro, a far star male tuo padre, ma un’altra delle sue fissazioni.

Michela –            Mamma! ma ti sei rimbecillita anche te?!

Elsa -                   Ma no, non ti preoccupare!

Sisto -                  (Entra) Elsa.

Elsa -                   Dimmi, Sisto.

Sisto -                  Avrò... avrò dormito solo dieci minuti. (Si gratta) Mi sento male davvero. Stavolta credo che sia la volta buona che vi lascio!

Michela -             Ma babbo!

Elsa -                   Sisto! Non dirlo nemmeno per scherzo!

Sisto -                  Invece mi sa tanto che sia così! Stanotte, tra una grattata e l’altra ho pensato addirittura di buttar giù uno straccio di testamento! (Si gratta)

Elsa -                   Ma senti te che razza di pensieri!

Sisto -                  (Prende un foglio dalla tasca e si sistema sul divanetto con l'intenzione di leggerlo) Venite qui vicino a me e ascoltatemi bene. (Elsa e Michela si avvicinano al divanetto con fare scettico e perplesso mentre Sisto inizia la lettura del testamento) Io sottoscritto Sisto Darrèa, (Si gratta) nel pieno possesso delle mie facoltà mentali ma non di quelle fisiche perché son più di là che di qua... (Si gratta).

Elsa -                   Sisto, non dire queste cose!

Sisto -                  Lasciami dire. (Riprende)... che di qua, butto giù su questo foglio di carta le mie ultime volontà che desidero siano seguite alla lettera, punto per punto e virgola per virgola, punto. (Pausa. Guarda la moglie e la figlia e si gratta) Lascio, prima di tutto, alla mia paziente moglie e alla mia adorata figlia Michela, la mia casa con annessi e connessi, comprese le statuette di Biancaneve e i sette nani che sono nel cortile.

Elsa -                   (Ironica) Eh, come farei senza di loro.

Sisto -                  (Continua) Lascio a mia moglie il mio armadietto personale del Pronto Soccorso con le 328 medicine non ancora scadute (Si gratta) che le possano essere utili in qualsiasi occasione e spero che le adoperi perché sarebbe tutta grazia di Dio buttata via.

Elsa -                   Ma senti questo! (Si gratta)

Sisto -                  Lascia fare. (Continua) Similmente le lascio la mia macchinetta dell'aerosol e quella della pressione. (Si gratta) Lascio, inoltre, a mia figlia Michela la mia catenina d'oro compresa di targhetta sempre d'oro con sopra inciso il mio gruppo sanguigno, ma con l'avvertimento di farci incidere sotto la scritta: "non è mio" altrimenti mi sa che si può finire male se dovesse fare una trasfusione. Similmente lascio a mia figlia la mia macchina, ricordandole che è un po' malandata, che tira a destra e che la frizione è bell'e che partita. (Si gratta)

Michela -             Grazie babbo.

Sisto -                  Di niente. (Si gratta e riprende a leggere)… secondo le disposizioni di legge; con l'ardente desiderio che però si sposi e si porti in casa quel suo amico quasi dottore anche se a me non servirà più ma in una casa fa sempre comodo.

Elsa -                   Ma cos'è, un’aspirapolvere??

Sisto -                  Lascio a mia moglie tutta la raccolta dei dischi di Albano anche quelli di quando cantava con Romina che non so quanto le è dispiaciuto quando si sono lasciati. (Pausa, si gratta)

Elsa -                   Questo è vero. (Si gratta)

Michela -             (A Elsa) Mamma, cos’hai, il prurito anche te?

Elsa -                   Sì, mi prude un po’ dappertutto.

Sisto -                  Posso andare avanti?

Elsa -                   Va’, va’ avanti.

Sisto -                  (Continua) Per tutta l’assistenza che mi ha dato, lascio infine a mio cognato Salvatore l’intera collezione dei puffi che ha il suo valore.

Elsa -                   (Ironica) Farà i salti dalla contentezza.

Sisto -                  Non ho debiti di nessun genere per cui possono stare tutte e due tranquille. Adesso come adesso non mi viene in mente nient’altro, perciò mi firmo proprio qui sotto. In fede. Il fu: Sisto Darrèa. (Si gratta).

Elsa -                   Ma dai, Sisto, vedrai che potrai buttarlo via, quel testamento! (Si gratta)

Michela -             È vero, babbo, ti riprenderai presto, vedrai! e ti comprerai anche una macchina nuova.

Sisto -                  Fosse vero, Michelina mia! (Si gratta).

Elsa -                   Oddio, mi sento strana anch’io. (Si gratta)

Sisto -                  Che sia una cosa contagiosa??

Elsa -                   Oh mamma mia! Fammi mettere a sedere che non mi reggono più le gambe. (Si adagia sul divanetto, di fianco a Sisto)

Sisto -                  (A Elsa) A te dove ti prude?

Elsa -                   Tutto il fianco destro e un po’ il collo, a te…?

Sisto -                  A me tutto il fianco sinistro e un po’ l’osso sacro.

Elsa e

Sisto -                  Oh, mamma mia!!

Michela -             Ossignore!

 

(Suona il campanello d'ingresso. Michela va ad aprire e rientra con Salvatore)

 

Salvatore -           (Vede Elsa e Sisto in deliquio) Beh? cosa state facendo così abbandonati?

Michela -             Stanno male tutti e due, zio.

Salvatore -           Come sarebbe a dire?

Sisto -                  Abbiamo la stessa sindone. (Si gratta)

Elsa -                   Salvatore, Stiamo male in due! (Si gratta)

Michela -             (A Salvatore) Te non li puoi visitare?

Salvatore -           Io non sono un medico ma gli darò un’occhiata visto che un po' d'esperienza ce l’ho.

Michela -             Sono proprio in pensiero, zio.

Salvatore -           Sta’ tranquilla, Michela, vedremo cosa si può fare. (A Elsa, scrutandole il viso) Dì “A”

Elsa -                   A. (La guarda in bocca)

Salvatore -           Una “A” più lunga.

Elsa -                   Aaaaaa. (Sisto la guarda in bocca)

Salvatore -           (Le tasta lo stomaco) Fa male se spingo?

Elsa -                   Se spingi fa male sì.

Salvatore -           Mmmm. (A Sisto, scrutandogli il viso) Proviamo con te. Dì “A”.

Sisto -                  Lunga?

Salvatore -           Sì.

Sisto -                  Aaaaaa. (Salvatore lo guarda in bocca)

Salvatore -           (Gli tasta lo stomaco) Fa male se spingo?

Sisto -                  Aaaaaa.

Salvatore -           Non devi più dire “A”.

Sisto -                  No, è che mi fa male!

Salvatore -           Boh, non riesco a capire cosa possa essere; o è un'allergia o qualcosa che vi ha fatto male. Avere mangiato o bevuto qualcosa ultimamente?

Sisto -                  Ultimamente no perché non mi andava niente; ho bevuto solo il tuo beverone e ho preso la pillola del dottore.

Salvatore -           È strano; sicuro che non avete preso nient’altro?

Sisto -                  No.

Elsa -                   (In imbarazzo) Beh, sì, in effetti qualcosa abbiamo preso. Abbiamo bevuto un… un filtro.

Salvatore -           Tutti e due?

Elsa -                   (In imbarazzo) Sì.

Sisto -                  (A Elsa) Come, hai bevuto anche te la pozione di donna Marsilia?

Salvatore -           Una pozione?? Cosa avete combinato?

Michela -             (A Elsa) Diglielo, mamma.

Elsa -                   Beh, il fatto è che donna Marsilia m’ha proposto di bere un elisir per riportare la serenità e la salute in famiglia…

Salvatore -           (La interrompe) Ma non ti dico!! vi siete ammattiti? e avete bevuto quella porcheria senza sapere cosa c’era dentro? Chissà con cosa l’avrà fatto!

Michela -             Ci avrà messo dentro la crema dei budelli, il piscio di gatto…

Elsa -                   Che schifo, Madonna mia!

Salvatore -           Siete proprio degli incoscienti! dovrei portarvi all’ospedale per fare una lavanda gastrica!

Elsa -                   Zio, non dire così!

Salvatore -           Io dico semplicemente le cose come stanno. Ma guarda te… io andrei da questa Marsilia per prenderla a calci nel sedere!

Elsa -                   (Tra sé) Io, invece, mi prenderei a calci da sola!

Michela -             (A Salvatore) Non si può fare qualcosa per evitare di portarli in ospedale?

Sisto -                  Tanto, ci sarà pure, un aneddoto!

Salvatore -           (Lo corregge) L'unico antidoto credo che sia quello di pulire bene l'organismo, non sapendo che cavolo avete mandato giù!

Elsa -                   Con cosa si dovrebbe pulire? (Si gratta).

Salvatore -           Potreste bere un bel po’ di camomilla, oppure, ancora ancora meglio, prendere una purga, può essere che con quella passi tutto.

Elsa -                   E dopo staremo bene?

Salvatore -           Spero di sì; tanto, parlando professionalmente, la purga provoca lo scagaccio, le budella si sciacquano e con l’evacuazione si dovrebbe star meglio.

Michela -             Dai, provate, vi basterà fare solamente un piccolo sforzo.

Salvatore -           Beh, se prendono la purga non ci sarà bisogno di fare tanti sforzi. (A Sisto e Elsa) Su, venite di là con me che vi faccio una bella peretta. Chi comincia?

Elsa -                   (A Sisto) Vai pure te, per primo.

 

Escono Salvatore e Sisto)

 

Elsa -                   Speriamo che Salvatore, con la sua esperienza, non debba faticare tanto.

Michela -             Perché?

Elsa -                   Perché tutte le volte che gliele ho fatta io, la peretta, ho sudato le sette camicie prima di riuscire a far centro, per quanto non stava fermo.

Michela -             Come i bambini!

Elsa -                   Già, proprio come i bambini! (Ad alta voce) Salvatore! ce la fai?

Salvatore -           (Da fuori) Quasi!

Elsa -                   (A Michela) Ti ho detto che era complicato? (Ad alta voce, rivolta a Salvatore) Lo devi tener fermo! (A Michela)… perché si divincola!

Michela -             Speriamo bene.

Salvatore -           (Entra) Missione compiuta!

Elsa -                   Meno male! (Si gratta)

Salvatore -           Ha fatto un po’ di resistenza ma alla fine è andata su come l’olio.

Michela -             Adesso dov’è?

Salvatore -           Eh, indovina; se gli ho fatto la peretta…! (A Elsa) Adesso tocca a te.

Elsa -                   Per fortuna abbiamo due bagni!

 

(Escono Salvatore e Elsa)

 

Michela -             (Ad alta voce) Sarà una cosa lunga?

Elsa -                   (Da fuori) Sta’ tranquilla, non sono mica come tuo padre!

Michela -             (Tra sé) Non avevo mai assistito a due perette una dietro l’altra. (Ad alta voce) Fatto…?

Salvatore -           (Da fuori) Quasi.

Michela -             (Ad alta voce) Si divincola anche lei?

Salvatore -           (Entra) Fatta anca questa!

Michela -             Bene, adesso speriamo che facciano una cosa in giornata e che sia risolutiva.

Salvatore -           Qualcosa si dovrebbe risolvere, ci ho messo dentro un litro di roba!

Michela -             Sarebbe a dire?

Salvatore -           Ho adoperato la camomilla che c’era nel thermos con l’aggiunta di quattro cucchiai di olio extravergine d’oliva e due cucchiai di olio di vaselina, poi ho mescolato un po’ di bicarbonato, della glicerina quanto basta, e come tocco finale ho aggiunto l’olio di malva e di lavanda che è rilassante, sfiamma e lascia anche un certo profumo che in certi casi non guasta per niente.

Michela -             Cavolo, altroché master chef!

Salvatore -           Eh sì!

Michela -             Sarà il caso di andare a sentire a che punto sono?

Salvatore -           Ancora no, lasciamoli tranquilli.

Michela -             Hai ragione, certe cose vanno fatte con la calma. (Passano pochi secondi)

Elsa -                   (Entra, è visibilmente sollevata) Mamma mia!

Salvatore -           Allora? come va?

Michela -             Stai meglio?

Elsa -                   Sta’ zitta che s’è risolto; come dire… appena evacuato è passato il prurito, adesso va già meglio.

Michela -             Sono contenta.

Sisto -                  (Entra) Mamma mia!

Salvatore -           Come va?

Michela -             T’è passato il prurito?

Sisto -                  Sì! quasi del tutto, mi pare che stia proprio passando! (A Salvatore) Grazie di tutto, mio Salvatore!

Salvatore -           E di cosa? dovere.

Sisto -                  No, no; te sei il mago della peretta! Certo che abbiamo preso un bello spaghetto, eh, Elsa?

Elsa -                   Eh, bello grosso!

Sisto -                  Ah, si potesse guarire sempre così! Che bello! una scarica e ha fatto subito effetto! Mi sento liberato!

Michela -             Allora io posso andare in negozio, però se c'è qualche novità fatemi una telefonata.

Elsa -                   (Ironica) Tanto ci resta Gloria!

Michela -             Certo! (Esce)

Salvatore -           Elsa, spero che tu abbia imparato a non farti più fregare da quelle maneggione.

Elsa -                   Ah, certo che sì! Deve essere stato solo un momento di debolezza.

Salvatore -           E te, Sisto, voglio sperare che ti sia liberato anche di tutte quelle fisime!

Sisto -                  Sì, sì, hai ragione, hai ragione.

Salvatore -           Non devi stare sempre chiuso in casa pensando alle malattie!

Sisto -                  È vero, è vero.

Salvatore -           E non devi essere sempre così ansioso.

Sisto -                  È giusto, è giusto.

Salvatore -           Perché non provi a dedicarti a qualcosa che ti divaghi un po’? per esempio potresti andare a passeggiare ogni tanto…

Sisto -                  È un buon suggerimento.

Salvatore -           … Oppure fare del giardinaggio; non hai un hobby? un passatempo?

Sisto -                  Sì, ho collezionato tutto il “villaggio dei puffi”.

Elsa -                   (A Salvatore) Speriamo che i puffi ti piacciano.

Salvatore -           Perché?

Elsa -                   (Guardando Sisto) Così, non si sa mai.

Salvatore -           (A Sisto) Magari potresti provare a fare anche la collezione di figurine dei calciatori.

Sisto -                  È una buona idea.

Salvatore -           Certo, adesso vado a riposarmi un po’ perché sono tornato dal turno in ospedale. (Esce)

Elsa -                   Grazie, Salvatore.

Sisto -                  (Ad alta voce) Grazie ancora, sei un amico! Ah! mi sento un altro! (Si tocca i vari punti del corpo) mi sento proprio meglio, ma com’è possibile?

Elsa -                   (Sollevata) Eh, vedi delle volte, come con un niente passa tutto!

Sisto -                  Eh sì, stavolta l’abbiamo scampata proprio bella.

Elsa -                   Dai che è andata bene, Sisto.

Sisto -                  Sì, è vero, e ha ragione Salvatore, mi dovrei divagare di più, fare qualcosa di diverso che mi distragga. Da domani farò tutti i giorni una bella passeggiata per il lungomare a respirare l’aria buona.

Elsa -                   Sono contenta.

Sisto -                  E sai, Elsina, cosa facciamo stasera?

Elsa -                   Cosa facciamo?

Sisto -                  Andiamo a mangiare al ristorante! solo io e te, faremo una cenetta a lume di candela!

Elsa -                   Ossignore! una cena romantica! e da quant'è che non mi proponevi più una cosa così??

Sisto -                  Ti dispiace?

Elsa -                   No, no! (Lo abbraccia)

Sisto -                  Ahi! non stringere tanto!

Elsa -                   Scusa, è stata l’euforia!

Sisto -                  Però andremo in un ristorante dove cucinano con grazia.

Elsa -                   Sì, sì, a me va bene anche una trattoria tranquilla con cucina casalinga.

Sisto -                  Sì, sì, l’importante è che facciano cose delicate: un riso in bianco, una pastina in brodo, perché bisogna stare attenti quando si va a mangiare fuori e non vorrei che mi tornassero i dolori.

Elsa -                   (Sconfortata) Sisto…!

Sisto -                  Comunque, prima di uscire vado a sdraiarmi un po’ sul letto.

Elsa -                   Adesso non è il momento! anzi, devi raccogliere tutte le tue forze (Si rimbocca le maniche) perché prima dobbiamo andare a fare i conti con quella strega di donna Marsilia.

Sisto -                  (Si rimbocca le maniche) Hai ragione, Elsa, andiamo subito a darle un bel quattro di bastoni!

Elsa -                   Bravo, Sisto, così si fa!

Sisto -                  Certo!... Vuol dire che mi risentirò male da domani. (Esce)

Elsa -                   (Sconcertata) Non c’è proprio niente da fare; come ho detto all’inizio: “Il lupo perde il pelo ma non il vizio”. (Esce)

 

Sipario