MIA BREVE STORIA - Nell'ambito artistico nasco come attore di teatro iniziando a recitare nel 1972 per lo più in commedie brillanti, in spettacoli di cabaret e teatro di animazione per bambini con la direzione di Gwyneth Surdivall e Michael Segal. Durante un lungo periodo di inattività artistica mi convinco che non posso restare lontano dal teatro e inizio a scrivere per il palcoscenico piuttosto che tornare a calcarlo: commedie teatrali, brevi racconti e poesie, sia in italiano che nel dialetto della mia città. Quando, alla fine del secolo scorso, il Teatro Accademia di Pesaro mi propone anche di interpretare i miei lavori il “karma” si compie e mi ritrovo di nuovo sul palcoscenico. Da quel 1972 ho interpretato una cinquantina di personaggi e le mie commedie vengono tuttora rappresentate in ogni parte d’Italia e all’estero. Tra i miei lavori possono essere degni di nota “Orilio, Orilio...”, portato in scena da parecchie Compagnie e tradotto in diversi dialetti italiani, “La casa nuova”, anch’essa rappresentata in varie città d’Italia, vincitrice del 1° premio “Fare scena” nel 1998 e oggetto di una scheda di lettura presso l’Università di Nizza, "Il ladro e la signora" rappresentato a Londra dal Gruppo "Escape In Art" e a Joinville (Brasile) dal "Circolo Italiano", "Quattro briganti" messo in scena al Teatro "Elettra" di Roma con la regia di Alberto Buccolini e al Teatro "Sant'Eugenio" di Palermo con la regia di Dario Scarpati. "Lo vedo e nonlo vedo", in scena dal 2013 al 2017 al Teatro "N.P. Ohlopkova" di Irkutsk e portato in tour da Larisa Udovichenko e Sergei Astakhov dal 2016 al 2018. Nonostante la mia pigrizia continuerò a scrivere finché il sipario sarà aperto e a recitare finché le luci saranno accese e il mio cuore applaudirà.

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Cendrella


 codice SIAE: 952240A


Cendrella

di

Paolo Cappelloni

da

Cendrillon

di Charles Perrault

 

Personaggi

 

Cendrella                                              

Sig.ra Robacci (matrigna)                   

Cidiósa (sorellastra)                           

Disgusta (sorellastra)                          

Glauco (detto “il Principe”)                

Riziero (amico di Glauco)                    

La Fata                                                 

Il Narratore                                         

 

La scena si svolge nel soggiorno di una modesta casa in un periodo imprecisato. Ci sono due uscite: una verso l’esterno e una verso l’interno della casa. L’arredamento è a piacere della regia. Sono necessarie due vecchie poltroncine.

Il linguaggio delle due sorellastre è costellato di sfondoni.

 

(TUTELA SIAE)

L'uso senza permesso da parte di chiunque, in qualunque forma, è assolutamente vietato.

Nel caso di rappresentazione dichiarare alla SIAE il titolo originale.

Per eventuali comunicazioni contattare l'autore.

cell: 338 9 338 116

e mail: paolocappelloni@yahoo.it

 

 

All’aprirsi del sipario la scena è vuota. Entra il Narratore.

 

Narratore -           Signore e Signori, buonasera; sono il narratore di questa favola che, come tuttle le favole che si rispettino, comincia con “C’era ‘na volta”, perciò… cominciamo così: C’era una volta, in un piccolo quartiere di una piccola città italiana, una brava donna che si era ammalata. Prima di morire chiamò la figlia, che si chiamava Ròdope e che ancora era piccola piccola, e le disse: – Figlia mia, mi raccomando, sii sempre buona e gentile con tutti e stai tranquilla perché io, anche da lassù, ti sarò sempre vicina. – Passato un anno, suo padre si risposò e questa nuova moglie aveva due figlie; erano due belle ragazze ma erano anche antipatiche da far paura! Sfortunatamente poco tempo dopo morì anche il padre e da quel momento la matrigna mostrò la sua vera natura: era di una cattiveria da far paura ed era anche invidiosa della dolcezza e della bontà della sua figliastra perché di fronte a lei, le sue due figlie, Cidiósa e Disgusta, risultavano ancora più antipatiche e prepotenti di quello che erano. In più, loro avevano sempre bei vestiti mentre quella povera ragazza era costretta a vestirsi sempre di stracci: portava solamente una maglietta e un grembiulino e doveva fare tutti i lavori più pesanti. Insomma, per questa ragazzina era cominciato un gran brutto periodo. Comunque, a voi, Signore e Signori, auguro buon divertimento. (Esce)

Cidiósa -              (Entra, è mezzo addormentata, si stravacca in poltrona e grida) Non è pronto il caffè?? Non c’è nessuno che ha fatto il caffè in ‘sta casa?? ne voglio una tazza piena se no stamattina vado via di testa!

Disgusta -            (Entra, anch’essa mezzo addormentata) Che cavolo sbraiti la mattina presto?? non sai stare due minuti senza caffè??

Cidiósa -              Manco per sogno! sono ancora tutta rincoglionita!

Disgusta -            (Sbadigliando) Per forza, ieri notte abbiamo fatto le ore piccole!

Cidiósa -              È vero, stanotte abbiamo fatto le orine.

Disgusta -            (Ride sguaiatamente) Scema! Te, ad ogni modo, quando fai tardi, la mattina dopo ci vogliono le cannonate per farti scendere dal mondo della luna!

Cidiósa -              Eh, lo so! guarda un po’… c’ho le borse…?

Disgusta -            Dove?

Cidiósa -              Sotto gli occhi!

Disgusta -            (La osserva) Alla faccia delle borse! quelle non sono due borse, sono due sacchi della mondezza!

Cidiósa -              Scema! ma ti sei guardata allo specchio?? c’hai due occhi che sembrano due vongole andate a male!

Disgusta -            Sì, lo so, stasera, quando torno a letto ci metto sopra due fette di cetriolo, così si sfiammano!

Cidiósa -              (Sognante) Però quel ragazzo nuovo di ieri sera era davvero da sballo! peccato che alla fine s’è messo a ballare con quella civetta di Olga che si crede d’essere chissà chi, capirai… ha due gambe così storte che ci passa una carrozza in mezzo!

Disgusta -            Cosa ci vuoi fare? guarda che anche a me mi sarebbe tanto piaciuto da ballare con Sergio, cosa ti credi?!

Cidiósa -              Eh, sì! magari! quello bada proprio a te!

Disgusta -            Sì, lo so che è un osso duro ma sai: più duro è l’osso più grosso è lo scrocchio! poi, a un certo punto m’ha rivolto anche la parola!

Cidiósa -              Si vede che era ubriaco!

Disgusta -            (Piccata) Nooo! Invece, se lo vuoi proprio saperlo, ha voluto sapere delle cose su noi due!

Cidiósa -              (Interessata) Dai…! davvero?? e cosa t’ha chiesto??

Disgusta -            Eh, mi ha detto: “Ma è vero che voi due siete sorelle gemelle? Non vi assomigliate affatto”

Cidiósa -              (Interessata) E te cosa ci hai risposto? cosa ci hai risposto?

Disgusta -            Eh, io allora ci ho detto: “Per forza, siamo gemelle dizicótiche!” E lui, a quel punto, si è piegato in due dalle risate! Stupido…! cosa ci sarà da ridere se non siamo uguali!

Cidiósa -              Mah! per me s’era fatto parecchi bicchieri!

Disgusta -            Comunque la prossima volta se lo prendo tra lume e scuro lo riduco…

Cidiósa -              (La interrompe ridendo sguaiatamente) Disgusta…! dai…! non dire così!

Disgusta -            (C.s.) Chi se ne frega!

Cidiósa -              Io, invece, una mattata la farei con Glauco!

Disgusta -            Glauco?? cavolo! mi dici niente! quello è il top del top che una può desiderare! Glauco! detto anche “il Principe” perché suo padre c’ha una fabbrica di calzature e lo chiamano “il re della scarpa”!

Cidiósa -              Magari averne uno come lui! oltretutto non è manco fidanzato!

Disgusta -            Lo so. Meglio che non ci pensiamo, va’! (Agitata al solo pensiero, si fa vento in viso con la mano) Ufff, adesso un caffè andasse anche a me. (Grida) Non si può avere un caffè, stamattina?

Cidiósa -              (Grida) Vogliamo un caffè!

Disgusta -            (Grida) Un caffè lungo, tazza piena e bollente!

Matrigna -           (Entra rimproverandole amabilmente) Disgusta! Cidiósa! sarà questa la maniera di starnazzare? Suvvia! non siete mica due pesciarole! guarda lì come state: tutte e due stravaccate su quelle poltrone! Un minimo di creanza! (Le due ragazze si alzano dalle poltrone e si ricompongono) Non vi è ancora entrato in quelle testoline che dovete comportarvi con grazia, soprattutto alla vostra età? Se poi volete trovare un marito e non restare zitelle non potete comportarvi in questa maniera!

Cidiósa -              No, mamma, è che stamattina siamo ancora tutte e due rinc… (Guarda la sorella)

Disgusta -            … insonnolite!

Matrigna -           Se volete un caffè fatevelo fare da Ròdope, no? è compito suo! (Chiama) Ròdope! Ròdope!... ma dove s’è andata a cacciare, quella sciacquetta?

Disgusta -            Boh!

Cidiósa -              Starà bighellonando da qualche parte!

Disgusta -            Oppure è taccata al caminetto come al solito.

Cidiósa -              (Sarcastica) È vero, appena finisce di fare le faccende si mette sempre a sedere vicino al caminetto ed è sempre tutta sporca di cenere.

Disgusta -            A me fa anche un po’ impressione! (Con un sorriso sarcastico) ah, mamma, sai come la chiamiamo, noi??

Matrigna -           Come la chiamate?

Disgusta -            La chiamiamo Cendrella!

Cidiósa -              (Ride anche lei) Ah ah! è vero! la chiamiamo così: Cendrella!

Matrigna -           (Ride anche lei) A causa della cenere? beh, è un soprannome azzeccato! Allora vediamo un po’ se risponde chiamandola così! (Chiama ad alta voce, guardando le figlie che ridono sotto i baffi) Cendrella! Cendrella! (Cendrella entra con una grossa cesta vuota, è trafelata per la corsa ma col sorriso sulle labbra) Allora? dove ti eri intrufolata?

Cendrella -          Scusatemi tanto, sono andata prima a far la spesa e adesso ero qui fuori a stendere i panni.

Matrigna -           Ossignore! ma prima di stendere i panni dovrai preparare il caffè per le tue sorellastre! no?

Cendrella -          Sì, scusate ma il fatto è che loro si alzano una mattina alle dieci, una mattina a mezzogiorno…

Matrigna -           E te devi imparare a organizzarti!

Cidiósa -              Senti da quell’orecchia cosa dice la mamma??

Disgusta -            Ci vuole organizzazione!

Cendrella -          Ma come posso…

Matrigna -           (La interrompe) Ehi! ehi!! non ti permettere di rispondere, sai! perché io ti conosco, mascherina! te sei solamente una sfacciata e una scansafatiche come tuo padre!

Cidiósa -              (Alla madre, con fare piagnucoloso) Ah, e poi, mamma, sai cosa m’ha fatt ieri? Su quella camicetta di pizzo, quella col collo alto e il fiocco per traverso? stirandola ha lasciato una gran piega tutto lungo il fiocco! Me ne sono accorta ieri sera quando ero già uscita! Una vergogna, davanti a tutti…!

Disgusta -            Ah, e l’altro ieri, allora? quando ha dato lo straccio per le scale e non m’ha detto niente…? E io sono rugolata e le ho fatte tutte col… con la schiena che ancora mi fa male! Per me l’ha fatto apposta!

Cendrella -          Disgusta, io non ti farei mai un dispetto così!

Matrigna -           (A Cendrella) Zitta! scugnizza che non sei altro! è questa la gratitudine nei confronti di chi t’ha preso, t’ha allevato e adesso ti fa campare in una casa con tutte le comodità?

Cendrella -          Beh, a dir la verità, questa casa era di mio padre…

Matrigna -           (Si altera) Ma come ti permetti?? spudorata! Chi è che ha sposato tuo padre?? eh? tuo padre ha sposato me! e te dovresti baciare dove cammino, visto che adesso ti faccio restare qui! altrimenti a quest’ora saresti stata già da un bel pezzo a dormire sotto i ponti, se non era per me!

Cidiósa -              A dormire sotto i ponti!

Disgusta -            Se non sarebbe stato per nostra madre!

Cidiósa -              Se non sarebbe!

Cendrella -          Scusate.

Matrigna -           Ecco. (Ironica) allora: adesso la signora contessa è disponibile ad andare a preparare una cuccuma di caffè per le mie ragazze? o ti devono pregare in ginocchio? (Con tono sarcastico)… Cendrella. (Cidiósa e Disgusta ridono sguaiatamente con soddisfazione della madre)

Cendrella -          No, no, vado subito a farlo. (Corre verso la cucina dimenticandosi la cesta dei panni)

Matrigna -           (La blocca gridando) Cendrella!

Cendrella -          Comandi.

Matrigna -           La cesta dei panni!

Cendrella -          Ah, sì, scusate! (Prende la cesta ed esce verso la cucina)

Matrigna -           (Alle due figlie, sottovoce) Comunque voi due dovreste essere contente che v’è capitata la furtuna d’avere una sorellastra! e chi dovete ringraziare, per questo?

Cidiósa e

Disgusta -            (All’unisono) Te, mamma!

Matrigna -           (Avviandosi) Brave! bravissime le mie principessine! (Esce)

 

(Le due ragazze tornano a sbracarsi sulle rispettive poltrone)

 

Cidiósa -              (A Disgusta) Dove andiamo stasera?

Disgusta -            Beatrice m’ha detto che ci si vede a casa sua e che ci sono anche quei ragazzi del borgo!

Cidiósa -              Quelli del borgo?? allora ci sarà anche Baldo con Catullo! cavolo! dovremo metterci in ghingheri!

Disgusta -            Io mi metterò quell’abitino svasato…

Cidiósa -              Quello con la martingala??

Disgusta -            No!! che martingala! quello dove sopra gli metto la fusciacca a colore! poi tiro fuori quella collana che m’ha regalato la mamma per il compleanno!

Cidiósa -              Allora io mi metto…

Cendrella -          (Entra con due tazzine di caffè e le porge, sorridente, alle due sorelle) Ecco il caffè, ragazze.

Disgusta -            E lo porti qui, brutta stracciarola??

Cendrella -          E dove lo devo portare?

Cidiósa -              (Alla sorella) Dove lo deve portare?

Disgusta -            Ehm… ma di sopra in camera nostra! ignoranta! (Alla sorella) Vieni su, Cidi, così mi fai vedere quello che vuoi indossare! (Si avviano entrambe)

Cidiósa -              Sì, sì! (A Cendrella) e portalo in quattro e quattr’otto che se no si fredda! (Escono entrambe seguite in fretta da Cendrella con le tazzine)

Matrigna -           (Entra e chiama ad alta voce) Cendrella! dove ti sei cacciata adesso?? Cendrella! vieni qua che devo dirti due paroline! Cendrella!

Cendrella -          (Rientra di corsa) Comandi.

Matrigna -           Dov’eri andata?

Cendrella -          Ero andata a portare il caffè alle mie sorelle.

Matrigna -           Ricordati, carina, che te non hai due sorelle! te hai due sorellastre! La cosa è ben diversa, intendimi bene!

Cendrella -          Sì.

Matrigna -           Allora… (Controllando se c’è polvere sui mobili e sporcizia per terra) cosa vogliamo fare adesso, la sfaticata fino a stasera?

Cendrella -          No, infatti adesso devo andare a rifare le camere.

Matrigna -           Ma se ci sono le mie figlie che cavolo vuoi rifare?? Invece non è ora di spolverare un po’, in questa casa? Dove pensi di essere in una bettola? eh?

Cendrella -          Ma qui ho spolverato ieri.

Matrigna -           Beh? e la polvere non ricade?... e per terra? non si dà una spazzata con la grazia? Dai, muoviti, che quando torno voglio vedere la casa che luccica come… come…

Cendrella -          … una stella!

Matrigna -           (Avviandosi) Sì, sì! ti do io la stella…! mettiti subito a lavorare, poi vai a preparare da mangiare e quando sono libere rifai le camere. (Uscendo) svelta! Datti una smossa!

Cendrella -          (Va a prendere uno straccetto e si mette a spolverare i mobili ragionando tra sé) E va bene, non sarò la più fortunata di questo mondo perché, a dirla schietta, per finire in una famiglia così bisogna proprio andare a sceglierla nel mazzo! Certo che mi sarebbe piaciuto tanto avere delle sorelle un po’ più aggraziate e io ci metto tutta la mia buona volontà per andare d’accordo ma mi accorgo che è proprio una gara dura. Mah, sarà questione di carattere perché in effetti con una madre come la loro cosa si può pretendere che venga fuori? Le stecche vengono dal ciocco.

 

Però di ‘sta vita mi piace ogni giorno

con tutte le bellezze che si vedono intorno.

Mi piace tanto anche far le faccende,

lavorare al camino cuocere al forno.

 

Anche se vengo un po’ maltrattata

posso dire che son fortunata,

la mia vita per me è una ricchezza

pur se lavoro qui tra la mondezza.

 

Però di ‘sta vita mi piace ogni giorno

con tutte le bellezze che si vedono intorno,

poi se un giorno qualcosa cambierà

la mia vita più bella sarà.

 

(Mentre spolvera trova un foglietto piegato con su scritto: “Per Ròdope”) E questo cos’è? (Legge) “Per Ròdope”… è per me! ormai non c’è più nessuno che mi chiama “Ròdope”, mi chiamano tutti Cendrella! (Lo apre e legge) “Non ricordi che ti dissi che anche da lassù ti sarei stata sempre vicina? Coraggio, Ròdope, non sarà sempre così.” (Si guarda intorno come per trovare sua madre) Mamma…! allora è vero che non ti sei scordata di me! (Riguarda il biglietto) Chissà cosa avrà voluto dire!

 

(Rientrano Cidiósa e Disgusta)

 

Disgusta -            (Torna a stravaccarsi sgraziatamente in poltrona) Adesso puoi andare a rifare il letto.

Cidiósa -              Anche il mio. (Si stravacca sull’altra poltrona)

Cendrella -          Va bene, appena ho finito qui andrò su.

Disgusta -            Mi è venuta una languidezza di stomaco! Mi andrebbe tanto da mettere qualcosa sotto i denti! (Alla sorella) a te no?

Cidiósa -              Sì, anche io ho un languorino qui.

Disgusta -            Cendrella, va’ a fare due panini o qualcosa di buono, giusto per riempire questo buco.

Cendrella -          (Paziente) Va bene, vado a vedere di rimediare qualcosa. (Esce)

Cidiósa -              (Grida) A me qualcosa di dolce!

Disgusta -            (Grida) A me qualcosa di salato!

Cidiósa -              (Alla sorella) Te hai imparato i passi di quel nuovo ballo?

Disgusta -            Della “Ratatuglia”? sì, qualche passo l’ho provato.

Cidiósa -              Fammi vedere come si fa! così stasera non faccio la figura dell’invornita!

 

(Entrambe si alzano e accennando sguaiatamente la musica provano insieme dei buffi passi di danza per la quale si vede chiaramente che sono negate, quindi si ributtano, già stanche, in poltrona)

 

Cendrella -          Ecco qua, ragazze: (Sorridente, porge loro due tartine) due tartine, una dolce e una salata.

Cidiósa -              (La assaggia) Che schifo! ma questa  non è dolce per niente!

Disgusta -            (La assaggia) Ah!! ma quanto sale ci hai messo! non si tiene in bocca!

Cidiósa -              Ma te non sai fare una cosa fatta bene??

Cendrella -          Le ho fatte come sempre.

Disgusta -            Bada a fare le faccende, va’, che è più meglio.

 

(Cendrella prende la scopa e si mette a spazzare sotto lo sguardo sarcastico e divertito delle due sorelle)

 

Cidiósa -              Te sai ballare, Cendrella?

Cendrella -          (Sorridendo, con un po’ di nostalgia) Solo un po’ il valzer.

Disgusta -            (Ride sguaiatamente) Il valzer?? ma quello è un ballo antico come il brodetto! Adesso c’è la Ratatuglia…

Cidiósa -              … c’è la Sgambarlata…

Disgusta -            … il Polverone…

Cidiósa -              … Misismuovelacolita…

Disgusta -            … il Bollirone!

Cendrella -          (Sempre spazzando) Eh, ma voi siete esperte, voi andate sempre alle feste da ballo.

Disgusta -            (Vanagloriandosi) E conosciamo certi pezzi di ragazzi… eh, Cidiósa?

Cidiósa -              (C.s.) Eh sì, non riusciamo a dare il resto!

Cendrella -          (Con sincerità) Be’, dai, sono contenta! Scusate, potete alzare i piedi, per piacere, che spazzo qui sotto?

Disgusta -            (Alzandoli) Certo! se no poi non mi sposo più!

Cidiósa -              (C.s.) Ci mancherebbe altro!

Disgusta -            Ma te, Cendrella, non conosci nessun ragazzo?

Cendrella -          (Sempre spazzando) Come posso conoscere qualcuno se sono sempre qui a lavorare?

Cidiósa -              Hai ragione, poi anche se usciresti...

Disgusta -            Messa come sei messa…

Cendrella -          Eh, lo so, si dovrà avere pazienza. (Trova un altro foglietto in terra e lo intasca furtivamente senza che le sorelle se ne accorgano)

Disgusta -            Sei andata a rifare i letti?

Cendrella -          Ancora no, ci andrò appena ho finito di spazzare qui.

Disgusta -            (Alzandosi dalla poltrona) Allora noi torniamo di sopra.

Cidiósa -              (Alzandosi a sua volta) I letti li rifarai quando… (Guarda la sorella)

Disgusta -            … quando torniamo giù. (Escono entrambe)

Cendrella -          (Rimasta sola, appoggia la scopa, estrae subito il foglietto trovato in terra e lo legge) “Cara Ròdope, non occorre che tu sia una gran ballerina, l’importante è che ti sappia muovere in ogni situazione con grazia ed eleganza.” (Felice, guardandosi attorno sperando di vederla) Grazie mamma, non lo dimenticherò per niente al mondo! (Si rimette a spazzare e lentamente esce di scena mentre entra il Narratore)

Narratore -           Scusate se m’intrometto. Vi ricordate, stamattina, che le due sorelle parlavano d’un certo Glauco, detto anche “il Principe”? beh, succede che questo ragazzo, che ancora non avete conosciuto, proprio oggi s’è messo in testa di dare una gran festa da ballo nella bella villa e di invitare tutt le ragazze dei dintorni, compreso, naturalmente, Disgusta e Cidiósa… (Esce)

 

(Entrano Cidiósa e Disgusta. È pomeriggio)

 

Cidiósa -              Mamma mia! ho mangiato troppi fagioli!

Disgusta -            Perché sei una sgolfanata; ti voglio proprio vedere, stasera da Beatrice, a ballare il Bollirone con quei ragazzi del borgo!

Cidiósa -              Speriamo di fare in tempo a digerirli, quei borlotti!

Disgusta -            Vieni con me, allora, andiamo a fare due passi nel cortile. (Escono)

 

(La scena rimane vuota. Bussano alla porta)

 

Disgusta -            (Grida da fuori) Cendrella!! bussano alla porta!

Cidiósa -              (Grida da fuori) Cendrella!! bussano!!

Cendrella -          (Entra ed esce dalla parte opposta) Vado subito a vedere! (Rientra con Riziero) Prego, si accomodi.

Matrigna -           (Si affaccia) Chi è questo ragazzo?

Riziero -              Buongiorno, signora Robacci, mi chiamo Riziero, avrei bisogno di parlare con Cidiósa e con Disgusta.

Matrigna -           Sì, aspetta un momento che le faccio venire. (Chiama ad alta voce) Cidi! Disgu! c’è un ragazzo che vi vuole!!

 

(Le due sorelle appaiono immediatamente in scena mentre Cendrella si mette in un angolo)

 

Disgusta -            (Smorfiosa, con atteggiamento da vamp) Ciao, Riziero!

Cidiósa -              (C.s.) Ciao!

Matrigna -           (Con aria soddisfatta) Ah, vi conoscete! Bene, bene, allora vi lascio da soli. (Esce)

Cidiósa -              (C.s.) Sei venuto a trovarci?

Riziero -              A dir la verità sono venuto per fare un’ambasciata.

Disgusta -            Un’ambasciata?

Riziero -              Sì, c’è un mio amico, Glauco… lo conoscete?

Cidiósa -              Cavolo!!

Disgusta -            (Dà un’occhiataccia alla sorella poi si rivolge a Riziero con atteggiamento altezzoso) Sssì, l’abbiamo sentito nominare.

Riziero -              Ecco, lui mi ha chiesto se lo potevo aiutare ad andare per le case della zona a invitare le ragazze ad una gran festa che vuol dare stasera nella sua villa.

Cidiósa -              Quella con la piscina e da cui si vede il mare?

Riziero -              Ci siete già state?

Disgusta -            (Sempre altezzosa) No, lo dico così per sentito dire.

Cidiósa -              (C.s.) Cos’è, il suo compleanno?

Riziero -              No, no; il fatto è che… insomma, detto tra noi, Glauco m’ha confidato che s’è stufato di stare da solo, perciò vorrebbe vedere… cioè, se qui intorno ci fosse una ragazza che gli potrebbe piacere.

Cidiósa -              (Sconcertata) Al Principe??

Disgusta -            A… a Glauco??

Riziero -              Eh, sì; allora, anche per fare un conteggio delle persone che ci saranno voleva sapere se voi potete venire.

Disgusta -            (Cercando di contenere l’entusiasmo) Nella… nella sua villa…

Riziero -              Sì.

Cidiósa -              (C.s.)… con la terrazza che dà sul mare…

Riziero -              Eh sì!

Disgusta -            (C.s.) E darà una festa…

Riziero -              (Spazientito) Ragazze, insomma, volete venire sì o no?

Disgusta -            (Alla sorella, con nonchalance) Dobbiamo fare qualcosa, stasera?

Cidiósa -              Mi pare di…

Disgusta -            (La interrompe immediatamente, rivolta a Riziero) No!

Cidiósa -              No no, siamo libere.

Disgusta -            Come uccelline di bosco!

Riziero -              Benissimo, allora riferirò. (Nota Cendrella e la indica) E lei…?

Cidiósa -              Lei cosa? ah, no, lei non c’entra niente.

Cendrella -          (Sorridendo a Riziero) Beh, se quel suo amico vuole invitare tutte…

Disgusta -            (A Cendrella, con un sorrisino di compatimento) Ma tutte quelle normali, no anche… senza offesa…

Cidiósa -              (C.s.)… le smandrappate.

Riziero -              Va bene, fate come volete, Glauco non starà a vedere una più o una meno. Ah, sono ammessi anche i genitori. Vi saluto! (Esce)

Cidiósa -              (Si rivolge a Cendrella come una vipera) Ma te, oltre che essere sciacquetta e sfaticata sei anche ficcanaso e ambiziosa??

Cendrella -          Ma io ho detto solamente…

Matrigna -           (Entra e interrompe Cendrella) Silenzio tutte quante!

Disgusta -            (Euforica) Mamma, sai chi…

Matrigna -           Zitta! ho sentito tutto! Ma sapete, ragazze mie, che questa è l’occasione buona per introdursi nell’alta società?? sapete chi è…

Cidiósa e

Disgusta -            (All’unisono) Lo sappiamo! lo sappiamo!!

Matrigna -           Allora fatela poco lunga che non c’è tempo da perdere! Dovete prepararvi per essere tra le preferite di ‘sto ragazzo che erediterà un impero economico che nemmeno vi immaginate e che se va bene ci potrebbe sistemare tutte quante! (A Cendrella) E te dovrai aiutarle in tutto e per tutto!

Cendrella -          Certamente!

Disgusta -            Allora per stasera altroché il vestitino svasato con la fusciacca! Dobbiamo metterci in pompa magna!

Cidiósa -              Andiamo a frugare nel nostro armadio! Mamma, vieni con noi?

Matrigna -           Sì, sì, ma non fate le cose con tutta ‘sta prescia, dovete prepararvi per bene e con la calma!

 

(Escono tutte e tre)

 

Cendrella -          (Rimasta sola) Certo che almeno per una volta sarebbe piaciuto anche a me andare ad una festa da ballo; poi, da come dicono, questa dovrebbe essere favolosa! (Rassegnata) Comunque, anche se volessi, dove potrei andare senza un vestito decente? Potrò presentarmi fra tutta quella bella gente con il grembiule e la parananza? Mah, sarà per un’altra volta… dai, non pensiamoci più…. però…

 

Sarebbe stato bello

ballare una volta tanto

con un ragazzo tant’e quanto

abbracciati sotto le stelle.

 

Ma son nata per dar lo straccio,

col grembiul, ‘la parananza,

e mi tocca aver pazienza

e di stare in ‘sto mondaccio.

 

Non c’è un Santo, da lassù

che mi stia ad ascoltare.

Io son qui a fantasticare…

meglio non pensarci più.

 

Fata -                   (Appare) Perché non dovresti pensarci più?

Cendrella -          (Si volta, spaventata) Ossignore! lei chi è?

Fata -                   Tu non mi conosci, è vero? Beh, eri tanto piccola! Io sono… una vecchia amica di tua madre e, se vuoi, ti potrò dare una mano io.

Cendrella -          In che senso?

Fata -                   Dimmi la verità, Ròdope, ti piacerebbe andare a quella festa?

Cendrella -          (Con ritrosia) Beh, io non sono mai andata a una festa da ballo, perciò mi piacerebbe così… per curiosità.

Fata -                   (Sorride benevola) Per curiosità, eh? allora stammi a sentire: se adesso vai di sopra in soffitta, troverai un bauletto che apparteneva a tua madre, e lì dentro troverai un suo bellissimo vestito di quando era una ragazza come te, e troverai anche un bel paio di scarpette, così potrai andare anche te alla festa da ballo.

Cendrella -          Ti ringrazio ma questa festa è lontana da qui!

Fata -                   Non ti preoccupare per questo, tutto è possibile! ma mi raccomando solo di una cosa: a mezzanotte in punto dovrai essere assolutamente qui a casa.

Cendrella -          Perché?

Fata -                   Perché a mezzanotte il vestito, le scarpette e la carrozza che ti porterà alla villa spariranno e torneranno dentro al bauletto!

Cendrella -          Ma pensa te...!

Fata -                   Già, lo so ma le cose stanno così. Adesso sbrigati e vai di sopra a vedere quel vestito, dai! (Scompare)

Cendrella -          (Tra sé) Un’amica di mia madre… mah! chiunque sia, perché non approfittarne? (Esce)

 

(Rientrano le due sorelle pronte per il ballo)

 

Cidiósa -              Come sto?

Disgusta -            Sì, sì, per me stai bene, e io…?

Cidiósa -              (La osserva) Sì, mi pare di sì. (Grida) Cendrella!! vieni a darci un consiglio anche te! Cendrella!!

Disgusta -            (Grida) Cendrella!! dico a te! vieni qua!!

Matrigna -           (Entra, anch’essa pronta per il ballo) Quante volte vi devo dire che non si sbraita in questa maniera! (Le osserva compiaciuta) Quanto siete belle, però! farete proprio la vostra bella figura!

Cidiósa -              (Lamentosa) Sì ma abbiamo bisogno che Cendrella viene a darci una mano! è mezz’ora che la chiamiamo!

Matrigna -           (Grida) Cendrella!!

Cendrella -          (Entra) Sono qui. (Resta colpita dai bei vestiti delle due sorelle) Ma, quanto siete belle!! alla festa farete sicuramente un figurone!

Cidiósa -              (Lusingata) Dici?? guardami, Cendrella, mi sta bene l’arconciatura?

Cendrella -          (Osserva entrambe) Aspettate, aspettate; io tirerei su questo ciuffo qui… poi questo… Anche te, Disgusta, fatti aggiustare questa ciocca qui dietro. (Sistema i capelli di entrambe)

Matrigna -           (Osserva la scena) Sì, sì… mi pare che Cendrella abbia azzeccato in pieno la piega che devono avere i vostri capelli.

Cendrella -          (Osserva compiaciuta il suo lavoro) Ecco, così siete proprio belle! adesso posso andare a preparare da mangiare.

Disgusta -            Vorrai scherzare! con tutto quello che ci strafogheremo stasera…!

Cidiósa -              Dobbiamo andare là tutte in linea!

Disgusta -            E con la pancia vuota!

Matrigna -           (A Cendrella) Allora: noi adesso usciamo e visto che oggi non devi preparare la cena e siccome di sopra in camera queste mie ragazze avranno fatto sicuramente un terremoto per provare i vestiti, approfitta per andare a dare una sistemata.

Cendrella -          Va bene.

Matrigna -           E metti a posto anche in camera mia. Su, su!

Cendrella -          Va bene.

 

(Escono tutte e tre. Cendrella, rimasta sola, esce felice di corsa in quinta e rientra subito con in mano il suo bel vestito e le scarpette. Entra la Fata e si pone in un angolo ad osservare Cendrella che si toglie i suoi vecchi stracci e indossa il bel vestito)

 

Fata -                   Fatti aiutare.

Cendrella -          Mi starà bene?

Fata -                   Certamente! hai la stessa corporatura di tua madre quando era ragazza!

Cendrella -          Mamma mia! non sto più nella pelle dalla contentezza!

Fata -                   Su, su, stai calma, Ròdope, stai tranquilla! fatti mettere a posto qui… e qui… (Termina di vestirla) Ecco fatto! (La ammira) sei uno splendore!

Cendrella -          (Felice) Grazie!

Fata -                   Adesso sei proprio pronta per andare alla festa. (La accompagna all’uscita e le indica la carrozza) Guarda là: quella è la carrozza che ti accompagnerà alla villa, ti piace?

Cendrella -          È stupenda!

Fata -                   Ma ricorda bene quello che t’ho detto: devi essere a casa assolutamente per mezzanotte!

 

(Cendrella esce seguita dalla Fata)

 

Il Narratore -       (Entra) Permettetemi di riassumervi brevemente quel che è successo durante la festa: Appena Cendrella è potuta entrare nella villa, Glauco, detto “il Principe”, l’ha subito vista ed è rimasto di stucco, con la bocca aperta, tanto era colpito dalla sua bellezza! L’ha fatta entrare nel salone e appena lei è apparsa s’è fatto un gran silenzio: tutti hanno smesso di ballare, l’orchestra ha smesso di suonare, tutti gli occhi erano rivolti verso di lei, si sentiva solamente a sussurrare: "Quanto è bella!" "Quanto è bella!". Anche il padre di Glauco, il “Re della scarpa”, vecchio e un po’ rimbecillito, non si stancava mai di guardarla. Persino tutte le altre ragazze avevano gli occhi su di lei. Glauco l’ha messa al posto d’onore e poi l’ha invitata a ballare e lei ha ballato con tanta grazia che tutti la ammiravano. Poi è stato servito un gran rinfresco ma Glauco non ha toccato cibo da quanto era preso ad ammirare questa sconosciuta. Pensate che Cendrella s’è messa anche a parlare con le sorelle (che naturalmente non l’avevano riconosciuta) e ha diviso con loro i fiori che le aveva regalato Glauco. Insomma, per lei è stata una festa indimenticabile finché non s’è accorta che mancava un quarto d’ora a mezzanotte! (Esce)

 

(Si sentono dodici rintocchi. Cendrella rientra con i soliti stracci ma affascinata da tutto ciò che ha visto)

 

Cendrella -          (Guardandosi i poveri vestiti che è tornata ad indossare) Sono tornata ad essere Cendrella. Mamma mia, però! non avevo mai visto una meraviglia del genere! Gente elegante e raffinata! un rinfresco da re con le tartine al caviale, col salmone affumicato! le alici marinate che mi piacciono tanto! lo champagne a fiumi!... o era il prosecco? boh, non me ne intendo tanto… però era buono e m’ha fatto girare anche un po’ la testa!! Ma prima di tutto c’è stato il ballo! e proprio lui, Glauco! il prìncipe, m’ha invitato a ballare con lui! (Sospira) Mamma mia, è davvero un ragazzo stupendo! A dir la verità è stato un po’ ‘logorroico ma (Sognante) è anche tanto bello e gentile!

Fata -                   (Compare) Allora? come è andata la festa?

Cendrella -          Oh, non so come ringraziarti! Non avevo mai vissuto un’esperienza così entusiasmante!

Fata -                   Ne sono proprio contenta, Rodope! E lui? il principe…?

Cendrella -          (Timidamente) Beh, lui è proprio un ragazzo da sogno! è gentile, educato, balla bene!... l’unica cosa è che è un pochino appiccicoso.

Fata -                   Oh, non farci caso; non c’è un uomo che non abbia qualche magagna, compresi i principi, di qualunque colore siano: bianch, rossi o azzurri!

Cendrella -          Me lo ricorderò.

Fata -                   Brava! Quello che invece mi ha reso felice è che sei stata giudiziosa e sei tornata a casa prima che scoccasse la mezzanotte!

Cendrella -          Ah, sì, io, per la puntualità, sono sempre stata un orologio svizzero! Solo che… (Mortificata) per la fretta ho fatto un danno!

Fata -                   Sarebbe a dire?

Cendrella -          (C.s.) Be’, nel correre per non far tardi ho perso una scarpa!

Fata -                   Eeeh, cosa vuoi che sia! sarà stato il destino! Ricorda: (Sentenzia) “Una scarpa lascia sempre un’impronta!” (Tra sé) Bella, questa, me la devo ricordare!

Cendrella -          Sei proprio… un angelo!

Fata -                   Non dire stupidaggini, l’angelo sei tu, e per come sei meriteresti tutto il bene di questo mondo! (Si sentono due rintocchi) Porca paletta, son già le due; (Sorridendo) fammi andare a letto perché ho una certa età!

Cendrella -          Grazie ancora! Ti sei comportata come… come una mamma!

Fata -                   (Dopo un attimo di imbarazzo, tende l’orecchio) Sss! stanno arrivando anche le tue sorelle, devo andare!

Cendrella -          Ci rivedremo?

Fata -                   (Sorridendo) Stai tranquilla, un giorno a ci ritroveremo sicuramente.

Cendrella -          Dove?

Fata -                   Eeeh, quante cose vuoi sapere! per ora bada a godere la tua gioventù! (Andandosene) e non farti trovare qui in piedi da loro! Vai a letto anche te! (Scompare) (Cendrella esce di corsa verso le camere)

Cidiósa -              (Entra insieme alla sorella e alla Matrigna. Sono tutte e tre entusiaste ed esaltate per l’esperienza vissuta) Mamma mia che schianto di festa! (Va a gettarsi sulla poltrona) È stata…

Disgusta -            (Gettandosi anche lei sulla poltrona)… Indimenticabile!

Matrigna -           È vero, e anche se non abbiamo ottenuto proprio quello che volevamo, siamo comunque riuscite lo stesso a entrare nell’alta società! Buonanotte, piccole mie, sogni d’oro! (Esce)

Cidiósa -              (Grida) Cendrella!!

Disgusta -            Dai… a quest’ora starà dormendo!

Cidiósa -              Chi se ne frega! (Grida) Cendrella!! scendi giù che ti dobbiamo raccontare tutto!

Disgusta -            Svegliati, Cendrella!!

Cendrella -          (Entra stirandosi e facendo finta di essersi appena svegliata) Cos’è successo, ragazze?

Cidiósa -              Eh!! Cendrella! dovevi essere alla festa! è stata una roba da ricordare finché si campa!

Cendrella -          Sono contenta!

Disgusta -            Ah! non ci saremmo mai stufate di stare lì! Pensa che a un certo momento è arrivata anche una ragazza mai vista prima! Lì per lì ci siamo un po’ scocciate perché ha rovinato la piazza ma a dir la verità…

Cidiósa -              … è vero, sembrava una principessa e tutte abbiamo capito che non si poteva competere con una bellezza così!

Disgusta -            E Glauco non ha fatto altro che guardarla per tutto il tempo, ha ballato sempre con lei e le è stato sempre addosso parlandole continuamente!

Cidiósa -              Si vedeva subito che gli aveva preso una cotta fulminante!

Disgusta -            Ah sì, un’imbarcata che non finisce più! L’unico fatto strano è stato che a un certo punto lei è fuggita via come il vento pochi minuti prima di mezzanotte!

Cidiósa -              È vero! forse s’era stufata di tutte quei salamelecchi di Glauco.

Disgusta -            No, non credo, per me era più spaventata, che altro, e s’è messa a correre tanto forte che lungo il corridoio ha anche perso una scarpa, una scarpina favolosa, e Glauco l’ha raccolta!

Cendrella -          Sono contenta davvero! ma… così per curiosità, sapete come si chiama questa ragazza?

Disgusta -            Cendrella, t’ho detto che non l’abbiamo mai vista da queste parti! Come facciamo a sapere il suo nome!

Cidiósa -              Anche Glauco, il Principe, ha rotto le scatole tutti per sapere chi era e da dove veniva! Due palle…!

Disgusta -            Pensa che ha detto che avrebbe dato chissà cosa per rivederla!

Cidiósa -              … e che se la ritrova grazie a quella scarpina le potrebbe anche chiedere di… (Guarda la sorella)

Disgusta -            … di sposarla!!

Cendrella -          Ah!

Cidiósa -              (Invidiosa) Porca pupazza! certe ragazze hanno tutte le fortune!

Cendrella -          Deve essere bella davvero!

Disgusta -            Questo sì! non c’è niente da dire! Mah, andiamo a letto, adesso, dai, ho un sonno che non sto in piedi.

Cidiósa -              Hai ragione, andiamo a letto che muoio dal sonno! (Entrambe escono senza salutare Cendrella)

Cendrella -          Buonanotte, ragazze! (Tra sé) Beh, almeno stanotte avrò qualcosa da sognare! (Esce)

Narratore -           (Entra) In effetti Glauco aveva proprio perso la testa per Cendrella e dopo che è andata via s’è messo subito d’accordo col suo amico Riziero per fare un’altra volta il giro di tutte le case e trovare quella ragazza che avrebbe sicuramente riconosciuto perché avrebbe calzato quella scarpina deliziosa! Già dalla mattina presto, infatti, erano usciti tutti e due per andare a bussare a tutte le porte di quelle che avevano partecipato alla festa. Guardate cosa è successo… (Esce)

 

Buio

 

Cidiósa -              (Al riaccendersi della luce entra, è mezzo addormentata, si stravacca in poltrona sbadigliando poi grida) Non è pronto il caffè?? (Grida) Cendrella!! hai preparato il caffè?

Disgusta -            (Entra, anch’essa sbadigliando, mezzo addormentata) Cendrella, il caffè!!

Cendrella -          (Da fuori) Ve lo preparo subito! lo volete qui o in camera?

Cidiósa -              (Alla sorella) Dove lo vogliamo?

Disgusta -            (Grida a Cendrella) Portalo qui, no? (Alla sorella) Avrò voglia di tornare di sopra, adesso?? con quello che mi sono rimpinzata ieri sera alla villa ho ancora una pesantezza che non ne posso più!

Cidiósa -              A chi lo dici!

Cendrella -          (Entra in fretta con due tazzine di caffè. Ai piedi ha una sola ciabatta) Ecco qua il caffè caldo! Accidenti, ho perso una ciabatta!

Cidiósa -              (Ride) Ah, è proprio uguale! cosa vuoi fare, come quella bella ragazza di ieri sera?

Disgusta -            (Ride) Lei ha perso una scarpina, te puoi perdere giusto una ciabatta!

Cendrella -          No, è stato per la fretta di venire qui e non far raffreddare il caffè.

Cidiósa -              Sarà invece che sei molto sbadata?

 

(Bussano alla porta)

 

Disgusta -            (A Cendrella) Va’ a vedere chi è. (Cendrella esegue)

Matrigna -           (Si affaccia) Chi è a quest’ora?

Cendrella -          (Rientra, seguita da Riziero che appare esausto) È quel ragazzo di ieri.

Cidiósa -              (Sorpresa, cerca di ricomporsi alla bell’e meglio) Oh, ciao, Riziero!

Disgusta -            (Sorpresa, cerca di ricomporsi alla bell’e meglio) Oh, ciao, Riziero!

Matrigna -           Ma te sei l’amico di Glauco! Lo gradisci un caffè? (A Cendrella) Va’ a preparargli il caffè!

Cendrella -          Subito.

Riziero -              (A Cendrella) Con uno schizzo di mistrà, se è possibile, grazie.

Cendrella -          Sarà fatto. (Esce)

Riziero -              (Sfinito per la stanchezza) Dunque, statemi a sentire: son già due ore che Glauco e io stiamo girando per tutte le case alla ricerca di quella ragazza di ieri sera, quella che alla festa ha perso una scarpa. Glauco è andato proprio fuori di testa e la vuole rivedere a tutti i costi!

Cidiósa -              Allora?

Riziero -              Allora dobbiamo provare quella scarpina nel piede di tutte le ragazze che sono venute alla festa per trovare quella giusta! e io ormai non ne posso più!

Disgusta -            E se a una ragaza gli sta bene la scarpina…?

Cendrella -          (Entra con la tazzina di caffè e la porge a Riziero) Ecco qua il caffè col mistrà!

Riziero -              (A Cendrella) Grazie. (A Disgusta) Eh, Glauco ha detto che ha intenzione da chiederla subito in sposa.

Matrigna -           Davvero??

Cidiósa -              Osteria!

Disgusta -            E dov’è ‘sta scarpa?

Riziero -              Ce l’ha Glauco che adesso la sta provando nella casa qui a fianco.

Cidiósa -              Dove? la casa di Carminia??

Disgusta -            (Ride) Una scarpina come quella, a Carminia, non entra nemmeno con le martellate!

Matrigna -           E dopo che ha finito là passerà qui??

Riziero -              Eh sì, sono venuto apposta, per avvisarvi!

Matrigna -           (Esaltata) Allora ragazze, preparatevi a riceverlo per bene! (A Cendrella) Te, invece, va’ di là e non farti più vedere per un’oretta buona!

Cendrella -          Va bene. (Esce)

 

(Le due ragazze, aiutate dalla madre, sistemano le poltrone per la “messa in prova” della scarpina)

 

Riziero -              Beh, adesso non credo che ci sia bisogno di fare tutto ‘sto teatro.

Matrigna -           C’è bisogno, c’è bisogno!

 

(Bussano alla porta)

 

Cidiósa e

Disgusta -            (All’unisono) È lui!

Glauco -              (Entra) È permesso…? ho visto l’uscio aperto e mi son preso l’ardire di entrare.

Cidiósa e

Disgusta -            (All’unisono, melliflue, alzandosi in piedi) Ciao Glauco!!

Matrigna -           (A Glauco, cerimoniosa) Caro Glauco! Qual buon vento ti mena da queste parti?

Glauco -              Come vi avrà di sicuro anticipato il mio fido amico Riziero, sono impegnato nella spasmodica ricerca della bellissima, meravigliosa ragazza che ho conosciuto iersera alla festa e che purtroppo è svanita tutto d’un botto poco prima che scoccasse la mezzanotte! (Disperato) Oh! qual dolore avverto ognor nel petto! qual travaglio! quale folletto m’agitò tutta notte poiché preso dal timore di mai più ritrovarla!

Matrigna -           (Impaziente) Giunga alla conclusione…

Glauco -              Certamente! quindi, per avere la certezza di averla ritrovata dovrò far provare (Estrae la scarpina) questa deliziosa scarpetta che ella, nella fretta di eclissarsi, ha perduto lungo il corridoio della villa.

Matrigna -           Allora suvvia, Cidi, porgi il tuo piedino al signor Glauco. (Cidiósa agisce)

Glauco -              Prego, signorina Cidiósa, si inginocchi dinanzi a me sì che io possa provare se il suo grazioso piedino imbuca bene in questa scarpetta smarrita iersera.

Matrigna -           (Impaziente, lo interrompe) Suvvia, la infili!

 

(Glauco s’inginocchia davanti a Cidiósa e cerca di infilarle la scarpina che però non le entra)

 

Cidiósa -              Ma com’è possibile che non mi buca?

Riziero -              (A Cidiosa) Per curiosità: che numero porti, (Ironico) di scarpina?

Cidiósa -              Un quarantuino

Matrigna -           (A Cidiosa) Il fatto è che ieri sera hai ballato tanto che il tuo piedino si può essere un po’ gonfiato.

Glauco -              Può essere, signora, però qui rimane fuori tutto il calcagno!

Riziero -              Hai voglia a spingere!

Disgusta -            Allora adesso tocca ma me.

Glauco -              Prego, signorina Disgusta, si inginocchi anche lei dinanzi a me sì che io possa provare se il suo grazioso piedino imbuca bene in questa scarpetta smarrita iersera.

Matrigna -           (Impaziente, lo interrompe) Suvvia, la infili!

 

(Glauco s’inginocchia davanti a Cidiósa e cerca di infilarle la scarpina che però non le entra)

 

Disgusta -            Porca vigliacca, non mi entra per un pelo!

Riziero -              (Tra sé, ironicamente) Sì, per un pelo…!

Matrigna -           Si potrebbe provare nell’altro piede.

Glauco -              Ma signora, la fanciulla dei miei sogni ha smarrito solamente la scarpa sinistra! se gliela metto nel destro essa sicuramente non entra!

Matrigna -           (Avvilita) Ha ragione anche lei.

Glauco -              Mi dispiace, ragazze, ma nessuna di voi due è colei alla quale è scivolata via la scarpina. (Drammatico) Oh, me misero! e dir che la sto cercando in tutti gli angoli della città!

Cidiósa -              Cosa? la scarpina?

Glauco -              Ma no, la fanciulla!

Cidiósa -              Ah!

Disgusta -            (Sottovoce, a Cidiósa) Scema!

Glauco -              Giunto a ‘sto punto non mi resta che lasciare questa magione e avviarmi per altre contrade ma con la certezza che prima o poi imbroccherò la giusta proprietaria di questa deliziosa calzatura!

Matrigna -           (Si scusa con Glauco) Siamo davvero molto costipate e ci dispiace tanto che non abbiamo potuto soddisfare i suoi desideri.

Glauco -              Dispiace anche a me, mia gentile signora! ma a ‘sto punto non ci rimane che cedere le armi e attaccargli una pezza a colore!

Riziero -              (Si intromette) Scusate se m’intrometto ma, quella ragazza di prima…?

Cidiósa -              Che ragazza?

Riziero -              Quella che m’ha fatto il caffè.

Disgusta -            Ah! Cendrella? no, lei non c’entra niente, non è nemmeno venuta, alla festa!

Cidiósa -              Figurati!

Glauco -              Comprendo; ignorava, ella, l’invito che rivolsi iersera.

Disgusta -            Eh, lei, poi, vive in ciabatte!

Cidiósa -              (Ride) Solo quelle, può perdere!

Riziero -              (Lo interrompe) Ascoltate, a me già fan male i piedi a forza di andare da una casa all’altra, perciò, visto che siamo qui, approfittiamo e controlliamo anche lei per piacere! (A Glauco) dovessimo, poi, tornare indietro…!

Glauco -              (Gli pone una mano sulla spalla) Hai ragione, mio fido amico! or dunque, allora, fate venire anche questa ragazza, per piacere, sì che io possa approfittare e provare anche con lei!

Matrigna -           Mah, se proprio volete approfittare…

Glauco -              Ma certo! ne approfitterò!

Matrigna -           Allora la chiamerò. (Chiama) Cendrella!!

Cidiósa e

Disgusta -            (All’unisono) Cendrella! vieni qua!

Cendrella -          (Entra. Indossa l’abito da ballo, zoppica perché ha solo una scarpetta) Mi avete chiamato??

 

(Tutti restano a bocca aperta, Glauco e Riziero estasiati e le donne incredule per la bellezza di Cendrella)

 

Cidiósa,

Disgusta e

la Matrigna -       (All’unisono) La ragazza del ballo!!

Cendrella -          (Sorridendo dolcemente) No, sono Cendrella!

Glauco -              (Senza distoglierle gli occhi di dosso) Ti chiami… Cendrella?

Cendrella -          Beh, il mio vero nome sarebbe Ròdope.

Glauco -              (In estasi) Ròdope… un nome non comune ma dolce! Prego, signorina Ròdope, si inginocchi anche lei dinanzi a me sì che io possa avere la certezza adamantina che il suo grazioso piedino sia il legittimo possessore di questa scarpetta spaiata e smarrita iersera dalla deliziosa fanciulla che giammai…

Cendrella -          (Lo interrompe, mentre si siede) Principe…

Glauco -              Sì…?

Cendrella -          Ne sono lusingata ma tagli corto.

Glauco -              Oh, sì, certamente.

 

(Glauco s’inginocchia davanti a Cendrella e le infila la scarpina che le calza alla perfezione, in quello stesso momento appare la Fata che però nessuno può vedere)

 

Glauco -              (Rivolto a tutti) Infatti le calza a pennello! È andata su come un guanto! (A Cendrella) Allora sei davvero tu!!

Cidiósa,

Disgusta e

la Matrigna -       (All’unisono) È davvero lei!!

Glauco -              (Le prende le mani) Oh! sei tu, or dunque, la bella fanciulla che appena scorta da in cima allo scalone mi ha lasciato siccome un allocco colpito dalla sua bellezza! e che nella calda bruma di iersera era la sola frescura che mi rincuorava e rinfrescava questo mio cuore ardente! (A tutti i presenti che cominciano a dare segni di stanchezza) Oh! lasciatemi riprendere fiato, poiché alla sua vista sto ancora ansimando per la grande emozione! Dolce Ròdope! io ancora mi domando e dico: perché iersera sei fuggita come un lampo sul far della mezzanotte? Io pensai ad un attacco di sonno! Dimmi, mia cara, che la cagione fu quella e non un rifiuto delle mie attenzioni nei tuoi confronti!

Matrigna -           (Sottovoce, a Cendrella) Digli che non era per quello.

Cendrella -          No, Glauco, non era per quello.

Glauco -              Oh, allora lasciami gioire della gioia d’averti ritrovata e se anche tu provi almeno un pizzico del sentimento che io provo per te… mi basta che tu faccia un fischio e io sarò tuo!

Cidiósa e

Disgusta -            (All’unisono, ormai sfinite dal discorso di Glauco) Per carità, fagli ‘sto fischio!

Cendrella -          Non ti faccio il fischio perché non so fischiare ma ti dico che accetto di buon grado la tua proposta!

Glauco -              (Aulico) Oh, qual fausto giorno è questo per me! un giorno lucente come quando il sole, dopo la incessante pioggia, trafigge le nuvole e torna a splendere rincuorando ognuno col suo calore! ed ora il mio cuore sta palpitando siccome…

Riziero -              (Lo interrompe amichevolmente) Smettila, Glauco, ti ha detto di sì!

Glauco -              Hai ragione, amico mio, ad ogni modo (A Cendrella) preparati, mia eterea fringuella, chè col permesso della tua famiglia vorrei portarti a vivere insieme a me.

Cidiósa,

Disgusta e

la Matrigna -       (All’unisono) In quella villa??

Glauco -              (Timoroso) Perché, non vi aggrada?

Matrigna -           Beh, sì…

Cendrella -          Però, Glauco, visto che questa è la mia famiglia, non potrebbero venire anche loro a stare a casa tua? o chiedo troppo?

Glauco -              Ma certo che possono venire tutte quante! Nella nostra villa c’è posto per tutti! Più gente c’è…

Riziero -              (Tra sé)… più bestie si vedono.

Matrigna -           (Riconoscente) Grazie… Ròdope.

Cidiósa e

Disgusta -            (All’unisono) Grazie… sorellina!

Glauco -              Andiamo, orsù!

Cidiósa -              (A Disgusta, avviandosi) Andiamo…?

Disgusta -            “Orsù”, ha detto così perché la villa è in cima al colle.

Cidiósa -              Ah, be’!

 

(Escono tutti tranne Cendrella, Glauco e la Fata)

 

Glauco -              Vivremo sicuramente tutti felici e contenti!

Cendrella -          Ne sono convinta ma, per piacere, Glauco, non essere così ossessivo! (Escono insieme alla Fata mentre entra il Narratore)

Narratore -           Gentili Signore e Signori, sono entrato per l’ultima volta solamente per dirvi la morale di questa storia: che la bellezza, sia per gli uomini che per le donne, è un tesoro prezioso, ma c’è un tesoro ancora più prezioso: è la grazia, il carattere e la buona educazione insegnata dai genitori che col loro esempio ci resteranno sempre vicini. (S’inchina) Signore e Signori… vivete felici e contenti!

 

Buio

 

Sipario