Cendrella
di
Paolo Cappelloni
da
Cendrillon
di Charles Perrault
Personaggi
Cendrella
Sig.ra Robacci (matrigna)
Cidiósa (sorellastra)
Disgusta (sorellastra)
Glauco (detto “il
Principe”)
Riziero (amico di Glauco)
La Fata
Il Narratore
La scena si svolge nel
soggiorno di una modesta casa in un periodo imprecisato. Ci sono due uscite:
una verso l’esterno e una verso l’interno della casa. L’arredamento è a piacere
della regia. Sono necessarie due vecchie poltroncine.
Il linguaggio delle due sorellastre è costellato di
sfondoni.
(TUTELA
SIAE)
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rappresentazione dichiarare alla SIAE il titolo originale.
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All’aprirsi del sipario
la scena è vuota. Entra il Narratore.
Narratore - Signore e
Signori, buonasera; sono il narratore di questa favola che, come tuttle le
favole che si rispettino, comincia con “C’era ‘na volta”, perciò… cominciamo
così: C’era una volta, in un piccolo quartiere di una piccola città italiana, una
brava donna che si era ammalata. Prima di morire chiamò la figlia, che si
chiamava Ròdope e che ancora era piccola piccola, e le disse: – Figlia mia, mi
raccomando, sii sempre buona e gentile con tutti e stai tranquilla perché io, anche
da lassù, ti sarò sempre vicina. – Passato un anno, suo padre si risposò e questa
nuova moglie aveva due figlie; erano due belle ragazze ma erano anche antipatiche
da far paura! Sfortunatamente poco tempo dopo morì anche il padre e da quel momento
la matrigna mostrò la sua vera natura: era di una cattiveria da far paura ed
era anche invidiosa della dolcezza e della bontà della sua figliastra perché di
fronte a lei, le sue due figlie, Cidiósa e Disgusta, risultavano ancora più antipatiche
e prepotenti di quello che erano. In più, loro avevano sempre bei vestiti
mentre quella povera ragazza era costretta a vestirsi sempre di stracci: portava
solamente una maglietta e un grembiulino e doveva fare tutti i lavori più pesanti.
Insomma, per questa ragazzina era cominciato un gran brutto periodo. Comunque,
a voi, Signore e Signori, auguro buon divertimento. (Esce)
Cidiósa - (Entra, è mezzo addormentata, si stravacca in poltrona e grida) Non è pronto
il caffè?? Non c’è nessuno che ha fatto il caffè in ‘sta casa?? ne voglio una
tazza piena se no stamattina vado via di testa!
Disgusta - (Entra, anch’essa mezzo addormentata) Che cavolo sbraiti la mattina
presto?? non sai stare due minuti senza caffè??
Cidiósa - Manco per sogno! sono ancora tutta rincoglionita!
Disgusta - (Sbadigliando) Per forza, ieri notte
abbiamo fatto le ore piccole!
Cidiósa - È vero,
stanotte abbiamo fatto le orine.
Disgusta - (Ride sguaiatamente) Scema! Te,
ad ogni modo, quando fai tardi, la mattina dopo ci vogliono le cannonate per farti
scendere dal mondo della luna!
Cidiósa - Eh, lo so! guarda un po’… c’ho le
borse…?
Disgusta - Dove?
Cidiósa - Sotto gli occhi!
Disgusta - (La
osserva) Alla faccia delle borse! quelle non sono due borse, sono due
sacchi della mondezza!
Cidiósa - Scema! ma ti sei guardata allo
specchio?? c’hai due occhi che sembrano due vongole andate a male!
Disgusta - Sì, lo so, stasera, quando torno a letto
ci metto sopra due fette di cetriolo, così si sfiammano!
Cidiósa - (Sognante) Però quel ragazzo nuovo di ieri sera era davvero da
sballo! peccato che alla fine s’è messo a ballare con quella civetta di Olga
che si crede d’essere chissà chi, capirai… ha due gambe così storte che ci
passa una carrozza in mezzo!
Disgusta - Cosa ci vuoi fare? guarda che anche a
me mi sarebbe tanto piaciuto da ballare con Sergio, cosa ti credi?!
Cidiósa - Eh, sì! magari! quello bada proprio
a te!
Disgusta - Sì, lo so che è un osso duro ma sai:
più duro è l’osso più grosso è lo scrocchio! poi, a un certo punto m’ha rivolto
anche la parola!
Cidiósa - Si vede che era ubriaco!
Disgusta - (Piccata)
Nooo! Invece, se lo vuoi proprio saperlo, ha voluto sapere delle cose su noi
due!
Cidiósa - (Interessata) Dai…! davvero?? e cosa t’ha chiesto??
Disgusta - Eh, mi ha detto: “Ma è vero che voi due
siete sorelle gemelle? Non vi assomigliate affatto”
Cidiósa - (Interessata) E te cosa ci hai risposto? cosa ci hai risposto?
Disgusta - Eh, io allora ci ho detto: “Per
forza, siamo gemelle dizicótiche!” E lui, a quel punto, si è piegato in due dalle
risate! Stupido…! cosa ci sarà da ridere se non siamo uguali!
Cidiósa - Mah! per me s’era fatto parecchi
bicchieri!
Disgusta - Comunque la prossima volta se lo
prendo tra lume e scuro lo riduco…
Cidiósa - (La interrompe ridendo sguaiatamente) Disgusta…! dai…! non dire così!
Disgusta - (C.s.)
Chi se ne frega!
Cidiósa - Io, invece, una mattata la farei con
Glauco!
Disgusta - Glauco?? cavolo! mi dici niente! quello
è il top del top che una può desiderare! Glauco! detto anche “il Principe” perché
suo padre c’ha una fabbrica di calzature e lo chiamano “il re della scarpa”!
Cidiósa - Magari averne uno come lui! oltretutto
non è manco fidanzato!
Disgusta - Lo so. Meglio che non ci pensiamo,
va’! (Agitata al solo pensiero, si fa
vento in viso con la mano) Ufff, adesso un caffè andasse anche a me. (Grida) Non si può avere un caffè, stamattina?
Cidiósa - (Grida) Vogliamo un caffè!
Disgusta - (Grida)
Un caffè lungo, tazza piena e bollente!
Matrigna - (Entra rimproverandole amabilmente) Disgusta! Cidiósa! sarà questa la
maniera di starnazzare? Suvvia! non siete mica due pesciarole! guarda lì come
state: tutte e due stravaccate su quelle poltrone! Un minimo di creanza! (Le due ragazze si alzano dalle poltrone e si
ricompongono) Non vi è ancora entrato in quelle testoline che dovete
comportarvi con grazia, soprattutto alla vostra età? Se poi volete trovare un
marito e non restare zitelle non potete comportarvi in questa maniera!
Cidiósa - No, mamma, è che stamattina siamo
ancora tutte e due rinc… (Guarda la
sorella)
Disgusta - … insonnolite!
Matrigna - Se volete un caffè fatevelo fare da Ròdope,
no? è compito suo! (Chiama) Ròdope! Ròdope!...
ma dove s’è andata a cacciare, quella sciacquetta?
Disgusta - Boh!
Cidiósa - Starà bighellonando da qualche parte!
Disgusta - Oppure è taccata al caminetto come al
solito.
Cidiósa - (Sarcastica) È vero, appena finisce di fare le faccende si mette
sempre a sedere vicino al caminetto ed è sempre tutta sporca di cenere.
Disgusta - A me fa anche un po’ impressione! (Con un sorriso sarcastico) ah, mamma, sai
come la chiamiamo, noi??
Matrigna - Come la chiamate?
Disgusta - La chiamiamo Cendrella!
Cidiósa - (Ride anche lei) Ah ah! è vero! la chiamiamo così: Cendrella!
Matrigna - (Ride
anche lei) A causa della cenere? beh, è un soprannome azzeccato! Allora vediamo
un po’ se risponde chiamandola così! (Chiama
ad alta voce, guardando le figlie che ridono sotto i baffi) Cendrella!
Cendrella! (Cendrella entra con una grossa cesta vuota, è
trafelata per la corsa ma col sorriso sulle labbra) Allora? dove ti eri
intrufolata?
Cendrella - Scusatemi tanto, sono andata prima a far
la spesa e adesso ero qui fuori a stendere i panni.
Matrigna - Ossignore! ma prima di stendere i panni
dovrai preparare il caffè per le tue sorellastre! no?
Cendrella - Sì, scusate ma il fatto è che loro si
alzano una mattina alle dieci, una mattina a mezzogiorno…
Matrigna - E te devi imparare a organizzarti!
Cidiósa - Senti da quell’orecchia cosa dice
la mamma??
Disgusta - Ci vuole organizzazione!
Cendrella - Ma come posso…
Matrigna - (La
interrompe) Ehi! ehi!! non ti permettere di rispondere, sai! perché io ti conosco,
mascherina! te sei solamente una sfacciata e una scansafatiche come tuo padre!
Cidiósa - (Alla madre, con fare piagnucoloso) Ah, e poi, mamma, sai cosa m’ha
fatt ieri? Su quella camicetta di pizzo, quella col collo alto e il fiocco per
traverso? stirandola ha lasciato una gran piega tutto lungo il fiocco! Me ne
sono accorta ieri sera quando ero già uscita! Una vergogna, davanti a tutti…!
Disgusta - Ah, e l’altro ieri, allora? quando ha
dato lo straccio per le scale e non m’ha detto niente…? E io sono rugolata e le
ho fatte tutte col… con la schiena che ancora mi fa male! Per me l’ha fatto apposta!
Cendrella - Disgusta, io non ti farei mai un dispetto
così!
Matrigna - (A
Cendrella) Zitta! scugnizza che non sei altro! è questa la gratitudine nei
confronti di chi t’ha preso, t’ha allevato e adesso ti fa campare in una casa con
tutte le comodità?
Cendrella - Beh, a dir la verità, questa casa era di
mio padre…
Matrigna - (Si
altera) Ma come ti permetti?? spudorata! Chi è che ha sposato tuo padre?? eh?
tuo padre ha sposato me! e te dovresti baciare dove cammino, visto che adesso ti
faccio restare qui! altrimenti a quest’ora saresti stata già da un bel pezzo a dormire
sotto i ponti, se non era per me!
Cidiósa - A dormire sotto i ponti!
Disgusta - Se non sarebbe stato per nostra madre!
Cidiósa - Se non sarebbe!
Cendrella - Scusate.
Matrigna - Ecco. (Ironica) allora: adesso la signora contessa è disponibile ad andare
a preparare una cuccuma di caffè per le mie ragazze? o ti devono pregare in
ginocchio? (Con tono sarcastico)… Cendrella.
(Cidiósa e Disgusta ridono sguaiatamente
con soddisfazione della madre)
Cendrella - No, no, vado subito a farlo. (Corre verso la cucina dimenticandosi la
cesta dei panni)
Matrigna - (La
blocca gridando) Cendrella!
Cendrella - Comandi.
Matrigna - La cesta dei panni!
Cendrella - Ah, sì, scusate! (Prende la cesta ed esce verso la
cucina)
Matrigna - (Alle
due figlie, sottovoce) Comunque voi due dovreste essere contente che v’è
capitata la furtuna d’avere una sorellastra! e chi dovete ringraziare, per questo?
Cidiósa e
Disgusta - (All’unisono)
Te, mamma!
Matrigna - (Avviandosi)
Brave! bravissime le mie principessine! (Esce)
(Le due ragazze tornano a sbracarsi sulle rispettive poltrone)
Cidiósa - (A Disgusta) Dove andiamo stasera?
Disgusta - Beatrice m’ha detto che ci si vede a casa
sua e che ci sono anche quei ragazzi del borgo!
Cidiósa - Quelli del borgo?? allora ci sarà anche
Baldo con Catullo! cavolo! dovremo metterci in ghingheri!
Disgusta - Io mi metterò quell’abitino svasato…
Cidiósa - Quello con la martingala??
Disgusta - No!! che martingala! quello dove
sopra gli metto la fusciacca a colore! poi tiro fuori quella collana che m’ha regalato
la mamma per il compleanno!
Cidiósa - Allora io mi metto…
Cendrella - (Entra con due tazzine di caffè e le porge, sorridente, alle due sorelle)
Ecco il caffè, ragazze.
Disgusta - E lo porti qui, brutta stracciarola??
Cendrella - E dove lo devo portare?
Cidiósa - (Alla sorella) Dove lo deve portare?
Disgusta - Ehm… ma di sopra in camera nostra! ignoranta!
(Alla sorella) Vieni su, Cidi, così mi
fai vedere quello che vuoi indossare! (Si
avviano entrambe)
Cidiósa - Sì, sì! (A Cendrella) e portalo in quattro e quattr’otto che se no si fredda!
(Escono
entrambe seguite in fretta da Cendrella con le tazzine)
Matrigna - (Entra e chiama ad alta voce) Cendrella! dove ti sei cacciata adesso?? Cendrella!
vieni qua che devo dirti due paroline! Cendrella!
Cendrella - (Rientra di corsa) Comandi.
Matrigna - Dov’eri andata?
Cendrella - Ero andata a portare il caffè alle mie
sorelle.
Matrigna - Ricordati, carina, che te non hai due
sorelle! te hai due sorellastre! La cosa è ben diversa, intendimi bene!
Cendrella - Sì.
Matrigna - Allora… (Controllando se c’è polvere sui mobili e sporcizia per terra) cosa
vogliamo fare adesso, la sfaticata fino a stasera?
Cendrella - No, infatti adesso devo andare a rifare
le camere.
Matrigna - Ma se ci sono le mie figlie che cavolo
vuoi rifare?? Invece non è ora di spolverare un po’, in questa casa? Dove pensi
di essere in una bettola? eh?
Cendrella - Ma qui ho spolverato ieri.
Matrigna - Beh? e la polvere non ricade?... e per
terra? non si dà una spazzata con la grazia? Dai, muoviti, che quando torno
voglio vedere la casa che luccica come… come…
Cendrella - … una stella!
Matrigna - (Avviandosi)
Sì, sì! ti do io la stella…! mettiti subito a lavorare, poi vai a preparare da mangiare
e quando sono libere rifai le camere. (Uscendo) svelta! Datti una smossa!
Cendrella - (Va
a prendere uno straccetto e si mette a spolverare i mobili ragionando tra sé)
E va bene, non sarò la più fortunata di questo mondo perché, a dirla schietta,
per finire in una famiglia così bisogna proprio andare a sceglierla nel mazzo! Certo
che mi sarebbe piaciuto tanto avere delle sorelle un po’ più aggraziate e io ci
metto tutta la mia buona volontà per andare d’accordo ma mi accorgo che è proprio
una gara dura. Mah, sarà questione di carattere perché in effetti con una madre
come la loro cosa si può pretendere che venga fuori? Le stecche vengono dal ciocco.
Però di ‘sta
vita mi piace ogni giorno
con tutte le
bellezze che si vedono intorno.
Mi piace
tanto anche far le faccende,
lavorare al camino
cuocere al forno.
Anche se
vengo un po’ maltrattata
posso dire
che son fortunata,
la mia vita per
me è una ricchezza
pur se
lavoro qui tra la mondezza.
Però di ‘sta
vita mi piace ogni giorno
con tutte le
bellezze che si vedono intorno,
poi se un giorno
qualcosa cambierà
la mia vita
più bella sarà.
(Mentre
spolvera trova un foglietto piegato con su scritto: “Per Ròdope”) E questo cos’è?
(Legge) “Per Ròdope”… è per me! ormai
non c’è più nessuno che mi chiama “Ròdope”, mi chiamano tutti Cendrella! (Lo apre e legge) “Non ricordi che ti
dissi che anche da lassù ti sarei stata sempre vicina? Coraggio, Ròdope,
non sarà sempre così.” (Si guarda intorno
come per trovare sua madre) Mamma…! allora è vero che non ti sei scordata di
me! (Riguarda il biglietto) Chissà cosa
avrà voluto dire!
(Rientrano Cidiósa e Disgusta)
Disgusta - (Torna
a stravaccarsi sgraziatamente in poltrona) Adesso puoi andare a rifare il
letto.
Cidiósa - Anche il mio. (Si stravacca sull’altra poltrona)
Cendrella - Va bene, appena ho finito qui andrò su.
Disgusta - Mi è venuta una languidezza di
stomaco! Mi andrebbe tanto da mettere qualcosa sotto i denti! (Alla sorella) a te no?
Cidiósa - Sì, anche io ho un languorino qui.
Disgusta - Cendrella, va’ a fare due panini o qualcosa
di buono, giusto per riempire questo buco.
Cendrella - (Paziente)
Va bene, vado a vedere di rimediare qualcosa. (Esce)
Cidiósa - (Grida) A me qualcosa di dolce!
Disgusta - (Grida)
A me qualcosa di salato!
Cidiósa - (Alla sorella) Te hai imparato i passi di quel nuovo ballo?
Disgusta - Della “Ratatuglia”? sì, qualche passo
l’ho provato.
Cidiósa - Fammi vedere come si fa! così
stasera non faccio la figura dell’invornita!
(Entrambe si alzano
e accennando sguaiatamente la musica provano insieme dei buffi passi di danza
per la quale si vede chiaramente che sono negate, quindi si ributtano, già
stanche, in poltrona)
Cendrella - Ecco qua, ragazze: (Sorridente, porge loro due tartine) due
tartine, una dolce e una salata.
Cidiósa - (La assaggia) Che schifo! ma questa non è dolce per niente!
Disgusta - (La
assaggia) Ah!! ma quanto sale ci hai messo! non si tiene in bocca!
Cidiósa - Ma te non sai fare una cosa fatta
bene??
Cendrella - Le ho fatte come sempre.
Disgusta - Bada a fare le faccende, va’, che è più
meglio.
(Cendrella prende
la scopa e si mette a spazzare sotto lo sguardo sarcastico e divertito delle
due sorelle)
Cidiósa - Te sai ballare, Cendrella?
Cendrella - (Sorridendo,
con un po’ di nostalgia) Solo un po’ il valzer.
Disgusta - (Ride
sguaiatamente) Il valzer?? ma quello è un ballo antico come il brodetto! Adesso
c’è la Ratatuglia…
Cidiósa - … c’è la Sgambarlata…
Disgusta - … il Polverone…
Cidiósa - … Misismuovelacolita…
Disgusta - … il Bollirone!
Cendrella - (Sempre
spazzando) Eh, ma voi siete esperte, voi andate sempre alle feste da ballo.
Disgusta - (Vanagloriandosi)
E conosciamo certi pezzi di ragazzi… eh, Cidiósa?
Cidiósa - (C.s.) Eh sì, non riusciamo a dare il resto!
Cendrella - (Con
sincerità) Be’, dai, sono contenta! Scusate, potete alzare i piedi, per
piacere, che spazzo qui sotto?
Disgusta - (Alzandoli)
Certo! se no poi non mi sposo più!
Cidiósa - (C.s.) Ci mancherebbe altro!
Disgusta - Ma te, Cendrella, non conosci nessun
ragazzo?
Cendrella - (Sempre
spazzando) Come posso conoscere qualcuno se sono sempre qui a lavorare?
Cidiósa - Hai ragione, poi anche se usciresti...
Disgusta - Messa come sei messa…
Cendrella - Eh, lo so, si dovrà avere pazienza. (Trova un altro foglietto in terra e lo
intasca furtivamente senza che le sorelle se ne accorgano)
Disgusta - Sei andata a rifare i letti?
Cendrella - Ancora no, ci andrò appena ho finito di
spazzare qui.
Disgusta - (Alzandosi
dalla poltrona) Allora noi torniamo di sopra.
Cidiósa - (Alzandosi a sua volta) I letti li rifarai quando… (Guarda la sorella)
Disgusta - … quando torniamo giù. (Escono
entrambe)
Cendrella - (Rimasta
sola, appoggia la scopa, estrae subito il foglietto trovato in terra e lo legge)
“Cara Ròdope, non occorre che tu sia una gran ballerina, l’importante è che ti
sappia muovere in ogni situazione con grazia ed eleganza.” (Felice, guardandosi attorno sperando di
vederla) Grazie mamma, non lo dimenticherò per niente al mondo! (Si rimette a spazzare e lentamente esce di scena mentre entra il Narratore)
Narratore - Scusate se
m’intrometto. Vi ricordate, stamattina, che le due sorelle parlavano d’un certo
Glauco, detto anche “il Principe”? beh, succede che questo ragazzo, che ancora non
avete conosciuto, proprio oggi s’è messo in testa di dare una gran festa da
ballo nella bella villa e di invitare tutt le ragazze dei dintorni, compreso, naturalmente,
Disgusta e Cidiósa… (Esce)
(Entrano Cidiósa e Disgusta. È pomeriggio)
Cidiósa - Mamma mia! ho mangiato troppi fagioli!
Disgusta - Perché sei una sgolfanata; ti voglio
proprio vedere, stasera da Beatrice, a ballare il Bollirone con quei ragazzi
del borgo!
Cidiósa - Speriamo di fare in tempo a digerirli,
quei borlotti!
Disgusta - Vieni con me, allora, andiamo a fare
due passi nel cortile. (Escono)
(La scena rimane vuota. Bussano alla porta)
Disgusta - (Grida
da fuori) Cendrella!! bussano alla porta!
Cidiósa - (Grida da fuori) Cendrella!! bussano!!
Cendrella - (Entra ed esce dalla parte opposta) Vado subito a vedere! (Rientra con Riziero)
Prego, si accomodi.
Matrigna - (Si affaccia) Chi è questo ragazzo?
Riziero - Buongiorno, signora Robacci, mi
chiamo Riziero, avrei bisogno di parlare con Cidiósa e con Disgusta.
Matrigna - Sì, aspetta un momento che le faccio
venire. (Chiama ad alta voce) Cidi!
Disgu! c’è un ragazzo che vi vuole!!
(Le due sorelle appaiono
immediatamente in scena mentre
Cendrella si mette in un angolo)
Disgusta - (Smorfiosa,
con atteggiamento da vamp) Ciao, Riziero!
Cidiósa - (C.s.) Ciao!
Matrigna - (Con
aria soddisfatta) Ah, vi conoscete! Bene, bene, allora vi lascio da soli. (Esce)
Cidiósa - (C.s.) Sei venuto a trovarci?
Riziero - A dir la verità sono venuto per
fare un’ambasciata.
Disgusta - Un’ambasciata?
Riziero - Sì, c’è un mio amico, Glauco… lo
conoscete?
Cidiósa - Cavolo!!
Disgusta - (Dà
un’occhiataccia alla sorella poi si rivolge a Riziero con atteggiamento altezzoso)
Sssì, l’abbiamo sentito nominare.
Riziero - Ecco, lui mi ha chiesto se lo
potevo aiutare ad andare per le case della zona a invitare le ragazze ad una
gran festa che vuol dare stasera nella sua villa.
Cidiósa - Quella con la piscina e da cui si
vede il mare?
Riziero - Ci siete già state?
Disgusta - (Sempre
altezzosa) No, lo dico così per sentito dire.
Cidiósa - (C.s.) Cos’è, il suo compleanno?
Riziero - No, no; il fatto è che… insomma, detto
tra noi, Glauco m’ha confidato che s’è stufato di stare da solo, perciò vorrebbe
vedere… cioè, se qui intorno ci fosse una ragazza che gli potrebbe piacere.
Cidiósa - (Sconcertata) Al Principe??
Disgusta - A… a Glauco??
Riziero - Eh, sì; allora, anche per fare un
conteggio delle persone che ci saranno voleva sapere se voi potete venire.
Disgusta - (Cercando
di contenere l’entusiasmo) Nella… nella sua villa…
Riziero - Sì.
Cidiósa - (C.s.)… con la terrazza che dà sul mare…
Riziero - Eh sì!
Disgusta - (C.s.)
E darà una festa…
Riziero - (Spazientito) Ragazze, insomma, volete venire sì o no?
Disgusta - (Alla
sorella, con nonchalance) Dobbiamo fare qualcosa, stasera?
Cidiósa - Mi pare di…
Disgusta - (La
interrompe immediatamente, rivolta a Riziero) No!
Cidiósa - No no, siamo libere.
Disgusta - Come uccelline di bosco!
Riziero - Benissimo, allora riferirò. (Nota Cendrella e la indica) E lei…?
Cidiósa - Lei cosa? ah, no, lei non c’entra niente.
Cendrella - (Sorridendo
a Riziero) Beh, se quel suo amico vuole invitare tutte…
Disgusta - (A
Cendrella, con un sorrisino di compatimento) Ma tutte quelle normali, no anche…
senza offesa…
Cidiósa - (C.s.)… le smandrappate.
Riziero - Va bene, fate come volete, Glauco non
starà a vedere una più o una meno. Ah, sono ammessi anche i genitori. Vi saluto!
(Esce)
Cidiósa - (Si rivolge a Cendrella come una vipera) Ma te, oltre che essere sciacquetta
e sfaticata sei anche ficcanaso e ambiziosa??
Cendrella - Ma io ho detto solamente…
Matrigna - (Entra e interrompe Cendrella) Silenzio tutte quante!
Disgusta - (Euforica)
Mamma, sai chi…
Matrigna - Zitta! ho sentito tutto! Ma sapete,
ragazze mie, che questa è l’occasione buona per introdursi nell’alta società?? sapete
chi è…
Cidiósa e
Disgusta - (All’unisono)
Lo sappiamo! lo sappiamo!!
Matrigna - Allora fatela poco lunga che non c’è tempo
da perdere! Dovete prepararvi per essere tra le preferite di ‘sto ragazzo che erediterà
un impero economico che nemmeno vi immaginate e che se va bene ci potrebbe
sistemare tutte quante! (A Cendrella)
E te dovrai aiutarle in tutto e per tutto!
Cendrella - Certamente!
Disgusta - Allora per stasera altroché il vestitino
svasato con la fusciacca! Dobbiamo metterci in pompa magna!
Cidiósa - Andiamo a frugare nel nostro
armadio! Mamma, vieni con noi?
Matrigna - Sì, sì, ma non fate le cose con tutta ‘sta
prescia, dovete prepararvi per bene e con la calma!
(Escono tutte e tre)
Cendrella - (Rimasta
sola) Certo che almeno per una volta sarebbe piaciuto anche a me andare ad
una festa da ballo; poi, da come dicono, questa dovrebbe essere favolosa! (Rassegnata) Comunque, anche se volessi, dove
potrei andare senza un vestito decente? Potrò presentarmi fra tutta quella bella
gente con il grembiule e la parananza? Mah, sarà per un’altra volta… dai, non
pensiamoci più…. però…
Sarebbe
stato bello
ballare una
volta tanto
con un
ragazzo tant’e quanto
abbracciati
sotto le stelle.
Ma son nata
per dar lo straccio,
col grembiul,
‘la parananza,
e mi tocca
aver pazienza
e di stare
in ‘sto mondaccio.
Non c’è un Santo,
da lassù
che mi stia
ad ascoltare.
Io son qui a
fantasticare…
meglio non
pensarci più.
Fata - (Appare) Perché non
dovresti pensarci più?
Cendrella - (Si
volta, spaventata) Ossignore! lei chi è?
Fata - Tu non mi conosci, è vero? Beh,
eri tanto piccola! Io sono… una vecchia amica di tua madre e, se vuoi, ti potrò
dare una mano io.
Cendrella - In che senso?
Fata - Dimmi la verità, Ròdope, ti
piacerebbe andare a quella festa?
Cendrella - (Con
ritrosia) Beh, io non sono mai andata a una festa da ballo, perciò mi piacerebbe
così… per curiosità.
Fata - (Sorride benevola) Per curiosità, eh? allora stammi a sentire: se adesso
vai di sopra in soffitta, troverai un bauletto che apparteneva a tua madre, e lì
dentro troverai un suo bellissimo vestito di quando era una ragazza come te, e troverai
anche un bel paio di scarpette, così potrai andare anche te alla festa da ballo.
Cendrella - Ti ringrazio ma questa festa è lontana
da qui!
Fata - Non ti preoccupare per questo,
tutto è possibile! ma mi raccomando solo di una cosa: a mezzanotte in punto dovrai
essere assolutamente qui a casa.
Cendrella - Perché?
Fata - Perché a mezzanotte il vestito,
le scarpette e la carrozza che ti porterà alla villa spariranno e torneranno
dentro al bauletto!
Cendrella - Ma pensa te...!
Fata - Già, lo so ma le cose stanno così.
Adesso sbrigati e vai di sopra a vedere quel vestito, dai! (Scompare)
Cendrella - (Tra
sé) Un’amica di mia madre… mah! chiunque sia, perché non approfittarne? (Esce)
(Rientrano le due sorelle pronte per il ballo)
Cidiósa - Come sto?
Disgusta - Sì, sì, per me stai bene, e io…?
Cidiósa - (La osserva) Sì, mi pare di sì. (Grida)
Cendrella!! vieni a darci un consiglio anche te! Cendrella!!
Disgusta - (Grida)
Cendrella!! dico a te! vieni qua!!
Matrigna - (Entra, anch’essa pronta per il ballo) Quante volte vi devo dire che non si
sbraita in questa maniera! (Le osserva
compiaciuta) Quanto siete belle, però! farete proprio la vostra bella
figura!
Cidiósa - (Lamentosa) Sì ma abbiamo bisogno che Cendrella viene a darci una
mano! è mezz’ora che la chiamiamo!
Matrigna - (Grida)
Cendrella!!
Cendrella - (Entra) Sono qui. (Resta colpita dai bei vestiti delle due
sorelle) Ma, quanto siete belle!! alla festa farete sicuramente un figurone!
Cidiósa - (Lusingata) Dici?? guardami, Cendrella, mi sta bene
l’arconciatura?
Cendrella - (Osserva
entrambe) Aspettate, aspettate; io tirerei su questo ciuffo qui… poi questo…
Anche te, Disgusta, fatti aggiustare questa ciocca qui dietro. (Sistema i capelli di entrambe)
Matrigna - (Osserva
la scena) Sì, sì… mi pare che Cendrella abbia azzeccato in pieno la piega che
devono avere i vostri capelli.
Cendrella - (Osserva
compiaciuta il suo lavoro) Ecco, così siete proprio belle! adesso posso andare
a preparare da mangiare.
Disgusta - Vorrai scherzare! con tutto quello che
ci strafogheremo stasera…!
Cidiósa - Dobbiamo andare là tutte in linea!
Disgusta - E con la pancia vuota!
Matrigna - (A
Cendrella) Allora: noi adesso usciamo e visto che oggi non devi preparare
la cena e siccome di sopra in camera queste mie ragazze avranno fatto sicuramente
un terremoto per provare i vestiti, approfitta per andare a dare una sistemata.
Cendrella - Va bene.
Matrigna - E metti a posto anche in camera mia. Su,
su!
Cendrella - Va bene.
(Escono tutte e tre. Cendrella, rimasta sola, esce felice di
corsa in quinta e rientra subito con in mano il suo bel vestito e le scarpette.
Entra la Fata e si pone in un angolo
ad osservare Cendrella che si toglie i suoi vecchi stracci e indossa il bel
vestito)
Fata - Fatti aiutare.
Cendrella - Mi starà bene?
Fata - Certamente! hai la stessa
corporatura di tua madre quando era ragazza!
Cendrella - Mamma mia! non sto più nella pelle dalla
contentezza!
Fata - Su, su, stai calma, Ròdope,
stai tranquilla! fatti mettere a posto qui… e qui… (Termina di vestirla) Ecco fatto! (La ammira) sei uno splendore!
Cendrella - (Felice)
Grazie!
Fata - Adesso sei proprio pronta per andare
alla festa. (La accompagna all’uscita e
le indica la carrozza) Guarda là: quella è la carrozza che ti accompagnerà
alla villa, ti piace?
Cendrella - È stupenda!
Fata - Ma ricorda bene quello che
t’ho detto: devi essere a casa assolutamente per mezzanotte!
(Cendrella esce seguita dalla Fata)
Il Narratore - (Entra) Permettetemi di riassumervi
brevemente quel che è successo durante la festa: Appena Cendrella è potuta
entrare nella villa, Glauco, detto “il Principe”, l’ha subito vista ed è
rimasto di stucco, con la bocca aperta, tanto era colpito dalla sua bellezza! L’ha
fatta entrare nel salone e appena lei è apparsa s’è fatto un gran silenzio: tutti
hanno smesso di ballare, l’orchestra ha smesso di suonare, tutti gli occhi
erano rivolti verso di lei, si sentiva solamente a sussurrare: "Quanto è bella!"
"Quanto è bella!". Anche il padre di Glauco, il “Re della scarpa”, vecchio
e un po’ rimbecillito, non si stancava mai di guardarla. Persino tutte le altre
ragazze avevano gli occhi su di lei. Glauco l’ha messa al posto d’onore e poi l’ha
invitata a ballare e lei ha ballato con tanta grazia che tutti la ammiravano. Poi
è stato servito un gran rinfresco ma Glauco non ha toccato cibo da quanto era preso
ad ammirare questa sconosciuta. Pensate che Cendrella s’è messa anche a parlare
con le sorelle (che naturalmente non l’avevano riconosciuta) e ha diviso con
loro i fiori che le aveva regalato Glauco. Insomma, per lei è stata una festa
indimenticabile finché non s’è accorta che mancava un quarto d’ora a mezzanotte!
(Esce)
(Si sentono dodici rintocchi. Cendrella rientra con i soliti stracci ma affascinata da tutto ciò
che ha visto)
Cendrella - (Guardandosi i poveri vestiti che è tornata
ad indossare) Sono tornata ad essere Cendrella. Mamma mia, però! non avevo
mai visto una meraviglia del genere! Gente elegante e raffinata! un rinfresco
da re con le tartine al caviale, col salmone affumicato! le alici marinate che
mi piacciono tanto! lo champagne a fiumi!... o era il prosecco? boh, non me ne
intendo tanto… però era buono e m’ha fatto girare anche un po’ la testa!! Ma prima
di tutto c’è stato il ballo! e proprio lui, Glauco! il prìncipe, m’ha invitato
a ballare con lui! (Sospira) Mamma mia, è davvero un ragazzo stupendo! A
dir la verità è stato un po’ ‘logorroico ma (Sognante) è anche tanto bello e gentile!
Fata - (Compare)
Allora? come è andata la festa?
Cendrella - Oh, non so
come ringraziarti! Non avevo mai vissuto un’esperienza così entusiasmante!
Fata - Ne sono proprio
contenta, Rodope! E lui? il principe…?
Cendrella - (Timidamente)
Beh, lui è proprio un ragazzo da sogno! è gentile, educato, balla bene!... l’unica
cosa è che è un pochino appiccicoso.
Fata - Oh, non
farci caso; non c’è un uomo che non abbia qualche magagna, compresi i principi,
di qualunque colore siano: bianch, rossi o azzurri!
Cendrella - Me lo
ricorderò.
Fata - Brava! Quello
che invece mi ha reso felice è che sei stata giudiziosa e sei tornata a casa prima
che scoccasse la mezzanotte!
Cendrella - Ah, sì, io, per
la puntualità, sono sempre stata un orologio svizzero! Solo che… (Mortificata)
per la fretta ho fatto un danno!
Fata - Sarebbe a
dire?
Cendrella - (C.s.)
Be’, nel correre per non far tardi ho perso una scarpa!
Fata - Eeeh, cosa
vuoi che sia! sarà stato il destino! Ricorda: (Sentenzia) “Una scarpa
lascia sempre un’impronta!” (Tra sé) Bella, questa, me la devo ricordare!
Cendrella - Sei proprio…
un angelo!
Fata - Non dire stupidaggini,
l’angelo sei tu, e per come sei meriteresti tutto il bene di questo mondo! (Si sentono due rintocchi) Porca
paletta, son già le due; (Sorridendo) fammi andare a letto perché ho una
certa età!
Cendrella - Grazie
ancora! Ti sei comportata come… come una mamma!
Fata - (Dopo
un attimo di imbarazzo, tende l’orecchio) Sss! stanno arrivando anche le tue
sorelle, devo andare!
Cendrella - Ci rivedremo?
Fata - (Sorridendo)
Stai tranquilla, un giorno a ci ritroveremo sicuramente.
Cendrella - Dove?
Fata - Eeeh,
quante cose vuoi sapere! per ora bada a godere la tua gioventù! (Andandosene)
e non farti trovare qui in piedi da loro! Vai a letto anche te! (Scompare)
(Cendrella esce di corsa verso le camere)
Cidiósa - (Entra insieme alla sorella e alla
Matrigna. Sono tutte e tre
entusiaste ed esaltate per l’esperienza vissuta) Mamma mia che schianto di festa!
(Va a gettarsi sulla poltrona) È
stata…
Disgusta - (Gettandosi
anche lei sulla poltrona)… Indimenticabile!
Matrigna - È vero, e anche se non abbiamo ottenuto
proprio quello che volevamo, siamo comunque riuscite lo stesso a entrare nell’alta
società! Buonanotte, piccole mie, sogni d’oro! (Esce)
Cidiósa - (Grida) Cendrella!!
Disgusta - Dai… a quest’ora starà dormendo!
Cidiósa - Chi se ne frega! (Grida) Cendrella!! scendi giù che ti
dobbiamo raccontare tutto!
Disgusta - Svegliati, Cendrella!!
Cendrella - (Entra stirandosi e facendo finta di essersi appena svegliata) Cos’è successo,
ragazze?
Cidiósa - Eh!! Cendrella! dovevi essere alla
festa! è stata una roba da ricordare finché si campa!
Cendrella - Sono contenta!
Disgusta - Ah! non ci saremmo mai stufate di
stare lì! Pensa che a un certo momento è arrivata anche una ragazza mai vista
prima! Lì per lì ci siamo un po’ scocciate perché ha rovinato la piazza ma a dir
la verità…
Cidiósa - … è vero, sembrava una principessa
e tutte abbiamo capito che non si poteva competere con una bellezza così!
Disgusta - E Glauco non ha fatto altro che guardarla
per tutto il tempo, ha ballato sempre con lei e le è stato sempre addosso
parlandole continuamente!
Cidiósa - Si vedeva subito che gli aveva preso
una cotta fulminante!
Disgusta - Ah sì, un’imbarcata che non finisce più!
L’unico fatto strano è stato che a un certo punto lei è fuggita via come il vento
pochi minuti prima di mezzanotte!
Cidiósa - È vero! forse s’era stufata di tutte
quei salamelecchi di Glauco.
Disgusta - No, non credo, per me era più spaventata,
che altro, e s’è messa a correre tanto forte che lungo il corridoio ha anche perso
una scarpa, una scarpina favolosa, e Glauco l’ha raccolta!
Cendrella - Sono contenta davvero! ma… così per
curiosità, sapete come si chiama questa ragazza?
Disgusta - Cendrella, t’ho detto che non
l’abbiamo mai vista da queste parti! Come facciamo a sapere il suo nome!
Cidiósa - Anche Glauco, il Principe, ha rotto
le scatole tutti per sapere chi era e da dove veniva! Due palle…!
Disgusta - Pensa che ha detto che avrebbe dato chissà
cosa per rivederla!
Cidiósa - … e che se la ritrova grazie a
quella scarpina le potrebbe anche chiedere di… (Guarda la sorella)
Disgusta - … di sposarla!!
Cendrella - Ah!
Cidiósa - (Invidiosa) Porca pupazza! certe ragazze hanno tutte le fortune!
Cendrella - Deve essere bella davvero!
Disgusta - Questo sì! non c’è niente da dire! Mah,
andiamo a letto, adesso, dai, ho un sonno che non sto in piedi.
Cidiósa - Hai ragione, andiamo a letto che
muoio dal sonno! (Entrambe escono senza
salutare Cendrella)
Cendrella - Buonanotte, ragazze! (Tra sé) Beh, almeno stanotte avrò qualcosa
da sognare! (Esce)
Narratore - (Entra)
In effetti Glauco aveva proprio perso la testa per Cendrella e dopo che è andata
via s’è messo subito d’accordo col suo amico Riziero per fare un’altra volta il
giro di tutte le case e trovare quella ragazza che avrebbe sicuramente riconosciuto
perché avrebbe calzato quella scarpina deliziosa! Già dalla mattina presto, infatti,
erano usciti tutti e due per andare a bussare a tutte le porte di quelle che avevano
partecipato alla festa. Guardate cosa è successo… (Esce)
Buio
Cidiósa - (Al riaccendersi della luce entra,
è mezzo addormentata, si stravacca in poltrona sbadigliando poi grida) Non
è pronto il caffè?? (Grida)
Cendrella!! hai preparato il caffè?
Disgusta - (Entra, anch’essa sbadigliando, mezzo addormentata) Cendrella, il caffè!!
Cendrella - (Da fuori) Ve lo preparo subito! lo
volete qui o in camera?
Cidiósa - (Alla sorella) Dove lo vogliamo?
Disgusta - (Grida
a Cendrella) Portalo qui, no? (Alla
sorella) Avrò voglia di tornare di sopra, adesso?? con quello che mi sono rimpinzata
ieri sera alla villa ho ancora una pesantezza che non ne posso più!
Cidiósa - A chi lo dici!
Cendrella - (Entra in fretta con due tazzine di caffè. Ai piedi ha una sola ciabatta)
Ecco qua il caffè caldo! Accidenti, ho perso una ciabatta!
Cidiósa - (Ride) Ah, è proprio uguale! cosa vuoi fare, come quella bella ragazza
di ieri sera?
Disgusta - (Ride)
Lei ha perso una scarpina, te puoi perdere giusto una ciabatta!
Cendrella - No, è stato per la fretta di venire qui
e non far raffreddare il caffè.
Cidiósa - Sarà invece che sei molto sbadata?
(Bussano alla porta)
Disgusta - (A
Cendrella) Va’ a vedere chi è. (Cendrella
esegue)
Matrigna - (Si affaccia) Chi è a quest’ora?
Cendrella - (Rientra, seguita da Riziero che appare esausto) È quel ragazzo di
ieri.
Cidiósa - (Sorpresa, cerca di ricomporsi alla bell’e meglio) Oh, ciao,
Riziero!
Disgusta - (Sorpresa,
cerca di ricomporsi alla bell’e meglio) Oh, ciao, Riziero!
Matrigna - Ma te sei l’amico di Glauco! Lo
gradisci un caffè? (A Cendrella) Va’
a preparargli il caffè!
Cendrella - Subito.
Riziero - (A Cendrella) Con uno schizzo di mistrà, se è possibile, grazie.
Cendrella - Sarà fatto. (Esce)
Riziero - (Sfinito per la stanchezza) Dunque, statemi a sentire: son già due
ore che Glauco e io stiamo girando per tutte le case alla ricerca di quella
ragazza di ieri sera, quella che alla festa ha perso una scarpa. Glauco è andato
proprio fuori di testa e la vuole rivedere a tutti i costi!
Cidiósa - Allora?
Riziero - Allora dobbiamo provare quella scarpina
nel piede di tutte le ragazze che sono venute alla festa per trovare quella
giusta! e io ormai non ne posso più!
Disgusta - E se a una ragaza gli sta bene
la scarpina…?
Cendrella - (Entra con la tazzina di caffè e la porge a Riziero) Ecco qua il caffè col
mistrà!
Riziero - (A Cendrella) Grazie. (A
Disgusta) Eh, Glauco ha detto che ha intenzione da chiederla subito
in sposa.
Matrigna - Davvero??
Cidiósa - Osteria!
Disgusta - E dov’è ‘sta scarpa?
Riziero - Ce l’ha Glauco che adesso la sta
provando nella casa qui a fianco.
Cidiósa - Dove? la casa di Carminia??
Disgusta - (Ride)
Una scarpina come quella, a Carminia, non entra nemmeno con le martellate!
Matrigna - E dopo che ha finito là passerà qui??
Riziero - Eh sì, sono venuto apposta, per avvisarvi!
Matrigna - (Esaltata)
Allora ragazze, preparatevi a riceverlo per bene! (A Cendrella) Te, invece, va’ di là e non farti più vedere per un’oretta
buona!
Cendrella - Va bene. (Esce)
(Le due ragazze,
aiutate dalla madre, sistemano le poltrone per la “messa in prova” della scarpina)
Riziero - Beh, adesso non credo che ci sia bisogno
di fare tutto ‘sto teatro.
Matrigna - C’è bisogno, c’è bisogno!
(Bussano alla porta)
Cidiósa e
Disgusta - (All’unisono)
È lui!
Glauco - (Entra) È permesso…? ho
visto l’uscio aperto e mi son preso l’ardire di entrare.
Cidiósa e
Disgusta - (All’unisono,
melliflue, alzandosi in piedi) Ciao Glauco!!
Matrigna - (A
Glauco, cerimoniosa) Caro Glauco! Qual buon vento ti mena da queste parti?
Glauco - Come vi avrà di sicuro anticipato
il mio fido amico Riziero, sono impegnato nella spasmodica ricerca della
bellissima, meravigliosa ragazza che ho conosciuto iersera alla festa e che purtroppo
è svanita tutto d’un botto poco prima che scoccasse la mezzanotte! (Disperato) Oh! qual dolore avverto ognor
nel petto! qual travaglio! quale folletto m’agitò tutta notte poiché preso dal
timore di mai più ritrovarla!
Matrigna - (Impaziente)
Giunga alla conclusione…
Glauco - Certamente! quindi, per avere la
certezza di averla ritrovata dovrò far provare (Estrae la scarpina) questa deliziosa scarpetta che ella, nella fretta
di eclissarsi, ha perduto lungo il corridoio della villa.
Matrigna - Allora suvvia, Cidi, porgi il tuo
piedino al signor Glauco. (Cidiósa agisce)
Glauco - Prego, signorina Cidiósa, si inginocchi
dinanzi a me sì che io possa provare se il suo grazioso piedino imbuca bene in
questa scarpetta smarrita iersera.
Matrigna - (Impaziente,
lo interrompe) Suvvia, la infili!
(Glauco s’inginocchia davanti a Cidiósa e cerca di infilarle la scarpina
che però non le entra)
Cidiósa - Ma com’è possibile che non mi buca?
Riziero - (A Cidiosa) Per curiosità:
che numero porti, (Ironico) di scarpina?
Cidiósa - Un quarantuino
Matrigna - (A Cidiosa) Il fatto è che ieri
sera hai ballato tanto che il tuo piedino si può essere un po’ gonfiato.
Glauco - Può essere, signora, però qui rimane
fuori tutto il calcagno!
Riziero - Hai voglia a spingere!
Disgusta
- Allora adesso tocca ma me.
Glauco - Prego, signorina Disgusta, si inginocchi
anche lei dinanzi a me sì che io possa provare se il suo grazioso piedino
imbuca bene in questa scarpetta smarrita iersera.
Matrigna - (Impaziente,
lo interrompe) Suvvia, la infili!
(Glauco s’inginocchia davanti a Cidiósa e cerca di infilarle la scarpina
che però non le entra)
Disgusta - Porca vigliacca, non mi entra per un pelo!
Riziero - (Tra sé, ironicamente) Sì, per un pelo…!
Matrigna - Si potrebbe provare nell’altro piede.
Glauco - Ma signora, la fanciulla dei miei sogni
ha smarrito solamente la scarpa sinistra! se gliela metto nel destro essa sicuramente
non entra!
Matrigna - (Avvilita)
Ha ragione anche lei.
Glauco - Mi dispiace, ragazze, ma nessuna di
voi due è colei alla quale è scivolata via la scarpina. (Drammatico) Oh, me misero! e dir che la sto cercando in tutti gli
angoli della città!
Cidiósa - Cosa? la scarpina?
Glauco - Ma no, la fanciulla!
Cidiósa - Ah!
Disgusta - (Sottovoce,
a Cidiósa) Scema!
Glauco - Giunto a ‘sto punto non mi resta
che lasciare questa magione e avviarmi per altre contrade ma con la certezza
che prima o poi imbroccherò la giusta proprietaria di questa deliziosa calzatura!
Matrigna - (Si
scusa con Glauco) Siamo davvero molto costipate e ci dispiace
tanto che non abbiamo potuto soddisfare i suoi desideri.
Glauco - Dispiace anche a me, mia gentile
signora! ma a ‘sto punto non ci rimane che cedere le armi e attaccargli una
pezza a colore!
Riziero - (Si intromette) Scusate se m’intrometto ma, quella ragazza di prima…?
Cidiósa - Che ragazza?
Riziero - Quella che m’ha fatto il caffè.
Disgusta - Ah! Cendrella? no, lei non c’entra niente,
non è nemmeno venuta, alla festa!
Cidiósa - Figurati!
Glauco - Comprendo; ignorava, ella, l’invito
che rivolsi iersera.
Disgusta - Eh, lei, poi, vive in ciabatte!
Cidiósa - (Ride) Solo quelle, può
perdere!
Riziero - (Lo interrompe) Ascoltate, a me già fan male i piedi a forza di
andare da una casa all’altra, perciò, visto che siamo qui, approfittiamo e controlliamo
anche lei per piacere! (A Glauco) dovessimo,
poi, tornare indietro…!
Glauco
- (Gli
pone una mano sulla spalla) Hai ragione, mio fido amico! or dunque, allora,
fate venire anche questa ragazza, per piacere, sì che io possa approfittare e provare
anche con lei!
Matrigna - Mah, se proprio volete approfittare…
Glauco - Ma certo! ne approfitterò!
Matrigna - Allora la chiamerò. (Chiama) Cendrella!!
Cidiósa e
Disgusta - (All’unisono)
Cendrella! vieni qua!
Cendrella - (Entra. Indossa l’abito da ballo, zoppica perché ha solo una scarpetta) Mi
avete chiamato??
(Tutti restano a
bocca aperta, Glauco e Riziero estasiati e le donne incredule per la bellezza
di Cendrella)
Cidiósa,
Disgusta e
la Matrigna - (All’unisono)
La ragazza del ballo!!
Cendrella - (Sorridendo
dolcemente) No, sono Cendrella!
Glauco - (Senza distoglierle gli occhi di dosso) Ti chiami… Cendrella?
Cendrella - Beh, il mio vero nome sarebbe Ròdope.
Glauco - (In estasi) Ròdope… un nome non comune ma dolce! Prego, signorina Ròdope,
si inginocchi anche lei dinanzi a me sì che io possa avere la certezza adamantina
che il suo grazioso piedino sia il legittimo possessore di questa scarpetta spaiata
e smarrita iersera dalla deliziosa fanciulla che giammai…
Cendrella - (Lo
interrompe, mentre si siede) Principe…
Glauco - Sì…?
Cendrella - Ne sono lusingata ma tagli corto.
Glauco - Oh, sì, certamente.
(Glauco s’inginocchia
davanti a Cendrella e le infila la scarpina che le calza alla perfezione, in
quello stesso momento appare la Fata
che però nessuno può vedere)
Glauco - (Rivolto a tutti) Infatti le calza a pennello! È andata su come un
guanto! (A Cendrella) Allora sei davvero
tu!!
Cidiósa,
Disgusta e
la Matrigna - (All’unisono)
È davvero lei!!
Glauco - (Le prende le mani) Oh! sei tu, or dunque, la bella fanciulla che
appena scorta da in cima allo scalone mi ha lasciato siccome un allocco colpito
dalla sua bellezza! e che nella calda bruma di iersera era la sola frescura che
mi rincuorava e rinfrescava questo mio cuore ardente! (A tutti i presenti che cominciano a dare segni di stanchezza) Oh!
lasciatemi riprendere fiato, poiché alla sua vista sto ancora ansimando per la
grande emozione! Dolce Ròdope! io ancora mi domando e dico: perché iersera sei fuggita
come un lampo sul far della mezzanotte? Io pensai ad un attacco di sonno! Dimmi,
mia cara, che la cagione fu quella e non un rifiuto delle mie attenzioni nei
tuoi confronti!
Matrigna - (Sottovoce,
a Cendrella) Digli che non era per quello.
Cendrella - No, Glauco, non era per quello.
Glauco - Oh, allora lasciami gioire della
gioia d’averti ritrovata e se anche tu provi almeno un pizzico del sentimento
che io provo per te… mi basta che tu faccia un fischio e io sarò tuo!
Cidiósa e
Disgusta - (All’unisono,
ormai sfinite dal discorso di Glauco) Per carità, fagli ‘sto fischio!
Cendrella - Non ti faccio il fischio perché non so fischiare
ma ti dico che accetto di buon grado la tua proposta!
Glauco - (Aulico) Oh, qual fausto giorno è questo per me! un giorno lucente come
quando il sole, dopo la incessante pioggia, trafigge le nuvole e torna a
splendere rincuorando ognuno col suo calore! ed ora il mio cuore sta palpitando
siccome…
Riziero - (Lo interrompe amichevolmente) Smettila, Glauco, ti ha detto di sì!
Glauco - Hai ragione, amico mio, ad ogni
modo (A Cendrella) preparati, mia
eterea fringuella, chè col permesso della tua famiglia vorrei portarti a vivere
insieme a me.
Cidiósa,
Disgusta e
la Matrigna - (All’unisono)
In quella villa??
Glauco - (Timoroso) Perché, non vi aggrada?
Matrigna - Beh, sì…
Cendrella - Però, Glauco, visto che questa è la mia
famiglia, non potrebbero venire anche loro a stare a casa tua? o chiedo troppo?
Glauco - Ma certo che possono venire tutte
quante! Nella nostra villa c’è posto per tutti! Più gente c’è…
Riziero - (Tra sé)… più bestie si vedono.
Matrigna - (Riconoscente)
Grazie… Ròdope.
Cidiósa e
Disgusta - (All’unisono)
Grazie… sorellina!
Glauco - Andiamo, orsù!
Cidiósa - (A Disgusta, avviandosi) Andiamo…?
Disgusta - “Orsù”, ha detto così perché la villa
è in cima al colle.
Cidiósa - Ah, be’!
(Escono tutti tranne Cendrella, Glauco e la Fata)
Glauco - Vivremo sicuramente tutti felici e
contenti!
Cendrella - Ne sono convinta ma, per piacere, Glauco,
non essere così ossessivo! (Escono insieme alla Fata mentre entra il
Narratore)
Narratore - Gentili Signore e Signori, sono
entrato per l’ultima volta solamente per dirvi la morale di questa storia: che
la bellezza, sia per gli uomini che per le donne, è un tesoro prezioso, ma c’è
un tesoro ancora più prezioso: è la grazia, il carattere e la buona educazione
insegnata dai genitori che col loro esempio ci resteranno sempre vicini. (S’inchina)
Signore e Signori… vivete felici e contenti!
Buio
Sipario