codice SIAE: 959446A
Sinossi
Manlio, Ermes, Adriano e
Gisella (sorella di Adriano) viste le scarse entrate economiche, hanno deciso
di tentare un rapimento ma la loro organizzazione non è delle migliori e, per
errore, Manlio e Ermes si recano all’indirizzo sbagliato e rapiscono la vittima
sbagliata. Nonostante capiscano l’errore decidono di tirar su qualcosa anche
con la malcapitata (Agata) che durante la detenzione si innamora di Adriano e
lui di lei. Agata lascia un biglietto in cui dice di aver rapito Adriano e ne
richiede il riscatto, altrimenti li denuncerà per rapimento. Al loro ritorno,
Manlio e Ermes si accorgono del fatto ma rifiutano di pagare il riscatto per
Adriano. Comunicano telefonicamente con Agata per trattare il riscatto e decidono
l’incontro in casa per. Arriva Agata ma mentre contratta lo scambio si presenta
Adriano che la difende ed entrambi dichiarano il loro amore. Tutto sembra
finire in una bolla di sapone quando la signora che dovevano rapire si presenta
a casa di Adriano e Gisella per acquistare un anello che Gisella aveva messo in
vendita su internet…
La
racchia rapita
due atti di
Paolo Cappelloni
Personaggi
Adriano Grisini
Gisella Grisini
Ermes
Manlio
Agata Sgambetti
Mariangela Valverdini Comarelli in Lapis
Voce fuori
scena
Primo
atto
L’azione si svolge in una stanza da sbroglio della casa di Adriano e di
sua sorella Gisella, con un tavolinetto, qualche
sedia e una vecchia poltrona. C’è un’uscita a sinistra che dà all’esterno e
una a destra verso l’interno della casa. All’aprirsi del sipario sono in scena Adriano e Gisella. Adriano
è seduto, Gisella è in piedi e mostra una certa apprensione e titubanza circa
la decisione che hanno preso con i loro amici Ermes e Manlio.
Gisella - A che ora han
detto che sarebbero arrivati?
Adriano - (Essendo un po’ sordo) Eh?
Gisella - (Alza un po’ la voce) A che ora han detto
che sarebbero arrivati Ermes e Manlio?
Adriano - Alle sette e
mezza.
Gisella - Alle sette
e mezza. Adriano, pensi che stiamo facendo una cosa giusta?
Adriano - Beh, tanto
giusta non è; credo che un rapimento non sia del tutto legale.
Gisella - Lo credo
anch’io.
Adriano - Però gli abbiamo
ormai dato la nostra parola.
Gisella - Già, ma un
rapimento non è una cosa da niente; praticamente è come rubare una persona e restituirla
in cambio di soldi.
Adriano - Sì, praticamente
è così.
Gisella - Sai
cos’è, fratellino mio? è che se fossimo stati solo noi due avremmo potuto
accontentarci anche di una somma più ragionevole, solo per tenere qualche
soldino da parte…
Adriano - … comprare
un motorino…
Gisella - … farci
una piccola vacanza… sì, sarebbe stato un rapimento economico, alla buona, insomma
quasi fatto in casa…
Adriano - … come le
tagliatelle.
Gisella - Sì, praticamente
l’avremmo presa in prestito; ma in quattro… beh, qui si va sul pesante!
Adriano - Comunque, anche
se chiedi poco, un rapimento è sempre un rapimento, poi se fossimo stati solo
noi due pensi che ci sarebbe venuta in mente un’idea del genere?
Gisella - Non credo
proprio.
Adriano - Già.
Gisella - Adesso che
ora è?
Adriano - Come...?
Gisella - (Alza un po’ la voce) Adriano, devi
deciderti a mettere un apparecchio acustico! ho detto: adesso che ora è?
Adriano - (Guarda l’orologio) Le sette e
venticinque.
Gisella - Le sette e
venticinque. Allora: praticamente loro vengono prima qui, ci si accorda sulle
ultime cose e poi vanno a… prendere la donna e ce la portano?
Adriano - Sì, il piano
è questo; in effetti noi siamo gli unici ad avere una casa adatta a una cosa
del genere, con una stanza come questa, isolata, senza finestre, con muri
spessi.
Gisella - Che
vantaggio hanno i muri spessi?
Adriano - Beh, nel
caso gridasse… chi la sentirebbe da qui?
Gisella - Mamma mia!
e perché dovrebbe gridare??
Adriano - Gisella…! griderebbe
perché la teniamo prigioniera!
Gisella - (Intimorita) Sì, è vero; anch’io griderei
se mi tenessero prigioniera!
Adriano - È una cosa
normale che un prigioniero urli.
Gisella - (Ad alta voce) Adesso che ora è?
Adriano - (Guarda l’orologio) Le sette e mezza.
(Si sente bussare alla porta)
Gisella - (Allarmata) Bussano!
Adriano - (Che non ha sentito) Come…?
Gisella - Stanno
bussando!! sono loro! (Si avvia verso
l’uscita di sinistra)
Adriano - No! aspetta
ad aprire! se sono loro devono dire la parola d’ordine. (Si avvicina all’uscita di sinistra) Chi è?
Ermes - (Da fuori) Ma… ma…
Manlio - (Da fuori) Mamma, Ciccio mi tocca….
Adriano - Come…?
Manlio - (Più forte) Mamma, Ciccio mi tocca…
Adriano - … Toccami Ciccio che mamma non vede!
(A Gisella) Sono Manlio e Ermes!
Gisella - Che cavolo
di parola d’ordine!
(Adriano esce e rientra
subito con Manlio e Ermes)
Ermes - Vi… visto?
Pu… puntuali come un orologio svi… svi…
Gisella - …
svizzero.
Ermes - Sì.
Manlio - Allora: è
pronto l’ambiente?
Adriano - Cioè?
Manlio - Adriano,
sveglia! hai preparato tutto quello che serve?
Adriano - Ah, sì, credo
di sì.
Manlio - Come, credi
di sì?? Ricordatevi, ragazzi, che il piano deve essere perfetto! e preparato a
puntino, porca pu…
Gisella - (Lo interrompe gridando) Manlio! non
voglio sentire parolacce in questa casa!
Manlio - … se no non
se ne fa niente!
Adriano - Comunque c’è
tutto l’occorrente: una sedia robusta, (La
indica) e due corde. (Le indica).
Ermes - Qua… qua…
Gisella - Qua sopra.
Ermes - No!
Adriano - Qualsiasi.
Ermes - No, qua… qualcosa
per chiuderle la bocca?
Manlio - Non ce n’è
bisogno, (Dà una manata su di una parete)
chi volete che la senta, da qui?!
Adriano - (Imitando il gesto di Manlio) Vero!
Manlio - (A Gisella e Adriano) Voi siete pronti a
partire?
Gisella - In che
senso?
Manlio - (Urtato) A partire col piano!
Adriano - Che piano?
Manlio - (Sbotta) Ho capito! lasciamo perdere
tutto quanto perché io con la gente scema non ci lavoro!
Adriano - Ah! sì, sì, adesso
ho capito! Il nostro piano! ero andato a pensare allo strumento! scusami!
Manlio - Insomma, ragazzi,
dovete seguirmi!
Gisella - Dove?
Manlio - (Esasperato) Col ragionamento!!
Adriano - (A Gisella, osservando Manlio) Col
ragionamento!!
Gisella - Ah! scusa.
Manlio - Allora: ho
parlato col suo maggiordomo che è un mio amico d’infanzia e in qualche modo son
venuto a sapere che la signora Mariangela Valverdini Comarelli in Lapis esce di
casa tutte le mattine alle otto e mezza precise, da sola, per andare a fare
shopping.
Gisella - Beata lei!
Ermes - Già, perché
lei è una mi… mi…
Adriano - Milanese.
Ermes - No!
Gisella - Miracolata.
Ermes - No, una mi…
milionaria!
Manlio - Ho
saputo che possiede terre, palazzi… perciò abbiamo pensato di mettere in piedi
questo piano, capite?
Adriano - Certo, poi
non toglieremo molto al suo patrimonio!
Manlio - Macché! cosa
volete che siano per lei centomila euro?
Gisella - (Allibita) Ce… ce…
Ermes - (Senza esitazione) Centomila euro.
Gisella - Pensavo di
meno!
Manlio - Stai
scherzando? per lei centomila euro sono una sciocchezza ma per noi che non
arriviamo mai alla fine del mese saranno una bella boccata d’aria buona che ci
farà tirare avanti per un po’!
Ermes - È vero!
Gisella - A chi lo
dici! io mi sono ridotta a pubblicare un annuncio su internet per mettere in
vendita un anello d’oro con brillante della (Guarda Adriano che annuisce) nostra povera mamma che l’aveva avuto
in eredità da sua nonna ed è stato sempre il nostro unico gioiello di famiglia!
Adriano - È vero!
Manlio - Eh, lo so, siamo
tutti nelle stesse condizioni! ma torniamo a noi, allora: non appena la signora
Mariangela Valverdini Comarelli…
Ermes - In La…
Lapis
Manlio - … appena lei
esce di casa (Indica Ermes) noi due
saremo lì ad aspettarla con la faccia coperta per non farci riconoscere. (A Ermes) Hai preso i due passamontagna?
Ermes - Sì!
Manlio - Il cappuccio
per la signora?
Ermes - Sì!
Gisella - Le fate
far colazione?
Manlio - (Grida) Ma che stron…
Gisella - (Lo interrompe gridando) Manlio! non
voglio sentire parolacce in questa casa!
Manlio - (Cercando di reprimere l’ira) Il
cappuccio da metterle in testa
per non farle vedere dove la portiamo!
Adriano - (A
Gisella, osservando Manlio) Il cappuccio da metterle in testa per non farle
vedere dove la portano!
Gisella - Ah, scusa,
e dovremo incappucciarci anche noi?
Manlio - Certo,
quando la porteremo qui sarà già incappucciata ma poi dovremo fare il contrario,
cioè toglieremo il cappuccio a lei e lo metteremo noi, per non farci
riconoscere.
Gisella - E perché?
Manlio - Perché se ci
riconosce, una volta liberata ci può denunciare!
Gisella - Mamma mia!
(Ad Adriano) e noi li abbiamo, i
cappucci?
Adriano - Eh?
Gisella - Abbiamo i
cappucci?
Adriano - Sì, sono di
là.
Ermes - (Sfotte Gisella) Vi… vicino alle
brioches.
Gisella - (A Ermes) Spiritoso! (Agli altri) Un’altra domanda: secondo
voi quanto tempo dovrà restare qui?
Manlio - Ah, non si
può saperlo; dipenderà dalla lunghezza delle trattative con la sua famiglia.
Secondo il piano predisposto, una volta portata qui telefoneremo alla sua
famiglia e diremo dove dovranno mettere i soldi del riscatto.
Adriano - Dove dovranno
metterli?
Manlio - In un pozzo.
Ermes - Sì,
Ma… Manlio ha pensato di farli mettere nel pozzo, ormai asciutto, che si trova
nel chio… chiostro del convento dei Cappuccini… ma senza avvisare la polizia.
Gisella - E senza
avvisare i Cappuccini!
Adriano - È chiaro! a
proposito: hai preparato una riserva di cibo?
Gisella - Sì ma non
sapendo quanto si trattiene la signora sono andata un po’ a occhio: ho preso un
po’ di pasta, un barattolo di sugo pronto…
Adriano - … e per
secondo?
Gisella - Per
secondo abbiamo: due confezioni di mortadella, del formaggio e per contorno ho
preso della verdura cotta.
Adriano - … e da bere?
Gisella - Accidenti
non ci ho pensato!
Ermes - Be… berrà
l’acqua del rubinetto!
Manlio - Ragazzi!
questi sono particolari che vedremo lì per lì! Allora: Ermes mi aspetterà con l’auto
accesa e io in un lampo la trascinerò dentro! (A Ermes) Hai fatto rifornimento?
Ermes - Cavolo! ho
messo ci… ci…
Manlio - Cinquanta
euro?
Ermes - No, ci…
cinque!
Manlio - (Sconsolato) Cinque euro…! ma vedrete che
fra poco potremo comprarci una macchina nuova e… fare anche il pieno!
Adriano - Speriamo!
Gisella - Dove abita
di preciso, questa signora milionaria?
Manlio - Al numero 34
di via Rossini.
Ermes - No, non è
via Ro… Rossini; tu, prima, mi hai nominato un altro musicista!
Manlio - Cosa stai
dicendo? il maggiordomo mi ha detto che abita in via Rossini!
Ermes - Ma tu, a
me, non hai detto via Rossini!
Manlio - Allora cosa
ti ho detto?
Ermes - Adesso non
me lo ricordo.
Adriano - È per caso via
Puccini?
Gisella - … o via Bellini?
Ermes - Io sono di
sicuro che finiva per –ini!
Adriano - Via Cherubini!
Gisella - Via
Paganini!
Manlio - Ma porca di
quella…
Gisella - (Lo interrompe gridando) Manlio! non
voglio sentire parolacce in questa casa!
Manlio - Porca
paletta! adesso state confondendo anche me!
Adriano - Beh, comunque
il quartiere dovrebbe essere quello dei musicisti.
Gisella - Il quartiere
più lussuoso della città!
Ermes - Ad ogni
modo una volta lì, tro… troveremo la casa giusta!
Manlio - (A Ermes) Ma tu sei sicuro che non era
via Rossini?
Ermes - Si… si…
Manlio - Si…?
Ermes - …
curissimo!
Manlio - Allora è via
Puccini! Ah, mi raccomando: non
dobbiamo chiamarci davanti a lei.
Gisella - In che senso?
Manlio - Nel senso che non deve sapere i
nostri nomi altrimenti una volta liberata li dirà alla polizia e saremo
fregati.
Gisella - Sì, certo, e… come facciamo a
chiamarci?
Manlio - Ci daremo dei nomi fittizi. Io mi
chiamerò… Mario.
Ermes - Io Pi...
Pi…Pier… fer…dinando.
Adriano - Io mi
chiamerò Andrea.
Gisella - E io Giulietta.
Manlio - (A Gisella) Come mi chiamo io…?
Gisella - Mario.
Adriano - (A Ermes) Come mi chiamo io…?
Ermes - A… Andrea,
e io mi chiamo Pi... Pi…Pier…
Tutti - Pierferdinando!
Adriano - (Consulta l’orologio) Ragazzi, non vorrei
farvi fretta ma sono le otto, tra l’andare là, appostarvi e…
Manlio - Hai ragione,
Adriano, oltretutto con cinque euro di benzina non possiamo nemmeno permetterci
di sbagliare strada!
Ermes - Allora a…
andiamo! (Si avvia insieme a Manlio)
Manlio - Non dovrete
aspettare molto, ci impiegheremo circa un quarto d’ora.
Gisella - (Apprensiva) Mi raccomando, non correte!
Adriano - In bocca al
lupo!
Ermes - Cre… cre…
Manlio - Crepi!
Ermes - Sì.
(Escono Ermes e Manlio)
Gisella - Adesso non ci resta che aspettare.
Adriano - Come…?
Gisella - (Ad alta voce) Adesso non
ci resta che aspettare!
Adriano - Ah, sì.
Gisella - E nell’attesa cosa facciamo?
Adriano - Boh, potremmo fare una partita a
briscola!
Gisella - Ma dai…! con l’ansia che mi
ritrovo non potrei mai concentrarmi sulla briscola!
Adriano - Sei nervosa?
Gisella - Un po’… molto! anche perché non so
come si comporterà questa signora e come dovrò comportarmi io!
Adriano - Cosa t’importa? tanto sarai
incappucciata!
Gisella - Ma senti che discorsi! è un fatto
di educazione, di gentilezza! in fondo è sempre un’ospite, no?
Adriano - Questo è vero.
Gisella - Poi non è mica una donnetta qualsiasi!
dal nome sembra quasi una nobildonna! Mariangela Valverdini… poi…?
Adriano - Comarelli in Lapis.
Gisella - Appunto! le dovrò dare del lei o
del tu?
Adriano - Ma non lo so! fai come ti senti; poi
dipenderà anche da lei.
Gisella - (Guarda la sedia pronta per la rapita e pian piano si immedesima nella
vittima) Sì, già la vedo, legata a quella sedia, (Va lentamente a sedersi sulla sedia mettendosi in posizione come se
avesse le mani legate dietro lo schienale) spaventata a morte! che chiede
pietà!
Adriano - In questi casi non si devono provare
sentimentalismi; abbiamo deciso di fare questa cosa e dovremo agire con
razionalità senza guardare in faccia nessuno. Saremo inflessibili!
Gisella - Ma io non sono mai stata
inflessibile! In situazioni di pericolo sono un fuscello!
Adriano - Come…?
Gisella - (Ad alta voce) Un fuscello! (Battendo il dito indice sul polso) Che or’
è?
Adriano - Son quasi le
otto e mezza, a quest’ora dovrebbero essere già in postazione.
Gisella - Fra pochi
minuti la signora, ignara di tutto, uscirà per andare a fare la spesa.
Adriano - (La corregge) Per andare a fare shopping…
che costa molto più che fare la spesa!
Gisella - Manlio
sarà davanti casa sua, in via Rossini.
Adriano - (La corregge) Non è via Rossini.
Gisella - Insomma, nella
via di quel musicista.
Adriano - E Ermes sarà
già col motore acceso.
Gisella - (Come se vedesse l’intera scena, mentre
Adriano la segue a bocca aperta) Ecco! sta arrivando! Manlio le si avvicina
con fare indifferente ma poi, all’improvviso, la prende di forza per la vita,
la solleva (Adriano guarda in alto) e
la mette in macchina in un baleno! Ecco! Ermes ingrana la marcia e partono subito
per venire qui!
Adriano - Ma non hai
visto che appena entrati in macchina Manlio le ha messo il cappuccio in testa.
Gisella - Come avrei
fatto a vederlo? Ermes è partito subito come un razzo!
Adriano - Ah, già.
Gisella - (Continua come se vedesse il percorso che
stanno facendo) Ecco! stanno percorrendo tutta via Bellini…
Adriano - (La corregge) Non è via Bellini.
Gisella - (Urtata) Allora svoltano subito in Piazza
Garibaldi, girano intorno alla rotatoria… (Spaventata)
C’è una pattuglia della polizia!
Adriano - Ma
loro fanno finta di niente e nascondono la signora.
Gisella - (Riprende) Stanno uscendo dal centro
storico, imboccano viale dei tigli…
Adriano - No, quello è
senso unico.
Gisella - (Riprende)… imboccano viale degli abeti…
Adriano - Qui possono
accelerare.
Gisella - (Riprende)… prendono la prima… no, la
seconda sulla destra…
Adriano - Alt!
Gisella - Ancora non sono mica arrivati!
Adriano - Come…?
Gisella - (Ad alta voce) Ancora non sono arrivati!!
Adriano - Lo
so ma lì c’è il semaforo.
Gisella - Ah, e
quanto dura?
Adriano - Il
semaforo? che ne so… uno, due minuti.
Gisella - Ma
può anche essere che abbiano beccato il verde; in questo caso percorrono tutta
quella strada che non so come si chiama…
Adriano - Sì, lei
intanto si dimena per liberarsi dalla stretta di Manlio…
Gisella - Non
le farà mica del male??
Adriano - Macché!
la signora dovrà essere trattata bene.
Gisella - Adesso mi
sono persa…. ah sì: poi girano a sinistra…
Adriano - …
dove c’è il vecchio mulino…
Gisella - … lo
superano, girano a destra e… che or’ è?
Adriano - Come…?
Gisella - (Battendo il dito indice sul polso) Che
or’ è?
Adriano - (Controlla l’orologio) Son quasi le otto
e tre quarti.
Gisella - (Agitata) Eccoli!
Adriano - Hai sentito
bussare?
Gisella - No.
Adriano - Nemmeno io.
Intanto vado a prendere i cappucci.
Gisella - (Ancora più agitata) Sì.
Adriano - (Esce
e rientra già con indosso il
cappuccio e con in mano quello per Gisella) Ecco qua.
Gisella - (Appena Gisella lo vede ha un sobbalzo)
Oh mamma mia!! mi sembri un boia! Uno del Kus Kus… del Klu Klu…
Adriano - Quelli del
Ku Klux Klan hanno il cappuccio bianco.
Gisella - Sembreremo
dei boia lo stesso.
Adriano - (Le
porge il cappuccio) Ma è necessario indossarli.
(Gisella prende il suo cappuccio e lo indossa. Da questo momento i loro
movimenti saranno lievemente impacciati per via del cappuccio)
Gisella - Ma perché ancora non arrivano?
Adriano - Avranno trovato il semaforo rosso.
Gisella - O saranno stati fermati dalla
polizia!
Adriano - Ma perché hai sempre queste visioni
negative?!
Gisella - Perché sono in apprensione e
perché stiamo facendo una cosa che non si dovrebbe fare!
Adriano - Ma ormai siamo in ballo e dobbiamo
ballare.
(Si sente bussare alla porta)
Gisella - Eccoli!
Adriano - Hanno bussato?
Gisella - Sì!
Adriano
- Vado io. (Si avvicina all’uscita di sinistra) Chi è? parola d’ordine!
Ermes - Ma… ma…
Manlio - Mamma, Ciccio mi tocca…
Adriano - … Toccami Ciccio che mamma non vede!!
Gisella - Sono loro, Manlio e Ermes.
Adriano - … e la signora Mariangela
Valverdini Comarelli in Lapis! (Esce
e rientra subito con Ermes e Manlio
che tiene per un braccio Agata che
ogni tanto si divincola, incappucciata, naturalmente senza fori per gli occhi)
Manlio
- Eccola qua, la nostra signora.
Gisella - Come mai avete tardato tanto?
Manlio - Abbiamo
beccato il semaforo rosso.
Adriano - (A Gisella) Cosa ti avevo detto?
Ermes - Poi abbiamo
dovuto ra…rallentare perché c’era una pa… una pa…
Gisella - … palude
Ermes - No, una pa…
Adriano - … panda.
Ermes - Una pa…
pattuglia della polizia!
Gisella - (Ad Adriano) Cosa ti avevo detto?
Manlio - Comunque
pare che la signora non abbia gradito il nostro invito!
Agata - Ma che cavolo
di invito? mi avete presa con la forza, buttata in macchina e incappucciata! Chi siete? cosa volete
da me?
Ermes - Vo… vo…
Manlio - Glielo spiego subito. (A Ermes e Adriano) Legatela alla sedia.
(Ermes e Adriano agiscono)
Agata - Mi legate alla sedia??
Manlio - (A Gisella) Giulietta… (Gisella
non risponde) Giulietta!! dico a te!
Gisella - Ah sì, scusa… Mario.
Manlio - Vai a prendere i cappucci anche per
noi. (Gisella esegue) (Ad Agata) Vogliamo che sia nostra ospite
per un po’.
Agata - Ma io sto tanto bene a casa mia!
(Gisella consegna i cappucci che Manlio e Ermes indossano dopo aver
tolto i passamontagna)
Manlio - Andrea… (Adriano non risponde) Andrea!!
Adriano - Ah, sì, scusa.
Manlio - Non ti spaventare per quello che
vedrai, (Sia Manlio che Ermes sogghignano)
Adriano - In che senso?
Manlio - (Mette una mano sulla spalla di Gisella per farle capire che si sta
rivolgendo a lei) Ora puoi toglierle il cappuccio… (Gisella agisce e appena vede Agata, effettivamente molto brutta, ha un
sobbalzo che la porta a sedersi su una sedia vicina mentre Manlio e Ermes
sogghignano)
Adriano - (Guardando
Agata) Beh? cosa c’è che non va? (Ad
Agata) Buongiorno.
Agata - Buongiorno sarà per lei!
Ermes - (Ridendo) I gu… i gu…
Manlio - (Ridendo) I gusti non si discutono!
Ermes - Ecco!
Agata - Insomma, mi dovete spiegare il
perché di questa buffonata!
Manlio - Non è affatto una buffonata!
Ermes - È una co… una co…
Agata - … una comica!
Ermes - No!
Agata - … una commedia?
Ermes - Una co… cosa seria!
Agata - Una cosa seria? (Ride) Con quei cappucci in testa siete invece
una cosa ridicola!
Gisella - (Ad Adriano) Un po’ ha ragione.
Manlio - Giulietta!
Gisella - Comandi!
Manlio - Controlla le sue tasche.
Gisella - (Agisce) C’è solo un cellulare.
Manlio - Prendilo e appoggialo lontano da
lei.
Agata - Essendo legata come farei ad
usarlo?
Adriano - Ha ragione anche lei.
Ermes - Sì ma no… no…non si sa mai!
Gisella - È vero, Pierferdinando, non si sa
mai.
Ermes - Co… come hai fatto a ri…
riconoscermi se sono inca… incappucciato?
Gisella - Dal timbro della tua voce.
Ermes - Ah.
Agata - Ma cosa vi ho fatto per essere rapita
e sequestrata in questo modo?
Manlio - Non se lo immagina?
Agata - Nemmeno lontanamente.
Manlio - Glielo dico io: l’abbiamo rapita
per ottenere un riscatto dalla sua famiglia! cara la mia signora Mariangela
Valverdini Comarelli…
Ermes - In La… Lapis
Agata - E chi è?
Manlio - (Sorridendo ironicamente) Come chi è?
Ermes - È… è lei!
Adriano - Mariangela Valverdini Comarelli…
Gisella - …in Lapis!
Agata - Ma che cavolo state dicendo? io
mi chiamo Agata, Agata Sgambetti e basta!
Manlio - Ma non dica stron…
Gisella - (Lo interrompe gridando) Mario! non voglio sentire parolacce in
questa casa!
Agata - La signora…
Gisella - Signorina.
Agata - La signorina ha ragione!
Adriano - Se ho ben capito, lei non sarebbe
la…
Manlio - …la signora Mariangela Valverdini
Comarelli…
Ermes - in La… Lapis?
Agata - Ma come devo dirvelo che non sono
io? Io mi chiamo Agata Sgambetti!
Manlio - E dove abita?
Agata - Al numero 34 di via Puccini!
Manlio - (A Ermes, mettendogli le mani al collo) Era via Puccini, eh…? eri
sicuro che non era via Rossini come ti avevo detto io, eh?
Ermes - (Parlando a stento perché soffocato da Manlio) Scu… scusa ma io di
musica classica non ci ho mai capito un piffero! Co… comunque ribadisco che tu
non mi hai detto via Rossini!
Gisella - E adesso cosa facciamo?
Manlio - Eh, cosa facciamo? Adesso siamo…
Ermes - …nella me… me…
Agata - Proprio lì.
Gisella - (Con tono di rimprovero) Pierferdinando!!
Ermes - … medesima si… situazione di
prima.
Adriano - Come…?
Manlio - Eh no! invece no! possiamo invece
approfittare per prendere due piccioni con una fava! Voi tenete qui la
prigioniera mentre noi andremo a cercare l’indirizzo esatto della signora
Mariangela Valverdini Comarelli…
Ermes - In La… Lapis
Manlio - Così, magari riusciamo ad avere due
riscatti invece di uno!
Adriano - Io andrei in via Cherubini.
Gisella - Io in via Paganini.
Manlio - No, invece noi faremo tutte le
strade di quel quartiere e prima o poi la troveremo! Pierferdinando, seguimi!
Ermes - Co… co… comandi! (Escono
Manlio e Ermes)
Gisella - E adesso…?
Agata - Adesso direi di slegarmi e fare
come se niente fosse successo.
Adriano - Ma è matta? se la liberiamo quelli
ci ammazzano subito!
Agata - Ma dai, non ci credo… non saranno
mica anche degli assassini!
Gisella - Uno no ma per l’altro non metterei
la mano sul fuoco!
Adriano - Mi creda, signora, è meglio fare
buon viso…
Gisella - (Guarda Agata poi si rivolge ad Adriano) È un modo di dire.
Adriano - … a cattivo gioco.
Agata - Capisco.
(Adriano e Gisella si avvicinano ad Agata)
Gisella - Nel frattempo gradisce qualcosa?
Adriano - Vuole un caffè?
Agata - Per carità! sono già tanto
nervosa per conto mio, se prendo anche il caffè peggioro e non so cosa potrebbe
succedere!
Adriano - Un “deca”…
Gisella - Sì, e dove lo vado a prendere?
Agata - Me l’ha detto anche il medico che
di carattere sono molto agitata, tanto che mi ha suggerito di portarmi sempre
dietro dei tranquillanti per i casi d’urgenza.
Adriano - E cosa le succede quando capitano
questi… casi d’urgenza?
Agata - Oh, il nervoso mi sale dallo
stomaco, in pochi secondi mi arriva al cervello e non mi controllo più!
Adriano - Come ha detto, scusi?
Agata - (A voce alta) Non mi controllo più!
Adriano - È una cosa spiacevole!
Agata - Molto spiacevole, soprattutto per
chi mi sta vicino.
(Adriano e Gisella si allontanano da Agata)
Gisella - Sa che a volte qualcosa di simile capita
anche a me? a me però dallo stomaco salgono degli attacchi di ansia, di panico,
mi capisce?
Agata - Certo che la capisco, si vede
chiaramente da come si muove che lei ha un carattere ansioso. Sa cosa ci
vorrebbe, in questi casi? una buona tazza di camomilla, farebbe bene sia al
caso suo che al mio.
Adriano - Allora le possiamo offrire una
camomilla. (A Gisella) Giulietta, abbiamo
della camomilla?
Gisella - Sì, ci dovrebbe essere, da qualche
parte. (Esce)
Adriano - (Si
riavvicina ad Agata) Bene, sono sicuro che le farà bene, signora…
Agata - Non sono sposata.
Adriano - Ah, non è sposata? nemmeno io, sa?
Gi… (Si interrompe)
Agata - Gi…?
Adriano - (Cercando
di ricordare il nome fittizio della sorella) Giu…
Agata - Giu…?
Adriano - Giulietta, Giulietta è mia sorella.
Agata - Ah, capisco, e in famiglia fate
queste cose.
Adriano - Sì ma per necessità, sa, in due non
riusciamo ad arrivare alla fine del mese, signorina…
Agata - Agata.
Adriano - (Guardandola,
ammirato) Agata... che bel nome!
Agata - Grazie.
Adriano - Come…?
Agata - (Ad alta voce) Grazie.
Adriano - Ah, prego.
Agata - Lei, però, deve essere una
persona gentile.
Adriano - (Si
avvicina ancora di più ad Agata) Sicuramente lo è anche lei… molto.
Gisella - (Da fuori, ad alta voce) Fra poco arriva la camomilla!
Adriano - (Ad
alta voce, guardando Agata) Fai pure con calma!
Agata - Ma non si può togliere quel
cappuccio?
Adriano - Mi dispiace ma non posso, è una
questione di sicurezza.
Agata - (Delusa) Capisco ma dispiace più a me perché lei può vedermi e io
no.
Adriano - Dispiace anche a me perché io la sto
vedendo… molto volentieri!
Gisella - (Entra portando un vassoio con tre tazze di
camomilla e lo posa sul tavolo) Eccoci qua!
Agata - Però mi dovrete slegare le mani
altrimenti non riesco a berla.
Gisella - Cosa dici, Andrea? possiamo fare
uno strappo?
Adriano - Credo di sì, tanto i piedi le
rimangono legati! (Le libera le mani e le
porge una tazza di camomilla)
Agata - (A Gisella) Ci ha messo lo zucchero?
Gisella - No.
Agata - Male! lo zucchero moltiplica
l’effetto rilassante della camomilla. Lo vada a prendere, per cortesia.
Gisella - Subito. (Esce)
Agata - (Distrae Adriano) Ma quanto è alto questo soffitto? (Mentre Adriano dice la battuta successiva
Agata estrae da una tasca una scatolina da cui prende una pillola che mette nella
camomilla)
Adriano - (Guardando
verso il soffitto) Ah… sarà alto almeno tre metri, sa, questa è una casa
vecchia dove prima di me ci hanno abitato i miei genitori e i miei nonni prima
di loro e forse…
Gisella - (Entra) Ecco lo zucchero!
(Ad Agata) quanti cucchiaini ne
vuole?
Agata - Due, grazie. (Gisella agisce e Agata l’assaggia appena)
No, scusi ma è troppo dolce, se a lei piace così potrei fare a cambio con la
sua.
Gisella - Certo, per me va bene, qui gliene
metto solo uno, va bene?
Agata - Perfetto. (Avviene lo scambio)
(Ognuno beve la sua camomilla)
Adriano - Buona! (Ad Agata) ne vuole un altro goccio?
Agata - No, grazie, va bene così.
(Gisella prende una sedia e ci si siede per bere tranquillamente la
camomilla)
Adriano - Senta, mi crede se le dico che mi
dispiace di tutta questa situazione? soprattutto per l’errore che è stato
fatto, per lo scambio di persona. Anche se…
Agata - Anche se…?
Adriano - Niente… cioè, da una parte mi fa
piacere aver incontrato una persona… come lei.
Agata - Fa piacere anche a me, anche se
mi sarebbe piaciuto che l’incontro fosse avvenuto in circostanze diverse.
Adriano - Eh, lo so, ma il destino ha voluto
che ci conoscessimo in questo strano modo.
Agata - Già.
Gisella - Mamma mia mi ha preso una
stanchezza, una sonnolenza…
Adriano - Sarà lo stress.
Gisella - Credo di sì, sarà la tensione per tutto
questo.
Agata - Perché non si mette un po’ su
quella poltrona a riposare? tanto qui con me c’è Andrea!
Gisella - (Che non ha fatto mette locale) Chi…?
Agata - (Indicandolo) Andrea.
Gisella - Ah, sì. (Va a sedersi comodamente sulla vecchia poltrona dove, nel giro di pochi
secondi, si addormenta)
Agata - Doveva essere sfinita.
Adriano - Come…?
Agata - (Ad alta voce) Doveva essere stanchissima.
Adriano - (Guardandola,
quasi sognante) Ah, sì.
Agata - Perché mi guarda così?
Adriano - Non so… c’è qualche cosa in te che
va diritto al cuore…
Agata - … simpatico, sei tu.
Adriano - Anche tu.
Agata - Ascolta, Andrea, io dovrei andare
in bagno.
Adriano - Porca paletta, questo è un problema.
Agata - Certo che è un problema, se non
vado subito la faccio addosso!
Adriano - Ma io non posso mica slegarti anche
le caviglie!
Agata - E come ci vado, saltellando?
Adriano - Poi in bagno c’è una finestra molto
piccola ma potresti… evadere lo stesso!
Agata - Vuol dire che me la farò addosso!
Adriano - No, per carità! Facciamo così: io ti
slego ma non puoi chiudere la porta a chiave e mentre sei dentro dovrai sempre
parlare, in continuazione.
Agata - Va bene, farò così.
(Adriano le slega le caviglie e l’accompagna
in bagno)
Adriano - Allora…?
Agata - (Da fuori) Be’, non ho molto da dire, in questo frangente.
Adriano - Recita una poesia che conosci. (Silenzio) Allora…?
Agata - Taci.
Adriano - Io infatti sto zitto, sei tu che
devi parlare.
Agata - No, dicevo: Taci. Su le soglie/del
bosco non odo/parole che dici/umane; ma odo/parole più nuove/che parlano
gocciole e foglie/lontane./Ascolta…
Adriano - Ti sto a sentire.
Agata - No, dicevo: Ascolta. Piove/dalle
nuvole sparse./Piove su le tamerici/salmastre ed arse,/piove sui pini…
Adriano - La facciamo tutta…?
Agata - Eh, io devo farla tutta. (Continua)… scagliosi ed irti,/piove su i
mirti/divini,/su le ginestre fulgenti/di fiori accolti,/su i ginepri folti/di
coccole aulenti,/piove su i nostri volti/silvani…
Adriano - Piove dappertutto…
Agata - (Continua)… piove su le nostre mani/ignude,/su i nostri vestimenti/leggeri,/su
i freschi pensieri/che l'anima schiude/novella,/su la favola bella/che ieri/t'illuse,
che oggi m'illude… (Compare Agata) o Andrea.
Adriano - Chi è?
Agata - Sei tu!
Adriano - Ah, sì! (La riaccompagna alla sedia dove si accinge a legarle di nuovo le
caviglie) Che deliziosi piedini! che numero porti di scarpine?
Agata - (Vezzosa) Un quarantuino.
Adriano - Mi sembrano quelli di Cenerentola! (Finisce di legarle le caviglie)
Agata - Grazie, sei stato un angelo!
Adriano - (Imbarazzato)
Cosa vuoi che sia, gli amici si riconoscono nell’ora del bisogno. A proposito…
(Le slega di nuovo le caviglie e
l’accompagna di nuovo fino alla porta del bagno)
Agata - Guarda che l’ho fatta tutta.
Adriano - Sì, ma ora scappa a me! facciamo
come prima: devi parlare in continuazione finché non esco, però cambia poesia!
(Entra
in bagno)
Agata - (Ad alta voce, volgendo le spalle all’uscita) La donzelletta vien
dalla campagna,/ In sul calar del sole,/ Col suo fascio dell'erba; e reca in
mano/ Un mazzolin di rose e di viole,/ Onde, siccome suole,/ Ornare ella si
appresta/ Dimani, al dì di festa, il petto e il crine.
Adriano - (Esce dal bagno senza più il cappuccio in testa)
Fatto.
Agata - Di già? (Si volta, vede Adriano in viso e resta come incantata)
Adriano - Cosa c’è?
Agata - (Ammirandolo) L’hai tolto per me?
Adriano - Cosa? (Si tocca la testa e si accorge di non avere più il cappuccio) Porca
miseria non ho rimesso il cappuccio! (Indicando
verso il bagno) l’ho tolto per prendere la mira per…
Agata - (Lo interrompe) Sei… sei proprio come ti immaginavo.
Adriano - (Si
avvicina a lei) Brutto?
Agata - (Si avvicina a lui) No! affatto! ed io…?
Adriano - (Guardandola
negli occhi) No! affatto!
Agata - Be’, sono un tipo, e tu mi piaci
anche se sei un po’ sordo.
Adriano - Come…?
Agata - (C.s.) Senti…
Adriano - Sì…
Agata - Tu credi all’amore a prima vista?
Adriano - (C.s.)
Certo! è la prima impressione… quella che conta.
Agata - (C.s.) È vero. Andrea.
Adriano - (C.s.)
Il mio vero nome è Adriano.
Agata - (C.s.) Adriano.
Adriano - (C.s.)
Agata…
Agata - (C.s.)… tu mi rapisci!
(I due si abbracciano)
Sipario
Fine del primo atto
Secondo atto
Stessa scena del primo atto. I due sono ancora abbracciati.
Adriano - Agata…
Agata - Adriano…
Adriano - Come può esserci capitata una cosa
simile così all’improvviso?
Agata - Non so ma è stato come un fulmine
a ciel sereno.
Adriano - Infatti non ho sentito il rombo del tuono.
Agata - Sì, è stata una saetta
inaspettata!
Adriano - Adesso cosa facciamo?
(Senza che i due se
ne accorgano, Gisella solleva per un istante il cappuccio poi si ricopre
facendo finta di dormire ancora ma ascoltando tutta la loro conversazione)
Agata - (Sottovoce) Prima di tutto è meglio parlare sottovoce altrimenti si
sveglia tua sorella.
Adriano - Come…?
Agata - (Leggermente più ad alta voce) Dobbiamo parlare piano se no si
sveglia tua sorella!
(Da questo momento
entrambi parleranno con tono leggermente più basso mentre il pubblico noterà che
Gisella ogni tanto solleverà la testa per ascoltare poi tornerà a far finta di
dormire)
Adriano - Ah, sì, hai ragione.
Agata - (All’orecchio di Adriano) Se davvero sentiamo questo sentimento reciproco
io direi di andare via tutti e due da qui e rifarci vivi quando tutto si sarà
calmato e risolto.
Adriano - (All’orecchio
di Agata) Per mia sorella credo che non ci siano problemi ma sono sicuro che
Ermes e Manlio una cosa del genere se la legheranno al dito.
Agata - E chi sarebbero Ermes e Manlio?
Adriano - Come…?
Agata - (Alza la voce) Chi sarebbero Ermes e Manlio?
Adriano - Ah, sono i veri nomi di Mario e di
Pierferdinando; quelli sono capaci di scovarci e mandarci tutti e due all’ospedale!
Agata - Ho capito, allora sai cosa
facciamo? ti rapisco io!
Adriano - Cosa??
Agata - (A voce un po’ più alta) Ho detto che ti rapisco io! e visto che
siamo tutti e due in bolletta chiederò anche il riscatto per la tua liberazione
così mi potrò fare una bella dote per il nostro matrimonio!
Adriano - Ma loro dove prenderanno i soldi per
il riscatto?
Agata - Mah, se non chiediamo molto, da
qualche parte li troveranno.
Adriano - E dove mi porterai?
Agata - Lascia fare a me, ti porto a casa
di una mia amica.
Adriano - Ma dovrò portarmi via qualche cosa:
un ricambio, lo spazzolino da denti…
Agata - Tu vai a prendere le tue cose
mentre io scrivo un biglietto da lasciare qui, dammi un foglio di carta e una
penna. (Adriano esegue ed esce.
Agata inizia a scrivere) “Cari signori, pensavate davvero di farla ad Agata
Sgambetti? Adesso la frittata si è ribaltata e sono io ad aver rapito il vostro
compare e a chiedervi i soldi del riscatto. Preparate cin… (Cancella) die… (Cancella) quindicimila euro e aspettate la mia telefonata per
ulteriori informazioni, altrimenti vi denuncerò per rapimento e farete la fine
di don Falcuccio.”
Adriano - (Entra con un borsone)
Sono pronto.
Agata - Leggi un po’…
Adriano - (Legge)…
Cari signori… la frittata… i soldi… don Falcuccio. Va bene, speriamo che vada
tutto liscio.
Agata - Certo che andrà tutto liscio. Ma
tu mi ami davvero?
Adriano - Sì, certo che ti amo davvero, e
appena torneremo ti darò l’anello di fidanzamento di mia madre, anche se mia
sorella l’ha messo in vendita!
Agata - Sei un tesoro, allora andiamo!
Adriano - (Ci
ripensa) Ma… che fine ha fatto don Falcuccio?
Agata - È rimasto con una mano davanti e
una di dietro. (Lo prende per un braccio e lo trascina fuori con sé)
Gisella - (Rimasta sola, si alza, incredula) Ma non ti dico, io…! (Getta un’occhiata al biglietto lasciato da
Agata) Dove si è mai visto che un rapitore e una rapita s’innamorino a
prima vista? e che mettano su tutto ‘sto teatro per chiedere i soldi invece di fare…
una semplice lista di nozze? e adesso cosa dirò a Manlio e a Ermes? (Si sente bussare alla porta) Oddio,
eccoli! (Si avvicina alla porta)
Parola d’ordine!
Manlio - Mamma, Ciccio mi tocca…
Gisella - … Toccami Ciccio che mamma non vede.
(Apre la porta)
Manlio - (Entra insieme ad Ermes) Abbiamo
girato mezza città ma non siamo riusciti a trovare dove abita quel cavolo di…
Ermes - Ma… ma…
Gisella - … Mamma,
Ciccio mi tocca!
Ermes - No, ma… ma…
Manlio - … riangela Valverdini
Comarelli in Lapis.
Ermes - Quella!
Manlio - Ah, ma giuro che la troveremo! (Si accorge dell’assenza di Agata) Dov’è
lo scorfano?
Gisella - Chi?
Manlio - La rapita!
Ermes - Ma… ma…
Gisella - Mariangela
Valverdini…
Ermes - No, ma… manca anche Adriano.
Gisella - (Previene Manlio) Non voglio sentire
parolacce in questa casa!
Manlio - Ma non ho detto niente!
Gisella - Ti verrà
da dirle perché… perché Agata mi ha addormentata con un sonnifero e… e ha
rapito Adriano!
Manlio - Che cosa???
Ermes - Ma po… po…
Manlio - … porca puttana!
Gisella - Ha
lasciato anche questo. (Porge il
biglietto a Manlio) Adesso cosa facciamo?
Manlio - (Non legge il biglietto ma lo getta a terra, sprezzante) Cosa vuoi fare? niente! sai quanto mi
frega se ha rapito Adriano!
Ermes - Io poi non ho un soldo per far
ca… ca…
Manlio - … cantare un cieco.
Ermes - Sì.
Manlio - E nemmeno io!
Gisella - Ma Adriano
è mio fratello e vostro amico! come si può lasciarlo in mano alla sua rapitrice?!
e se gli farà del male? se lo tortura? Dovremo trovare il modo per liberarlo! possibile
che non abbiate qualche euro da parte per gli imprevisti?!
Manlio - Poca roba!
Ermes - Po… pochissima!
(Suona il cellulare di Manlio)
Manlio - Pronto, ah, la signorina Agata! sì,
sono io… (Ascolta) sì, lo so ma stavo
appunto dicendo che a me di Adriano non frega un fico secco! Per me lo puoi
anche…
Gisella - (Lo interrompe) Manlio!!
Manlio - E va bene, va bene, sentiamo cosa
ci proponi: (Ascolta) l’incontro in
questa casa, bene, quando? (Ascolta) oggi
stesso, e quanto vorresti? (Ascolta)
Quanto??? (Agli altri) Chiede quindicimila
euro per il riscatto!
Ermes - Quella è ma… ma…
Gisella - … Mamma,
Ciccio mi tocca!
Ermes - No, è ma… matta!
Manlio - (Al telefono) Altrimenti…? don Falcuccio!? Ma… non si potrebbe avere
un piccolo sconto?
Gisella - Ma dai! la
vita di Adriano non ha prezzo! facciamo cinquemila per uno e il gioco è fatto!
Manlio - (Al telefono) Come perché lo sconto?! è anche difettoso… (Ascolta) eh… è sordo! facciamo… (Agli altri) ha riattaccato!
Gisella - Ormai ci
tocca accettare, ne va dell’incolumità di mio fratello!
Ermes - Io non… non ci penso ne… nemmeno.
Manlio - Dovrei tirar fuori cinquemila
euro per tuo fratello? nemmeno per sogno!
Gisella - Aiutatemi,
vi prego! non avete un cuore? Poi ha detto anche che ci può denunciare lei, per
il suo rapimento! Io la mia parte riesco a raggiungerla, anche se con difficoltà,
magari col ricavato della vendita dell’anello della mia povera mamma.
Manlio - Aspettate, ho un’idea! (Prende l’elenco telefonico) Come si
chiama quella lì?
Ermes - Agata…
Gisella - Agata
Sgambetti.
Manlio - (Consultando l’elenco telefonico) Avrà pure dei parenti, questa
Agata; faremo credere loro che l’abbiamo rapita e che è ancora nelle nostre
mani, chiederemo i quindicimila euro per il riscatto, magari qualcosa di più, e
potremo così…
Gisella - … riavere Adriano!
Manlio - E tenere qualche soldo per noi!
Ermes - Be… bella pensata!
Manlio - (Consultando l’elenco telefonico) Sgab… Sgal… Sgamb… Sgambetti,
eccolo qui: Sgambetti Egidio, proviamo.
Ermes - Non far vedere il numero!
Manlio - Tranquillo, già fatto! (Telefona) Pronto, casa Sgambetti? (Ascolta) Senta, lei è per caso parente
di Agata Sgambetti? (Ascolta) Sì,
Agata Sgambetti. (Ascolta) Ah, (Agli altri) è il suo prozio! (Ascolta) da parte di…? (Ascolta) ah, lei è il figlio del cugino
di Antonio Sgambetti, e chi è Antonio Sgambetti? (Ascolta) il figlio del fratello di suo nonno Guglielmo… (Ascolta) che si era trasferito a Parma,
(Ascolta) ed è morto nel 1956, sì, capisco,
ma veniamo a noi… (Ascolta) Eh, sì, è
la vita, purtroppo. (Ascolta) Chi
aveva sposato? (Ascolta) Giuseppina,
(Ascolta) morta due anni dopo, capisco
ma veniamo a noi… (Ascolta) eh no,
non ci sono più le coppie di una volta, comunque stavamo parlando di Agata… (Ascolta) sì, sì, sta bene… cioè no,
voglio dire… (Ascolta) beh, adesso
avrà sui… (Agli altri) Quanti anni
avrà quella lì?
Ermes - Sulla tre… tre…
Gisella - 34, 35
anni.
Manlio - (Al telefono) 35 anni. (Ascolta)
Eh sì, gli anni passano in fretta, ma da quanto tempo non la vede? (Ascolta) da quando era piccola?? (Ascolta) ho capito, insomma, la
situazione è questa: sua nipote… (Ascolta)
sì, va bene: pronipote, sua pronipote è in mano nostra e se la rivuole vedere
dovrà darci ventimila euro uno sull’altro! (Ascolta)
Sì, ha capito bene, l’abbiamo rapita! (Ascolta)
Ah, dove trovare i soldi sono cavoli suoi! non ha qualcosa da parte? (Ascolta) sì… (Ascolta) sono vincolati a sei mesi? e io dovrei tenerla con me per
sei mesi?? (Ascolta) O così o niente…
capisco, va bene, se è così… come non detto, la ringrazio, in caso faccio
sapere, (Ascolta) sì, arrivederci. (Chiude) Non è possibile una cosa così!
Ermes - In… in sei mesi spenderemmo la
ste… stessa cifra per ma… mantenerla!
Gisella - Niente da
fare, dobbiamo fare questa colletta per riavere il mio fratellino!
Manlio - Io i soldi per il tuo fratellino
non li tiro fuori!
Ermes - Ne… nemmeno io!
Gisella - E lo
lasceremo in mano a lei? dopo che vi ha dato questa casa come covo del
rapimento? Non vi facevo così
aridi e insensibili, sono proprio scoraggiata dal vostro comportamento!
Manlio - Aspettate, ho un’altra idea!
Ermes - Qu… quale?
Manlio - Quella lì, ingenua com’è, ha deciso
che il luogo dello scambio sarà questo, entro oggi. (A Ermes) Non appena arriva qui cosa ci costa saltarle addosso, farci
dire dov’è Adriano e mandarla via a calci in…
Gisella - (Lo interrompe gridando) Manlio! non
voglio sentire parolacce in questa casa!
Manlio - … a calci dove capita!
Ermes - Oppure le po… potremmo dare una
po… possibilità: le pro… proponiamo di venire qui fra sei mesi così la rapiamo
di nuovo e chiediamo il riscatto al suo pro… prozio che ormai avrà i soldi
svincolati!
Gisella - Ma prima
ci riprenderemo Adriano!
Ermes - Ce… certamente.
Manlio - Ci possiamo provare. Le telefono
subito, mi è rimasto il numero in memoria. (Telefona)
Pronto, sono io, senti, bell… (Ci ripensa)
senti, piccola, vorrei farti una proposta: non è che potresti aspettare sei
mesi… (Ascolta) ah, non è possibile
perché ti devi sposare fra poco… (Agli
altri) ma chi la sposa, una così?? (Al
telefono) Sì, lo so che un matrimonio costa molto, be’, se le cose stanno
così va bene, vieni pure che ti aspettiamo… (Ascolta) sì sì, a presto. (Chiude)
Gisella - Ora verrà
qui a prendere i soldi?
Manlio - Sì, e noi la riceveremo come
merita!
Ermes - A… altroché i soldi!
Gisella - Ma se poi
ci denuncia per il suo rapimento?
Ermes - Non può, pe… perché allora noi la
de… denunceremmo per il rapimento di Adriano!
Manlio - Prepariamoci ad aspettarla, (Va a socchiudere la porta) appena bussa
alla porta tu, Gisella, ti farai vedere seduta, tranquilla, in modo che lei non
si insospettisca, mentre noi, che staremo ai lati della porta, l’agguanteremo e
la costringeremo a restituirci Adriano.
Ermes - Co… con le buone o co… con le
cattive!
Manlio - Ma io mi domando e dico come cavolo
avrà fatto a slegarsi e a rapire Adriano? e lui perché non ha reagito? bastava
rimetterla a sedere e legarla di nuovo e più stretta!
Ermes - Le… le donne hanno mi… mille
risorse!
Gisella - Forse è
riuscita a slegarsi e ha preso Adriano alla sprovvista come… come un fulmine a
ciel sereno!
Manlio - Mah.
(Si sente bussare alla porta)
Gisella - È lei!
Manlio - Gisella, mettiti seduta ben in
vista. (Gisella agisce) Ermes,
mettiamoci contro il muro ai lati della porta! (I due si acquattano ai lati della porta)
Ermes - Chi… chi…
(Manlio fa cenno a Ermes di tacere e indica Gisella)
Gisella - Chi è?
Agata - (Da fuori) Sono io.
Gisella - La porta è aperta.
(Agata entra e i due le sono addosso e la legano di
nuovo alla sedia)
Agata - Se fate così non rivedrete più
Adriano!
Manlio - Dicci dov’è o ti leghiamo di nuovo
alla sedia!
Ermes - Pe… per sei mesi!
Agata - Non ve lo dirò se prima non mi
date i soldi!
Gisella - Per carità, ragazzi! diamole un
po’ di soldi e risolviamo subito questa faccenda!
Manlio - (A Gisella) Ma perché sei così desiderosa di dare i soldi a questa
qui?
Gisella - Ma perché…
Adriano - (Entra) Perché sono suo
fratello!
Ermes - A… A…
Agata - Adriano! perché sei venuto qui??
Adriano - Perché immaginavo che ti avrebbero
maltrattata! (Va a liberare Agata)
Manlio - Cos’è questa pagliacciata?
Adriano - Non è una pagliacciata, io e Agata…
ci amiamo.
Manlio - Che cosa??
Adriano - Sei diventato sordo?
Manlio - (Ad Agata) È lui che devi sposare??
Agata - (A Manlio) Certamente. (Andando
verso Adriano che la prende sottobraccio) Però, tesoro mio, venendo qui hai
mandato in fumo il nostro piano!
Ermes - Quindi eravate d’a… d’accordo
tutti e due!
Manlio - (Fuori di sé, ad Adriano) E volevate i soldi da me?
Ermes - E da me?
Adriano - (Ad
Agata) Mi sono reso conto che loro non avrebbero tirato fuori un centesimo…
Gisella - Io sì!
Adriano - Grazie, sorellina! (A tutti) Mi dispiace ma è andata così.
Agata è la donna della mia vita e la sposerò anche se dovremo fare le nozze coi
fichi secchi…
Agata - (A Manlio) A me, oltretutto, piacciono molto.
Manlio - Lo sapevo, lo sapevo che certe cose
bisogna farle coi professionisti; coi dilettanti va a finire tutto a pu…
Gisella - Manlio!!
Manlio - … a pubblicazioni di matrimonio!
(Si sente bussare alla porta)
(Tutti si allertano)
Ermes – Adesso chi… chi è?
Gisella - Chiediamo la parola d’ordine!
Manlio - Ma non la conosce nessun altro!
Adriano - Chi è?
Mariangela - (Da fuori) Sono venuta per l’annuncio
di quell’anello...
Gisella - Ah, è qualcuno che vorrebbe
acquistare l’anello della mia povera mamma… (Ad Adriano) Vorrà dire che il ricavato andrà per le spese del
matrimonio. (Va ad aprire)
Agata - (A Manlio) Questa si chiama provvidenza!
Mariangela - (Entra) Buongiorno, sono venuta…
Gisella - Sì, sì, certo, ora glielo vado a
prendere e glielo mostro (Esce)
Adriano - (A
Mariangela) È di valore, sa? è tutto d’oro con un bel brillante sopra.
Mariangela - Bene, io adoro i brillanti.
Gisella - (Entra con una scatolina contenente l’anello) Eccolo qui, vede? è
bellissimo, l’ho fatto stimare e gli han dato un valore di cin…
Adriano - cin…
Manlio - sei…
Ermes – se… se…
Agata - Ottomila euro!
Mariangela - Oh, io non faccio problemi di soldi, se
un oggetto mi piace lo compro a qualsiasi prezzo!
Manlio - (Subito) Qualcuno lo dà anche per novemila!
Mariangela - (Osserva
l’anello) Oh, ma è stupendo! semplice ma di gran classe!
Adriano - Certo che… stavo pensando di
regalarlo alla mia fidanzata, qui, come anello di fidanzamento e sono ancora
dubbioso… oltretutto, essendo un caro ricordo sarei contento se rimanesse in
famiglia.
Gisella - (A Mariangela) Pensi che era della mia povera mamma che l’aveva
avuto in eredità da sua nonna ed è stato sempre il nostro unico gioiello di
famiglia!
Mariangela - La capisco ma questo anello mi piace
troppo… sentite, facciamo così: glielo prendo per più del suo valore e ve lo
pago quindicimila euro, che ne dite?
Manlio - (Subito) Affare fatto!
Adriano - (A
Manlio) Scusa ma “affare fatto” dovremmo dirlo io e mia sorella.
Gisella - Affare fatto!
Adriano - Sono d’accordo!
Agata - Anch’io!
Mariangela - Bene, sono davvero contenta, signora…
Gisella - Gisella Grisini.
Mariangela - Molto piacere, Mariangela Valverdini
Comarelli in Lapis.
Ermes – Ma… Mariangela
Manlio - Valverdini
Adriano - Comarelli
Gisella - In Lapis??
Ermes – E… do… dove abita, se posso?
Mariangela - Abito al numero 34 di via Rosmini,
perché?
Manlio - Via Rosmini!!! non via Rossini!
(Manlio si pone dietro a Mariangela)
Ermes – Ci… ci siamo passati una decina
di… di volte! Ma Rosmini era un mu… musicista?
Mariangela - No, era un filosofo.
Ermes – E… ecco perché…
Manlio - (Getta un’occhiata a tutti gli altri, anche Ermes va a porsi dietro a
Mariangela) Bene…
(Manlio ed Ermes la
prendono di peso e la trascinano sulla sedia su cui era stata legata Agata e la
incappucciano. Anche Adriano, Gisella e Agata si scambiano un’occhiata d’intesa
e iniziano a legarla)
Mariangela - Ma… che state facendo?
Agata - Abbiamo fatto trenta…
Ermes - Facciamo tren… tren…
Adriano – … tuno.
Manlio - (A Mariangela) L’abbiamo
cercata tanto, adesso che è con noi… la teniamo stretta!
Mariangela - Aiuto!
Adriano – Ma perché l’abbiamo incappucciata? ormai
ci ha visti!
Manlio - Così… per bellezza!
Mariangela - Aiuto!
(Si sente bussare alla porta)
Gisella - Chi è?
(Ermes lega un fazzoletto alla bocca di Mariangela)
Voce
fuori scena - Sono venuta per l’annuncio di
quell’anello...
(Tutti si scambiano di nuovo un’occhiata d’intesa)
Manlio - Adriano, abbiamo altri cappucci?
Adriano – Tutti quelli che vuoi!
Buio
Sipario
TUTELA SIAE
L'uso senza permesso da parte di chiunque, in qualunque
forma, è assolutamente vietato.
Per eventuali comunicazioni contattare l'autore.
cell: 338 9 338 116
e mail: paolocappelloni@yahoo.it
Nel caso di rappresentazione dichiarare alla SIAE il titolo
originale.
Arredi di scena e oggetti personali
Una poltrona e alcune
sedie
due grosse corde
Quattro cappucci neri
con fori per gli occhi (per Manlio, Ermes, Adriano e Gisella)
Un vassoio e tre tazze
di camomilla
Una zuccheriera con
cucchiaino
Un foglio e una penna
Un elenco telefonico
Per Adriano: un orologio
da polso.
Per Manlio: un passamontagna – un cellulare.
Per Ermes: un passamontagna.
Per Agata: Un cappuccio nero senza fori per gli occhi – un cellulare . una
scatolina per le pillole.
Per Gisella: una scatolina con dentro un anello con “brillante”.