Primo atto
La scena rappresenta il soggiorno dell’appartamento che Gaia e Beatrice
hanno affittato per studiare all’Università di Bologna. Ci sono due uscite: una
verso l’interno dell’appartamento e una che va verso la porta d’ingresso. All’aprirsi
del sipario Gaia e Beatrice stanno
studiando ognuna per il proprio esame: Gaia è iscritta alla facoltà di Scienze Motorie
e Beatrice a quella di Lettere Moderne. Beatrice
è seduta al tavolo su cui ci sono alcuni libri mentre Gaia sta studiando stesa sul pavimento facendo ogni tanto esercizi alle
gambe.
Gaia - (Distoglie gli occhi dal libro e si rivolge a
Beatrice) Beatrice…
Beatrice - (Senza distogliere gli occhi dal libro) Sì...?
Gaia - Come va?
Beatrice - (Senza distogliere gli occhi dal libro) Eh,
come va, come il pomodoro in tubetto.
Gaia - In che
senso?
Beatrice - (C.s.) Sono concentrata.
Gaia - Ah, (Pausa) cosa stai studiando??
Beatrice - (Volge un attimo lo sguardo a Gaia poi torna
con gli occhi sul libro) Leopardi, sto studiando Leopardi, l’analisi del “Canto
notturno di un pastore errante dell’Asia”.
Gaia - Tristissimo!
Beatrice - (Senza distogliere gli occhi dal libro) Eh,
lo so.
Gaia - Meglio
Foscolo…
Beatrice - (C.s.) Beh, anche lui in quanto a
tristezza…
Gaia - Sì ma
almeno lui era un figo!
Beatrice - (C.s.) Mh.
Gaia - (Cita) “Che fai…
Beatrice - (Distoglie gli occhi dal libro) Gaia… ti
ho detto che sto studiando Leopardi e…
Gaia - Sì, ho
capito, stavo dicendo: “Che fai… (Beatrice
la guarda perplessa) tu, luna, in ciel? dimmi, che fai, silenziosa luna?”
Beatrice - Ah, sì. (Torna con gli occhi sul libro)
Gaia - Eh, la
luna… io ho sempre avuto un rapporto particolare con la luna, soprattutto
quando è piena. Quel gran cerchio rotondo…
Beatrice - (Sempre con gli occhi sul suo libro) I
cerchi sono tutti rotondi.
Gaia - Vero… (Continua, come ispirata) quel cerchio bianco
e lucente mi attira ma nello stesso tempo provoca una strana agitazione dentro
di me, come se tutte le mie cellule si mettessero a ballare il boogie-woogie… a
te non succede mai?
Beatrice - (C. s.) Di ballare il boogie-woogie?
Gaia - No, di
sentire un’agitazione dentro di te.
Beatrice - (C. s.) A volte.
Gaia - Anche tu quando
c’è la luna piena?
Beatrice - (Distoglie gli occhi dal suo libro) No,
quando ho un esame a breve e qualcuno mi distrae mentre sto studiando.
Gaia - Scusami, è che anch’io sono sotto
stress, capirai: sono alle prese con la “fisiologia degli organi e degli
apparati”: “eccitazione e contrazione del miocardio”… e ho l’esame fra quindici
giorni!
Beatrice - Allora diamo una regolazione
all’impulso cardiaco e rilassiamoci, se no ‘sti esami non li passiamo mai!
Gaia - Sì, Bea, hai
ragione. (Torna sul suo libro e continua
gli esercizi alle gambe)
Beatrice - Certo che
ho ragione! (Torna a concentrarsi sul suo
libro)
Gaia - (Rivolta a Beatrice) Il fatto è che
finora ci siamo trastullate un po’ troppo, in giro per Bologna.
Beatrice - Soprattutto
tu.
Gaia - Sì, è vero
ma cavolo, come si fa a non approfittare di questa città e delle sue attrattive?
Beatrice - (Ironica) Ah, si chiamano attrattive,
adesso?
Gaia - Scema…! non
si fa mica niente di male, è solo che…
Beatrice - (Senza distogliere gli occhi dal libro) …
ci si distrae.
Gaia - Vero, ci
si distrae. (Pausa) Bea…
Beatrice - (Pazientemente, senza distogliere gli occhi dal libro) Dimmi.
Gaia - Hai poi
deciso cosa fare dopo la laurea?
Beatrice - (Alza gli occhi dal libro) A parte il
fatto che c’è ancora tempo… comunque penso di puntare sull’insegnamento.
Gaia - Cavolo!
tornare a scuola, anche se dall’altra parte…! io non ce la farei di sicuro!
cioè, vedermi in un’aula davanti a venti, trenta ragazzini… mamma mia! non mi sentirei
davvero portata a svolgere un lavoro del genere. (Continua con esercizi di fitness)
Beatrice - Ma
l’insegnamento deve essere una “missione”, almeno così la chiama mio padre che insegna
da una vita; anche se, come dice lui, non ci sono più gli studenti di una volta.
Gaia - Beh, in effetti a una certa età
se ne vanno e ne arrivano altri!
Beatrice - Mio padre vuol
dire che… va be’, però io ci vorrei provare lo stesso.
Gaia - Perché tu hai la sindrome della
crocerossina! Per me invece sarebbe una “mission impossible”! poi più che di
“missione” come la intende tuo padre, io parlerei di “passione”: quell’entusiasmo
che è necessario in qualsiasi lavoro… (Beatrice
si rimette a studiare) io, per esempio, con la laurea in Scienze Motorie vorrei
tanto fare l’istruttrice di fitness, diventare una personal trainer, magari
aprire una palestra tutta mia! Immagina, Beatrice: (Immagina lo slogan per la sua palestra) “Palestra Gaia: Il tuo
corpo in scioltezza”!
Beatrice - (Senza distogliere gli occhi dal libro)
Mi sembra più la pubblicità di un lassativo.
Gaia - (Tra sé, facendo qualche esercizio alle gambe) Beh, sì, fa un po’
cagare.
Beatrice - (C.s.) Già.
Gaia - (Guarda Beatrice che, concentrata sul suo libro, non la sta ascoltando,
poi, tra sé, come ispirata) Che fai tu, luna in ciel? dimmi, che fai,
/Silenziosa luna?
Beatrice - (Tra sé, senza distogliere gli occhi dal
libro) Ancor non sei tu paga/Di scassar le cosiddette palle?
Gaia - (Ripete l’ultimo verso tra sé, contando con
le dita) Di-scas-sar-le-co-sid-det-te-pal-le… Ma è un decasillabo perfetto!
Beatrice - (Senza distogliere gli occhi dal libro) Modestamente…
(Suona il cellulare di Gaia)
Gaia - (Risponde) Ciao Gioele... (A
Beatrice) è Gioele.
Beatrice - Ci avrei scommesso.
Gaia - (A Gioele) Sì, sì…. certo che sto studiando, cavolo, ho l’esame tra
quindici giorni… ah, okay, quattordici… sì sto studiando con Beatrice… (A Beatrice) Gioele ti saluta.
Beatrice - (Ad
alta voce, senza distogliere gli occhi dal libro) Ciao Gioele!
Gaia - L’hai sentita?... okay… sì, qui
è abbastanza freddo… sì, sono coperta bene… (Gesto di insofferenza) no no, esco poco, oggi poi non ho nemmeno lezione…
okay, tutto a posto allora, ciao amore, a presto…. sì, a prestissimo. Ti
telefono io?... ah, mi telefoni tu, okay, ciao. (Chiude) Che palle…! (Torna
con gli occhi sul suo libro)
Beatrice - Seconda telefonata della mattinata?
Gaia - Terza.
Beatrice - (Senza distogliere gli occhi dal libro)
Ma perché non usa whatsapp?
Gaia - Perché dice che vuole sentire
la mia voce. In effetti molti mi dicono che ho una bella voce… flautata. Sai,
se non aprissi una palestra mi piacerebbe…
Beatrice - (C. s.) Gaia…
Gaia - Sì…?
Beatrice - (C. s.) Pensa a studiare.
Gaia - Certo. (Si rimette a studiare e a sgambettare. Legge:) “L’automatismo è la
capacità del cuore di generare impulsi che causano eccitazione.” (A Beatrice) Capito…? tutto dipende dal
cuore!
Beatrice - (C.
s.) Sì sì…
Gaia - (Legge) “L'eccitabilità è la capacità del cuore di essere eccitato
sotto l'influenza degli impulsi che sorgono nei centri dell'automatismo.”
Beatrice - (C.
s.) Soprattutto per te.
Gaia - Perché sono sensibile!
(Si sente bussare alla porta)
Elena - (Da fuori) Ragazze! sono Elena!
Gaia - (Sottovoce, a Beatrice) È già ora di
pagare l’affitto??
Beatrice - (Con gli occhi sul libro) Ancora no ma
avrà sicuramente bisogno di qualcosa, attaccata com’è ai soldi…
Elena - (Da fuori, bussando di nuovo) Ci siete?
Gaia - (Ad alta voce) Sì, siamo qui, signora
Elena! arrivo subito! (Va ad aprire e
torna con Elena)
Elena - Salve mie stupende
ragazze! Come va? vi disturbo? Ho forse interrotto il vostro studio?
Beatrice – (Ormai rassegnata) No, no…
Gaia - No, signora, stavamo parlando
così… di eccitazione del miocardio…
Elena - Prego…?
Beatrice - Di Leopardi.
Elena - Oh,
Leopardi! il mio poeta preferito! Ah, quante struggenti sensazioni mi ha fatto
provare quando anch’io lo studiavo e sempre una lacrima mi spuntava e scivolando
andava a bagnare le mie “sudate carte”! E quante sue poesie ho imparato a
memoria! Ricordate…? (Cita) “La
donzelletta vien dalla campagna, In sul calar del sole, Col suo fascio
dell'erba…”
Gaia - (La interrompe) Eh, sì, Leopardi è sempre
Leopardi.
Elena - (Continua)… e reca…
Gaia - … nati.
Elena - No, volevo
dire…: e reca in man un mazz…
Beatrice – (Tronca il discorso) Come mai questa
visita, signora Elena?
Elena - Ah sì,
ecco: sono venuta a proporvi una cosa che spero vi faccia piacere, vedete: c’è
un ragazzo, un bravo ragazzo, che è al 2° anno di università come voi e
che condivide, o meglio, condivideva un appartamento con un suo amico che
purtroppo si è dovuto trasferire a Milano ed ora, questo studente, poverino,
non è più in grado di sostenere da solo la spesa dell’affitto, perciò, ecco,
visto che questo appartamento è abbastanza grande, ho pensato… se potesse
condividerlo con voi…
Beatrice – Un
ragazzo…?!
Gaia - … che
dovrebbe condividere l’appartamento con noi??
Beatrice – Non se ne
parla.
Elena - Aspettate,
non siate così precipitose. Chiaramente lui andrebbe ad occupare quella stanza giù
in fondo al lungo corridoio, dalla parte opposta alle vostre e che ha anche il
bagnetto privato; perciò, non ci sarebbe alcun disturbo della vostra privacy.
Beatrice – Sì, capisco
ma sarebbe pur sempre un ragazzo che vive in questo stesso appartamento, voglio
dire…
Gaia - (La interrompe) Ma lei lo conosce bene?
Elena - Nno… sinceramente
non lo conosco affatto ma conosco bene il proprietario dell’appartamento in cui
alloggiava: un uomo distinto! una carissima persona! e vi assicuro che me ne ha
parlato molto bene, mi ha garantito che non ha mai avuto niente di che
lamentarsi. Purtroppo, gli è capitato questo imprevisto…! Che ne pensate, mie care ragazze?
Gaia - (A Beatrice) Tu cosa ne pensi?
Beatrice – Cosa vuoi
che ti dica, Gaia, sono molto dubbiosa, potrebbe essere un rischio averlo qui
fra noi…
Gaia - In
effetti… chissà cosa potrebbe passargli per la testa…! beh, sì, potrebbe essere
un azzardo.
Beatrice – Se ne
sentono tante, signora Elena!
Elena - Ma no! cosa
andate a pensare! poi tenete conto che essendo in tre ci sarebbe una qualche
diminuzione dell’affitto.
Beatrice – Sì, questo è
vero.
Elena - Risparmiereste.
Gaia - Sì, questo
è vero.
Beatrice – E lei ci
guadagnerebbe.
Elena - Sì, questo
è vero.
Beatrice – Ecco.
Gaia – Ma dobbiamo
decidere subito, così sui due piedi?
Elena - Beh, prima
decidete e meglio è perché, poverino, in questo momento quel ragazzo è in mezzo
ad una strada con tutti i suoi libri, con tutte le sue cose… (Le osserva) poi fa freddo…
Beatrice – (Ironicamente)… poi stasera farà buio…
Elena - Certo! poi
stasera farà buio!
Gaia – E… come si
chiama, questo ragazzo?
Elena - (Prontamente) Alessio! Un nome simpatico
no?... che ne dite?
Gaia - Non so… secondo
me… al limite si potrebbe tentare un periodo di prova, che ne dici, Bea?
Beatrice – Mah, cosa
vuoi che ti dica…
Gaia - In fin dei
conti tentar non nuoce.
Elena - (Prontamente) Tentar non nuoce!
verissimo! Allora gli posso telefonare subito e dirgli di venire!
Beatrice – Oggi stesso?
Elena - Eh,
ragazze, fuori fa freddo!
Gaia - Beh, sì.
Elena - Poi stasera
farà buio.
Beatrice – (Ironicamente) Scenderanno le tenebre.
Elena - Vedo che
ne siete entusiaste! Bene! (Si accorge di
non avere il cellulare addosso) Accidenti! ho lasciato il cellulare di
sotto, allora vado subito a telefonargli! Grazie, fanciulle! (Esce)
Beatrice – Ma le
abbiamo detto di sì?
Gaia- Beh, le
abbiamo fatto capire che si può tentare.
Beatrice – Te l’avevo
detto che quella farebbe di tutto per i soldi!
Gaia- Abbiamo
fatto male a dirle così??
Beatrice – Spero di no;
comunque, le abbiamo detto che sarà soltanto un tentativo, se non ci troveremo
bene, cioè, al primo problemino che si presenta glielo diremo e torneremo come
prima.
Gaia- Questo è
chiaro!
Beatrice – Quello che
mi preoccupa enormemente è come la prenderebbe mio padre se lo venisse a sapere!
tu lo conosci… lui è un professore all’antica, integerrimo, tutto d’un pezzo e
guai se avesse solo il sentore che dei ragazzi frequentano questo appartamento,
già non ha digerito del tutto il fatto che Gioele ti venga ogni tanto a
trovare! Pensa che se fosse stato per lui sarei dovuta alloggiare in un convento
di suore!
Gaia- E tu hai
rifiutato?
Beatrice – No, è che
non c’era più posto!
Gaia- Beh,
anch’io rischio un po’ perché se Gioele venisse a sapere che coabito con un
altro ragazzo non so come la prenderebbe! Non è che sia geloso ma ha un
carattere un po’…
Beatrice – … petulante.
Gaia- Abbastanza.
Beatrice – Più che petulante… ossessivo.
Gaia- Ossessivo, sì, non voleva
nemmeno che mi trasferissi qui! Secondo lui avrei dovuto fare la pendolare! tutti
i giorni Rimini-Bologna Bologna-Rimini in treno! Una pazzia!
Beatrice – In effetti è
un rischio per tutte e due. Facciamo così: chiediamo alla signora Elena di non
dire niente a nessuno di questa cosa, che, insomma, rimanga tra noi, anzi
dovremo chiedere la stessa cosa anche a quel ragazzo… come ha detto che si
chiama?
Gaia- Alessio.
Beatrice – Ecco, lo
chiederemo anche a lui, così staremo più tranquille.
Gaia- Sì, hai
ragione, staremo sicuramente più tranquille.
Beatrice – Certo però
che farà strano avere un uomo per casa.
Gaia- Sentire il profumo di
dopobarba…
Beatrice – … se se la fa.
Gaia- … sentirlo mentre canta sotto
la doccia…
Beatrice – … se se la fa.
Gaia- Cerchiamo di non essere così
pessimiste, poi magari è facile che qualche suo amico lo venga a trovare. (Allusiva) mi capisci, Bea? a te farebbe
comodo!
Beatrice – Ma smettila! comunque anche noi ci
dovremo regolare di conseguenza: tu, per esempio, non potrai mica più girare
mezza nuda come fai di solito.
Gaia- Già, e nemmeno
tu potrai lasciare mutande e reggiseni sparsi dappertutto.
Beatrice – Guarda che
io…
(Suona il cellulare di Gaia interrompendo Beatrice)
Gaia - (Risponde) Ciao Gioele... (A
Beatrice, con espressione esasperata) è Gioele.
Beatrice – Dagli…!
Gaia - (A Gioele) Sì… sì, sto ancora studiando… Cosa mangiamo stasera…? abbiamo
una torta salata con crema di carote che abbiamo preso al “Take away” … sì,
Beatrice è ancora qui. (A Beatrice)
Gioele ti risaluta.
Beatrice - (Ad
alta voce, senza distogliere gli occhi dal libro) Ciao ancora, Gioele!
Gaia - L’hai sentita?... okay… sì, è
ancora freddo… sì, anche da te? okay… ieri sei stato a giocare a calcio a
cinque… ah, non me l’avevi detto, in quanti eravate? … ah giusto, scusa… Avete perso…?
cavolo… sì poi mi racconterai. Tutto a posto allora, okay ciao amore, a presto….
sì, a prestissimo. Ti telefono io?
Beatrice - (Ad
alta voce, senza distogliere gli occhi dal libro) No, ti telefona lui.
Gaia - Ah, mi telefoni tu, okay, ciao.
(A Beatrice) Madonna mia! Spero che
per oggi abbia finito!
Beatrice - Io comunque non lascio
mutande e reggiseni sparsi dappertutto!
Gaia - A parte il sabato sera quando
torni a casa dopo le solite quattro tequile.
Beatrice - (Alza
gli occhi dal libro) Può capitare… ma non c’è nessun rapporto tra la
tequila e le mie mutande!
(Si sente bussare alla porta)
Elena - (Da fuori) Ragazze…!
Gaia- Arrivo! (Va ad aprire e torna con Elena)
Elena - È tutto sistemato!
tutto a posto! Alessio è stato felicissimo, povera creatura! (Pateticamente) Continuerà così anche lui
ad avere un tetto sicuro sotto il quale dormire!
Beatrice – (Ironicamente) Sì, vabbè…
Elena - Vi
ringrazio tanto della vostra disponibilità, mie care ragazze. e vedrete che andrà
tutto bene!
Gaia- Ma quando
arriverà?
Elena - Gli ho
detto di venire subito, non potevamo mica lasciarlo fuori al freddo…
Beatrice - … povera
creatura.
Gaia- … e al
buio!
Elena - … e al
buio!
Beatrice – Signora
Elena, però stavamo pensando che… cioè noi abbiamo accettato di ospitare questo
ragazzo ma…
Elena - Non ci
avrete mica ripensato??
Beatrice – No ma…
insomma credo che potremmo correre qualche rischio.
Elena - Che genere
di rischio?
Gaia- Beatrice
le vuole dire che è meglio che questa cosa non si venga a sapere, sia per via di
suo padre che è molto…
Beatrice – … tradizionalista.
Gaia - Ecco, e
per via del mio fidanzato che è un po’…
Beatrice – … petulante…
no, ossessivo.
Gaia - Ossessivo.
Elena - Mah, io
sinceramente non ci vedo nulla di strano o di anormale visto che siete due
brave ragazze e sono sicura anche di Alessio; però, se la cosa vi fa stare più
tranquille, va bene, lo faremo essere
una presenza… invisibile!
Gaia - Bene.
Beatrice – Grazie.
(Campanello)
Elena - Eccolo!
dev’essere lui. (Va verso l’uscita, si
affaccia all’esterno e grida) Alessio! sei tu?... sali pure al secondo
piano!
Beatrice – (Sistemandosi frettolosamente i capelli e
l’abito imitata da Gaia) Ma lei davvero non l’ha mai visto?
Elena - No, ci ho
solo parlato per telefono, ho però notato che ha una bella voce… (Strizzando l’occhio) sensuale.
Alessio - (Da fuori) È qui? (Si sente un colpo sordo)
Elena - (Torna ad affacciarsi verso l’esterno)
Sì! siamo qui!... ma stai venendo su al buio? Purtroppo per le scale non ci
sono finestre!
Alessio - (Entra massaggiandosi un ginocchio, ha una pesante
valigia che appoggia in terra) Non ho trovato l’interruttore… (Si rivolge a tutti i presenti) Salve.
Elena - Benvenuto!
Beatrice e
Gaia (All’unisono) Ciao.
Elena - Faccio io
le presentazioni, allora: lui è Alessio e loro sono Beatrice e Gaia, le tue
nuove coinquiline!
Alessio - Piacere.
Beatrice e
Gaia (All’unisono) Piacere nostro.
Elena - (Ad Alessio) Ti mostro subito la tua camera,
Alessio, dove potrai sistemare tutte le tue cose. (Escono entrambi verso l’interno seguiti dallo sguardo di Gaia e Beatrice)
Beatrice – Be’, io mi
rimetto a studiare. (Torna al suo libro)
Gaia (Sottovoce) Dì la verità, Bea, non ti
senti un po’… elettrizzata??
Beatrice – (Senza distogliere gli occhi dal libro,
ironicamente) E come no!
Gaia (Sottovoce) Però non è male...
Beatrice – No, non è
male.
Gaia (Sottovoce e allusiva) Voce sensuale…
Beatrice – (Senza distogliere gli occhi dal libro, ironicamente)
sì… “flautata”.
Gaia - (Maliziosa) E dormirà a dieci passi da
noi…
Beatrice - (Distoglie gli occhi dal libro) Li hai
contati?
Gaia - (Minimizzando) Così, distrattamente.
Beatrice - (Tornando con gli occhi sul libro) Sono
undici.
Gaia - Sono
dieci!
Beatrice - Sono
undici!
Elena - (Rientra
con Alessio) Eccoci sistemati! Ora vi lascio soli così farete
tranquillamente conoscenza e vi accorderete su tutto. Ciao belle ragazze! ciao
Alessio! (Esce)
Beatrice,
Gaia e
Alessio - (All’unisono) Buonasera.
Alessio - Allora,
grazie per avermi accettato qui con voi; io sono iscritto al secondo anno di Giurisprudenza
anche se sono un po’ indietro con gli esami, voi…?
Beatrice – Secondo anno
di Lettere moderne e (Guarda Gaia) e fra
poco sarò indietro anch’io, con gli esami.
Gaia Io
secondo anno di Scienze motorie e spero di rimettermi in pari.
Alessio - Va be’,
spero comunque di non disturbarvi troppo e che ci potremo organizzare bene per
quello che riguarda, diciamo così, le cose di tutti i giorni.
Gaia Non ti
preoccupare, noi abbiamo la nostra stanza, tu la tua con bagno incorporato, per
mangiare hai visto che c’è la cucina ma noi di solito andiamo a mangiare in un
localino qui sotto che ha prezzi accessibili.
Alessio - Io per
hobby cucino, se volete approfittare risparmierete ancora di più. La mia
specialità sono i piatti di pesce.
Beatrice – Ci dispiace
ma noi siamo vegane.
Alessio - (Sorride) Ah, venite da molto lontano!
Gaia Scemo! non
veniamo da Vega! siamo vegane nel senso che abbiamo eliminato dalla nostra
alimentazione tutti gli alimenti di origine animale.
Alessio - (Sorride) Sì, l’avevo capito, comunque io
sono capace di preparare anche piatti con solo alimenti vegetali.
Beatrice - Grazie, ne
approfitteremo, ora però scusate ma devo tornare su Leopardi. (Si rimette a studiare)
Gaia E io sull’eccitazione… (Ad Alessio) scusa… e contrazione del
miocardio. (Si rimette a studiare sul
pavimento)
(Suona il cellulare di Alessio)
Alessio - (Risponde) Ciao Giacomo… sì, l’ho trovato
subito, per fortuna! sì, mi sono già trasferito… Certo, se vuoi venire a
studiare qui qualche volta per me okay, (Si
volge verso Beatrice e Gaia) chiaramente se le mie due coinquiline sono
d’accordo.
Beatrice - (All’unisono con Gaia) No!
Gaia (All’unisono con Beatrice) Certamente!
Alessio - (Continua) Sì, sono due ragazze… Ma dai…!
(Ride per qualcosa che gli ha detto Giacomo)
Gaia Che cosa ha detto di così
divertente?
Alessio - (A Gaia) Niente… lui è un tipo molto
gioviale… un burlone! (A Giacomo) Sì,
sì, va bene… Sto in via Dei Gatti 44… sì, e non fare battute sceme!... Perfetto,
ciao, a presto. (Chiude e si rivolge alle
due ragazze) È un mio amico che fa Giurisprudenza come me… lo troverete
sicuramente simpatico! Ehm… bene, allora vado a prendere anch’io il testo per
il mio esame sperando di riuscire a passarlo, questa volta! (Esce
a prendere il libro)
Gaia - (Sottovoce) Non è male per niente…eh?
Beatrice – (Senza distogliere gli occhi dal libro) Mettiti
a studiare...
Gaia - Sì… (Sottovoce) simpatico però… Io, fossi in te, ci farei un pensierino.
Beatrice – (Senza
distogliere gli occhi dal libro) Ma smettila!
Gaia - E dai! perché no? tu sei
single, lui è a portata di mano…
Beatrice – (C.s.)
Ti ho detto più volte che prima voglio finire gli studi, poi penserò a tutto il
resto.
Gaia - Mah… io magari en passant… così
di sfuggita…
Beatrice – (Senza distogliere gli occhi dal libro, ad
alta voce) Gioele!!
Gaia - Adesso
cosa c’entra Gioele?
Alessio - (Rientra con il testo di “Diritto privato”) Chi
è Gioele?
Beatrice – (Senza distogliere gli occhi dal libro) Il
suo fidanzato.
Alessio - Ah, okay, posso
mettermi qui al tavolo?
Gaia - Dove vuoi.
Alessio - (Si siede) Io sono di Pesaro, voi…?
Gaia - Io di Rimini.
Beatrice – (Senza
distogliere gli occhi dal libro) Ravenna.
Gaia - (Sbircia il libro di Alessio) Studi
diritto?
Alessio - (Scherzosamente) Finché non mi stanco,
poi di solito comincio a pendere da una parte.
Gaia - (Ride di gusto) Che scemo!!!
Beatrice – (Esasperata)
Scusate ragazzi, io vado a studiare di là. (Prende
il libro ed esce verso le camere)
Alessio - Beatrice ha
ragione, mettiamoci a studiare.
Gaia - Sì, certo.
(Torna sul suo libro)
Alessio - (Apre il libro e lo sfoglia) Allora: vediamo
di affrontare questo usucapione…
Gaia - Che
animale è?
Alessio - (Sorride) Non è un animale, l’usucapione
è… (Cerca di ricordare) aspetta… è… è
la modalità di acquisto di un diritto che si compie mediante il possesso
continuo, pacifico, ininterrotto e manifesto.
Gaia - In che
senso?
Alessio - Beh, se tu
per esempio mettessi sempre il tuo motorino…
Gaia - Aspetta,
io non ho un motorino, quando sono a casa uso sempre quello di mia sorella.
Alessio - Okay, allora:
se tu mettessi sempre il motorino di tua sorella nel capanno del tuo vicino di
casa, e lui non ti dicesse niente, dopo vent’anni diventerebbe tuo.
Gaia - Il
motorino??
Alessio - No, il
capanno del tuo vicino!
Gaia - Ah, cavolo! (Ci ripensa) usucapione...
Alessio - Già.
Gaia - Sembra il nome di uno di quegli
animali in via d’estinzione!... “Salviamo l’usucapione!”
Alessio - (Ride,
poi fa una smorfia di dolore e si massaggia il collo con espressione dolorante)
Ahia!
Gaia - Cos’è?
Alessio - (C.s.) Niente, da qualche giorno mi fa male il collo.
Gaia - Sarà un’infiammazione della
zona cervicale, probabilmente dovuta ad una scorretta postura mentre studi.
Aspetta: metti la schiena e la testa dritte, i piedi bene a contatto col
pavimento, le mani sulle cosce…
Alessio - (Agisce) Cos’hai intenzione di fare?
Gaia - Niente di pericoloso, ora piega
la testa a destra e a sinistra portando l’orecchio alla spalla…
Alessio - (Agisce) Non ci arrivo.
Gaia - Allora più vicino che puoi,
aspetta che ti aiuto io. (Gli si mette
dietro e lo aiuta nell’operazione)
Elena - (Entra) C’era la porta
aper… (Vede Gaia con la testa di Alessio
fra le mani) ah, ero venuta a vedere se stavate familiarizzando ma sembra
di sì.
Gaia - (Continuando a piegare la testa di Alessio sia a destra che a sinistra)
Gli stavo spiegando come si cura la cervicalgia… son cose che ho già studiato
al primo anno.
(Durante la prossima
battuta di Elena, Gaia farà incrociare le mani di Alessio sopra la nuca e gli
fletterà la testa in avanti avvicinando il mento al petto, quindi gli fletterà
la testa indietro alzandogli il mento.)
Elena - Ah, bene, bene, vedi, Alessio,
che qui sarai anche curato! Allora vado via subito, non voglio
disturbarvi oltre; comunque volete sapere una cosa? voi siete proprio fortunati
perché tutti, dico tutti gli studenti che ho ospitato qui in casa mia si
sono laureati con ottimi voti! e quando se ne sono andati, tutti hanno
confermato che questo appartamento porta fortuna!
Gaia - (Continuando a strapazzare Alessio) Lo
dica anche a Beatrice!
(Beatrice entra col suo cellulare in mano ed è come pietrificata. Tutti la guardano
sorpresi e un po’ spaventati. Gaia smette di “torturare” Alessio che si gira,
dolorante, verso Beatrice)
Elena - Tesoro, che cosa ti è successo?
Gaia - Vedi cosa
vuol dire restare sola con Leopardi…!
Beatrice – (Scioccata)
Il destino non poteva essermi più avverso.
Gaia - Cosa vuoi
dire?
Beatrice – (C.s.)
Ha appena telefonato mio padre.
Elena - Il professore? che uomo
distinto! una carissima persona!
Beatrice – Sarà carissimo ma mi ha detto che è
di passaggio a Bologna e vuole passare a trovarmi!
Gaia - Oh cavolo!
Elena - Accidenti!
Alessio - Scusate, ma che problema c’è?
Gaia - (Ad Alessio) Suo padre è un uomo all’antica e se scopre che
dividiamo l’appartamento con un uomo…
Beatrice – … saranno cavoli amari! (Guarda Elena) per tutti quanti!
Elena - Oh mamma mia!
Alessio - Beh, potremmo fare così: io non mi
farò vedere! magari uscirò per un po’ e tornerò quando tuo padre se ne sarà
andato.
Elena - Certo! ti renderai come
invisibile!
Beatrice – Ma mio padre mi ha detto che vuole
approfittare della stanza libera per rimanere fino a domattina!
Elena - Oh santo cielo!
Beatrice – (Impaurita)
Dobbiamo assolutamente fare qualcosa!
Elena - Non ci può essere un modo per
fargli capire la situazione? Potrei parlarci io.
Beatrice – Allora lei non conosce mio padre! Per
certe cose è inflessibile! Questa è la volta buona che mi trova davvero un
posto nel convento delle suore!
Alessio - Mi dispiace di aver creato questa
situazione.
Elena - Ma non è mica colpa tua, tesoro!
Gaia - Cosa si può fare??
Elena - Potremmo dire che… che è il
fratello di Gaia!
Beatrice – Non cambierebbe granché, poi mio
padre sa che Gaia non ha un fratello.
Gaia - È un vero impiccio.
Beatrice – (C.s.)
No, è un grosso, enorme problema!
Gaia - E se si trasferisse
momentaneamente di sotto da lei, signora Elena…?
Elena - Tesoro mio, per affittare questo
appartamento, hai visto, sono rimasta di sotto con solo camera e cucina! Non ho
un buco dove metterlo altrimenti lo avrei fatto subito!
Gaia - Peccato!
Beatrice – (Tra
sé, disperata) Accidenti! proprio un uomo in casa!
Gaia - (Guarda Alessio) Già, un uomo.
Alessio - (A Gaia) Beh…?
Gaia - Ma potrebbe anche non essere un
uomo…
Beatrice – Cioè?
Elena - Cosa vuoi dire?
Gaia - Voglio dire che se Alessio fosse
d’accordo…
Alessio - (Intuisce l’idea di Gaia) Aspetta,
aspetta un momento, credo di aver capito dove vuoi arrivare.
Elena - (A Gaia) Se ho afferrato bene il concetto
vorresti che Alessio… si vestisse da donna??
Alessio - Spero che
stiate scherzando!
Gaia - Beh, sarebbe solo per oggi!
Beatrice – (Speranzosa)
Massimo domattina!
Alessio - Ma dai! ma
vi rendete conto…?
Beatrice – In effetti non sarebbe una cattiva
idea.
Gaia - Per me sarebbe la soluzione
migliore!
Beatrice – (Ancora
impaurita) Facci questo grosso piacere, Alessio, ti prego!
Elena - (Ad Alessio) Tesoro, queste due ragazze
sono state tanto gentili ad accoglierti qui, ti hanno tolto dalla strada… nel
senso buono, sarebbe carino da parte tua contraccambiare con un piccolo favore.
Alessio - Capisco ma… cavolo, io non ho mai
fatto una cosa del genere!
Gaia - Immagina che sia Carnevale!
Elena - Martedì
Grasso!
Alessio - Sperando che il giorno dopo non ci
siano le mie ceneri!
Beatrice – (Con
il cuore in mano) Alessio… fallo per me!
Alessio - Ma poi, in caso… ho detto “in
caso”! come dovrei combinarmi?
Beatrice – Oh, Gaia ha tanti di quei vestiti…!
Gaia - Alcuni molto carini!
Beatrice – E molto variopinti!
Elena - Io vi
posso dare una mia parrucca che ho comprato anni fa dopo aver tagliato i
capelli alla maschietta ed essermene subito pentita!
Gaia - Perfetto!
Beatrice - (Supplichevole) Alessio…
Gaia - (C.s.) Alessio…
Elena - (Ad Alessio) La vado a prendere…?
Alessio - (Rassegnato) È… è bionda o mora?
Elena - (Entusiasta) Adatta ai tuoi occhi, tesoro!
Vado e torno! (Esce)
Gaia - (Ad Alessio, in tono scherzoso) Adatta ai tuoi occhi, tesoro…!
Alessio - Meglio che
sia adatta alla mia testa!
Beatrice – Grazie, Alessio, te ne sarò sempre
riconoscente!
Alessio - Non esagerare, la vita è piena di
imprevisti.
Gaia - (Ad Alessio) Però, mi raccomando, fa’ in modo che suo padre non se
ne accorga! Ah! aspettate un momento, vado a scegliere qualche mio abito che
potrebbe andargli bene. (Esce verso le camere)
Alessio - (Le grida dietro) Scarpe senza tacco,
però!
Beatrice – Ecco, adesso sono talmente
frastornata che non riesco nemmeno più a concentrarmi nello studio!
Alessio - Dai, su, vedrai
che in qualche modo risolveremo tutto.
Beatrice – Tu però dovrai recitare bene!
Alessio - Beh, cercherò
di essere all’altezza.
Beatrice – Comincia subito a pensare come si
muove una ragazza, cosa dice, come si comporta… Non hai una ragazza?
Alessio - No, l’ho
avuta fino a poco tempo fa…
Beatrice – Capisco.
Alessio - … poi ci
siamo accorti che io non ero fatto per lei e lei…
Beatrice – … non era fatta per te.
Alessio - No.
Beatrice – Capisco.
Alessio - Tu,
invece…?
Beatrice – Io niente, cioè, sono single.
Gaia - (Da fuori) Vuoi qualcosa di romantico, di
sportivo o qualcosa di molto trendy?
Alessio - (Ad alta voce) Qualcosa di comodo!
Beatrice – (Ad alta voce) Io direi qualcosa di romantico! confonde meglio le
idee! (Ad Alessio) Bene, allora… vediamo un po’: mostrami
per esempio come cammini… da donna.
Alessio - Fallo prima
tu.
(Beatrice agisce poi Alessio la
imita)
Beatrice – Non male, ora fammi vedere come ti
siedi. (Alessio si siede normalmente tenendo
poi le gambe divaricate) Eh no! una donna si siede con più grazia e tiene
le gambe chiuse! riprova. (Alessio agisce)
Mh, così va meglio, ora una cosa importantissima: le mani, vediamo come le
muoveresti; se io ti chiedessi: “dov’è Gaia?” come me la indicheresti?
Alessio - (Indica l’uscita interna usando il pollice
teso con la mano chiusa e facendo un lieve gesto con la testa) È di là.
Beatrice – No!
Alessio - Sì, è di
là.
Beatrice – Lo so ma non puoi indicare così! Devi
usare il dito indice, teso verso quella direzione, così… (Glielo mostra) capito? e senza fare quel gesto con la testa! (Glielo richiede) Dov’è Gaia?
Alessio - (Puntando con grazia l’indice verso l’uscita
interna) È di là.
Beatrice – Sì, può andare, ora proviamo la voce,
dì: “Buongiorno, professore”
Alessio - (In falsetto) Buongiorno, professore.
Beatrice – Mamma mia, no! così è troppo falsa,
si capisce subito che stai fingendo! La voce deve essere più velata, più
vellutata. Riprova, dai.
Alessio - (Riprova) Buongiorno, professore.
Beatrice – Ancora.
Alessio - (Riprova) Buongiorno, professore.
Beatrice – Ancora.
Alessio - (Riprova) Buongiorno, professore.
Beatrice – Molto meglio, così è più credibile.
(Gaia entra col suo cellulare in mano ed è come pietrificata. Beatrice e Alessio
la guardano sorpresi e un po’ spaventati.)
Beatrice – Gaia, cos’è quella faccia? (Ironica) Ti sei resa conto degli abiti
che ti sei comprata?
Gaia - (Sconcertata) Ha telefonato Gioele.
Beatrice – E sai che novità!
Gaia - Mi ha detto che passa a
trovarmi oggi!
Beatrice – Oh mamma mia!!
Alessio - (A Beatrice) Cavolo! s’è messo d’accordo
con tuo padre?
Elena – (Entra con una parrucca in mano) Ecco la parru… ccavolo, cosa sono quelle
facce da funerale?
Beatrice – Sta per arrivare anche il fidanzato
di Gaia!
Elena – Accidenti!
Gaia - (Afflitta) Porca miseria! ma non poteva farmi un’altra telefonata??
Beatrice – (Afflitta)
Ha scelto proprio il giorno adatto!
Alessio - Ma certo
che ha scelto il giorno adatto, ragazze: io ormai sono in ballo… se riesco a
imbrogliare il padre di Beatrice dovrei farcela anche col ragazzo di Gaia.
Gaia - È vero!
Beatrice – Giusto!
Elena – Buona idea!
allora, giovani, mettiamoci all’opera!
Gaia - Dai
Alessio: andiamo in sala trucco! (Esce con Alessio)
Beatrice – (Li
segue insieme ad Elena) Ah, e
ricordiamoci di chiamarlo “Alessia”!
Buio
Fine
del primo atto
Stessa scena del primo atto.
Beatrice - (Entra, con i libri in mano che mette sul tavolo. È
ancora in apprensione. Parla ad alta voce per farsi sentire da Gaia) Mi
raccomando, Gaia adesso che l’abbiamo vestito fagli un bel trucco! (Si siede e apre il libro. Tra sé) È
meglio che predisponga bene mio padre facendomi vedere che sto studiando.
Gaia – (Da fuori) Bea! Che fondotinta gli metto?
Beatrice - (Ad alta voce) Il più coprente che hai!...
Sì, coprilo più che puoi!
Gaia – (Da fuori) Gli metto la terra o il blush?
Beatrice - (Ad alta voce, pazientemente) No, non la
terra! devi dare luminosità al viso! Vedi di far presto, però!
Gaia – (Da fuori) Sì, farò prestissimo!
(Si sente un grido di Alessio)
Beatrice - (Ad alta voce) Che cosa è successo?
Gaia – (Da fuori) Niente! l’eyeliner in un occhio!
Beatrice - (Ad alta voce) Non dargli
un rossetto molto sfacciato!
Gaia – (Da fuori) Bea, il seno non è venuto molto grosso.
Beatrice - (Ad alta voce) Meglio così, non deve essere una cosa esagerata!
Elena - (Entra dalle camere pettinando una parrucca) Stiamo facendo davvero un
buon lavoro, mia cara! una trasformazione da non credere!
Beatrice - (In
apprensione) Speriamo invece che ci creda mio padre!
Elena - Ma sì! stai tranquilla! chi
sospetterebbe che sotto quel trucco si nasconde… un bel maschietto!
Beatrice - Ma guarda te che teatrino abbiamo
messo su!
Gaia - (Entra) È pronto, manca
solo la parrucca, signora Elena!
Elena - Vado subito a mettere il tocco
finale! La ciliegina sulla torta! (Esce verso le camere)
Gaia - (Vede il libro di Beatrice) Ti sei rimessa a studiare?
Beatrice - Faccio solo finta, perché con
quest’ansia che mi ritrovo non riesco a concentrarmi per niente, ma se mio
padre non mi vede sui libri son dolori!
Gaia - Allora faccio finta insieme a
te, così farò bella figura anch’io! (Prende
il suo libro e si siede al tavolo) Preghiamo che vada tutto bene!
Beatrice - Preghiamo.
Elena – (Entra dalle camere) Tutto
fatto! Andate pure a vedere!
Gaia - (Chiama) Alessio! Vieni qua!
Alessio – (Da
fuori) Aspettate un attimo!
Elena – Mi ha detto che vuole fare un po’
di prove davanti allo specchio ma credetemi… è davvero una bambolina! (Cita) “Tanto gentile e tanto onesta
pare…”
Beatrice - (Continua,
con gli occhi al cielo) … “Madonna mia quand’ella vuol m’aiuta…!”
Elena – Io vado di sotto a sbrigare
qualcosa ma poi torno perché non voglio assolutamente perdermi l’incontro! A
dopo, tesorine mie! (Esce)
Gaia - Beh, noi abbiamo fatto del
nostro meglio.
Beatrice - (In tensione) Sento che fra poco sarà
qui.
Gaia - (Ad alta voce) Alessio!! dai, vieni qua!
Alessio - (Da fuori) Fammi esercitare ancora un
po’!
Beatrice - (Sconfortata) In che cavolo di impiccio
mi sono andata a mettere!!
Gaia - Su, su! sono convinta che con
un po’ di fortuna ce la caveremo tutte e due, Bea!
(Campanello)
Beatrice - È lui!
Gaia - Può anche essere Gioele!
(Si sente un colpo sordo)
Beatrice - Cos’è
stato?
Gaia - Non so.
(Si sente bussare alla porta)
Beatrice e
Gaia - (All’unisono) Chi è?
Quantozzi - (Da fuori) Sono il Professor Quantozzi.
Beatrice - (Scatta in piedi) Vengo subito, babbo! (Va ad aprire)
Quantozzi - (Entra, ha con sé un borsone da viaggio e si
massaggia un ginocchio con espressione dolorante) Ma non c’è un interruttore per quelle scale?
Beatrice - Sì, babbo,
ma è difficile da trovare.
Quantozzi - Nonostante le
perigliose rampe sono infine giunto quassù, come si dice… “Per aspera…? (Indica Beatrice)
Beatrice - …ad astra”.
Quantozzi - Bene! (Squadra severamente le due ragazze) Quantozzi
Beatrice…
Beatrice - Presente!
Quantozzi - Vattelli Gaia…
Gaia - Presente!
Quantozzi - Benissimo! Cosa
stavate facendo…?
Beatrice e
Gaia - (All’unisono) Stavamo studiando!
Quantozzi - Perfetto! (A Beatrice) Cara Beatrice, come ti ho
annunciato telefonicamente, son dovuto venire a Bologna per acquistare un testo
di critica dantesca e non potevo certamente esimermi dal venire a trovare mia
figlia alle prese con l’esame di Letteratura Italiana! Dico bene?
Beatrice - Sì, babbo.
Quantozzi - Poi domattina
coglierò l’occasione per incontrare un mio vecchio collega che insegna al Liceo,
così passerò due piacevoli giornate in questa bellissima città: Bologna “la
dotta”! dico bene?
Gaia - (Alza la mano) Sì, professore ma… anche Bologna “la grassa” …
Quantozzi - Brava Gaia! dici
bene perché questa città, oltre ad essere “dotta” per essere sede della prima
Università del mondo occidentale: L’Alma Mater Studiorum, viene definita anche
“grassa” per le sue gustose vivande, exemplum gratia: tortellini, lasagne,
mortadella e via dicendo!
Beatrice - Babbo, devo
dirti…
Quantozzi - (Continua)
Ma avremo certamente modo di parlarne con calma questa sera prima di coricarci,
quando ci rilasseremo andando alla ricerca di curiosità linguistiche (Si rivolge a Beatrice) come facevo con
la tua povera mamma, e scopriremo l’etimo di alcuni vocaboli proprio come, ad esempio,
“mortadella”, derivante dal latino “myrtatum” o “mortatum”, ovverosia “condito
col mirto” …
Beatrice - Babbo,
vorrei dirti…
Quantozzi - (Continua)… ma ora permettetemi di
sistemare la mia borsa nella camera che potrò utilizzare per questo mio sia pur
breve soggiorno.
Beatrice - (Alza la mano) Prof…
Quantozzi - Dimmi,
Beatrice.
Beatrice - Ecco, babbo,
volevo dirti che c’è purtroppo un problema che riguarda il tuo alloggio.
Quantozzi - Spiegati
meglio, mia cara.
Gaia - (Alza la mano) Professore, posso dire io…? posso dire io…?
Quantozzi - Avanti, Gaia,
esprimiti.
Gaia - Allora: è successo che da oggi
abbiamo un nuo… (Si corregge) una
nuova coinquilina…
Quantozzi - Ah!
Beatrice - Sì, babbo,
una studentessa di Giurisprudenza alla quale la signora Elena ha affittato la
camera che era rimasta libera.
Quantozzi - Oh perbacco!
Questa è un’assoluta novità! ma avresti potuto anticiparmelo nel contesto della
nostra conversazione telefonica! dico bene?
Beatrice - No, babbo,
perché… ehm, l’accettazione di locazione è avvenuta subito dopo il nostro
colloquio!
Gaia - (Guardando Beatrice di sottecchi) Sua figlia ha provato a
ricontattarla ma risultava irraggiungibile.
Quantozzi - Spiacevole inconveniente! beh, vedremo di
risolvere in qualche modo questo contrattempo; posso almeno conoscere e farmi
una opinione circa questa vostra nuova coinquilina?
Beatrice - (Guarda Gaia con terrore e speranza)
Certamente, babbo. (Chiama, mentre Gaia
alza gli occhi al cielo a mo’ di preghiera) Alessia!... (Sorride pietosamente al padre) Alessia,
puoi venire per favore?
Alessio - (Da fuori, con voce femminile che
manterrà da ora in avanti) Arrivo subito!
Gaia - (A Quantozzi) È una ragazza molto cari… simpatica.
Alessio - (Entra.
Beatrice e Gaia si avvicinano e
si prendono per mano per farsi coraggio reciproco. La postura e i movimenti di
“Alessia” sono a piacere della regia) Buongiorno, professore.
Quantozzi - (Squadrandola) Buongiorno, signorina…?
Alessio - Sì, sono
signorina.
Quantozzi - Lo vedo, ma
intendevo conoscere il suo nome.
Alessio - Ah! … signorina
Alessia, Alessia Bagani.
Quantozzi - Professor
Giulio Quantozzi. Sono lieto di vedere tre belle… (Guarda Alessio e si corregge) tre ragazze che studiano insieme… mi
fa piacere! (Ad Alessio) Sicché tu frequenti
la facoltà di Giurisprudenza, dico bene?
Alessio - Sì,
professore, sono al 2° anno.
Quantozzi - Bene, bene, e
che esame stai preparando?
Alessio - Diritto
privato.
Gaia - (S’intromette alzando la mano)
L’usucapione…
Quantozzi - Ah, ma… erro
o è un esame del 1° anno?
Alessio - Beh, sì, professore,
ma… sono stata malata!
Quantozzi - Mh, tu mi
sembri una ragazza intelligente ma che non si applica; studia con maggiore
impegno, mi raccomando, e attenta che ti terrò d’occhio, (Pausa) mia cara signorina! (Alessio
si guarda dietro pensando che il professore si sia rivolto a qualcun’altra)
Dico a te, signorina!
Alessio - (Realizza) Ah, sì, certo, professore.
Elena - (Entra)
È permesso? Carissimo professore! (Dà
un’occhiata ad Alessio) che piacere rivederla dopo tanto tempo! Ha visto,
professore, come si è allargata la nostra bella famiglia? Sono veramente tre brave
ragazze! Potrei chiamarle… le mie tre Grazie!
Quantozzi - Oh, un’immagine
di canoviana memoria, lo scultore che riprodusse Aglaia, Eufrosine e…? (Rivolto a Beatrice) Beatrice…?
Beatrice - … e Talìa
Quantozzi - Bene! (Rivolto a tutti) figlie di Zeus e di…?
Elena - Coraggio
ragazze!
Beatrice - Non
ricordo…
Gaia - (Sforzandosi di ricordare) Aspetti…
Quantozzi - (Con tono di rimprovero) Figlie di Zeus e
di Eurinóme!
Beatrice - Ce l’avevo
sulla punta della lingua!
Gaia - Anch’io!
Alessio - Io lo stavo
per dire!
Quantozzi - Più prontezza,
più prontezza!
Alessio - (Alza la mano) Professore, posso andare
in bagno?
Quantozzi - Vada pure,
signorina.
Elena - Professore,
se vuol fare un po’ di… ricreazione e approfittare di un caffè glielo preparo
volentieri, qui di sotto da me… così lasciamo queste ragazze al loro studio.
Quantozzi - Giustissimo,
mia cara signora! lasciamole studiare, scendo volentieri anche perché ho la
necessità di chiederle un favore: dovrebbe trovarmi un ricetto.
Elena - Prego…?
Quantozzi - Un ricetto: una
sistemazione per questa notte.
Elena - Oh, non
dubiti, caro professore, qualcosa troveremo sicuramente. (Escono entrambi)
Gaia e
Beatrice - (Esultano e si abbracciano. All’unisono:)
Ce l’abbiamo fatta! Ce l’abbiamo fatta!
Gaia - Se c’è
cascato il professore abbiamo buone speranze di cavarcela anche con Gioele!
(Entra Alessio)
Beatrice - Grazie,
Alessio!
Alessio - (Da ora con voce normale) Che
sudata però!
Gaia - (Ad Alessio, scherzosamente) Ma sai che
sei davvero carina!
Alessio - Sì, me lo
immagino!
(Campanello)
Gaia - Questo è
Gioele!
Alessio - (Con forte disappunto, guardandosi l’abito) Può essere anche Giacomo!
Gaia - (Va ad affacciarsi alla porta) Attento
alla ringhiera bassa!
(Si sente un colpo sordo)
Beatrice - Dagli…
Gaia - (È ancora alla porta e si ritrova Giacomo davanti che si massaggia un
ginocchio dolorante. Si rivolge agli altri) Ma non è Gioele!
Alessio - (Tra sé) È Giacomo! (Corre subito verso l’interno senza farsi vedere da Giacomo)
Giacomo - Infatti sono Giacomo,
piacere!
Gaia - Piacere, io
sono Gaia, sei quello che ha telefonato stamattina?
Giacomo - Sì, (Si guarda intorno) non c’è Alessio?
Gaia - Ehm… sì… (Si guarda intorno) credo che sia in
camera sua.
Giacomo - (Ad alta voce) Alessio! (Gli suona il cellulare) Scusate, ragazze…
(Al cellulare) Pronto… (Ascolta)
Beatrice - (A Gaia) Accidenti, mio padre sa che
Gioele è il tuo fidanzato ma se vede un altro ragazzo in giro per casa son
cavoli amari!
Gaia - Cercheremo
di non farli incontrare.
Giacomo - (Al cellulare) … Sì, ho capito Alessio ma
io sono qui, perché mi telefoni? dove sei?... E perché?... ah, okay, okay. (Chiude la conversazione e si rivolge a Gaia
e Beatrice) Mi ha detto che mi dovete spiegare una cosa…
Beatrice - Sì, ecco: il
fatto è che oggi è venuto a trovarmi mio padre… che non vuole assolutamente
uomini in questa casa; quindi, lui non sa e non deve sapere che condivido
l’appartamento con un ragazzo… capito? allora Alessio, solo per oggi, ecco… si
è dovuto…
Gaia - … si è
dovuto travestire da donna, perciò ti ha telefonato, per non farti rimanere
scioccato al primo impatto!
Giacomo - (Ride) Questa non la volevo sentire! (A Beatrice) E tuo padre dov’è?
Beatrice - È di sotto,
con la padrona di casa.
Giacomo - Ah! (Ad alta voce) Alessio! vieni pure, mi hanno
preparato alla celestiale visione! (Alessio entra, muto) Wow! ma sei uno schianto!
Alessio - Imbecille.
Giacomo - No, dico
davvero! (A Beatrice e Gaia) Non
notate anche voi una certa somiglianza con quella attrice… come si chiama…?
Gaia - (Fissando Alessio) Sì, ho capito, forse
gli occhi…
Beatrice - (Fissando Alessio) Sì, dagli occhi in su.
Giacomo - Chiaramente
dopo la blefaroplastica.
Alessio - (Alle ragazze) Vi avevo detto che era
scemo…
Giacomo - Comunque la
situazione è bizzarra: qui ci sono due ragazze, tu sei vestito da donna, di
sotto c’è suo padre che si intrattiene con la padrona di casa…
Beatrice - (Risentita) Guarda che stanno solo
prendendo un caffè!
Giacomo - Sì sì… (Guarda Beatrice come se ancora non l’avesse
notata) Ma noi non ci siamo presentati, Giacomo, molto piacere.
Beatrice - (Colpita dal suo modo di fare) Beatrice,
piacere mio.
Giacomo - (Si guarda intorno) È carino qui, (Guarda Beatrice) peccato che io abbia
già un alloggio, in caso non ci sarebbe un posticino anche per me?
Beatrice - (Sorride a Giacomo) Sì, ci mancherebbe
anche questo!
Gaia - Comunque, appena
sarà tornato tutto più tranquillo, potrai venire a studiare con Alessio.
Giacomo - (Guardando Beatrice) Ne sarei davvero
contento.
(Bussano alla porta)
Gaia - Questo è
Gioele!
Beatrice - (Ad alta voce) Chi è?
Quantozzi - (Da fuori) Sono io, Beatrice.
Beatrice - Cielo! mio
padre!
Gaia - (Ad Alessio) Porta subito Giacomo in
camera tua! (Giacomo e Alessio corrono verso le camere)
Quantozzi - (Bussa di nuovo) Beatrice!
Beatrice - Eccomi! (Va ad aprire e fa entrare il padre) Scusami babbo, ero assorta nello studio…
Quantozzi - Bene, bene, ah,
sono venuto ad avvertirvi che ho fortunatamente risolto il problema del mio pernottamento
bolognese perché la signora Elena, carissima persona! (Beatrice e Gaia si guardano di sottecchi) è stata così gentile che,
solo per questa notte, è
riuscita a ricavarmi un sia pur rimediato giaciglio nel suo piccolo
appartamento, ergo: (Cita) “Hic
manebimus optime”! Beatrice…?
Beatrice - Qui
resteremo molto bene.
Quantozzi - Tito…?
Beatrice - Livio.
Quantozzi - Bene, ora,
ehm… tornerò di sotto a conversare amabilmente con la gentile signora Elena e
vi lascio ad affrontare i vostri argomenti di studio, ma dov’è la vostra
compagna?
Gaia - Alessia è
in camera sua, (Chiama) Alessia!
vieni ad affrontare i nostri argomenti di studio…!
Alessio - (Da fuori, di nuovo con voce femminile)
Vengo da sola?
Beatrice - (Con tono di rimprovero) Alessia…! con
chi vorresti venire?? Lascia… ehm… tutto il resto lì!
Alessio - Ma poi si
annoia!
Quantozzi - Ma cosa state
farfugliando? Chi si annoia?
Beatrice - (Minimizza) Niente, ci stiamo riferendo
ad un discorso precedente…
Gaia - (Ad Alessio) È solo questione di un
attimo!
Alessio - (Entra)
Professore…
Quantozzi - Oh, ecco la
nuova studentessa! ricordati che ti tengo d’occhio!... bene, ora vi lascio alle
vostre incombenze… (Cita) “Faber est
suae quisque fortunae”! Beatrice…?
Beatrice - “Ciascuno è
artefice della propria sorte”
Quantozzi - Sal…?
Beatrice - …lustio.
Quantozzi - Bene, ci
vediamo più tardi. (Esce)
Alessio - (Con voce normale) Giacomo! puoi
venire!
Giacomo - (Entra) Temevo di dover rimanere lì
per ore!
Quantozzi - (Si
affaccia alla, porta; Giacomo,
con uno scatto, si eclissa) Ah, e non perdetevi in chiacchiere inutili. (Esce)
Beatrice - No, babbo.
Giacomo - (Rientra) Se n’è andato?
Beatrice - Ora sì.
Gaia - Io mi
rimetto a far finta di studiare va’… (Prende
il suo libro e si rimette sul pavimento facendo esercizi sulle gambe)
Alessio - (Con voce normale) Io vado a
sistemare un po’ le mie cose (A Giacomo)
vieni con me? (Esce)
Giacomo - Vai pure, resto un po’ a parlare con
lei…. (Si avvicina a Beatrice) Non ci
siamo mai incontrati in Facoltà…
Beatrice - Eh no, io studio
Lettere Moderne.
Giacomo - Eh, avrei voluto fare anch’io Lettere
ma poi, sai, mio padre è avvocato perciò… però ho sempre amato la letteratura,
soprattutto la poesia; adoro Neruda! (Cita
guardando Beatrice) “Toglimi il pane, se vuoi, toglimi l’aria, ma non
togliermi il tuo sorriso.”
Beatrice - (Colpita
dal suo sguardo) “Non togliermi la rosa, la lancia che sgrani, l’acqua che
d’improvviso scoppia nella tua gioia…”
(Gaia si sofferma a osservarli di sottecchi sorridendo maliziosa)
Giacomo - La conosci anche tu?
Beatrice - Certamente, è uno dei miei poeti
preferiti!
Giacomo - Ne sono felice! So che Gaia è
fidanzata, e tu…?
Beatrice - (Guardandolo negli occhi) Io no.
Giacomo - (Guardandola negli occhi) Beh, visto che non possiamo studiare insieme potremmo magari
uscire una sera per una pizza e una birra…
Gaia - (Interviene) Noi siamo vegane.
Beatrice - (C.s.)
Sì, sono vegana…
Giacomo - (C.s.)
… Sformato di lenticchie e centrifugato di kiwi…
Beatrice - (C.s.)
Non so…
Giacomo - … Spezzatino di carote e acqua di
cocco…
Beatrice - (C.s.)
Ci penserò.
Giacomo - … Hamburger di quinoa e un frullato di
mango…
Beatrice - (C.s.)
Magari, una sera…
Giacomo - … Riso e lenticchie e un infuso di
zenzero…
Beatrice - (C.s.)
Sì!
(Campanello)
Gaia - Questo non
può essere che Gioele! (Chiama) Alessio!
Alessio - (Entra,
ha la parrucca un po’ in
disordine) Sì…?
Gaia - Sta
salendo Gioele, datti una sistemata!
Giacomo - (Scherzosamente)
Non vedi che sei tutta scarmigliata?
Alessio - Cretino! (Si acconcia la parrucca mentre Gaia va ad
aprire la porta) Chi è?
Gioele - (Da fuori) Gioele!
Gaia - (Ad alta voce) Ti ricordi dov’è
l’interruttore? è in fondo alle scale sulla destra appena voltato l’angolo!
Beatrice - Gli diremo
che Giacomo è amico di Alessio, cioè: di Alessia!
Gaia - Bea, cerca
di non sbagliarti!!
Gioele - (Entra) Ciao Gaia, ciao Beatrice…
(Nota Alessio e Giacomo) Beh? cosa
c’è qui, un’assemblea studentesca?
Gaia - Per
telefono non te l’ho detto ma oggi è arrivata una nuova ragazza che abiterà qui
con noi… Gioele, lei è Alessia.
Gioele - (Colpito da “Alessia”, con fare galante) Alessia… io mi chiamo
Gioele, molto, molto piacere!
Alessio - (Da qui in avanti con voce femminile) Piacere mio.
Gaia - (Indica Giacomo) E lui è un suo amico con
cui studia ogni tanto.
Gioele - (A Giacomo) Ciao. (Ad Alessio)
Pensavo fosse il tuo ragazzo.
Alessio - No no.
Giacomo - Siamo solo buoni amici!
Gioele - (A Gaia) Sai, son dovuto venire all’improvviso a Bologna per un
affare urgente: sono pronte le nuove magliette per la squadra di calcetto e ho
approfittato per fare un salto, giusto per un saluto, (A Beatrice) ci vediamo così poco…!
Beatrice - Però vi sentite!
Giacomo - (A
Beatrice) Mi fai gentilmente vedere il resto dell’appartamento?
Beatrice - Certo, vieni. (Escono entrambi verso le camere)
Gioele - (Si rivolge a Gaia gettando ogni tanto delle occhiate ad Alessio) Come
ti dicevo… ieri, a calcetto, abbiamo purtroppo perso per 4 a 2…
Alessio - Mi dispiace!
Gioele - (Con un sorriso) Ti ringrazio Alessia! (A Gaia) Comunque il primo gol l’ho fatto io, poi ha segnato
Lamberto, per fortuna questa era solo un’amichevole, (Ad Alessio) la prossima settimana inizierà il torneo vero e proprio
con sei squadre, (A Gaia) girone
all’italiana con le ultime due che vengono eliminate, poi semifinali…
Gaia - (Interviene)… e finale.
Alessio - Che bello!
Gioele - Eh sì… (Guarda Gaia poi guarda Alessio che si trova in imbarazzo) Ti trovi
bene qui con Gaia e Beatrice?
Alessio - (Vezzoso) Beh, ancora mi devo ambientare.
Gioele - Di dove sei?
Gaia - (Anticipa, piccata, la risposta di Alessio) È di Pesaro.
Gioele - (Guardandolo negli occhi) Io di Rimini, siamo vicini…
Alessio - Sì, una trentacinquina di
chilometri…
Gaia - (Interviene) Ma è già un’altra regione…
Gioele - (Ad Alessio) Che facoltà fai?
Gaia - (Li guarda perplessa) Gioele,
scusa ma sei venuto qui per me o per… Alessia?
Gioele - Che discorsi fai? Certo che sono
venuto per te! sto solo facendo conoscenza con questa tua nuova amica.
Alessio - Faccio Giurisprudenza.
Gaia - (Interviene) È al secondo anno.
Gioele - Io invece sono geometra e a tempo perso…
Gaia - (Interviene)… molto perso.
Gioele - … gioco a calcetto.
Alessio - Che bravo!
(Si sente bussare alla porta,
Alessio va ad aprire)
Elena - (Entra seguita dal prof. Quantozzi)
Allora, come va, Alessia? ti stai ambientando?
Alessio - Sì, sì, piano piano…
Elena - (Vede Gioele) Oh, ma ci sei anche tu!
Gioele - Sì, signora, sono passato solo per
un saluto… così, di sfuggita. Buongiorno professore!
Quantozzi - Tu sei il
fidanzato di Gaia, dico bene?
Gioele - Sì, professore.
Quantozzi - Ma hai
abbandonato l’istruzione…
Gioele - (Alza la mano) Me lo può ripetere, professore?
Quantozzi - Hai lasciato
la scuola…
Gioele - Ah, sì, professore, ho smesso dopo
il diploma da geometra.
Quantozzi - Geometra…
capisco. (Si guarda intorno) Dov’è
Beatrice?
Alessio - È di là con… (Realizza e si blocca)
Quantozzi - Con…?
Gaia - … centrata nello studio,
professore!
Quantozzi - Allora vado… (Sta per avviarsi verso le camere)
Gaia - No! non si scomodi, professore,
vado io! (Esce verso le camere) Beatrice! C’è tuo padre…!
Elena - (Ha subodorato qualcosa) Beatrice, vieni con noi! (Esce
verso le camere)
Quantozzi - E tu, Alessia? non stai studiando?
Alessio - Certo, professore, sono in pausa
relax.
Quantozzi - Attenzione ché ti terrò sotto
controllo…
(Rientrano Gaia, Elena e Beatrice)
Beatrice - (Col
fiato grosso) Sono qui, babbo.
(Durante le battute
che seguono Gioele riprende a parlare e sorridere con Alessio sotto gli occhi
severi di Gaia)
Quantozzi - Cosa stavi facendo?
Beatrice - Ero alle prese con… Giacomo…
Elena - (Prontamente)… Leopardi!
Quantozzi - Ah, bene, bene!
Gaia - Il canto notturno…
Beatrice - … di un pastore errante…
Quantozzi - Alessia…! errante…?
Alessio – (Distratto,
ha un soprassalto)… dell’Asia, professore!
Quantozzi - Brava!
Alessio – Grazie!
Elena - (Al prof. Quantozzi) Vogliamo tornare di sotto, Giulio? Così
allestiremo il tuo giaciglio per questa notte.
Quantozzi - Certamente! e devo dire che farò in
modo di capitare più spesso qui a Bologna perché la tua ospitalità, mia cara
Elena, è encomiabile!
Elena - Grazie, Giulio!
(Beatrice e Gaia si guardano perplesse)
Alessio – (A
Gaia, sottovoce) Credo che dovrai prestarmi altri tuoi vestiti…
Quantozzi - (Con
sguardo severo) Tu, Gioele, ti tratterrai per molto tempo ancora?
Gioele - No, professore, me ne andrò tra
poco!
Quantozzi - Bene, verrò a salutarvi domattina,
ragazze!
Gaia e
Alessio - (All’unisono) A domani, professore!
Quantozzi - A domani, allora me ne vado… (Si avvia) ma potrei dire anche: “me ne
vo’”! (Esce)
Elena - (Strizzando l’occhio alle ragazze, dopo che il professore è uscito)
E fate le brave…! (Esce)
Beatrice - (Chiama)
Giacomo! puoi venire!
Gioele - Perché ‘sto casino?
Giacomo - (Entra) Che stress!
Gaia - Perché il padre di Beatrice non
deve sapere che qui c’è un ragazzo, a parte te che ti conosce!
Gioele - Ah, okay.
Giacomo – (A
Beatrice) Verrò a trovarti spesso. (Le
fa una carezza)
Beatrice - Mi farebbe molto piacere.
Gioele - (Ad Alessio, sotto lo sguardo indispettito di Gaia) Mi sarei
trattenuto volentieri ma domattina devo essere puntuale agli allenamenti.
Alessio - (Vezzoso) Ti capisco, prima il dovere…
Gioele - (Adulatore)… poi il piacere.
Gaia - (Sbotta) Oh, ma insomma! la vuoi smettere, Gioele? anche tu,
Alessia, che gli dai corda!
Alessio - Voglio essere semplicemente gentile
con lui!
Gaia - Ma che gentile! che gentile…! È
un’ora, ormai, che state flirtando davanti ai miei occhi!
Giacomo - Gaia ha ragione. (Con finto tono di rimprovero) Alessia!
Alessio - Oltretutto Gioele è anche un
ragazzo simpatico.
Gioele - Grazie, Alessia, e tu sei molto…
Gaia - (Lo interrompe) Insomma basta! mi sono stancata di questa farsa! La
vuoi sapere tutta, Gioele?
Beatrice - Gaia! No!!
Giacomo - Oh cavolo!
Gaia - Invece lo dico! Lei non è Alessia...
(Gli va vicino e gli sfila la parrucca)
è Alessio!!
Gioele - (Guarda Alessio con occhi dolci, contraccambiato da Alessio) Beh, ma
io lo sapevo!
Gaia - (Basita) Lo sapevi??
Gioele - Sì, certo, l’ho
intuito subito e ho avuto, scusami tanto, Gaia, ho avvertito immediatamente come
un tuffo al cuore.
Alessio - (Con voce normale, si avvicina a
Gioele e lo prende per mano) La stessa cosa che è successa a me, Gioele.
Gaia - (Sconcertata) Io non ho parole! Bea, tu
non dici niente?
Beatrice - (Lasciandosi abbracciare da Giacomo) Cosa
vuoi che ti dica, Gaia; come si dice: “al cuor non si comanda”!
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