due atti di Paolo Cappelloni
(disponibile in versione italiana, napoletana e veneta)
Nella Rassegna del Teatro Dialettale Marchigiano di Agugliano (AN) alla migliore attrice (Silvana Moroni).
E' stato inoltre rappresentato da
Personaggi
Orilio – l’avaro
Costanza - la domestica
Fiorina - la vicina di casa
Arsenio - l'amico
Giuseppina - la figlia
Adalgisa - la moglie
Ardesia - la suocera
(Annunciatrice radiofonica)
La
scena rappresenta un vecchio e rimediato soggiorno arredato in modo essenziale.
C'è un'uscita che porta all'ingresso, una che dà alle altre stanze e una
finestra. È necessario che fra gli arredi di scena ci sia una vecchia radio.
Primo atto
All'aprirsi del sipario si trova in scena Costanza, la
domestica, che sta cantando e spolverando i pochi mobili con uno straccetto
lacero e consunto.
Costanza - "Non
son degno di teee. Non ti merito piùùùù…" (Guardando lo straccio) Guarda qui, c'è da vergognarsi a spolverare
con uno straccio così. Poi dice che c'è la polvere… per forza, ci sono più
buchi che stoffa! (Lo scuote fuori della
finestra. Mentre lo scuote scorge la dirimpettaia alla finestra)
Buongiorno, signora Fiorina. (La voce di
Fiorina non si sente. Costanza l'ascolta) Sempre peggio. Io non so proprio
come ha fatto quella povera moglie a sopportarlo per tanti anni. (Ascolta) Esagero? No, no, minimizzo!
Guardi: io lavoro qui da due anni… (Abbassa
la voce) sa quante mensilità ho avuto finora?? (Forma il numero "tre" con le dita) Ah, si stupisce? Per
televisione parlano tanto bene del volontariato… beh, stando in questa casa io
lo supero di gran lunga, il volontariato! (Ascolta)
Eh sì, l'unico vantaggio è che non c'è tanto da fare: rifare un letto, lavare
una camicia al mese, due mutande… per fare la spesa mi van via due minuti… (Ascolta) Perché?? Quanto ci vuole a
comprare un panino con due fette di mortadella...? (Ascolta) No, tutti i giorni no: un giorno la mortadella e un giorno
il formaggio, ma poco poco perché un pezzetto gli dura una settimana! (Ascolta) Il vino?? La domenica! con due
biscotti tanto per fare uno stravizio. (Ascolta)
Eh sì, per me è una cosa avvilente. (Ascolta)
La cresta sulla spesa?? Non mi faccia ridere!! Quando torno dal negozio,
altroché il metal detector! Mi tocca passare la dogana come se dovessi
denunciare della roba sospetta! (Ascolta)
Sì, allora venga lei, qua e s’accorgerebbe. (Ascolta, poi, sempre sottovoce) Ah, per me faccia pure. Io non lo
toccherei nemmeno con una pertica. (Ascolta)
Sì, sì, adesso però mi faccia tornare al lavoro perché se mi trova a parlare mi
toglie i soldi per il tempo che ho perso e sarebbe a dire che prima di rivedere
il prossimo stipendio dovranno passare altri sei mesi. Buongiorno signora
Fiorina. (Esce per la porta interna e
rientra subito con un’aspirapolvere che aziona mentre canta) "Non
piangerò mai su tutti i soldi che spendo, né che avrò, forse piùùùùù"
(Dopo qualche istante entra Orilio, vestito con una vecchia
giacca da casa e un paio di pantaloni informi. È scuro in volto. La prima cosa
che fa è quella di agire sull'interruttore abbassando così la luce in scena)
Orilio - Cos’è
‘sto chiasso? (Guarda l'aspirapolvere)
Accidenti a quella volta che mi son lasciato convincere a comprare
quell’affare. Ma non è più comodo adoperare la scopa? Possibile che… (Non
riesce a parlare a causa del rumore dell’aspirapolvere) Possib… Poss… E
spegni quell’accidente che consuma l’ira di dio!! (Ripete) Possibile che per raccogliere un po’ di mondezza mi debba
far succhiare la corrente da un coso come quello?? 1000 watt a succhiata per
poi vuotarlo e buttar via tutto quello che ha inghiottito?
Costanza - Cosa
vorrebbe fare, mettere da parte anche la mondezza, adesso?
Orilio - E
il riciclaggio cosa l’hanno inventato a fare? L'invenzione più civile di questi
ultimi tempi! Invece basta che tutti che buttino via! Buttano via di tutto! C'è
la smania dell’usa e getta! Si compra la roba per buttarla via! Guardano che
ora è e buttano via l’orologio, si soffiano il naso e buttano via il
fazzoletto, mangiano e buttano via piatti e forchette, bevono e buttano via
bottiglie e bicchieri. Fanno due telefonate e cambiano il telefono.
Costanza - (Ironica) Vanno al gabinetto e buttano
via la carta…
Orilio - Non
far tanto la spiritosa che non c'è niente da ridere. Perché è così che si
buttano via i soldi! Si buttano via i sentimenti! La vita, si butta via! Siamo
arrivati al punto che ci buttiamo via da soli!!
Costanza - Beh,
lei dovrebbe star zitto. Sua moglie l’ha persa.
Orilio - Persa??
Col divorzio da mia moglie ho chiuso una falla! Ho arginato una perdita a getto
continuo! Col divorzio ci ho guadagnato, altroché! A parte il mensile che mi
tocca passarle ma che non è niente in confronto a quello che mi faceva spendere
prima. Scialacquona sperperatrice da interdizione! Ah, ma adesso dovrà tirare
la cinghia anche con quello perché ho saputo che s'è messa a lavorare! Così
smetterà di fare razzia a man bassa nelle mie saccocce! E cosa sono io, il
paese di bengodi?
Costanza - (Seduta tranquillamente) Bravo, bel
discorsino.
Orilio - Lo
vedi? Lo vedi? Io parlo e tu te ne approfitti per stare stravaccata senza far niente!
E io imbecille che ti intrattengo con le mie considerazioni! Prendi la scopa e
fai le cose come si deve, via! (Esce)
Costanza - (Rimasta sola, riaccende la luce) Ma non
ti dico… (Accantona l'aspirapolvere e
prende una scopa) Ma chi me lo fa fare, a me, a far Madre Teresa di
Calcutta? (Spazzando) Però mi domando
e dico come farebbe un cristiano così a campare da solo, senza qualcuno che non
lo faccia ridurre peggio d'uno straccione? (Mentre
spazza s'accorge che la scopa ha raccolto un biglietto del superenalotto) E
questo cos’è? Un biglietto del superenalotto! (Lo osserva) È buono, è per sabato. Non è possibile che l'abbia
comprato lui, anche s’è solo da un euro. Lui non butterebbe mai i quattrini
così. (Ad alta voce) Sor Orilio, ho
tro… (Ci ripensa, non finisce la frase e
riguarda il biglietto)
Orilio - (Da fuori) Cosa c’è?
Costanza - (Sempre ad alta voce) Niente! Mi sono
sbagliata! (Tra sé) Aspetta un po’…! E
se invece non gli dicessi niente? Se per una volta fossi io a dovergli dare
qualcosa? (Intasca il biglietto e
canticchia tra sé mentre riprende a spazzare) “Ma chi se ne importa se
adesso il SUO cuore si spezzaaaa!...” (Viene
interrotta dal campanello d'ingresso) Chi è? (Va ad aprire e torna con Fiorina)
Orilio - (Si
affaccia) Chi è?
Fiorina - (Entrando)
Sono Fiorina, la sua dirimpettaglia.
Orilio - E
vuole qualcosa da me?
Fiorina - No,
anzi, pensavo che… se servisse a lei un qualcosa… visto che siamo vicini di
casa, senza offesa…
Orilio - No,
grazie, (Indicando Costanza) spendo
già abbastanza con questa qui.
Fiorina - Ma
io non voglio mica essere pagata!
Orilio - Non
è possibile. Nessuno, signora mia, fa niente per niente, a questo mondo! Nessuno!
(Esce)
Costanza - Sente
con chi dovrebbe combattere?
Fiorina - Sì,
ho capito che tipo di persona è ma… detto fra noi, signora Costanza: io sono
vedova, mio marito, buonanima, mi ha lasciato solo debiti, ho un figlio che
ancora studia e sinceramente non mi farebbe schifo non avere più preoccupazioni
economiche. Lo sa quanto è difficile tirare avanti?
Costanza - E
lei spera che il signor Orilio le possa risolvere le sue preoccupazioni?
Poveretta lei! Farebbe prima a vincere al totocalcio, se lo fa solamente per i
soldi, se invece prova anche qualcosa per lui, significa che ha qualcosa in
testa che non le funziona bene!
Orilio - (Si
affaccia) Cosa fate, salotto? (A
Costanza, ironicamente) Vuoi che vi porti del tè con qualche pasticcino? (A Fiorina) Signora, non distragga
Costanza dal suo lavoro perché io la pago per lavorare, non per fare
conversazione, anzi, (A Costanza)
stammi a sentire: io oggi non vado a negozio, devo rivedere dei conti, perciò
puoi andar via prima, così tu risparmi la fatica e io i quattrini. (Esce)
Costanza - (A Fiorina) Ha sentito l’antifona?
Fiorina - Brutto
non è….
Costanza - No,
brutto non è, il fatto è che è tirchio. Ma proprio uno di quelli fatti con
tutti i sentimenti. Quello è uno che va stitico per non buttar via la roba! (Ripone la scopa e si prepara ad uscire)
Io vado. Se vuole rimanere con lui, faccia pure. Sentirà delle interessanti
lezioni di economia!
Fiorina - Lo
farei anche ma oggi non mi sembra che sia la giornata buona.
Costanza - E
quand’è la giornata buona? Giusto se s’ubriaca con una bottiglia di vino
regalata da qualcuno! (Escono entrambe)
Orilio - (Sbircia in scena, poi entra) Sono andate via. Guarda te che spreco di luce! Ma chi
sono io, l'ENEL? (Agisce
sull'interruttore abbassando la luce) Poi dicono che non esistono i
vampiri. Ci sono, ci sono! Io sono circondato da vampiri succhiasangue! Perché
la gente, dopo che butta via i soldi e tutto il resto come se fossero
coriandoli vuole prenderli dove ci sono senza sudare, senza muovere un dito!
Loro non sanno quanto ho sudato io per metter su il mio negozio di ferramenta.
Quanti salti mortali ho dovuto fare per mettere da parte un soldino sopra
l’altro, i sacrifici che ho fatto! E agli altri è tutto dovuto! A cominciare da
mia moglie che adesso sta bene dove sta e non m'importa con chi, e poi mia
figlia, che anche lei è un debito continuo! Scoppiassero tutti quanti! (Si accorge di un chiodo abbandonato sul
pavimento) Ecco! Lo vedi? Questo è come spazza quella disgraziata! C'è un
chiodino per terra e nemmeno s’è accorta. (Prende
il chiodo e se lo mette in tasca) Se perdessi un chiodino al giorno, nel
giro di… qualche anno andrei in fallimento dritto dritto! Eeeh, non c'è da
fidarsi di nessuno, e non vale nemmeno la pena spendere il fiato per
della gente così. (Campanello)
Un’altra volta il campanello. E cos’è oggi...? (Esce dalla porta esterna e rientra
con Arsenio)
Arsenio - Son
passato alla tua rivendita di ferramenta e mi hanno riferito che eri in casa.
Orilio - Sì,
devo rivedere certi conti... una faccenda lunga, e io preferisco fare certe
cose a casa mia, lontano dagli sguardi della gente.
Arsenio - Allora
me ne vò.
Orilio - No,
no, stai pure, tanto ormai ci sei. Smetto per un po’.
Arsenio - Come
va?
Orilio - Mah,
tiriamo avanti ma è sempre più difficile. La vita, caro Arsenio, costa sempre
di più!
Arsenio - Ma
su! Hai quel negozio che produce così bene! Cosa dovrei dire io, allora, col
mio misero stipendio da travet? Da piccolo impiegato qual sono?
Orilio - Sai,
Arsenio, che da una parte t’invidio? Tu hai studiato, sei colto, parli forbito
e soprattutto stai tranquillo: alla fine del mese ti danno lo stipendio, non
devi pensare a niente. Io invece spesso non dormo la notte, pensando a tutti i
fornitori, ai commessi, alle tasse, ai debitori: è una cosa che mi manda via di
testa! Oh, a proposito di debitori, tu sei un amico ma la rata di quel
prestitino che t'ho fatto è scaduta da tre giorni!
Arsenio - Ne
sono consapevole, Orilio, ma anche io, sai, ho le tasse da pagare, le bollette,
mio figlio che mi costa come un figlio…
Orilio - E
io...? devo essere l'ultimo a riscuotere?
Arsenio - Beh,
devi pure ammettere che per un prestito di mille euro, il 20% d'interesse è un
tasso da usura.
Orilio - (Si scalda) Non mi nominare quella
parola, per carità! L'unico usurato qui sono io! In questa casa si usura tutto!
E se non mi arrivasse qualche soldino ogni tanto andrebbe a finire tutto in
malora!
Arsenio - Non
ti preoccupare che domani è il ventisette e ti restituirò tutto ciò che devi
avere.
Orilio - Me
lo garantisci?
Arsenio - Te
lo garantisco! Stai tranquillo! (Nota un
calendario dell'anno precedente appeso alla parete) Ma cos’hai, ancora il
calendario dell’anno scorso?
Orilio - Certo.
Io lo cambio ogni quattro anni! Mica dovrò comprare un calendario nuovo ogni
volta che esce?
Arsenio - E
come fai?
Orilio - Facile!
Io so per esempio che il quindici di marzo lì viene di lunedì e invece è
martedì e quest’altr’anno sarà mercoledì. L’unico problema è che dopo quattro
anni sono costretto a cambiarlo perché con l'anno bisestile il conto diventa un
po' complicato. Pazienza! Eh, bei tempi quando, a dicembre, tutti ti davano i
calendari in omaggio! Non sai gli scatoloni che riempivo!
Arsenio - Questa
non la volevo sentire. E come li utilizzavi?
Orilio - Li
vendevo a chili!
Arsenio - Ho
capito. Per piacere, Orilio, mi dai…
Orilio - (Interrompendolo) No.
Arsenio - Guarda
che volevo solamente un bicchiere d'acqua!
Orilio - Ah!
Allora la prossima volta comincia dicendo: “…Un bicchiere d’acqua, me lo dai?”
Così non mi metti in agitazione! (Esce un
attimo per prenderglielo)
Arsenio - (Ad alta voce) Non farlo pieno fino
all'orlo, me ne basta un sorso.
Orilio - (Rientra con un bicchiere d'acqua, non pieno)
Ecco, bevi piano che è ghiacciata.
Arsenio - (Beve) Non è gasata…
Orilio - Gasata??
È del rubinetto. Non vorrai mica l’acqua minerale??
Arsenio - No,
no, stai tranquillo, non ti faccio spendere. Ieri ti ho anche regalato un
biglietto del superenalotto! È facile che tu vinca una consistente cifra e io
non dovrò più preoccuparmi del debito.
Orilio - Io
non credo per niente a questi giochi. Son tutti quattrini buttati al vento.
Poi, scusami ma, anche se vincessi, cosa c’entra la mia vincita col tuo debito?
Sono due cose completamente differenti!
Arsenio - Orilio,
sei una cosa impossibile! (Campanello)
Orilio - E
dagli! Un’altra scampanellata! Ci fosse uno che bussasse! Farebbe meno chiasso
e sarebbe più economico! (Va ad aprire e rientra con Fiorina) Si accomodi ma
le ho già detto che non mi serve niente.
Fiorina - (Civettuola) Madonna mia, signor Origlio,
mi sta trattando come se fossi un commesso viaggiatore! Come se volessi
venderle qualcosa! (Vede Arsenio)
Buongiorno.
Arsenio - Buongiorno,
signora.
Orilio - E
non è così?
Fiorina - No,
giuro, mi prendesse un accidente!
Orilio - Mm,
allora non capisco cosa va cercando.
Fiorina - Niente.
Ho semplicemente pensato che le facesse piacere un po’ di compagnia, ma vedo
che è occupato perciò tolgo il disturbo.
Arsenio - No,
no, signora. Sono io che mi sto accomiatando, non si preoccupi. Ciao Orilio,
allora ci vediamo domani per quella nostra transazione, va bene?
Orilio - Va
bene, Arsenio, oh mi raccomando, non farmi stare in ansia perché vedi come sono
ridotto… (Allarga le braccia come un
povero cristo)
Arsenio - Stai
tranquillo che non ti ridurrai misero e ramingo. (Galante) Buona giornata, signora. (Esce)
Orilio - Si
accomodi pure, tanto oggi è andata così.
Fiorina - Grazie.
Orilio - Mi
dica.
Fiorina - Niente…
stavo pensando, signor Origlio, che lei lavora troppo! La vedo troppo
preso dal suo lavoro! Se vuole un mio parere… lei dovrebbe rilassarsi, svagarsi
un po’. Se no come fa??
Orilio - Mi
scusi ma… a lei cosa gliene fr…
Fiorina - (Lo interrompe) Madonna mia, signor Origlio!
Ma siamo cristiani! No? E vedere uno che corre sempre che pare lavori a
cottimo, che è sempre teso e imbronciato, sempre talmente indaffarato peggio di
una cova di sorci, peggio di un formicaglio, mi creda: non da piacere per
niente!
Orilio - La
ringrazio ma io sono tanto rilassato. È proprio il lavoro che mi rilassa.
Quando mi metto a fare i conti, per me è un momento meraviglioso, romantico,
addirittura! È come raccogliere fiori a primavera: ogni manciata di euro è un
mazzolino profumato che faccio fruttare e i frutti sono ancora più profumati e
saporiti dei fiori e io godo quando con quelli posso formare delle ghirlande
fruscianti! Mi danno un senso di freschezza e di solidità perché quelli non
appassiranno mai, mi capisce? E mi rilassano, altroché…! Il nervoso mi viene
quando vedo della gente che vuole raccogliere i miei frutti per buttarsi giù
con l'ingordigia e farli fuori in quattro e quattr'otto! Ecco l'unico problema,
mia cara signora… signora…?
Fiorina - Fiorina.
Orilio - Bel
nome... viene dall'Olanda?
Fiorina - No,
perché?
Orilio - Perché
il fiorino era una moneta olandese! Quando nacque mia figlia la mia ex moglie
ha tanto insistito che è riuscita a battezzarla “Giuseppina”! Giuseppina… un
nome insulso! Banale! Io invece avrei voluto chiamarla “Dracma”! E se invece di
una figlia avessi avuto un maschio lo avrei sicuramente chiamato
"Euro"!
Fiorina - Ma
mi tolga una curiosità, signor Origlio: Perché sta sempre con le mani
sui fianchi?
Orilio - Perché
ho paura che mi esca la roba dalle tasche!
Fiorina - Non
le fa un po’ di tristezza accumulare tutti questi... fiori e non condividerli
con altre persone? Non sentire il profumo insieme a qualcun altro e godere
insieme della grazia e del romanticismo che emanano?
Orilio - (Sospettoso) Dove vorrebbe arrivare?
Fiorina - Da
nessuna parte, solo che... se io a avessi per esempio una bella torta mi
piacerebbe mangiarla con qualcun altro! Che gusto c'è ingolfarsi da soli di
panna e di cioccolata senza dire a chi ti sta vicino: "Accidenti com’è
buona!" Mi comprende, signor Origlio?
Orilio - (C.s.) La comprendo tanto bene…
Fiorina - Ecco,
adesso lei non vada a pensare che io a sia una cacciatrice di dote, per carità!
Orilio - (Ironico) Per carità! Non mi sfiorava
nemmeno il cervello!
Fiorina - Ma
parliamoci chiaro, signor Origlio: proprio questi giorni stavo pensando
che… insomma, io sono vedova, lei è divorziato…
Orilio - Lei
ha un figlio…
Fiorina - Che
mangia pochissimo! È un fuscello! Un grissino! Un manico di scopa! Uno
stuzzicadenti!
Orilio - Dev’essere
uno spettacolo di figlio!
Fiorina - E
io non sono sicuramente una di quelle donne con i grilli per la testa a cui
piace spendere a destra e a sinistra! E cosa ci sarebbe di male unire le nostre
due solitudini e vivere questi anni che ci rimangono aiutandoci l'un con
l’altro con un po' di tenerezza e di... economia? (Avvicinandosi impercettibilmente ad Orilio) Signor Origlio,
ma sono proprio da buttar via?
Orilio - Ma
cosa dice?
Fiorina - (Civettuola) Grazie! Anche lei è ancora…
un bell’uomo.
Orilio - (Lusingato) Beh, mi mantengo.
Fiorina - (C.s.) La solitudine è una brutta cosa
per una donna ancora giovane.
Orilio - Me
lo immagino.
Fiorina - (Avvicinandosi ancora un po') Senza un
uomo al suo fianco.
Orilio - È
normale.
Fiorina - Che
la faccia sentire ancora desiderabile da qualcuno. Signor Origlio, mi
dica qualcosa.
Orilio - Ha
una pensione di reversibilità?
Fiorina - (Delusa) Beh, qualche soldo mi arriva,
anche se poco.
Orilio - Io
le dico subito che non ho nessuna intenzione di risposarmi, eh?
Fiorina - E
chi ha parlato di matrimogno! A me basterebbe solamente una convivenza,
per dare e ricevere un po’ di serenità…
Orilio - …
economica.
Fiorina - anche…
Orilio - Ci
penserò.
Fiorina - (Alzandosi) Ci pensi ma lo faccia presto,
signor Origlio perché ogni lasciata è persa.
Orilio - Va
bene, Fiorina.
Fiorina - Anche
per me, Origlio.
Orilio - A
presto.
Fiorina - (Andandosene con movenze molto femminili)
A prestissimo!
Orilio - Ah,
Fiorina…
Fiorina - Origlio…
Orilio - In
caso, io ti proporrei…
Fiorina - (Civettuola) Sììììì?
Orilio - Conti
separati, eh?
Fiorina - Ne
riparleremo (Esce)
Orilio - (Rimasto solo) Poi dicono che non sono
buono di cuore! Ah! Se ci sapesse fare, la gente otterrebbe tutto, da me… in
prestito. (Estrae dalla giacca un vecchio
quaderno consunto che pone sul tavolo ed inizia a fare dei conti) Dunque,
riprendiamo il discorso: Il trenta devo riscuotere 300 euro da Pistoni, il
meccanico, che… o mi dà i soldi o mi fa gratis il collaudo del furgone. Il
primo del mese è il turno di Spatola, l’imbianchino, 200 euro. Anche questo: o
i soldi o mi rifà la facciata del negozio. Il due tocca al dottor Vescichetti,
l'urologo... (Riflette) A questo
chiedo i soldi e basta. Il tre… niente, giornata nera. Il quattro devo riscuotere
500 euro da Snodi, l'idraulico (Ci pensa su)
… l'idraulico… Appena riesco a beccarlo devo aumentargli il tasso. Ecco, e con
questo è finita la pacchia, adesso cominciano i dolori: Duemila euro per mia
moglie che gli andassero tutti in medicine, mille euro… a proposito: dove ho
messo quel biglietto del superenalotto che m'ha regalato Arsenio? (Cerca nelle tasche, poi tra le pagine del
quaderno, nel cassetto del tavolo chiuso a chiave, poi apre altri cassetti,
tutti chiusi a chiave, usando un mazzetto di chiavi che tiene in tasca) Ma
guarda te, una volta che mi regalano qualcosa lo vado a perdere. Dove l’avrò
messo? (Cerca ancora) Non varrà
niente ma non si sa mai. (Ribalta varie
cose per cercarlo) Ti venisse un accidente secco! Dove sei andato a finire?
(Minaccioso) L'estrazione è domani,
se per domani non vieni fuori ti do fuoco! (Gli
viene un sospetto) Non l’avrà mica succhiato Costanza con quel cavolo di
aspirapolvere?? O l’ha addirittura trovato e intascato lei?? Perché quella è
capace di tutto! Anche di rubare la roba alla gente onesta! (Esce spegnendo la luce)
(La
scena rimane vuota e dopo qualche istante la luce si riaccende. È sabato
mattina)
Costanza - (Entra con un sacchetto della spesa, cantando)
"Fatti mandare dalla mamma, a prendere il latte a lunga conservazioneeee,
devo dirti una cosa, sulla nostra situazioneeee!" (Appoggia il sacchetto della spesa sul tavolo e lo apre) Allora: il
panino, la mortadella… la mortadella, il panino… Mi pare che non manchi niente.
(Chiama) Signor Orilio! Ho portato la
spesa! (Ricanta) "Banane,
lamponeee, chi c'era con te… chi c'era quella sera… zan zan!"
Orilio - (Entra e agisce sull'interruttore abbassando la
luce) Cos’hai preso?
Costanza - Il
caviale l'avevano finito così ho ripiegato sulla mortadella, ho fatto male?
Orilio - Il
tuo senso dell'umorismo mi fa dar di stomaco. Il resto...?
Costanza - Guardi
che la battuta finisce così.
Orilio - Volevo
dire il resto dei soldi!
Costanza - Il
resto dei soldi?? Ma ho dovuto tirarli fuori io!!
Orilio - Ah
sì? Allora a te li aggiungerò nel prossimo stipendio.
Costanza - Di
che anno?
Orilio - Sono
rimasto un po' indietro con le tue mensilità, è vero? Stai tranquilla, lunedì
ti darò tutto con gli int… va be’ poi faremo i conti. A proposito, Costanza,
cos’hai trovato, per caso, un biglietto del superenalotto?
Costanza - Dove?
Orilio - Come
“dove”? Qui!
Costanza - In
questa casa? No di sicuro. Sarebbe come trovare una spigola nel mezzo del
Sahara!
Orilio - Questa
è la terza spiritosaggine di stamattina, alla quarta ti prendo a calci! Insomma
l’hai visto o no?
Costanza - No
che non l'ho visto.
Orilio - Non
può essere andato a finire nello stomaco di quella succhiacorrente di
aspirapolvere?
Costanza - (Ironica) Nooo, si sarebbe incastrato tra
i denti!
Orilio - (Fa il gesto di darle un manrovescio) Mi
raccomando, Costanza, se lo dovessi trovare dammelo subito, capito?
Costanza - Stia
tranquillo, signor Orilio, lunedì ripasso con la scopa.
Orilio - No!
Lunedì è troppo tardi! Lo devo controllare stasera! Sciagurata!
Costanza - Allora
farò il possibile.
Orilio - Ecco,
brava, fa' il possibile.
Costanza - Non
va in negozio nemmeno stamattina?
Orilio - No.
Signora ficcanaso. (Prende la spesa ed esce)
Costanza - (Riaccende la luce. Tra sé, sbirciando
il biglietto che ha intascato) Non si vincerà niente ma mi voglio proprio
togliere questo sfizio. Almeno per una volta voglio avere io il coltello dalla
parte del manico! (Canta) "Quel
sorcio campagnolo che zompi che fa… Me lo agguanti papà? … Sì…" (Campanello. Costanza va alla porta esterna)
Orilio - (Si
affaccia) Adesso chi è?
Giuseppina - (Entra insieme a Costanza che si mette ad
ascoltare il colloquio fra padre e figlia) Ciao paparino.
Orilio - (Entra e agisce sull'interruttore abbassando la
luce) Oh, com'è mia figlia il sabato mattina? E successo qualcosa a tua
madre??
Giuseppina - No.
Orilio - Che
peccato! Allora...?
Giuseppina - Ti
dovrei parlare.
Orilio - Parla
pure, non costa niente!
Giuseppina - A
quattr'occhi.
Orilio - (Fissando Costanza) Te, Costanza non hai
niente da fare, stamattina?
Costanza - Certamente,
vado a rifare il letto e approfitto per dare una scottata all'aragosta. (Esce)
Giuseppina - L'aragosta??
Orilio - Lasciala
perdere, oggi è in vena di umorismo da coliche. Allora, dimmi pure, Giuseppina.
Giuseppina - Papà…
Orilio - Oh.
Giuseppina - Sono
incinta.
Orilio - (Dopo un attimo di sbandamento) Scusa non
ho sentito bene. È successo qualcosa? No?
Giuseppina - Papà,
hai sentito benissimo.
Orilio - (Sospettoso) E… cosa vorresti da me?
Giuseppina - (Si alza e fa per andarsene) Niente.
Orilio - (Si tranquillizza) Aspetta, allora. Vieni
qui, stai tranquilla… Stiamo tranquilli. (Giuseppina
si risiede) Dunque, riepiloghiamo il concetto: Mi pare d'aver capito che
sei un po’… incinta, giusto?
Giuseppina - Sì.
Orilio - (Con calma apparente) Benissimo! …
benissimo!… Son cose che possono succedere… (Scatta) E chi è l'assassino?
Giuseppina - L'ass…
il padre sarebbe… è… Luigi.
Orilio - (Esterrefatto) Luigi chi? Il figlio del
barbiere?? Dimmi la verità, Giuseppina… è il figlio del barbiere??
Giuseppina - Sì,
ma mi vuole bene e anche io ne voglio a lui!
Orilio - (Come se non riuscisse a comprendere una
simile bestialità) Gli vuoi bene?? Al figlio d'un barbiere?? E di cosa ti
sei innamorata, della sfumatura alta?? Eh?? E di tutti gli insegnamenti che
t'ho sempre dato cosa ne hai fatto? Un taglio e via?? Ma come si fa, io mi
domando e dico, una ragazza bella come te, intelligente - fino ad oggi! - Amica
di figli d’avvocati, di dottori, di ingegneri, darsi via… al figlio del
barbiere!!! Brutta disgraziata che non sei altro!
Giuseppina - Adesso
è inutile gridare, tanto ormai è fatta. Luigi mi vuole sposare.
Orilio - Anche!
Ma io vi faccio la riga nel mezzo della fronte con un piccone, a tutti e due,
altroché!
Giuseppina - (Piangendo) Lo sapevo, che avresti
reagito così! Me l’aveva detto anche la mamma!
Orilio - Ah!
Ecco! E cos'altro t'ha detto, tua madre?
Giuseppina - Ha
detto che se ci vogliamo bene davvero non c'è nessun problema.
Orilio - Capirai!
La solita farfallina superficiale! Avrà già pensato di fare un matrimonio in
grande invitando mezza città…
Giuseppina - Sì.
Orilio - (Infuriato) Lo vedi? Lo vedi? E chi
dovrebbe pagare, secondo lei? Pantalone? Ah ma se crede di fare affidamento su
di me si sbaglia di grosso!
Giuseppina Papà,
io sono venuta qui solo per informarti di questa cosa senza pretendere niente
da te. Io qualcosa guadagno, Luigi aiuta suo padre nella bottega, perciò in
qualche modo tireremo avanti. Quindi se non hai nient’altro da dire o da
sbraitare io vado. (Si alza)
Orilio - Aspetta,
aspetta, Giuseppina. Vieni qui. (Comprensivo
e paterno) Anche se ho una figlia deficiente sono sempre tuo padre, no? E
capisco le spese che deve sostenere una coppia che si sposa... a cominciare per
esempio… dai confetti!
Giuseppina - Quello
è il meno.
Orilio - Lo
dici te! Con quello che è aumentato lo zucchero!! (Magnanimo) Comunque per quelli non ti preoccupare che ci penserò
io. Ho giusto un commerciante di Sulmona che mi deve dare qualche… soldo e gli
farò firmare delle cambiali in natura. Contenta?
Giuseppina - (Rassegnata) Si, pa'.
Orilio - E
per quando sarebbe previsto ‘sto contratto, voglio dire… ‘sto matrimonio?
Giuseppina - Pensavamo
di sposarci a settembre.
Orilio - A
settembre. Mm. Ma… viene gente in quella barbieria?
Giuseppina - Certo!
Lavorano anche bene!
Orilio - Mm.
In effetti… una piccola impresa se diretta bene… (A Giuseppina) Sai se riutilizzano i capelli che vengono tagliati?
Giuseppina - Non
so, credo che li buttino via.
Orilio - Male!
Si potrebbero riutilizzare per fare parrucche! Comunque… cosa vuoi che ti dica?
Mi hai messo proprio con le spalle al muro perciò…(Paterno) cercate di essere felici, tutti e due.
Giuseppina - (Con uno slancio filiale, nonostante tutto,
abbraccia il padre)
Orilio - Su,
su. (La scosta e le asciuga le lacrime)
Stammi a sentire, Giuseppina: vuoi rimanere a mangiare qui con tuo padre?
Costanza - (Si
affaccia e lo fissa)
Orilio - (Accorgendosi di Costanza) Forse è meglio
di no, nelle tue condizioni devi mangiare abbondante e sostanzioso.
Costanza - (Fa un cenno di assenso e scompare)
Giuseppina - Non
ti preoccupare, papà, oggi sono a mangiare dai genitori di Luigi.
Orilio - Oh!
Brava! Giuseppina, brava! Adesso ti riconosco come mia figlia! Vai, vai. E stai
tranquilla.
Giuseppina - Grazie,
papà. (Esce)
Orilio - Lei,
sta tranquilla, io per niente.
Costanza - (Entra cantando) "Tra i monti di pietra
può nascere un fioreeee…"
Orilio - (Le risponde dapprima cantando poi
concludendo con la minaccia) A te, questa sera… ti tiro qualcosa in mezzo
alla schiena!
Costanza - Non
la facevo così affettuoso e… generoso, signor Orilio.
Orilio - Te
bada a non fare la ficcanaso e a trovarmi quel cavolo di biglietto che non so
dov’è finito! (Esce)
Costanza - (Riaccende la luce e va alla finestra dalla quale rivede
Fiorina) Sempre affacciata alla finestra, signora Fiorina? Sta aspettando
il principe azzurro? (Ascolta) Ah,
l'ha già trovato? E chi sarebbe, se non sono troppo curiosa? (Ascolta) Lui?? Il principe buzzurro? E
le ha già fatto una promessa? (Ascolta)
Ah, ieri! Chissà se adesso sarà sempre della stessa opinione… (Ascolta) Eh, beh, proprio ora è successo
qualcosa che cambierà un po' le carte in tavola. (Ascolta, poi risponde a bassa voce) La figlia… (Fa il gesto della gravidanza poi ascolta) Eh, come vuole che l’abbia
presa? Non molto bene! Ma se alla fine non dovrà tirar fuori i soldi, credo che
non ne farà un gran problema! (Ascolta)
Sì, beh, veda un po' lei come fare. (Si
allontana dalla finestra cantando) "Bella Belinda innamorata, parla da
sola con l'insalata. Non guarda il piatto ma sta alla finestra…"
Orilio - (Affacciandosi)
"T’arriva un calcio alla chiappa destra…" Vuoi stare un po’zitta??
Costanza - Cosa
ci posso fare se mi piace Gianni Morandi l'eterno giovinotto? (Ad alta voce) Signor Orilio! Posso
venire a spazzare nel suo studio? Chissà che non l'abbia perso lì, il
biglietto!
Orilio - (Rientra e agisce sull'interruttore abbassando la
luce) Vai, ma non rovistare più di tanto.
Costanza - E
chi rovista? Io faccio solo il mio mestiere: pulisco e se trovo del disordine…
sistemo le cose! (Esce)
Orilio - Ci
mancava anche un figlio per la strada! E vengono tutti da me! (Si affaccia alla finestra dalla quale vede Fiorina) Buongiorno. (Ascolta) Eh, prendo un po' d'aria buona.
(Ascolta) Male! (Ascolta) E lei cosa sa?? (Girandosi
verso la porta dalla quale è uscita Costanza) Oh brutta… Ma io le do gli
otto giorni, a quell’impicciona! (Grida)
E senza liquidazione!! (Torna a parlare
con Fiorina) No, no, niente. (Ascolta)
Eh già, è il problema d'avere una figlia: Per un po' va tutto bene e poi, tutto
in una volta: tach! una tegola tra capo e collo! Ha capito? (Ascolta) Eh, sì, da piccoli bisogna
spendere per farli ingrassare e da grandi bisogna spendere perché ingrassano
troppo! (Ascolta) E lei cosa mi può
fare? (Ascolta) Ah, se vuole, venga
pure… (Campanello. Orilio guarda
stupefatto la porta esterna e fuori della finestra) E porca miseria! Cos’è,
un fulmine? (Esce e rientra con
Fiorina)
Fiorina - (Entrando)
Insomma ha fatto la frittata.
Orilio - Sì,
con un carciofo.
Fiorina - Stia
tranquillo, signor Origlio: Andrà tutto bene e sua figlia sarà
sicuramente una gran bella sposa!
Orilio - E una gran bella spesa!
Fiorina - Ma non stia a pensare sempre ai
soldi!
Orilio - E
a cosa devo pensare?
Fiorina - Ci
sono tante altre cose! Sa, per esempio, che da ieri l’ho sempre pensata?
Orilio - E
perché?
Fiorina - (Evanescente) Così… Ci possiamo dare del
tu?
Orilio - Se
preferisci…
Fiorina - Ho
pensato a come potremmo stare bene insieme, io e te.
Orilio - Dove?
Fiorina - Qui.
Orilio - Ah,
mi pareva… E casa tua?
Fiorina - Ma
io sto in affitto.
Orilio - Ah,
ecco. E, in caso, avresti pensato di trasferirti qui, con tuo figlio…
Fiorina - Va
bè ma lui si accontenta di poco! Un letto, un piatto caldo…
Orilio - Tu
stai parlando come se fosse già tutto deciso. Guarda che io non t'ho promesso
ancora niente!
Fiorina - Lo
so. Ma io a vedo un qualcosa nei tuoi occhi che... mi fa sperare bene!
Orilio - Mah,
se lo dici tu…
Costanza - (Da fuori scena) Signor Orilio! Se vuole
andare a mangiare… la tavola è apparecchiata!
Orilio - Allora
vado a mangiare. Ti inviterei ma…
Fiorina - Ma…?
Orilio - Niente,
finisce così.
Fiorina - Non
ti preoccupare, io per oggi ho preparato una bella fiamminga di lasagne, fatte
tutte da me, così ho risparmiato! E tu cosa mangi?
Orilio - (Accompagnandola all'uscita) Mah, vedrò cosa m'ha preparato Costanza. Credo che ci
sia un prodotto di forno con pasticcio di suino.
(La scena resta vuota per qualche istante poi
torna la luce piena. Entra Costanza a mettere a posto alcune cose
per poi prepararsi ad uscire)
Costanza - (Canta) "Accendilo tuuu questo sole
ch'è spentoooo. L'amore lo sai, squaglia i cuori di ghiacciooo" Eeeh,
signor Orilio…! Il pane con la mortadella per tre giorni alla settimana… Ma
come si fa? Gli saranno venuti i lardelli nelle budella! (Chiama) Signor Orilio!! Io vado via! Anche questa settimana mi sono
guadagnata il paradiso!
Orilio - (Entra e agisce sull'interruttore abbassando la
luce) Hai trovato il biglietto?
Costanza - Che
biglietto? (Gesto di esasperazione di
Orilio) Ah! Quello del superenalotto? No, mi dispiace. Ho frugato
dappertutto ma… niente!
Orilio - Tanto
non può essere sparito così!
Costanza - Ha
pensato ai sorci? Sor Orilio? In queste case vecchie ogni tanto se ne vede sbucare
uno.
Orilio - Ma
i sorci mica giocano al superenalotto! Può essere invece che qualche penticana…
Costanza - (Andandosene
senza porgli ascolto) Beh,
buona domenica, signor Orilio. Domani vada alla messa e faccia la comunione,
così manda giù qualcosa di più e chissà che non le faccia bene!
Orilio - (Rimasto solo) Però, non è mica una
cattiva idea…
Arsenio - (Entrando)
Ciao, ho approfittato della signora Costanza che stava or ora uscendo…
Orilio - (Lo scruta) Hai portato i soldi?
Arsenio - Sì,
sì.
Orilio - Mm,
allora va bene.
Arsenio - Poi
stasera hai anche la speranza di vincere dei milioni con quel biglietto che
t'ho donato.
Orilio - Non
mi parlare di quel biglietto per carità!
Arsenio - Perché
mai?
Orilio - Perché
non lo trovo più!
Arsenio - Come
sarebbe? Una persona precisa come te…
Orilio - …
È andata a perderlo! Non mi era mai successo di non ritrovare più qualcosa di
mio!
Arsenio - Beh,
se per curiosità lo volessi controllare, io mi sono appuntato i numeri su
questo foglietto.
Orilio - No,
no! Sei matto? E se ci fossero?? Sarebbe roba da mangiarsi il fegato!
Arsenio - Ma
se i numeri non sono quelli ti potresti mettere l'animo in pace del tutto senza
restare con quel tarlo del dubbio.
Orilio - Ma
guarda te in che razza di impiccio sei andato a mettermi!
Arsenio - Io??
Sei tu che hai perso il biglietto!
Orilio - Poi
io sono stato sempre contrario a questi giochi! Per me sono un imbroglio
legalizzato! Uno dovrebbe puntare i soldi solo se è sicuro di vincere.
Arsenio - Già!
E che sorta di gioco sarebbe?
Orilio - Un
gioco meraviglioso!
Arsenio - Ma
lascia perdere, va' là!
Orilio - Fammi
un po' vedere quel foglietto. (Arsenio
glielo porge e Orilio lo legge)
53 - 61 - 67 - 71 - 76 - 84… Che cavolo di numeri! Non usciranno mai!
Arsenio - “Non
usciranno mai”! Come sei perentorio! Comunque, l'estrazione è tra poco,
possiamo controllare.
Orilio - Controllare
cosa? Dei numeri scritti in brutta copia su un foglietto di carta? Sai che
bella soddisfazione! È come dare il torrone a uno che non ha i denti!
Arsenio - Fai
un po' come ti pare. (Fa per andarsene)
Orilio - Ehi,
vieni qui, dove vai?
Arsenio - Ci
hai ripensato, eh?
Orilio - Mi
devi dare i soldi della rata!!
Arsenio - (Dandogli i soldi) Ah sì, non mi
ricordavo più.
Orilio - (Intascandoli) Io sì.
Arsenio - Allora?
Cosa vuoi fare?
Orilio - Che
or'è?
Arsenio - Quasi
le otto.
(Entrambi
osservano una vecchia radio posta su di un mobile)
Orilio - Io
non posso mica stare così per tutta la vita!
Arsenio - È
quello che dico io. Anche se ci sarà una possibilità su un miliardo che si
vinca qualcosa.
Orilio - Apposta
l’hai dato a me!
Arsenio - L’accendo?
Orilio - Accendila…
così consumiamo anche quella.
(Arsenio va ad accendere la radio dalla quale
esce della musica, dopo qualche secondo si sente la voce dell'annunciatrice)
Voce - Vi
diamo ora i numeri estratti del concorso odierno del Superenalotto: 53…
Orilio - (Controllando il biglietto) C'è!
Voce - 61…
Arsenio - (Sbirciando il biglietto che tiene in mano
Orilio) C'è!
Voce - 67…
Orilio - (Lascia il biglietto ad Arsenio e cercando una sedia su cui si cade a sedere)
C'è!!
Voce - 71…
Arsenio - C'è!
Voce - 80…
Arsenio - Abbiamo
l'84…
Orilio - (Sudando freddo) Meno male!
Voce - Numero
jolly: 3. Appena possibile vi comunicheremo se vi è stato qualche 6 o 5 +
Arsenio - Orilio!!!
Abbiamo azzeccato QUATTRO cifre!!!
Orilio - (In catalessi) Ma vuoi andare a morire
d’un colpo!!
Sipario
Fine
del primo atto
Secondo atto
(È domenica mattina. Orilio è in scena e si trova in uno stato pietoso: riverso su una
poltrona con una pezzuola bagnata sulla fronte. Luce bassa in scena)
Orilio - Diecimila
euro! Ai quattro vanno diecimila euro! Ai quattro… A me, invece… un paio di
pifferi! Madonna mia che nottata che ho passato! Ho sognato milioni di
biglietti del superenalotto che mi ballavano davanti e mi ridevano in faccia!
Poi, tutto ad un tratto, sparivano e rimaneva soltanto una gran voragine e da
quella voragine veniva fuori Arsenio sventolando un biglietto che diceva:
"Un regalo per te! Un regalo per te!"… E ancora sto sudando freddo
con un mal di testa che mi si spacca! (Campanello)
Chi è che rompe, adesso? (Si alza a
fatica e va verso la porta esterna) Che perdita! Che perdita madonna mia!
Fiorina - (Entrando, sente le ultime parole di Orilio e lo vede
in quello stato pietoso) Cos’è successo, Origlio?
Orilio - Una
disgrazia!
Fiorina - (Preoccupata) Quale disgrazia?
Orilio - (Tornando stancamente sulla poltrona) Una
cosa gravissima!
Fiorina -. (C.s.) O dio mio! È successo qualcosa a
tua figlia?
Orilio - Peggio!
Fiorina - Alla
tua ex moglie?
Orilio - Se
ho detto: peggio…! Quello sarebbe un miracolo!
Fiorina - Dimmi
te, allora!
Orilio - Ho
perso un biglietto del superenalotto che valeva diecimila euro!!
Fiorina - (Si butta anche lei su una sedia, colpita
dalla tremenda notizia) Oh signore mio che tragedia! Ma come hai fatto a
perderlo??
Orilio - Non
lo so, Fiorina mia, non lo so! È tutta stanotte che tra gli incubi cerco di
capire dove può essere andato a finire quel biglietto fetente!
Fiorina - Hai
cercato dappertutto?
Orilio - Sì!
Dappertutto!
Fiorina - Vedi?
Vedi cosa succede a voler fare tutto da solo?
Orilio - Eh,
lo so!
Fiorina - Senza
una donnina che ti metta in ordine le cose?
Orilio - Già!
Fiorina - È
questo che voglio dire quando parlo di aiuto reciproco! Guarda come ti sei
ridotto! Sembri un poveraccio! Uno a cui abbiano tolto dieci…
Orilio - …
mila euro!
Fiorina - …
dieci anni di vita!
Orilio - Anche
quelli!
Fiorina - Devi
prendere qualcosa che ti rimetta un po’ in sesto: Vuoi che ti faccia un buon
caffè, Origlino?
Orilio - Sì,
grazie.
Fiorina - (Si dirige verso la porta interna)
Orilio - Dove
vai?
Fiorina - A
fare il caffè!
Orilio - Ma
io non ce l’ho mica! Se mi vuoi offrire un caffè dovrai andarlo a fare a casa
tua!
Fiorina - (Uscendo, disarmata) Origlio, Origlio…
Orilio - Eh,
chi sono, io, Paperon de’ Paperoni? Certa gente non sa proprio comportarsi! (Ad alta voce) Lascia la porta aperta
così non devi risuonare! (Si mette una
mano sulla testa, per il dolore) Diecimila euro! Io non mi riprenderò più
da una cosa così!
(Mentre Orilio è immerso nelle sue tristezze
e alle prese col mal di testa, sulla porta d'uscita, alle sue spalle, compare Adalgisa, la moglie, in
atteggiamento battagliero)
Adalgisa - (Secca) Orilio!
Orilio - (Fa un sobbalzo sulla poltrona) Oddio! (Si volta) Adalgisa! Tra tante disgrazie
mi mancavi solo te!
Adalgisa - Mia
figlia mi ha raccontato tutto.
Orilio - Anche
a me.
Adalgisa - Volevo
dire che mi ha raccontato di come ti sei comportato con lei!
Orilio - E
lei come si è comportata con noi? Dopo tutte le raccomandazioni e gli
insegnamenti che le ho sempre dato?
Adalgisa - Ah,
sì, dei begli insegnamenti! Volevi solo farla diventare una spilorcia come te!
Per fortuna ha preso da me!
Orilio - Una
fortuna da ridere! E a forza di traviarla coi tuoi comportamenti diventerà una
saccoccia sfonda come te!
Adalgisa - Insomma,
Orilio: il fatto è che almeno in questa occasione devi comportarti come un
padre come si deve!
Orilio - E
tirar fuori i soldi!
Adalgisa - Certamente!
Guarda che è una cosa normale!
Orilio - Lo
dici te! Per me è una cosa contro natura!
Adalgisa - (Osservandolo con disgusto) Sei tu ad
essere contro natura! Ma non vedi come ti sei ridotto nonostante tutti i soldi
che hai? Guarda lì come sei messo! È una vergogna!
Orilio - Io,
se permetti, sono il ritratto della sobrietà!
Adalgisa - Sì,
dipinto da un pittore ubriaco fradicio!
Fiorina - (Entrando con due tazzine di caffè) Ecco il
caffè, Origlino. (Vede Adalgisa)
Ops! Buongiorno, signora.
Adalgisa - E
questa chi è?
Orilio - Adalgisa
ti presento Fiorina, la mia dirimpettaia.
Fiorina - Sono
la sua dirimpettaglia.
Orilio - Fiorina,
questa è la mia ex, ex, ex moglie.
Adalgisa - (Ignorando Fiorina e rivolta ad Orilio) Un accidente che ti spacca! Ecco con chi
preferisce condividere il suo patrimonio invece di aiutare la figlia, il sangue
del suo sangue! Si intrattiene con le dirimpettaie! Ah, ma anche questa volta
metterò di mezzo l’avvocato e vedremo come andrà a finire. Ti saluto, (Squadrando Fiorina) Origlino. (Esce)
Orilio - Ma
io cos’ho fatto di male per meritarmi una valanga di disgrazie così??
Fiorina - (Sedendosi vicino a lui) Non pensarci, Origlio.
Bevi il caffè che ti farà stare meglio. (Con
fare birichino) Indovina cosa ci ho messo dentro…
Orilio - (Guardando Fiorina negli occhi e sorseggiando
con lei il caffè) Ci hai messo uno schizzo di mistrà?!
Fiorina - Sììì.
Orilio - Maliarda!
(Affascinato) Ma… dimmi un po’: tu sei
brava anche in cucina, Fiorina?
Fiorina - Oddio!
Se devo mettere qualcosa sul fuoco non mi scotto le dita!
Orilio - Perché
non mi fai sentire un qualcosa di buono, ogni tanto? Potrei apprezzare i tuoi
manicaretti…
Fiorina - Cosa
vuoi che ti faccia?
Orilio - Tutto.
Se sapessi fare, per esempio una bella zuppa di pesce… con lo scorfano…
Fiorina - …
e le vongole!
Orilio - Sì!
Oppure…un pollo…
Fiorina - Coi
peperoni?
Orilio - Coi
peperoni! Poi, come dolce… una bella ciambella…
Fiorina - Con
gli acinini d’uva?
Orilio - Con
gli acinini d’uva! … O una zuppa inglese…
Fiorina - Con
l’alchermes?
Orilio - Con
l’alchermes!!
Costanza - (Entra e vede il romantico quadretto) Sto
spezzando un idillio?
Orilio - Te
spezzi tutto, con quella tua vociaccia! (Aggrappandosi
all'ultimo disperato tentativo) T'è venuto in mente dove può essere andato
a finire quel cavolo di biglietto?
Costanza - Che
biglietto? Ah, quello del superenalotto? No. Ma tanto ormai l'estrazione è
stata fatta!
Orilio - (Agitandosi) Appunto!! Sono usciti
quattro numeri, di quel biglietto!! Sciagura costante!! Diecimila euro buttati
non so dove!! O nelle tasche di non so chi!!
Costanza - Oh!
Non vorrà mica insinuare che sono stata io?? Perché qui, se c'è qualcuno che
deve dare dei soldi non sono certo io!
Orilio - Quello
è tutt’un altro discorso!
Costanza - Sì
sì, un altro discorso…!
Fiorina - Perché
non vieni un po’ di là da me, Origlio? Così lasci lavorare la signora
Costanza e tu ti distragli un po' cambiando ambiente…
Orilio - Mi
farai un altro caffè?
Fiorina - Certo.
Orilio - Con lo
schizzo?
Fiorina - (Sensuale) Anche due!
Orilio - Andiamo,
allora. Costanza, guarda bene in tutti gli angoli della casa… (Si alza ed esce con Fiorina)
Costanza - (Rimasta sola, accende la luce) Diecimila
euro… Francamente pensavo di più. Ah, ma gli farò passare lo stesso le pene
dell'inferno, a quello spilorcio! (Prende
la scopa e si mette a spazzare cantando) "Ritornerò, a pecorone da
teeee… L'altra non è, non è un corno per meeee!"
Arsenio - (Si
affaccia) Buongiorno.
Costanza - Oh,
buongiorno signor Arsenio.
Arsenio - Sempre
al lavoro, eh?
Costanza - Eh,
beh, ormai la mia la è una missione.
Arsenio - Santa
Costanza, dovrebbero farla, a lei! Santa Costanza vergine e martire!
Costanza - Be’,
mi sembra un po' troppo impegnativo… Mi basterebbe solo il martirio!
Arsenio - Orilio
dov’è?
Costanza - È
in dolce compagnia della sua dirimpettaglia che lo sta facendo
riprendere dallo shock.
Arsenio - Ieri
sera era in uno stato spaventoso. Tanto che mi ero addirittura un po’ preoccupato!
Costanza - Stamattina
è nelle stesse condizioni, se non si ubriaca col mistrà.
Arsenio - Certo
che, per uno come lui, veder svanire nel nulla diecimila euro è una cosa da
collasso!
Costanza - Già!
Arsenio - Quello
che non mi spiego è come avrà fatto a smarrirlo! Lui che tiene tutto da conto
con una precisione e una meticolosità certosina! Che non getta nemmeno i
fiammiferi usati perché fa loro la punta e li usa come stuzzicadenti!
Costanza - Mah.
Arsenio - E
fa rabbia anca a me perché son sicuro che sarei riuscito a convincerlo almeno
ad alleggerirmi un po' il mio debito!
Costanza - Eh,
lo so.
Arsenio - (Abbassando la voce) Ma, detto fra noi…
Costanza - Sì?
Arsenio - Lei
crede davvero che si… unirà a Fiorina?
Costanza - Ma
lei, che è suo amico da tanto tempo, ancora non ha capito di che razzaccia è quell’individuo?
Quello ha già pensato sicuramente di sfruttarla più che può promettendole
quello che vuole e poi, quando vede che comincia a mangiare la foglia, chi s'è
visto s'è visto!
Arsenio - Sì,
ha ragione, lui è proprio il tipo d’uomo che si comporta così. Da un lato mi fa
un po’ compassione.
Costanza - Anche
a me.
Orilio - (Rientra con un pacco di caffè e agisce
sull'interruttore abbassando la luce) Ciao Arsenio. (Porge a Costanza il pacco di caffè come una cosa preziosa)
Costanza, riponi questo pacco di caffè nella credenzina dove tengo i torsoli
delle mele e non prenderlo se non te lo dico io.
Costanza
- (Senza che Orilio se ne accorga, fa un gesto ad Arsenio per dire:
"Come volevasi dimostrare", quindi esce)
Arsenio - Per
quale recondita ragione conservi i torsoli delle mele?
Orilio - Per
fare il beverone di mele! Ogni dieci torsoli li faccio bollire un po’
nell’acqua che poi lascio riposare finché non rimane un leggero saporino di
mela. È tanto buono ed è molto meglio che comprare tutte quelle bibite che
fanno solo male e ti costano una barca di soldi.
Arsenio - Non
si getta via niente, eh?
Orilio - E
chi sono, io, il principe di Torlonia?
Arsenio - Come
va stamane?
Orilio - Come
vuoi che vada? Male!
Arsenio - Non
te la prendere più di tanto, Orilio, in fondo quei diecimila euro non li
possedevi prima e non li possiedi ora, perciò non è cambiato alcunché!
Orilio - (Cercando intorno a sé qualcosa da tirargli)
Cosa gli tiro?? Ma senti te che razza di filosofia scalcagnata deve avere un
cristiano!!
Arsenio - Ho
capito il motivo di questa tua inquietudine. La signora Fiorina ti ha offerto
un’eccessiva dose di caffè a cui tu sicuramente non sei abituato! Ti saluto. (Si avvia)
Orilio - Vieni
qui, fringuello! Stammi a sentire: Per quanto tempo sono validi, quei
biglietti, per riscuotere la vincita?
Arsenio - Mah,
tre mesi, credo.
Orilio - (Titanico) Bene! Vorrà dire che in tre
mesi ribalterò la casa, il quartiere, ribalterò la città e la rivolterò come il
mio cappotto ma quel biglietto deve venire fuori!! (Esce verso le camere. Arsenio accende
la luce e cerca distrattamente il biglietto in qualche angolo, sotto
qualche mobile, finché non entra Fiorina)
Fiorina - (Entrando, in ciabatte) Buongiorno signor Arsegno.
Arsenio - (Sorpreso carponi mentre guarda sotto un
mobile) Oh, buongiorno signora Fiorina, mi perdoni la postura.
Fiorina - Si
figuri! Mi perdoni lei che mi presento in ciabatte. Devo sembrare uno
spaventapasseri!
Arsenio - Al contrario, è molto graziosa in
versione casereccia, e quelle ciabattine le donano molto.
Fiorina - La
ringrazio, signor Arsegno. Origlio dov'è?
Arsenio - È
di là, ancora sottosopra a causa del biglietto.
Fiorina - Certo
che è una cosa che scombussola il sistema nervoso!
Arsenio - Specialmente
a lui.
Fiorina - Me
lo immagino.
Arsenio - Beh,
lui è fatto così! (La osserva) Ma sa
che indossa un bel vestitino oggi, signora Fiorina?
Fiorina - (Smorfiosa) Dice? Pensi che me lo son
fatto tutto da sola, tutto con queste mie mani.
Arsenio - Allora
può essere a buon diritto considerata una sarta rifinita! Saranno d'oro, quelle
manine!
Fiorina - (C.s.) M’arrangio. Sa, dovendo tirare la
cinghia, ci si adatta! Lei è amico da molto con Origlio?
Arsenio - Eh!!
Una vita! Sin da quando, ancor piccini, mi rubava sempre le biglie di vetro.
Poi ho continuato a frequentarlo un po' per amicizia e un po' per compassione,
specialmente quando ha divorziato anche lui.
Fiorina - (Colpita e interessata) Perché, è
divorziato anche lei?
Arsenio - Eh
sì, da quattro anni.
Fiorina - Ah,
ecco. Non lo sapevo.
Arsenio - Lei
invece, ho saputo che è vedova.
Fiorina - Eh
sì. Da cinque anni… (Guardando Arsenio
negli occhi) Da cinque anni!
Arsenio - Ho
capito.
Fiorina - Perché
non si vede ma ho un’età.
Arsenio - Ma
sta scherzando? È ancora una ragazza! È nel fiore degli anni!
Fiorina - Grazie,
è gentile ma non sono più proprio in boccio! Mi scusi la sfrontatezza ma sa che
lei mi pare una personcina fatta proprio per bene? La vedo sempre così a modo,
anche nei confronti di Origlio…
Arsenio - La
ringrazio. Ma anche lei mi sembra una donnina (La osserva) fatta egregiamente.
Fiorina - Adesso
smettiamola con questi complimenti, altrimenti mi viene tutta la pelle pavonazza!
Arsenio - (Sottovoce) Sarebbe ancora più bella!
Fiorina - Lei
mi lusinga! Ma quando divento rossa mi compaiono tante macchiolone sulla
faccia!
Arsenio - Proprio
come i petali d'una rosa!
Fiorina - (Si schernisce) Oh signore!! Però è
piacevole discorrere con un poveta come lei.
Arsenio - Anche
con lei. Sa che è dalla prima volta che l’ho vista che desideravo dirle
qualcosa? Ma sa, vedendola così… amica di Orilio, non mi sono permesso di dirle
alcunché.
Fiorina - E
ha fatto… ma non possiamo darci del tu?
Arsenio - Certamente.
Fiorina - E
hai fatto male, Arsegno. Non c'è mica niente tra me e Origlio.
Arsenio - Io
credevo…
Fiorina - A
dir la verità un pensierino l'avevo fatto ma poi m'è venuto anche un gran
dubbio che….
Arsenio - Che…?
Fiorina - Beh,
che mi stia prendendo per i fondelli!
Arsenio - In
che senso?
Fiorina - Nel
senso che invece di condividere la roba con me voglia fare come faceva con le
tue biglie!
Arsenio - Beh,
con un tipo come Orilio tutto è possibile.
Fiorina - (Gli si fa più vicino) Tu sei impiegato,
è vero?
Arsenio - Sì,
non avrò i soldi di Orilio ma sicuramente vivo meglio di lui.
Fiorina - La
vita bisogna goderla finché si può, Arsegno.
Arsenio - Parole
sante, Fiorign… Fiorina. Io sto tanto bene nella mia casetta a due piani
con garage e mansarda...
Fiorina - Ma
è la tua?
Arsenio - Certo!
Ho attraversato diversi anni di sacrifici ma ora a me la godo tutta.
Orilio - (Voce fuori scena) Arsenio!
Fiorina - Ti
posso offrire qualcosa di là da me?
Arsenio - Ma
nemmeno per sogno, se lo desideri sarò io ad offrirti qualcosa in un posticino
qui nei paraggi, oggi è domenica! Ti alletta, Fiorina?
Fiorina - Mi
alletta, Arsegno! (Escono entrambi)
Orilio - (Da fuori) Arsenio, con chi stai
parlando? Vieni qua! (Si affaccia, poi entra) Ma dov’è andato? (Si affaccia alla finestra, guarda di sotto,
poi in alto, verso la finestra della Fiorina) È sparito. Pare che non ci
sia nemmeno Fiorina… Mah! (Si sporge un
po') Oddio! In compenso stanno arrivando i Lanzichenecchi! (Va a predisporsi per affrontare la ex moglie)
(Entrano Adalgisa, Giuseppina e Ardesia)
Adalgisa - Eccolo,
va’. Guarda che articolo! Allora, signor saccoccia a chiocciola, mettiti seduto
e preparati a incassare la botta. L’avvocato m'ha detto che se non vuoi finire
negli impicci devi partecipare al matrimonio di tua figlia!
Orilio - Ma
certo che partecipo! Se m'invita…
Adalgisa - Partecipare
con i soldi! Non far finta di non capire! (Indicando
la madre) Ho portato anche la testimone!
Orilio - La
testimone… Tua madre dovrebbe fare il boia, altroché la testimone!
Ardesia - Lo
farei molto volentieri, con un assassino come te! Ah, che soddisfazione
sarebbe, veder rotolare quella testa bacata!
Giuseppina - Mamma,
io non voglio discussioni.
Adalgisa - Qui
non si tratta di discussioni, figlia mia, ma di coltellate, se va tutto liscio!
Ardesia - Già!
Se va tutto liscio!
Adalgisa - (Ad Orilio) Allora, facendo una botta di
conti, tolto l'aiuto che le posso dare io, a questa figlia mancano ancora
diecimila euro.
Orilio - (Dopo un leggero sbandamento) Perché
proprio diecimila?
Adalgisa - Perché
è venuto così. Hai qualcosa da ridire?
Orilio - Sicuro
che ho qualcosa da ridire! Ma cosa sono, io, il pozzo di San Patrizio? Sai
quanti sono diecimila euro?? Io mica li trovo sotto il letto! … Aspetta un po'…
(Gli sorge un dubbio e si affaccia alla
porta che da alle camere gridando)
Costanza! Da' un po' un’occhiata anche sotto il letto e sotto il comò! (Torna da Adalgisa) Dunque, cosa stavo
dicendo...? Ah sì! Oh! Non sono mica brustolini! Se lei non voleva mettere
negli impicci la gente ci doveva pensare prima! L'ho sempre detto, io: al
giorno d'oggi è tutto un dar via la roba! (Allusivo,
guardando la figlia) Nessuno tiene da conto più niente! (Costanza
entra e si mette in disparte) Non ti son
bastati tutti i soldi che t'ho sempre dato e che ancora ti sto regalando? Se
vuoi che tiri fuori degli altri soldi ridammi allora le azioni che ti sei
presa! Ridammi i titoli!
Ardesia - (Ad Adalgisa)
Adalgisa, dagli pure tutti i titoli che vuole.
Adalgisa - Che
titoli vuoi, quelli onorifici? Eccoli: mondezza, spilorcio, gretto e padre degenere!
Orilio - Mondezza
sarai te e 48 dei tuoi parenti!
Adalgisa - Ma
non ti vergogni per niente a parlare così davanti a tua figlia?
Orilio - E
ridagli! È lei che dovrebbe vergognarsi!
Giuseppina - Andiamo
via, mamma.
Adalgisa - Tanto
saprai che da che mondo è mondo il pranzo di matrimonio lo deve pagare il padre
della sposa!
Orilio - Eh!!
Ecco che vengono fuori le tue smanie di grandezza! Il pranzo…! (Minimizzando) Uno spuntino…
Adalgisa - Ma
come ti viene in mente?? Hai una figlia che si sposa e le vuoi far fare uno
spuntino? Magari con la tua mortadellaccia??
Orilio - (Vergognandosi un po' di se stesso) Beh,
messa a tocchetti… farebbe la sua figura.
Adalgisa - (Fuori di sé) Sarò io a farti a
tocchetti, a te! Con una mannaia!
Ardesia - Quella
per scannare i maiali!
Costanza - (Facendosi avanti) Stia tranquilla,
signora. Il signor Orilio, in fondo in fondo, è un buon padre e a sua figlia
non farà mancare niente.
Orilio - Cosa
vorresti dire?
Ardesia - Cosa
vorrebbe dire?
Adalgisa - Noi,
qui, stiamo per scontrarci all'arma bianca e lei mi viene a dire che in fondo è
un buon padre?
Costanza - Sì,
perché adesso sua figlia uscirà da qui con diecimila euro.
Orilio - Ma
dovrà uscire correndo, perché la inseguirei con un attizzatoio!
Costanza - (Estrae il biglietto del superenalotto e lo
mette nelle mani di Giuseppina) Ecco, questi sono diecimila euro che può
andare a ritirare anche subito.
Orilio - (Non credendo ai suoi occhi) Ma quello…
quello è il mio biglietto del superenalotto!!
Costanza - Certo,
e a chi potrebbe andare se non a sua figlia?
Orilio - Oh, brutta…! L’avevi preso te! Lo
sapevo! Avevo una vipera! Un serpente a sonagli per casa ma non volevo
ammetterlo! Ma io ti faccio lavorare per me finché non raggiungerai i diecimila
euro fino all’ultimo centesimo! Sarebbe a dire che lavorerai qui in eterno!
Adalgisa - (A Giuseppina e ad Ardesia) Andiamo via
finché siamo in tempo! (Se ne escono alla chetichella)
Orilio - (Continua) Anzi, no! Io ti denuncio! Ti
mando in galera par sottrazione di biglietto vincente! Ti faccio dare
l'ergastolo!! (Si accascia sulla poltrona)
Vai via da questa casa! Non ti voglio più vedere davanti agli occhi! Ti do gli
otto secondi! Sei licenziata! (Costanza esce per sfuggire alla sua ira. Dopo un lungo silenzio, mentre riabbassa
la luce) Assassina.
Fiorina - (Si
affaccia) Posso?
Orilio - (Guardando distrattamente) Sì, sì, tanto
ormai qui entrano cani e porci.
Fiorina - (Offesa) Ti ringrazio del complimento.
Orilio - No,
no, non era per te.
Fiorina - Perché
stai al buio?
Orilio - Io
sto sempre al buio. Si pensa meglio e non si spreca la luce.
Fiorina - Anche
io a stavo pensando che… che ti credevo diverso, Origlio.
Orilio - Anche
io mi credevo diverso. Non mi riconosco più.
Fiorina - Credevo
di dover condividere la roba a metà, con te.
Orilio - E
cosa ti dovevo fare, la zuppa di pesce anche io?
Fiorina - Ecco,
vedi? Tu sei troppo materialistico, Origlio. A me invece piacerebbe
sentire anche un po' di tenerezza dall’uomo che mi sta vicino. Allora, per
onestà ti volevo informare che…
Arsenio - (Entrando)…
Che Fiorina ed io ci siamo accompagnati e lei verrà a dimorare a casa mia.
Orilio - Ah…!
Beh, contento te… (Ironico) Cosa t'ha
dato, il mistrà?
Arsenio - No,
le ho offerto qualcosa io, perché non sono un tirchio come te.
Orilio - Senti,
senti come mi ringrazia, dopo tutti i piaceri che gli ho fatto!
Arsenio - (Disgustato, si rivolge a Fiorina) Questa, Orilio, te la potevi
anche risparmiare!
Orilio - Ma
che ne sai, tu, di risparmi! Tu che vai ogni giorno a bere il caffè al bar! Ma
mi conosci? Sai chi sono io?
Arsenio - Sì!
Un imbecille! Andiamo via, Fiorina, perché questa casa mi provoca il
voltastomaco! (Si avviano)
Fiorina - Addio,
Origlio!
Orilio - Non
mi chiamo "Origlio"! Ignorante! Mi chiamo Orilio! Orilio!
Fiorina - Allora
schiatta! Usuraglio! (Esce)
Orilio - Andate!
Andate! (Ci ripensa) Ah! (Ad alta voce) Arsenio! Ci vediamo il
mese prossimo per la rata del debito!
Arsenio - Te
la manderò per posta! (Esce)
Orilio - Prioritaria!
Mi raccomando! Disgraziati tutti e due! Ecco fatto: (Va ad affacciarsi alla finestra e grida) Quando ci sono i soldi di
mezzo ognuno pensa a riempire il proprio budello! (Tra sé, tornando a sedere) Caro Orilio: non ci sono più gli euro,
non c'è più Costanza, è andato via Arsenio, Fiorina… sono andati via tutti,
sono andati via. Ma perché? Forse perché mi piace ammucchiare i quattrini? E
cosa c'è di male? Prova a domandare ad un collezionista di francobolli di
regalarti qualche pezzo della sua collezione…! Ti manda via a calci nel sedere
o ti chiede un sacco di soldi! Già!... Oltretutto nei soldi sono buoni anche i
doppioni!! Anzi, più ne hai e meglio è! Ma la gente non ha questa sensibilità!
Dicono tutti che il denaro non dà la felicità e in parte è vero ma… non fa
neanche piangere! (Estrae un fazzoletto
dalla tasca e si asciuga una lacrima)
Costanza - (Si
affaccia e accende la luce. Ha un
sacchetto della spesa in mano) Cos’ha mangiato, oggi, signor Orilio?
Orilio - (Senza voltarsi) Una fetta…
Costanza - Di
mortadella, come al solito! Venga con me, su, andiamo a mangiare qualcosa
insieme.
Orilio - (C. s.) Non ho fame per niente.
Costanza - (Materna) Nemmeno se le preparo due
soglioline e un po' d'insalata, il tutto innaffiato con un goccio di vino
buono? Oggi è domenica!
Orilio - E
chi ha pagato, tuta questa roba?
Costanza - Non
so perché ma è un mio regalo.
Orilio - (Si volta verso Costanza) Ci sono anche
due pomodorini?
Costanza - (Pazientemente) Sì.
Orilio - (Si alza di finta malavoglia e si avvicina a
Costanza) Vedi, Costanza, quando mi fai così ti darei tutti gli arretrati
che vuoi!... Un giorno o l’altro. (Escono verso la cucina)
SIPARIO
Qual è il valore dei soldi?
Orilio
è disposto a tutto: anche a non mangiare, anche a speculare su chi gli presta
assistenza, sull'amicizia; anche a non vivere una storia d'amore!
Ma
il destino è beffardo, e quando l'unico affetto della sua vita, sua figlia, ha
bisogno di lui, gli riserva la più difficile delle prove…!
Paolo Cappelloni
Arredi di scena per: Orilio, Orilio...
Una vecchia radio
Un calendario alla parete
Qualche libro
1° atto
Costanza
Uno straccio lacero e
consunto (1° scena)
Aspirapolvere (1° scena)
Una scopa (1° scena)
Un biglietto del
superenalotto (che Costanza trova sul pavimento)
Un sacchetto della spesa (che
porta da fuori) contenente: un panino, un cartoccio con mortadella)
Orilio
Libretto dei conti (in tasca)
Una penna (in tasca)
Un fazzoletto (in tasca)
Un chiodo (che Orilio trova sul
pavimento)
Un bicchiere d'acqua (che
Orilio va a prendere in cucina per Arsenio)
Arsenio
Un foglietto con i numeri
giocati (in tasca)
Alcune banconote (in tasca)
2° atto
Fiorina
Un vassoio con 2
tazzine di caffè (lo porta da fuori scena)
Orilio
Un pacco di caffè
(lo porta da fuori scena)
Costanza
Un sacchetto della
spesa (che tiene in mano nella scena finale)
TUTELA SIAE
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Per eventuali comunicazioni contattare l'autore.
cell: 338 9 338 116
e mail: paolocappelloni@yahoo.it
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