codice SIAE: 952871A
È
un giallo comico.
In
una cittadina inglese, durante la notte, viene assassinata una donna in casa
sua. Intervengono, uno dopo l'altro, tre commissari di polizia per scoprire
l'assassino che è sicuramente fra i presenti in casa (il marito, un
pensionante, un’avvenente ragazza e forse qualcun altro). Solo il secondo
commissario riuscirà a risolvere il caso... tutto in una notte.
atto unico di
Paolo
Cappelloni
Personaggi
Mr.
Stanley O'Brien
Mrs Evelyn O'Brien (sua
moglie)
John
Abbot (pensionante di casa O'Brien)
Orson
Marshall (1° commissario)
Bruce
Springsteen (2° commissario)
Robert
Madison (3° commissario)
Miss
Susy Labèll
TUTELA SIAE
L'uso
senza permesso da parte di chiunque, in qualunque forma, è assolutamente
vietato.
Per
eventuali comunicazioni contattare l'autore.
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Nel caso di rappresentazione dichiarare alla SIAE il titolo originale.
La
scena ha luogo in un salotto di una tipica casa inglese, arredato con gusto
inglese.
Anche
il signore e la signora O'Brien sono inglesi e sono proprio in salotto,
entrambi intenti nella lettura di un libro (non lo stesso). Mr. O’Brien è in
giacca da camera, Mrs. O’Brien indossa una lunga vestaglia.
Evelyn
- A che punto sei arrivato,
caro?
Stanley - (Alzando gli occhi verso di lei) Prego?
Evelyn - A che punto del romanzo sei
arrivato?
Stanley - (Riportando gli occhi sul libro) Sono giunto precisamente al momento
in cui Jill sta per partire per l'Australia.
Evelyn - Ah, bene, poco prima del disastro
aereo.
Stanley
- (Risolleva gli occhi, iniettati di sangue, silenzio, chiude il libro e
va a versarsi qualcosa da bere)
Evelyn - Non leggi più, caro?
Stanley - No, cara.
Evelyn - Perché mai?
Stanley – Perché questo è il quarto romanzo
che comincio a leggere e che non riesco a finire perché tu mi anticipi i fatti,
e io, questo, non lo sopporto!
Evelyn - (Serafica) Leggili prima tu.
Stanley - Non ci riesco, perché hai l'abilità
di sottrarmeli appena li porto a casa e mi batti sempre sul tempo!
Evelyn - (Indica il libro che sta leggendo lei) Questo però l'hai letto prima
tu.
Stanley – (Incuriosito)
Qual è?
Evelyn - "Delitto sull’altalena".
Stanley - (Con un lampo di crudeltà negli occhi) Quello sì, l'ho già letto. (A voce alta) L'assassino è il giardiniere!
Evelyn - (Chiude il libro, furibonda ma contenuta)
Stanley - (Perfido) Non leggi più, cara?
Evelyn - No, caro.
Stanley - Perché mai?
Evelyn - Sono
molto stanca, preferisco andare a coricarmi.
Stanley - (Soddisfatto) Allora buonanotte, cara Evelyn.
Evelyn - Buonanotte,
caro Stanley. (S'avvia)
(Si sente suonare il campanello
dell’ingresso)
Stanley - Chi
sarà mai, alle undici di notte?
Evelyn - (Acida) Sicuramente non il lattaio. (Esce)
(Stanley esce un attimo dalla
comune, sul fondo, e rientra con il commissario Orson Marshall)
Marshall
- Buona
sera, è lei Mr. O'Brien? Mr. Stanley O'Brien?
Stanley - Sì, e lei chi è?
Marshall - Sono il Commissario Orson Marshall,
della squadra omicidi, mi scusi per l'ora inopportuna ma abbiamo ricevuto una
telefonata anonima e ci è stato detto che a questo indirizzo è stato commesso
un omicidio, le risulta?
Stanley - Un omicidio?
Marshall - Sì, un omicidio.
Stanley - Qui?
Marshall - Sì, proprio a questo indirizzo.
Stanley - A quest'ora di notte?
Marshall - Beh, un omicidio, mio caro signore,
può essere commesso a qualsiasi ora del giorno o della notte; la telefonata ci
è giunta mezz'ora fa ma sono potuto arrivare solo ora.
Stanley - Capisco, ma quello che mi dice non
è possibile; sarà stato uno scherzo, in casa mia non è accaduto assolutamente niente.
Marshall - Ci sono altre persone, qui con lei?
Stanley - Sì, c'è mia moglie che si è appena
coricata e un pensionante che ci ha augurato la buonanotte dieci minuti fa ed è
andato anch’egli a dormire.
Marshall - Capisco; mi dispiace, forse è stato
veramente uno scherzo di cattivo gusto che non ho riconosciuto come tale.
Stanley - Certo, son cose che possono
succedere.
Marshall - Possono succedere, è vero; poi, detto
fra noi, questa sarebbe stata la mia prima indagine e probabilmente sono stato
un po' troppo precipitoso; sa, l’entusiasmo per il mio primo caso…
Stanley - Certo, certo.
Marshall - Comunque, visto che ormai sono qui, mi
può chiamare sua moglie, se non le è di disturbo? Sa, le formalità di rito…
Stanley - Le formalità, certo, si figuri! (Chiama) Evelyn! cara! puoi scendere un attimo,
per cortesia? (A Marshall) Abbia
pazienza, la mia signora si è appena coricata e probabilmente è in deshabillé.
Marshall - Capisco benissimo.
Evelyn - (Entra. È in un elegante abito da sera, con collana,
orecchini, braccialetti ecc.) Buonasera, mi scusi ma mi ero appena
coricata.
Marshall - Non si preoccupi, signora. (La guarda meglio) Ma lei...
Evelyn - (Lo guarda) Ma tu…
Marshall - … ma tu sei... Evelyn! Evelyn O'Connor!
Evelyn - E tu sei… Orson! Orson Marshall! (Lo abbraccia)
Marshall - Ma che piacere rivederti dopo tanto
tempo! (La guarda) Ma non sei
cambiata affatto!
(Durante la precedente e le seguenti battute,
Stanley rimane, con un certo imbarazzo, ad osservare prima l’una poi l’altro
con controscena a piacere della regia)
Evelyn - Anche tu non sei cambiato affatto,
mio caro amico di gioventù.
Marshall - Quanti ricordi mi tornano alla mente,
eh, Evelyn?
Evelyn - Ricordi molto belli, Orson!
Marshall - Poi, sfortunatamente, ci siamo persi
di vista.
Stanley - (Interviene) Suppongo vi conosciate bene.
Evelyn - (A Stanley) Scusami, caro, lui è Orson!
Marshall - (Porge
la mano a Stanley) Piacere, Orson.
Stanley - (Porge la mano a Orson e lo abbraccia) Piacere, Stanley.
Marshall - (Dopo
essersi liberato dall'abbraccio di Stanley) Sa, eravamo compagni di liceo.
Stanley - Oh, sì, Evelyn mi ha parlato spesso
di un certo Orson, suo compagno di scuola.
Marshall - (A
Evelyn) Sono contento che a volte pensi ancora a me, sono tornato da poco
in città e non pensavo di rivedere così presto una cara amica come te.
Evelyn - È proprio una bella combinazione!
Marshall - Già, una piacevole coincidenza!
Stanley - Un inaspettato caso fortuito!
Marshall - Proprio così! ma abbandoniamo i
sinonimi e lasciatemi tornare al mio dovere.
Evelyn - A proposito: come mai sei venuto qui
da noi a quest’ora di notte?
Stanley - Il commissario ha ricevuto una
telefonata anonima…
Marshall - … sicuramente uno scherzo.
Stanley - Pensa, cara: gli hanno detto che in
casa nostra c’era stato un omicidio.
Evelyn - Un omicidio? davvero uno scherzo
di cattivo gusto.
Marshall - Eh sì; ora mi potresti chiamare il
vostro pensionante, Evelyn? così esaurisco i miei obblighi e potrò togliere il
disturbo.
Evelyn
- Certamente,
Orson. (Esce a destra)
Marshall - (A
Stanley) Era la ragazza più corteggiata della scuola!
Stanley - Non stento a crederlo.
Marshall - Eh già!
Stanley - È così.
Marshall - Per quanto…
(Entra Evelyn con John, il
pensionante, vestito in un impeccabile abito da pomeriggio)
John - Buona sera.
Marshall - Buona sera, scusi il disturbo, sono
il Commissario Orson Marshall, della squadra omicidi… (Lo osserva) stava forse dormendo?
John - Certamente!
Marshall - Il suo nome, per cortesia?
John - Abbot, John Abbot.
Marshall - Mr. Abbot, ha per caso sentito dei
rumori sospetti, ultimamente?
John - Intende questa notte?
Marshall - Sì.
John - Assolutamente no, stavo
dormendo profondamente e non ho sentito nulla.
Marshall - Capisco; bene, signori, questo è
tutto, scusatemi di nuovo e (Rivolto ad
Evelyn) speriamo di rivederci in una occasione migliore, mia cara Evelyn.
Evelyn - Me lo auguro! Buonanotte, Orson.
Marshall - Buonanotte Mr. O'Brien.
Stanley - Buonanotte, commissario. (Lo accompagna alla porta, oltre la comune. Marshall esce. Stanley torna)
Evelyn - Buonanotte, Stanley.
Stanley - Buonanotte, Evelyn.
Evelyn - Buonanotte,
John.
John - Buonanotte Mrs.
Evelyn, buonanotte Mr. O'Brien.
Stanley - Buonanotte. (Tutti escono dalla porta di
destra)
(La scena si fa buia. Dopo alcuni secondi,
s'intravede una sagoma che attraversa completamente il palco, da destra a
sinistra, inciampa in qualche cosa e impreca. Un'altra sagoma attraversa il
palco nella stessa direzione, inciampa nello stesso oggetto e impreca. Si
affaccia un'altra sagoma dalla porta di destra, fa qualche passo poi riesce da
dove era entrato. Si sentono cinque colpi d'arma da fuoco e un corpo che cade.
Si sentono anche dei passi veloci poi si accende la luce e compaiono in scena,
entrando da destra, Stanley e John, guardandosi attorno)
Stanley - Che
cosa è successo?
John - Ho
sentito degli spari.
Stanley - Anche
io; dov'è Evelyn?
John - Sarà
in camera sua.
Stanley - Vado
a controllare. (Esce a destra)
(John si affaccia alla porta di
sinistra e lancia un grido,
sempre sinistro)
John - (Grida) Ah!
Stanley - (Entrando) Cosa c'è?
John - Mrs.
Evelyn!
Stanley - Ah, l'hai
trovata!
John - (Spaventato, additando
l'uscita di sinistra) Sì, è là dentro!
Stanley - Che cosa sta facendo?
John - (C.s.) È distesa sul pavimento come se…
Stanley - (C.s.) Come se…?
John - (C.s.)… fosse morta!
Stanley - (C.s.) E lo è?
John - (C.s.) Credo di sì!
Stanley - (C.s. e di più) Intendi dire che è morta?
John - (Con spavento crescente) Sì!
Stanley - (C.s.) Non mi dire!
John - (C.s.) Te lo dico!
(Stanley esce a sinistra seguito
da John)
Stanley - (Rientrando, con espressione di terrore) È davvero
morta!
John - (Rientrando, c.s.) Incredibilmente morta!
Stanley - Non ci sono dubbi!
John - (Fissa Stanley) L'assassino
deve essere ancora qui.
Stanley - Lo supponi, John?
John - Non lo suppongo, ne sono certo,
Stanley, qui è tutto chiuso!
Stanley - Occorre avvertire subito la
polizia.
John - E dire che è stata qui poco fa.
Stanley - Vero, ma non potevamo prevedere una
cosa del genere! (Telefona) Pronto,
polizia? Ah, è lei, Commissario Marshall? Orson Marshall? Sono Stanley O'Brien.
(Ascolta) Sì, io sto bene, grazie, ma
mia moglie no, (Ascolta) sì, Evelyn! venga
subito, la prego, e vedrà con i suoi occhi!
(Si sente suonare il campanello dell’ingresso, John corre ad aprire e rientra con Marshall)
Marshall - Sono venuto appena ho potuto, dov'è Evelyn?
(John e Stanley indicano a sinistra, Marshall esce e i due si affacciano
alla porta, poi Marshall rientra)
Marshall - Ma è una cosa terribile! Povera
Evelyn! massacrata con quattro colpi di pistola!
Stanley - (Lo corregge) Cinque colpi di pistola!
Marshall - (Sospettoso)
Come fa a saperlo?
Stanley - (Dopo un attimo di esitazione) Li ho contati quando li ho sentiti.
Marshall - Capisco.
Stanley - (A Marshall, sedendosi) Si accomodi.
Marshall - Preferisco restare in piedi, grazie. (A John) Ha per caso sentito dei rumori
sospetti?
John - (Sedendosi) Quelli di cui parlava prima?
Marshall - Non quelli; altri.
John - No, a parte gli spari, niente.
Marshall - (A
Stanley) E lei?
Stanley - No, a parte gli spari, niente.
Marshall - (Riflette)
Mm… a parte gli spari, niente. Avete notato se è stato forzato qualcosa? Porte?
Finestre? Porte - finestre?
(Stanley e John
corrono fuori scena, uno a destra e uno a sinistra, per poi rientrare
immediatamente)
Stanley - (Rientrando) Sembra di no.
John - (Rientrando) Pare di no.
Marshall - È stato sottratto qualcosa?
(John e Stanley si frugano freneticamente addosso, poi si guardano
intorno)
Stanley - A
parte la vita di mia moglie, niente.
Marshall - Bene, ciò significa che l'assassino è uno di voi due!
Stanley - (Offeso) Signor Commissario! come fa ad
insinuare una cosa simile?
John - (C.s.) È inaudito! insinuare sottilmente
un'accusa così, sui due piedi!
Marshall - Signori miei, la mia è una semplice deduzione: nessuno è
entrato, nessuno è uscito; in casa ci siete solo voi due, quindi: due più due
fa quattro e... tre meno uno (Indica
Stanley e John)... due! (Stanley e
John si guardano esterrefatti) E se vogliamo approfondire il concetto
possiamo aggiungere: sei per sette quarantadue che sono più o meno gli anni che
l'assassino dovrà passare in prigione!
Stanley - Perché proprio sei per sette?
Marshall - Così... per far venire quarantadue!
John - Ma che ragione avrei avuto di
uccidere Mrs. Evelyn?
Marshall - Me lo dica lei.
John - Nessuna! glielo giuro su quello
che ho di più caro!
Stanley - Beh, glielo giura su quello che ha
di più caro!
Marshall - Bisogna vedere se ha qualcosa o
qualcuno di particolarmente caro! (A John)
Ce l'ha?
John - Sì, glielo giuro!
Stanley - Beh, glielo giura.
Marshall - Capisco, ma io ho ugualmente dei
sospetti su di lei perché appena tornato in centrale ho fatto una piccola
indagine sul suo conto e ho scoperto che ha avuto a che fare parecchie volte
con la giustizia.
John - Solo per divieti di sosta.
Marshall - E un omicidio!
John - Per cui sono stato assolto!
Marshall - Per mancanza di prove!
Stanley - Non l’avrei mai immaginato!
John - Volete che ve lo giuri?
Marshall - Non occorre, conosco bene la gente
della sua risma. E lei, Mr. O'Brien, che mi dice?
Stanley - Cosa vuole che le dica, sono
meravigliato e indignato per il passato del signor Abbot!
Marshall - Intendevo dire: che cosa mi dice di
lei; sicuramente aveva dei buoni motivi per uccidere sua moglie.
Stanley - Per esempio?
Marshall - Per esempio l'eredità; sua moglie era
molto ricca.
Stanley - Ma figuriamoci! uccidere mia moglie
per soldi! non sono mai stato attaccato al denaro, io! (Fissando Marshall) Lei, piuttosto...
Marshall - Dice a me?
Stanley - Proprio a lei; conosceva mia moglie
dai tempi della scuola e io so che la corteggiava e che Evelyn non disdegnava,
ma alla fine sposò me! che vi sia di mezzo una tardiva vendetta?
John - Già, la vendetta è un piatto
che si serve freddo!
Marshall - Ma lei sta parlando ad un Commissario
di polizia!
Stanley - Lo so, un commissario che ha
impiegato nemmeno un secondo per arrivare dopo la mia telefonata! Magari si era
nascosto qui in casa!
Marshall - Ma se mi ha telefonato in centrale!
Stanley - Può
averla presa dal cellulare con trasferimento di chiamata!
Marshall - Ma come si permette?!
Stanley - Ad ogni modo ora gli indiziati sono
tre.
Marshall - Ma è assurdo! (A
John) Lei cosa ne dice?
John - Mah!
cosa vuole che le dica (Cita) Tutto
il pensabile esiste!
Stanley - (A John) Complimenti per la dotta citazione.
John - (A Stanley) Grazie.
Stanley - (A Marshall) Ed essendo coinvolto nel caso esiste un chiaro
conflitto di interessi, quindi credo sia necessario chiamare un altro
commissario. (Telefona) Pronto,
polizia? Sono Stanley O'Brien di Breaking Road. Senta: mi può mandare per
cortesia un altro commissario? (Ascolta)
Grazie (Ascolta) No, questo sarebbe andato
benissimo ma è coinvolto fino al collo in un delitto. (Ascolta) Eh, sì, non c'è più religione! (Ascolta) Vero, vero,
chissà dove andremo a finire! Buonasera!
Marshall - Ma lei è impazzito!
(Si sente suonare il campanello dell’ingresso, Stanley va ad aprire e rientra con Springsteen)
Stanley - (A Springsteen.) Lei è un Commissario?
Springsteen - Certo! sono arrivato appena ho potuto, che
cosa è successo?
Stanley - È stata appena uccisa mia moglie!
Springsteen - Perbacco!
Marshall - (Facendosi avanti)
Caro collega...
Springsteen - Lei chi è?
Marshall - Il Commissario.
Springsteen - Mi scusi, il Commissario sono io! non cominciamo a confondere
le carte in tavola!
Marshall - Le giuro che sono un Commissario di polizia!
Springsteen - Da quando?
Marshall - Da poco, a dir la verità, questo è il mio primo caso.
Springsteen - Ah, ecco! per me, invece, questo è il secondo, allora vediamo
un po’, dov'è la vittima?
Marshall - (Additando) Di
là.
Springsteen - (Esce, seguito da John e Stanley, mentre Marshall resta in
scena a prendere appunti, quindi rientrano
tutti e Springsteen si rivolge a
Marshall) Qual è la situazione dei sospetti?
Marshall - Allora, il signor Abbot...
John - (Porgendogli la mano) Sono io.
Springsteen - (Stringendogliela) Piacere.
John - Il
piacere è mio.
Marshall - Il signor Abbot, dicevo, pensionante di casa O'Brien.
Springsteen - Bene, vada avanti.
Marshall - Ha precedenti con la giustizia.
John - Cose
da nulla!
Springsteen - Capisco. (Prende appunti
su di un taccuino)
Marshall - Il signor O'Brien, marito della vittima, la cara Evelyn, è
sospettato perché erediterà il consistente patrimonio della moglie, la dolce
Evelyn. (Springsteen prende appunti)
Stanley - (Porgendogli la mano) Il signor O'Brien
sono io.
Springsteen - (Stringendogliela) Tanto
piacere.
Stanley - Il
piacere è il mio.
Springsteen - Tutti bene in famiglia? oh! mi scusi!
Stanley - Ma
si figuri, ancora non ci sono abituato nemmeno io!
Springsteen - E lei? (A Marshall) Ho intuìto dalle sue parole che conosceva la vittima.
Marshall - Sì, eravamo compagni di scuola.
Springsteen - Intuisco. (Prende appunti) E che cosa c'era fra voi due?
Marshall - Niente di particolare.
Stanley - Signor Commissario...
Marshall
e
Springsteen - (All’unisono) Sì…?
Stanley - (A
Springsteen) Non è vero, lui era innamorato di mia moglie ma lei sposò me!
Springsteen - Percepisco. (Prende
appunti)
Marshall - In che senso?
Springsteen - Come "in che senso"?
Marshall - In che senso "percepisce"?
Springsteen - Nel senso che capisco perché fu rifiutato, guardandola bene.
Marshall - Lei è prevenuto.
Springsteen - Io cònstato.
John - Permette
la correzione?… Lei constàta.
Springsteen - Si dice "cònstato".
John - Si
dice "constàto".
Springsteen - Chi è lei?
John - John
Abbot.
Springsteen - Io sono Commissario di polizia, come si dice?
John - Cònstato.
Springsteen - Benissimo; andiamo avanti. Eravamo rimasti…?
Stanley - (Indicando Marshall) Alla constatazione
del fatto che lui fa schifo.
Marshall - Ma come si permette?
Stanley - (Indicando Springsteen) L'ha constatato
lui.
Springsteen - State calmi, signori! Signori...?
Stanley - Stanley O'Brien.
Springsteen - Sì, è vero.
Marshall - Orson
Marshall.
Springsteen - Bruce
Springsteen.
Marshall - Come il cantante rock?
Springsteen - Sì, non me ne parli, è un inferno, per me, questa omonimia.
John - Permette
la correzione?… Omonomia.
Springsteen - Omonimia…
come polizia! Come si dice?
John - Omonimia.
Springsteen - Bravo.
John - Grazie.
Springsteen - Sicché anche lei (A Marshall) è invischiato in questa sporca faccenda.
Marshall - Già, semplicemente perché mi capitò
di frequentarla vent’anni fa.
Springsteen - Questo non significa nulla.
Marshall - Perché?
Springsteen - Perché, per esempio, anch'io conoscevo bene la vittima.
Stanley - Prego?
Springsteen - Cosa c'è?
Stanley - Ha
detto che anche lei conosceva bene la vittima?
Springsteen - Certamente, ci vedevamo tutti i giorni al supermercato. Una
cara persona, molto dolce e sensibile.
Marshall - (Estrae un taccuino
e anche lui prende appunti) Fino a che punto era giunta la vostra...
conoscenza?
Springsteen - Mah, dal "buongiorno" e "buonasera" dei
primi giorni ci eravamo, come dire, conosciuti meglio.
Marshall - (C.s.)
Si spieghi.
(Tutti i presenti si sistemano come per assistere ad un "terzo
grado")
Springsteen - Beh, cosa devo dirvi… lei mi aiutava a
comprare la frutta, che io non so scegliere, io, di contro, l'aiutavo a portare
i pacchi, pacchettini, sacchetti della spesa...
Marshall - (Continua a prendere appunti) Poi…?
Stanley - Poi…?
John - Or
dunque?
Springsteen - Poi io le ho insegnato a fare il roastbeef.
Stanley - Infatti
ultimamente le veniva molto bene.
Springsteen - Merito mio!
Marshall - E lei le ha insegnato qualcosa?
Springsteen - Sì, lei mi ha insegnato a fare il pâté de foie gras.
Marshall - (Annuncia)
Signori, anche lui può essere sospettato del delitto!
Springsteen - Ma come? solo perché eravamo appassionati di culinaria?
Marshall - No, perché voi… (A
Stanley) Mi perdoni…
Stanley - Per
carità!
Marshall - (A Springsteen)…
perché voi eravate amanti! tu le proponesti di fuggire con lei ma lei rifiutò,
ecco il movente!
Springsteen - E lei come ha saputo… (A
Stanley) Mi perdoni…
Stanley - Si
figuri!
Springsteen - Come ha saputo che tra me e Evelyn...
Marshall - Non lo sapevo, ho tirato ad indovinare!
Springsteen - Dannazione! incastrato da uno che è alla sua prima indagine!
Stanley - Telefono
alla polizia! (Telefona) Pronto,
polizia? Sono Stanley
O'Brien di Breaking Road; avreste per caso un altro
commissario?... (Rivolto agli altri)
Sta andando a vedere.
Springsteen - Deve esserci Robert Madison.
Marshall - Chi? quello che sarebbe alla sua
terza indagine?
Springsteen - Precisamente.
Stanley - (Al telefono) Sì, grazie, le prometto che non ne chiederò più.
(Si sente suonare il campanello dell’ingresso)
Madison - (Compare
alla comune) La porta era aperta e sono entrato.
Stanley - Lei
è il commissario, suppongo.
Madison - Ha
supposto bene.
Stanley - Immagino
che sia venuto appena ha potuto.
Madison - Certamente!
sono Robert Madison, alla mia terza indagine, che cosa è successo?
Stanley - Hanno
ucciso mia moglie.
Marshall - La cara...
Springsteen - Dolce...
John - Sensibile
signora O'Brien.
Madison - Noto
che la conoscevate tutti molto bene!
John - Beh,
molto...
Marshall - Un po'.
Springsteen - Così così.
John - Superficialmente.
Marshall - Lontanamente.
Springsteen - Quasi di vista.
Stanley - (Affranto) Devo dire che io non la
conoscevo affatto.
Madison - Scusi ma lei non è il marito?
Stanley - Sì.
Madison - E non la conosceva?
Stanley - Pare di no!
Madison - Adesso dov'è?
Stanley - È seduta in cucina.
Madison - È stata uccisa così?
John - No, l'abbiamo sistemata noi
perché così, distesa in terra, con una gamba di qua, una gamba…
Madison - (Lo
interrompe) Ma non sapete che in un caso di omicidio non si deve toccare
assolutamente nulla?? Chi vi ha dato il permesso?
John - Il
Commissario. (Indica Springsteen)
Madison - Lei
è Commissario?
Springsteen - Sì.
Marshall - Anch'io.
Madison - Piacere,
Robert Madison.
Marshall - Piacere, Orson Marshall.
Springsteen - Piacere, Bruce Springsteen.
Madison - Come…?
Springsteen - Sì, come il cantante…
Stanley - Commissario.
Marshall
Springsteen
Madison - (All’unisono) Sì…?
Stanley - (Sconvolto, a Madison) Deve scoprire chi
ha ucciso mia moglie!
Madison - Con
calma, signori, con calma; cominciamo dall'inizio: Com'è stata uccisa la
vittima?
Stanley - Con
una pistola.
Madison - Chi
di voi ne possiede una?
Stanley - Io
no.
John - Io
nemmeno.
Springsteen - (Si mette la mano
all'altezza della fondina) Io ho quella d'ordinanza.
Marshall - Anch'io ho quella d'ordinanza... (Si mette la mano all'altezza della fondina) ma… ora non l'ho più!
Mi hanno rubato la pistola!
Madison - La faccenda si complica. (A Springsteen) Mi illustri il caso.
Springsteen - (Gli
porge il taccuino) È scritto tutto qui.
Marshall - Tranne che anche lui è coinvolto
perché amante della vittima!
Madison - Ah, sì? (A Springsteen) perché questo non l'ha scritto?
Springsteen - Perché non ho fatto in tempo, è arrivato
prima lei.
Madison - (Legge
gli appunti) Vediamo... vediamo... ah, in un modo o nell'altro avevate
tutti un motivo per ucciderla!
John - Io no.
Madison - Ma lei, leggo qui... lei è John
Abbot, vero?
John - Sì.
Madison - Lei è un noto delinquente ed è
sospettato come gli altri. Chi ha un alibi?
Marshall - (A
Springsteen.) Tu hai un alibi?
Springsteen - No, (A
Marshall) perché, tu ce l'hai?
Marshall - No, (A Stanley) perché, lei ce l'ha?
Stanley - No, (A John) perché, tu ce l'hai?
John - Certo! io stavo dormendo!
Madison - Puoi provarlo?
John - Certamente! posso raccontare il
sogno che stavo facendo!
Madison - Non è una prova attendibile.
John - Lo posso giurare!
Madison - Il suo giuramento mi fa un baffo!
Marshall - Questo sì che si chiama parlare!
Springsteen - Si vede che è alla sua terza indagine!
Madison - Modestamente...
Ma non perdiamoci in chiacchiere che è già notte fonda e prima dell'alba voglio
scoprire l'assassino.
John - Non
potremmo rimandare tutto a domani mattina?
Madison - Nossignore;
questa sarà una lunga notte.
Marshall - La lunga notte del Commissario Madison.
Springsteen - La notte della verità.
Stanley - Gradite
qualcosa da bere?
Tutti - Sì,
grazie.
(Stanley va al mobile-bar e riempie cinque
bicchieri secondo le ordinazioni dei presenti, poi li pone su di un vassoio che
appoggia sul tavolo)
Marshall - A me un whisky.
Springsteen - A me un cognac.
Madison - A
me un gin.
John - Un
gin anche a me, grazie.
(Appena Stanley ha terminato la
luce se ne va per un attimo, poi torna)
Stanley - Capitano
spesso questi salti di corrente, questi blackout sono all'ordine del giorno ma
ce ne accorgiamo solo di notte. (Si
rivolge a Marshall indicando un bicchiere) Questo è per lei. (A Springsteen) Questo è il cognac per lei.
(A Madison e a John) Questi sono i
due gin per voi.
(Ognuno
guarda il proprio bicchiere con diffidenza scrutando gli altri)
Marshall - Ora che ci penso... (A Springsteen) le dispiace, commissario,
se prendo il suo cognac al posto del whisky?
Springsteen - Lo prenda pure, ci ho ripensato anch'io e
gradirei il gin. (A Madison) Posso
approfittare del suo?
Madison - (Prende
i due gin) Certamente! prenda questo... no, meglio questo. (Poi ci ripensa e gli consegna l'altro, che
viene posato)
Stanley - Noto una certa diffidenza nei
vostri gesti, signori. Suvvia, bevete tranquillamente, non sono mica
avvelenati!
Madison - (Posando
il gin) Allora io prendo il whisky. (Lo
prende)
Springsteen - Io prendo il gin. (Lo prende)
Marshall - Io prendo il cognac. (Lo prende)
John - (A Stanley) Non ha mica un succo di frutta?
Stanley - No, mi dispiace ma li abbiamo
finiti.
John - (Beve il gin tutto d'un fiato) Bene!
(Tutti gli altri hanno il bicchiere in mano, si fermano, sospesi, ad osservare
John. Nessuno beve)
Madison - Ora
dobbiamo scoprire che fine ha fatto la pistola del qui presente Commissario
Marshall (A Marshall) Questa mattina
ce l'aveva?
Marshall - Perbacco! la prima cosa che faccio la mattina prima di
uscire è quella di controllare se ho la fondina nella pistola!
Madison - Prego?
Marshall - Volevo dire: la pistola nella fondina!
Madison - Bene,
poi dove è andato?
Marshall - Sono andato alla centrale, ho preso un caffè, ho lavorato
tutta la mattinata in ufficio e quando sono andato a pranzo ricordo che l'avevo
perché l'ho sentita mentre estraevo il portafogli per pagare il conto del
ristorante.
Madison - Che
ora era?
Marshall - Ricordo che per estrarre il portafogli ho fatto questo
gesto (Esegue) e ho avuto così modo
di controllare l'ora ed erano le due.
(Madison
beve mentre tutti lo guardano sospesi, in silenzio)
Madison - Bene, a quell'ora aveva ancora la
pistola; poi…?
Marshall - Poi ricordo che sono tornato in
ufficio perché guardando l'orologio mi sono detto: "accidenti! sono le
due, devo tornare in ufficio!"
Madison - E fino a che ora è rimasto in
ufficio?
Marshall - Fino alle otto; me lo ricordo bene
perché rimettendo la mano in tasca mi sono detto: "Ora devo rimanere in
ufficio fino alle otto".
Madison - Poi?
Marshall - Poi sono tornato al ristorante perché
ricordo che ho controllato il portafogli per vedere se avevo abbastanza soldi
per la cena.
Madison - E si è accorto se aveva ancora la
pistola?
(Springsteen
beve, tutti si fermano sospesi, in silenzio.)
Springsteen - Bene, continuate pure.
Madison - (Ripete) E si è accorto se aveva ancora
la pistola?
Marshall - Certo! perché ricordo che nell'estrarre il portafogli ho
sentito la pistola nella fondina.
Madison - Ed
è andato al ristorante.
Marshall - Sì, perché avevo i soldi necessari.
Madison - Allora
ha mangiato e nel pagare il conto si è accorto di avere ancora la pistola.
Marshall - Sì, ma come fa a saperlo?
Madison - Perché
sono alla mia terza indagine!
Marshall - Giusto.
(Stanley beve e si ripete la scena come per gli altri)
Stanley - Che
vi dicevo? non c'è veleno!
Madison - (A Marshall) Continui pure; uscito dal
ristorante…?
(Marshall beve. Scena come sopra)
Marshall - Bene, uscito dal ristorante sono
tornato... (Stramazza al suolo)
Madison - Fermi tutti! (Raccoglie il bicchiere di Marshall e l'annusa) Cianuro e whisky.
John - Whisky e cianuro!
Madison - È lo stesso.
Stanley - Ma lui aveva preso il cognac!
Madison - (Annusa
il proprio bicchiere) No, il cognac l'ho bevuto io! (Indicando la vittima) Lui che cosa aveva chiesto?
Stanley - Non
ricordo assolutamente!
Springsteen - Credo un gin.
John - No, il gin l'avevo chiesto io.
Stanley - Ma i gin erano due.
John - È vero, era un paio di gins.
Madison - Signor O'Brien.
Stanley - Sì…?
Madison - Sa che lei è fortemente sospettato?
Stanley - Ma il veleno può averlo messo
chiunque quando è andata via la luce! quando c'è stato il blackout!
Madison - Questo è vero!
Springsteen - Già.
John - Proprio
così.
Madison - Mm…
(Si guardano tutti con sospetto)
Stanley - Posso
portarlo via? (Indicando Marshall) Mi
fa impressione.
Madison - Certo,
lo appoggi di là, vicino a sua moglie.
(Stanley
e John portano Marshall fuori scena)
Madison - (A
Springsteen.) Ora che siamo soli, detto fra noi, che cosa pensa di tutto
questo?
Springsteen - Come posso dire la mia opinione se sono
uno dei sospettati?
Madison - Sì, lo so ma, da collega a collega,
per te chi è l'assassino?
Springsteen - Per me è il marito.
Madison - Dici?
Springsteen - Beh, prima sospettavo del commissario
Marshall ma ora che è morto...
(Dalla porta di destra entra Susy Labèll; indossa una conturbante vestaglia)
Susy - (Vede i due commissari) Oh, scusatemi,
signori! (Sta per andarsene)
Madison - Ferma,
lei!
Springsteen - Alto là!
Susy - Vi
riferite a me?
Madison - Sì,
chi è lei?
Susy - Sono
Susy Labèll, non si vede?
Madison - Accidenti
se si vede! il nome le si addice alla perfezione.
Susy - La
ringrazio, commissario Madison.
Springsteen - È vero, lo penso anch’io.
Susy - Grazie
anche a lei, commissario Springsteen.
Madison - Mi
tolga una curiosità: come mai conosce i nostri nomi?
Susy - Perché
io so un po’ tutto di tutti.
Madison - Ma
io non la conosco affatto.
Springsteen - Nemmeno io.
Susy - Strano,
e dire che sono una che dà nell’occhio.
Springsteen - Sono d’accordo con lei.
Madison - Anch’io,
ma lei che cosa fa, qui?
Susy - Questa
è la sua terza indagine, vero?
Madison - Sì,
come fa a saperlo?
Susy - Gliel’ho
detto che so un po’ tutto di tutti e le posso dire che ho sentito molte cose
che le possono essere utilissime alla soluzione del caso.
(Rientrano Stanley e John)
John
- Susy!
tu cosa fai qui?
Stanley - (Sorpreso) Cosa fa questo gran
pezzo di… questa bella signorina in casa mia?
John - È una mia cara amica che sto
ospitando da qualche giorno.
Stanley - E lei invita le sue amiche in casa
mia senza dirmi niente?
John - Sa, tra una cosa e l’altra…
Stanley - (A
Susy) E lei, bel tocco di… signorina, abita in casa mia da due settimane a
mia insaputa?
Susy - Sono
stata discreta, non crede?
John - Sua
moglie ne era al corrente!
Stanley - Ah!
mia moglie ne era al corrente?
John - Certamente!
Susy - Ma veniamo a noi: il mio nome è
Labèll, Susy Labèll, mi comprende? molto piacere, Mr. O’Brien.
Stanley - (Affascinato) Il piacere è davvero
tutto mio.
Madison - (A
Susy) Allora, Miss Labèll, mi
racconti tutto ciò che sa.
Stanley - Volete qualcosa da bere?
Tutti - No, grazie!
Susy - Bene, sarò breve: Sono nata in
Francia su per giù …ntanni fa, da madre inglese e padre francese; sono sempre
stata una bambina molto apprezzata ma anche assai vivace, tanto che quando cominciai
a frequentare la scuola la mia maestra mi doveva richiamare in continuazione.
Madison - E cosa le diceva?
Susy - Mi diceva sempre: "Susy, Susy,
tu sei bella e monella!"
Springsteen - Bene, saltiamo qualche anno della sua
vita.
Susy - Sì; ho frequentato poi il Liceo
Scientifico dove molti ragazzi… come dire…
Madison - Ancora qualche anno.
Susy - Sono stata due anni in America
dove, modestamente, sono stata incoronata Miss Kansas…
Stanley - La cosa non mi sorprende.
Madison - Nemmeno a me.
Susy - Grazie.
Springsteen - Vada pure avanti.
Susy - Ho poi trovato lavoro in una
ditta di cosmetici…
Madison - Per quanti anni ci ha lavorato?
Susy - Fino
a due anni fa quando sono venuta qui in Inghilterra e ho aperto un centro
estetico che ha un notevole successo.
Springsteen - Ci siamo, poi…?
Susy - Poi
ho conosciuto John Abbot che due settimane fa mi ha ospitato in questa casa
perché la mia è in ristrutturazione.
Stanley - Ma
lei dove dormiva?
Susy - In
camera di John.
Stanley - E
John?
(Silenzio generale alquanto imbarazzato, colpetti di tosse)
Madison - Ehm,
bene, ecco, insomma… le cose cominciano a chiarirsi; continui pure, Miss Labèll.
Susy - Certamente,
come le ho detto, ho sentito molte cose, questa notte, dalla mia camera da
letto, cioè, da quella di John; non riuscivo a dormire e stavo leggendo un
libro trovato in salotto…
Springsteen - Che libro era?
Susy - Un
giallo dal titolo “Le cose non sono come appaiono”…
Springsteen - Capisco.
Susy - …
quando all'improvviso, ma proprio all'improvviso, ho udito suonare il
campanello dell'ingresso.
Madison - Che ora era?
Susy - Quasi le undici.
Stanley - Era il povero commissario Marshall.
Springsteen - L'aveva chiamato lei per l'omicidio.
Stanley - No, l'omicidio non era stato ancora
commesso.
Madison - Allora perché era venuto?
Stanley - Perché, mi disse, aveva ricevuto
una telefonata anonima che lo aveva avvisato di un delitto commesso in questa
casa.
Springsteen - Mentre non era successo ancora niente. È
anomalo.
Stanley - Vero, quindi si scusò tanto e se ne
andò.
Madison - Qualcuno gli telefonò per farlo
venire qui, ma perché? (A Susy)
Continui pure.
Susy - Dopo aver avvertito la presenza
del signor O'Brien ho sentito la signora O'Brien.
Madison - Che cosa ha sentito, precisamente?
Susy - Tippete tappete, tippete
tappete.
Madison - Prego?
Susy - Il rumore delle sue pantofole
mentre si avviava verso la camera di lei insieme a John…
Stanley - (Incredulo) Evelyn verso la sua camera insieme a…?
Springsteen - (A Stanley) Non interrompa per simili
sciocchezze, su! (A Susy) Continui, la prego.
Susy - … poi sono usciti insieme e
dopo qualche minuto sono tornati tutti nelle rispettive camere, il signor
O'Brien, la signora O'Brien e John.
Madison - E lei era nella camera di John.
Susy - Sì.
Springsteen - Andiamo avanti.
Susy - Dopo pochi minuti è andata via
la luce e io ne ho approfittato per mettermi a dormire quando ho sentito
qualcuno scendere le scale, ribaltare qualcosa e lanciare un'imprecazione.
Madison - Che tipo di imprecazione?
Susy - Mah, una cosa tipo: "Porca
paletta" ma non era "paletta", mi pare che si riferisse ad una
generica donna di facili costumi.
Springsteen - Ha riconosciuto chi era?
Susy - Chi,
la puttana?
Springsteen - No, la persona che l'ha nominata.
Susy - Purtroppo
no, perché ha imprecato tra i denti; poi ho sentito altri passi di qualcuno che
scendeva le scale, anche costui ha ribaltato qualcosa e ha lanciato
un'imprecazione.
Madison - Sempre
la stessa?
Susy - No,
più elaborata; mi pare che abbia nominato un figlio, poi la donna di prima e
qualcosa riguardo al grado di pulizia personale o qualcosa di simile.
Springsteen - Ha riconosciuto la voce?
Susy - Purtroppo
no, anche questa persona ha imprecato tra i denti; poi ho sentito qualcun altro
scendere le scale ma non ha ribaltato niente e non ha imprecato. Quindi ho
sentito i colpi di pistola e un corpo cadere.
Madison - Vediamo
di ricostruire il fatto: Qualcuno scende, non si sa perché, qualcun altro lo
segue, una terza persona scende perché ha sentito dei rumori, si sentono degli
spari, tutti scappano tranne il morto, poi rientrano e constatano l'avvenuto
omicidio; poi abbiamo visto tutti come è stato eliminato il commissario
Marshall che non può essere nessuno dei tre personaggi che ha sentito Miss Labèll
perché, anche se fosse rimasto in casa non sarebbe salito ai piani superiori
mentre lei (A Susy) ha sentito sempre scendere le scale.
Susy - Esatto.
Stanley - Volete qualcosa da bere?
Tutti - No, grazie!
Springsteen - (A Stanley) Lei che cosa ha sentito?
Stanley - Io ho sentito solamente gli spari,
a quel punto sono accorso.
Madison - (A
John) E lei?
John - Beh, sì, in effetti io sono
sceso perché volevo prendere un bicchiere d'acqua ma poi ho sentito dei rumori,
nel buio, ho avuto paura e sono tornato in camera mia.
Stanley - Tu menti! Mettiamo le carte in
tavola: sono io quello che è sceso e non per bere ma perché avevo sentito dei
rumori e mi ero insospettito!
Madison - (A
Springsteen) E lei?
Springsteen - Io ero in cucina quindi non ho fatto alcun
rumore.
Stanley - Ah! lei era in casa mia! e cosa ci
faceva in casa mia?
Springsteen - (Colto
in fallo) No comment.
Madison - Eh, no, ora ce lo deve dire!
Springsteen - E sia: Io… avevo un appuntamento con la
signora O'Brien!
Stanley - In casa mia??
Springsteen - Ebbene sì; la nostra relazione durava da
due mesi. Mentre aspettavo nel buio ho visto passare Evelyn che però non è
entrata in cucina ma è proseguita per lo studio dove è stata raggiunta da
qualcuno che ha sparato e poi si è dileguato nell'oscurità: giuro che è la verità!
Stanley - (Sconcertato) Io non so più cosa pensare.
Madison - (A Stanley) Lei era al corrente di questa
relazione?
Stanley - Assolutamente
no! glielo giuro!
Madison - Lei
sostiene di essere sceso perché ha sentito dei rumori sospetti...
Stanley - È
così!
Madison - Mi
faccia vedere come ha fatto, ripeta la scena.
Stanley - Se
proprio vuole... (Stanley esce poi rientra
e mima molto grossolanamente l'azione di uno che sente dei rumori, si spaventa
e fugge. Tutti applaudono tranne Madison. Stanley ringrazia) Troppo buoni,
troppo buoni! (S'inchina)
Susy - Bis!
Madison - Signori!
un po' di contegno! (A John) Vediamo
un po' la sua versione, prego.
(John, anche lui in modo molto grossolano,
mima l'azione di un assetato che sente dei rumori, si spaventa e fugge. Pochi
applausi)
Madison - Non
ha avuto molto successo.
John - Perché
non ero concentrato, la posso rifare?
Madison - Lasci
perdere; allora, mettiamo il caso che la prima persona scesa sia stata la
signora O'Brien per incontrarsi con il commissario qui presente.
Stanley - Non
l'avrei mai immaginato!
Springsteen - (Scusandosi)
Son cose che succedono!
Madison - Supponiamo che il terzo uomo che è
sceso sia stato il signor John. Quindi: chi ha ucciso la signora O'Brien non
può che essere Mr. O'Brien.
Stanley - Non è vero! è una supposizione
sbagliata!
Madison - Perché è stato ucciso il commissario
Marshall? e chi gli ha telefonato? e perché?
Susy - (Alza la mano) Io lo so!
io lo so! è stato per prendergli l'arma del delitto, poiché l'assassino non
possedeva una pistola!
Madison - Complimenti, Miss Labèll!
Susy - Grazie!
Madison - Allora, Mr. O'Brien, non sono andate
così, le cose? Accecato dalla gelosia ha telefonato al commissario con una
scusa e gli ha preso la pistola con cui ha ucciso sua moglie!
Stanley - No! no! sì, è vero, ho telefonato
io al commissario Marshall e gli ho sottratto la pistola per ucciderlo al
momento più opportuno ma poi non l'ho fatto!
Madison - Mi faccia vedere come ha fatto a
rubargli la pistola; io faccio la parte del commissario Marshall (Eseguono. Stanley ripete i movimenti
eseguiti con Marshall: Gli stringe la mano e lo abbraccia sottraendogli la
pistola) Bravissimo! e dove ha nascosto la pistola?
Stanley - In
questo cassetto (Va ad aprirlo) Non
c'è più!
Madison - Aveva
già tolto la sicura?
Stanley - No,
perché?
Madison - Perché
quelle sono pistole delicatissime, se l'assassino non l'ha rimessa dopo aver
sparato basta un lieve sobbalzo, un urto contro qualcosa e può partire un
colpo.
(Susy Labèll sbianca in volto gridando per la
paura. Con molta cautela estrae la pistola dalla tasca e la depone sul tavolo)
Madison - Ma brava, la nostra Miss “Sotuttoio”!
Questa non la sapeva! come mai era in possesso di quell'arma?
Susy - Ne
ero in possesso perché l'ho trovata sotto il mio letto e avevo intenzione di
disfarmene!
Madison - Ma
davvero?!
Susy - Lo
giuro!
Madison - E
chi l'ha messa sotto il suo letto?
Susy - Accidenti,
questa è l’unica cosa che non so.
Madison - Facciamo
allora questa ipotesi: La prima persona a scendere è stata la signora O'Brien,
la seconda, cioè l'assassino, è stata il signor John...
John - Non
è vero!
Madison - Mi
lasci finire... e la terza persona è stata il signor O'Brien, mentre il
commissario Springsteen era in cucina.
John - Con
la pistola d'ordinanza.
Springsteen - Cosa vuole insinuare, lei?
John - Faccio
delle precisazioni.
Madison - Il
signor John, amante della signora O'Brien, ormai è acclarato, aveva scoperto la
tresca di lei con il commissario Springsteen, cosa che non poteva sopportare,
ma sapeva anche che il signor O'Brien sospettava la forte simpatia di sua
moglie per il commissario Marshall.
Stanley - Non "sospettavo", ne sono
tuttora convinto! è vero commissario Marshall? (Si gira per trovarlo) Ah, no, è morto.
Madison - (Telefona)
Codice 3. (A tutti) Allora cosa fa,
il furbacchione? Spinge il signor O'Brien ad uccidere il commissario Marshall
instillandogli il veleno della vendetta, poi gli consiglia le mosse da farsi;
lo aiuta ma poi, al momento cruciale, lo anticipa: uccidendo la signora O'Brien
con la pistola che il marito aveva rubato al commissario, commettendo però
l’errore di nasconderla sotto il letto di Miss Labèll e infine, colpo da
maestro: per mettere sul piatto una ulteriore prova della colpevolezza del
signor O'Brien, uccide il commissario Marshall di cui Mr. O’Brian era geloso! non
è andata così, signor Abbot?
(John afferra la pistola lasciata sul tavolo da Susy, tutti alzano le braccia.)
John - Ha indovinato, commissario, ma
non mi lascerò prendere così facilmente!
Madison - Non hai via di scampo, John Abbot, la
casa è circondata dai miei uomini che hanno l'ordine di sparare a vista; è
meglio che tu ti metta l'animo in pace e ci mostri come è andata tutta questa
storia.
John - (Preso alle strette) E va bene; mettetevi tutti lì. (Tutti si accomodano in fila, seduti,
formando una piccola platea, John mima tutta l'azione, con la pistola in mano,
da quando esce, al buio, inciampa, lancia un'imprecazione fra i denti e spara quattro colpi facendo il rumore
degli spari con la bocca. Tutti applaudono) Grazie! grazie! non me lo
merito, una cosetta da niente!
Susy - Bravo John! facci vedere anche
come hai avvelenato Marshall! sono tanto curiosa.
Madison - Sì! sì! facci vedere!
John - Volentieri ma non vorrei
annoiarvi...
Tutti - Nooo! continua! (Scandendo il suo nome) A-b-b-o-t!
A-b-b-o-t!
John - E sia; per questa scena, però,
ho bisogno di un partner. (Prepara un
bicchiere di liquore)
Madison - Io! io!
John - Prego, commissario; ecco, lei
deve fare la parte del commissario Marshall, essendo suo collega le verrà
senz'altro bene.
Madison - (Schernendosi)
Ma io non ho mai recitato...
John - Non abbia timore, se la caverà
benissimo... vede? (Gli sfiora il labbro
superiore con un dito) Il veleno non era nel bicchiere ma sul labbro
superiore del commissario Marshall, appena lui ha accostato il bicchiere alla
bocca il veleno è stato trascinato dal liquore all'interno e ingoiato... voilà!
beva!
(Madison
beve e stramazza al suolo)
Stanley - (A
John) Che diavolo hai combinato?
Springsteen - Ma lei è un assassino incallito!
John - Cosa
vuole, quando uno prende la strada del crimine non si ferma più. (Gli punta la pistola)
Springsteen - Mr. O'Brien, Miss Labèll, fatemi la
cortesia di portare via il morto. (Stanley e Susy eseguono. Springsteen estrae la sua pistola)
Andiamo, John Abbot, la dichiaro in arresto.
John - Guardi
che ho anch'io un'arma.
Springsteen - Ce l'ha ma è scarica perché quella ha cinque colpi, quanti ne
ha sparati alla signora O'Brien.
John - Non
ne ho sparati quattro?
Springsteen - No, cinque, io ero in cucina e li ho contati bene!
John - Dannazione!
(Segue
Springsteen fuori dalla comune. Rientrano Stanley e Susy)
Stanley - (A Susy) Devo
ammettere che il commissario Springsteen è stato bravo a risolvere questa
intricatissima situazione!
Susy - Vero, io, pur essendo bella, sono
ancora sconvolta!
Stanley - A chi lo dice! ma se non fosse
stato per lei, Miss Labèll, non avrebbero combinato nulla!
Susy - Anche lei, Mr. O’Brien, è stato
fenomenale, è riuscito anche a coinvolgere nel delitto lo stesso commissario Marshall!
Stanley - Sciocchezze, ma come fa a sapere
che ho coinvolto Marshall nell’omicidio se lei non era ancora entrata in scena?
Susy - Il mio intuito femminile, che
mi ha fatto capire anche altre cose.
Stanley - Cosa intende dire?
Susy - Lei, Mr. O’Brien, sapeva bene
che John Abbot aveva una relazione con sua moglie e l’ha voluto punire non
uccidendolo ma lasciandolo uccidere Mrs. O’Brien, visto che lei aveva un
intrallazzo anche con il commissario Springsteen, che Abbott ne era geloso e
che era un figuro dedito al delitto! In questo modo è riuscito genialmente a
liberarsi di tutti e due.
Stanley - Lei è molto perspicace, Miss Labèll;
in effetti, prima ha voluto punire il commissario Marshall, poi Madison perché
l’aveva scoperto anche se ci era giunto capendo tutto il contrario, quindi
avrebbe dovuto uccidere Springsteen ma non ci è riuscito… beh, nessuno è
perfetto.
Susy - A proposito, mi tolga una
curiosità: da quel che udivo dalla camera che occupavo…
Stanley - … abusivamente.
Susy - Certo, abusivamente; dicevo: da
quel che udivo mi son sempre chiesta come riuscisse a sopportare una donna come
sua moglie.
Stanley - Non me ne parli! sono stati anni
d'inferno!
Susy - Ma ora, per fortuna, è tutto
finito!
Stanley - Già, è tutto finito!
Susy - (Guardando Stanley) Già.
Stanley - Senta: ora che Mr. Abbot ha dovuto
forzatamente lasciar libera la camera, se volesse approfittare e occuparla lei,
come dire… legalmente e alla luce del sole, non avrei problemi.
Susy - Sarebbe fantastico, la
ringrazio tanto, Mr. O’Brien.
Stanley - Mi chiami pure Stanley.
Susy - (Con sguardo seducente) Ok…
Stanley.
Stanley - (Ricambia lo sguardo) Per me
è un piacere, Miss Labèll.
Susy - Mi chiami pure Susy! (Entrambi
escono a destra sorridendosi a vicenda)
Sipario