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Sentieri perduti


codice SIAE: 952903A



Tre impiegati stanno facendo un’escursione in una zona degli Appennini ma due di essi, Eva e Marino, si perdono essendosi allontanati da Alessio: un uomo concreto ed esperto che fa loro da guida. Sono persone abituate a muoversi in città e del tutto inesperte di luoghi boschivi perciò non sanno come affrontare questa loro inattesa situazione. Dal loro comportamento si intuisce anche il loro carattere: Eva è una giovane donna, un po’ fatua, che viene facilmente attratta dalle lusinghe degli uomini anche se viene a trovarsi in imbarazzo di fronte all’esplicita dichiarazione d’amore di Marino: un ometto precisino, saputello, un po’ ingenuo che stravede per il suo amico Alessio. Ad un certo punto appare Robinson, uno strano e misterioso personaggio che dice di vivere fra quei boschi, a contatto con la natura, e che inizia a corteggiare e ad affascinare Eva (con disappunto di Marino). Mentre Marino si allontana, convinto da Robinson, alla ricerca di Alessio, Eva si abbandona all’abbraccio di Robinson ed entrambi vengono sorpresi da Alessio e da Marino. Alessio conosce bene quest’uomo che si fa chiamare Robinson: non è altro che un semplice impiegato, sposato e con prole, che usa una capanna costruita in quella zona come garçonnière o, in mancanza di una donna compiacente, cerca la sua preda fra le escursioniste che si perdono nel bosco. Alessio lo svergogna e lo allontana in malo modo cosicché i tre possono tornare sui loro passi ma Alessio non si dimostrerà quella persona positiva che poteva sembrare.

Sentieri perduti

due atti di

Paolo Cappelloni


Personaggi

Eva

Marino

Alessio

Robinson

 

La scena si svolge all’interno di un bosco con una piccola radura al centro e bassi arbusti lungo la ribalta. Dietro agli alberi c’è un’uscita a destra e una a sinistra.

 

                            Primo atto

 

All’aprirsi del sipario entra Eva da destra e si ferma al centro del palco dove, in mezzo agli alberi, c’è una piccola radura. Eva è una giovane donna, un po’ fatua, che viene facilmente attratta dalle lusinghe degli uomini È subito raggiunta da Marino, un ometto precisino, saputello, un po’ ingenuo, che stravede per il suo amico Alessio.

 

Eva -                    Guarda, Marino! Una piazzetta!

Marino -              (Raggiungendola) Le piazzette si trovano in città, questa si chiama “piccola radura”.

Eva -                    Una piccola radura! (Guarda in alto, con atteggiamento estasiato ed elegiaco) Guarda come son belli i raggi del sole che filtrano tra i rami degli alberi… (Abbassa lo sguardo in terra) e vanno a formare tante piccole gocce di luce che si adagiano sull’erba!

Marino -              (Dopo aver seguito con la testa i punti osservati da Eva) Bello!

Eva -                    Sì! Bellissimo! E quelle piccole gocce di luce mi sembrano lacrime d’oro scese dagli occhi di… (Resta a guardare in alto)

Marino -              (Guardando anch’egli in alto) … Di chi?

Eva -                    Cosa…?

Marino -              Hai detto: “… sembrano lacrime d’oro scese dagli occhi di…” Di chi?

Eva -                    (Trasognata) Ho detto così? Mah, non so… la mia fantasia non arriva a tanto! Anche perché che questo posto mi disorienta. Sembra di essere nel bel mezzo di una favola!

Marino -              Quale?

Eva -                    (Ancora estasiata dalla bellezza del luogo) Marino, non stare sempre a sottilizzare! Comunque, chissà… potrebbe essere il bosco di Cappuccetto Rosso, o quello di Biancaneve…

Marino -              … della Bella Addormentata...

Eva -                    … di Hansel e Gretel…

Marino -              … di Pollicino… Le vogliamo citare tutte?

Eva -                    (Guardandosi attorno, ancora estasiata) Marino…

Marino -              Sì...

Eva -                    Secondo te perché tante favole sono ambientate nel bosco?

Marino -              Perché nelle favole il bosco è stato scelto sempre come una metafora della vita, con i suoi momenti elegiaci…

Eva -                    … Elegiaci!

Marino -              … Sì, ma anche con i suoi pericoli, con le sue strade da scegliere e da percorrere che a volte sono larghe e facili, altre volte strette, tortuose e piene di insidie.

Eva -                    … di insidie, come nella vita!

Marino -              Appunto. (Saggiamente) E in tutti e due i casi è bene stare sempre con gli occhi ben aperti.

Eva -                    Vero! (Nota un fungo ai piedi di un albero) Ehi! Guarda che grosso fungo! Di che razza sarà?

Marino -              Vorrai dire “che specie”, le razze sono deli animali.

Eva -                    Sì, di che specie sarà?

Marino -              Non me ne intendo ma mi sembra tanto un’Amanita falloide.

Eva -                    Falloide…! (Gli si avvicina fino a toccarlo con la mano e ad annusarlo) Che bello!

Marino -              (Mentre la osserva toccare e annusare il fungo) L’Amanita falloide è un fungo mortale.

Eva -                    (Lancia un grido e ritrae prontamente la mano) Ah!

Marino -              (Si avvicina per osservarlo meglio) Sì sì, è l’unico fungo che riconosco perché so che ha il potere di uccidere una persona spappolandole il fegato.

Eva -                    (Si guarda le mani, spaventata) Che schifo!

Marino -              Già. Una volta ingerito, i primi sintomi possono essere avvertiti dopo circa 24 o 48 ore.

Eva -                    (Spaventata) E ora che l’ho toccato…??

Marino -              Se l’hai solo toccato credo che non succeda niente. Basta non mettersi le mani in bocca.

Eva -                    Cavolo però! (Sventolando la mano come per farle prendere aria e “cacciare” gli eventuali residui del fungo) Perché io non sono mica abituata ad andare per boschi!

Marino -              È chiaro, noi siamo gente di mare!

Eva -                    Sì, di mare!

Marino -              Noi siamo abituati agli spazi ariosi e aperti, non agli ambienti chiusi e inestricabili.

Eva -                    Inestricabili… già! (Si guarda attorno) Ehi, dov’è Alessio?

Marino -              (Si guarda attorno) Era dietro di me, arriverà.

Eva -                    Hai ragione tu: mi sto davvero accorgendo che anche il bosco può essere pieno di insidie!

Marino -              (Sedendosi in terra) L’hai detto tu: è come nella vita.

Eva -                    È vero! (Si guarda di nuovo attorno) Certo che però qui è come essere fuori dal mondo!

Marino -              Già, oppure in un mondo parallelo.

Eva -                    Parallelo! (Chiama ad alta voce) Alessio!! (Nessuna risposta)

Marino -              Alessio conosce bene questo posto, è nato proprio qui vicino. Ecco perché ho accettato subito quando mi ha proposto di venirci a fare un’escursione naturalistica.

Eva -                    Naturalistica! Sì, anch’io ho accettato subito, così… per curiosità!

Marino -              (Sinceramente dispiaciuto) Ad Alessio sarebbe piaciuto portare anche sua moglie Luisa, insieme al figlio, ma lui aveva una partita di calcio e lei è dovuta andare dalla sorella che ultimamente sta poco bene…

Eva -                    (Dispiaciuta) Sì, accidenti, me l’ha detto.

Marino -              (C.s.) Peccato, saremmo stati bene, tutti insieme.

Eva -                    Eh sì.

Marino -              Non immagini quanto gli è dispiaciuto perché sai com’è Alessio…

Eva -                    Com’è?

Marino -              Voglio dire che è un uomo molto legato alla famiglia.

Eva -                    Sì, certo. Anche tu sei molto legato ad Alessio, vero?

Marino -              Sì, molto. È un vero amico ed è una persona straordinaria.

Eva -                    Straordinaria!

Marino -              Dice sempre che venire quassù ogni tanto è una mano santa per rigenerarsi e scrollarsi di dosso lo stress.

Eva -                    Lo stress!

Marino -              Sì. Poi, una volta rilassati si sta anche meglio tra la gente. (Chiama ad alta voce) Alessio!!

Eva -                    Non si sarà mica perso?

Marino -              Vorrai scherzare! Ti ho detto che conosce questo bosco come le sue tasche! Con lui possiamo stare in una botte di ferro.

Eva -                    Con lui, ma adesso lui non c’è!

Marino -              Sì ma ci raggiungerà! Noi siamo venuti da quella parte (Indica pressappoco il punto da cui è entrato) e in quel punto sentivo ancora la sua voce dietro di me; poi, vedi, mi sembra che il sentiero continui di qua. (Indica l’uscita dalla parte opposta)

Eva -                    Quale sentiero?

Marino -              Eva, noi siamo arrivati da lì, passando fra quei due alberi…

Eva -                    (Indicando un punto vicino a dove sono entrati) No no, ti sbagli: siamo passati fra quegli altri alberi là. (Ci si avvicina) E qui non vedo nessun sentiero! (Va nel punto indicato da Marino) E non lo vedo nemmeno qui!

Marino -              (Andando verso la parte opposta) Allora, secondo te, questo qui non è un sentiero?

Eva -                    (Un po’ in apprensione) Non lo so, Marino, qua è tutto uguale! Ci sono alberi dappertutto!

Marino -              (Scrutando sempre fra gli alberi della parte opposta a Eva) Di solito in un bosco è così.

Eva -                    (Guardando le cime degli alti alberi) È come se fossimo immersi in un mare di… (Incerta) pini?

Marino -              (Guardando le cime degli alti alberi) Non conosco gli alberi ma credo che questi siano abeti…

Eva -                    … o sono faggi?

Marino -              Boh, querce non sono perché le querce fanno le ghiande e qui non ci sono ghiande per terra.

Eva -                    (Si sdraia in terra) No, ma c’è un soffice prato di erba e di foglie come una morbida moquette! Dai, Marino, sdraiati anche tu! (Marino si sdraia mentre Eva raccoglie una pallina scura da terra) Che bello!... Guarda! questo albero produce delle bacche, chissà cosa sono!

Marino -              (Ne raccoglie una anche lui) Sono i frutti del bosco!

Eva -                    (Rimirandosela fra le dita) I frutti del bosco! Saranno commestibili? Se ce ne sono molti ci si potrebbe fare una marmellata!

Marino -              È probabile! Una marmellata di… (Annusa la pallina) Accidenti, no, aspetta! Queste sono… (Le annusa di nuovo) sono cacche di animale! (La getta via disgustato e pulendosi le dita sui pantaloni)

Eva -                    Ah! (Anche lei getta la sua, disgustata) Che schifo!

Marino -              Altro che marmellata!

Eva -                    (Chiama ad alta voce) Alessio!! (Nessuna risposta)

Marino -              (Chiama ad alta voce) Alessio!! (Nessuna risposta)

Eva -                    (Chiama ad alta voce, con apprensione) Marino!

Marino -              Sono qui!

Eva -                    Volevo dire: Marino: ho l’impressione che non sia Alessio ad essersi perso… (Marino la guarda) ma noi!!

Marino -              È possibile ma sarà questione di poco. (Riflette) Lui sa che gli eravamo davanti, quindi basta che prosegua un po’ e ci raggiungerà.

Eva -                    (Un po’ allarmata) Ma qui il sentiero non c’è! (Riflette) Forse noi l’abbiamo inavvertitamente abbandonato mentre lui starà continuando a seguire il percorso giusto!

Marino -              (Fingendo sicurezza) Forse, comunque cerchiamo di non perdere la calma. Cavolo! Non siamo mica nella foresta Amazzonica!

Eva -                    Amazzonica! È grande, vero, la foresta Amazzonica?

Marino -              Eh sì! Enorme! Secondo te quante ore di cammino avremo fatto, per arrivare fin qui?

Eva -                    (Guardando l’orologio) Sono già tre ore e mezza che camminiamo! Sempre tra gli alberi!

Marino -              (Sparendo dietro l’uscita di sinistra) Ma porca miseria!

Eva -                    Marino dove vai?? Non lasciarmi qui da sola!

Marino -              (Ricomparendo) Hai ragione, è meglio non allontanarci e restare vicini.

Eva -                    (Chiama ad alta voce) Alessio!! (Nessuna risposta)

Marino -              (Chiama ad alta voce) Alessio!! (Nessuna risposta)

Eva -                    (Indicando un altro punto fra gli alberi) Che sia quello, il sentiero?

Marino -              Dove vedi, lì, il sentiero?

Eva -                    Non lo so! Non lo so! Ti ho detto: io sono abituata alla città, sono abituata a prendere le strade, a percorrerle in auto! Accidenti! potevano mettere almeno dei cartelli, qui, no?

Marino -              Cioè?

Eva -                    Ma che ne so… “Sentiero Alessandro Manzoni”… “Radura Giuseppe Garibaldi”… come in città!

Marino -              In effetti sarebbe stato tutto più semplice. Cavolo! (Estrae il cellulare) aspetta che provo a chiamarlo al cellulare… (Chiama e controlla) Porca miseria non c’è campo! (Si sposta sul palco cercando di prendere la linea) Niente da fare! Prova un po’ col tuo…

Eva -                    (Estrae il suo cellulare e lo controlla) Non c’è campo nemmeno da me!

Marino -              Siamo in un bosco senza campo!

Eva -                    Non dire stupidaggini! Ora cosa facciamo??

Marino -              Cosa facciamo… Dovremmo trovare una maniera, un escamotage per esplorare la zona senza perderci di vista.

Eva -                    Un escamotage… (Cercando nel suo zaino) Dovrei avere una brioche…

Marino -              E le brioche indicano la strada?

Eva -                    No, ma potremmo fare una scia di bricioline…

Marino -              (Ironico)… ah, sì, come Pollicino, poi arrivano gli uccellini e se le mangiano! Oltretutto per fare una scia di bricioline altroché una brioche! Dovremmo avere almeno 3 filoni di pane da un chilo, se no arriviamo a malapena dietro quell’albero!

Eva -                    (Cercando nello zaino) Ho anche un filo da cucito.

Marino -              Bè, aspetta: questo potrebbe servire, dammelo un po’... (Inserisce un rametto nel rocchetto del filo per farlo srotolare e dà ad Eva il capo del filo che lei prende e tiene con due dita) Ecco: tieni il capo del filo e vai da quella parte (Indica il punto da cui sono entrati) mentre io vado da quest’altra.

Eva -                    Tu vai da quell’altra. D’accordo, il primo che trova Alessio tira il filo!

Marino -              Ok.

 

(Entrambi si allontanano, collegati dal filo, fino ad uscire per le due opposte direzioni.)

 

Eva -                    (Fuori scena) Anche qua ci sono solo alberi!

Marino -              (Fuori scena) Che cosa…?

Eva -                    (Fuori scena) Marino, ci sei?

Marino -              (Dopo qualche secondo rientra, sempre col rocchetto in mano) (Tra sé) Credo di essere già passato per questo punto. (Chiama) Eva! (Nessuna risposta) Eva!! (Nessuna risposta) Per fortuna siamo collegati via cavo! (Inizia a riavvolgere il filo finché non arriva al capo senza che ci sia Eva) Porca zozza! (Chiama) Eva!! Dove sei??

Eva -                    (Rientra tenendo due dita unite, convinta di avere ancora il capo del filo) Sono qui!

Marino -              E il filo?

Eva -                    (Si accorge di non averlo più) Oh! Deve essermi sfuggito poco fa inavvertitamente!

Marino -              È meglio trovare qualche altra soluzione.

Eva -                    Qualche altro escamotage!

Marino -              Già.

Eva -                    Marino…

Marino -              Dimmi.

Eva -                    Sono un po’ agitata!

Marino -              (Continuando a fingere sicurezza) Ma dai, in qualche modo ce la faremo ad uscire di qui. Sediamoci tranquilli e riflettiamo un attimo. (Si siedono in terra) Allora: facciamo mente locale…

Eva -                    Mente locale… sì.

Marino -              Siamo nel mezzo di un bosco, non abbiamo punti di riferimento ma dobbiamo orientarci.

Eva -                    Sì. Ci vorrebbe una bussola!

Marino -              Quella ce l’ho. (La estrae dallo zaino)

Eva -                    Allora è fatta!! Siamo a cavallo!

Marino -              (Dubbioso) Dici?

Eva -                    Certo! Basterà seguire l’indicazione della bussola e usciremo facilmente dal bosco!

Marino -              Ma credo che occorra anche una cartina! Come fai a sapere quale direzione dobbiamo prendere? A nord? A sud…?

Eva -                    Boh!

Marino -              Se non sappiamo nemmeno da che direzione siamo arrivati a cosa ci serve la bussola?

Eva -                    (Gli prende la bussola e la posiziona in terra) Ecco, quello è il nord, andremo sempre verso nord!

Marino -              Ma se per caso a nord si va verso la cima del monte? Se ci si addentra ancora di più nella boscaglia?

Eva -                    Ma che ne so! So che i marinai si affidano sempre alla stella polare che indica il nord!

Marino -              I marinai! Ma noi siamo in montagna!

Eva -                    Allora cosa te la sei comprata a fare?

Marino -              Non l’ho comprata, me l’hanno data in omaggio con lo zaino!

Eva -                    Ah. Dove l’hai preso?

Marino -              Da “Non solo Trekking”.

Eva -                    Il mio invece l’ho preso da “Jogging and Jogging”.

Marino -              E da “Jogging and Jogging” non ti hanno dato niente, in omaggio?

Eva -                    No, ma mi hanno fatto uno sconticino.

Marino -              (Pausa) Vedi, sarei dovuto venire anch’io da “Jogging and Jogging”!

Eva -                    (Controlla il cellulare) Marino! Marino! Ho una tacca!

Marino -              (Controlla il suo) Io no, dammelo! (Glielo prende e chiama Alessio) Pronto… pronto… Alessio!!... Alessio, dove sei?... Pronto!... Pronto! Ti sento male, ti sento legnoso… no, non è una voce metallica, è proprio legnosa!... Eh, sì, sarà perché siamo tra gli alberi!... Pronto! Pronto, Alessio! (A Eva) È caduta la linea e non c’è più la tacca! (Le riconsegna il telefono)

Eva -                    Ah! E l’unica cosa che sei riuscito a dirgli è stata la cazzata della voce legnosa! Bravo!

Marino -              Ma era vero! Cioè era come se parlasse da dentro un tronco!

Eva -                    Da dentro un tronco…! (Preoccupata) Ma che cavolo…! E ora mi dici cosa facciamo?

Marino -              Eh, cosa facciamo?

Eva -                    Non è che con lo zaino ti hanno regalato anche un lanciarazzi?

Marino -              Ma come ti viene in mente? Un lanciarazzi…!

Eva -                    E se facessimo un falò?

Marino -              Accendere un falò qui potrebbe essere pericoloso ma in situazioni di emergenza credo si possa fare.

Eva -                    Marino! Questa è una situazione di emergenza!

Marino -              Vero. Dammi un accendino!

Eva -                    Io non fumo, a cosa mi serve un accendino?

Marino -              (Sconcertato) In quel cavolo di zaino non hai neanche un accendino??

Eva -                    Perché, tu ce l’hai?

Marino -              No! Non fumo neanch’io ma voi donne di solito siete come Mary Poppins! Avete di tutto, dentro quelle borse! Nello zaino invece no… nemmeno uno straccio di accendino!

Eva -                    Sicuramente Alessio ce l’ha, lui fuma!

Marino -              Brava! Allora vai a chiederlo a lui!

Eva -                    (Chiama) Alessio!!

Marino -              (Chiama) Alessio!!

Eva -                    Potessi collegarmi a internet…!

Marino -              Ma se non possiamo neanche telefonare! Pensi che ci si possa collegare a internet?

Eva -                    Vero. (Spaventata) Mamma mia che posto selvaggio, però!

Marino -              (Sentenzia) Tutti gli habitat naturali sono selvaggi.

Eva -                    Fino a poco fa lo vedevo come un posto incantevole ed ora mi sta facendo paura! (Stringendosi a sé) Lo sento come un luogo minaccioso!

Marino -              (Guardandosi attorno) Già, come cambiano le opinioni a seconda di come ci si sente dentro, eh?

Eva -                    Tanto non siamo mica su un’isola deserta! Voglio dire: prima o poi passerà qualcuno!

Marino -              (Mestamente ironico) Un taxi, un autobus…

Eva -                    Parlo di persone del posto! Che ne so… un boscaiolo, un pastore, un escursionista…

Marino -              … Alessio.

Eva -                    … Alessio. (Chiama) Alessio!!

Marino -              Ad ogni modo non possiamo restare così senza far niente! Dobbiamo pensare a qualcos’altro!

Eva -                    Ma le abbiamo pensate tutte! Gridare, usare le bricioline, il filo, la bussola, il lanciarazzi, il falò… cosa ci resta??

Marino -              Non so… la preghiera!

Eva -                    Allora preghiamo che non piova! (Guarda in alto) Visto che si sta anche velando il cielo!

Marino -              Ci mancherebbe anche questo!

Eva -                    Hai un ombrello?

Marino -              Facciamo così: svuotiamo gli zaini e vediamo cosa ci può essere utile. (Ognuno controlla il proprio zaino)… Una torcia elettrica…

Eva -                    … una bottiglia d’acqua… vuota!

Marino -              Un termos (Lo scuote) con ancora parecchio vino…

Eva -                    Un plaid…

Marino -              E m’hai fatto stare fino ad ora seduto in terra?? (Eva stende il plaid in terra e ci si siedono) Poi…?

Eva -                    Poi niente, avevo la brioche e l’acqua ma…

Marino -              A me è rimasta la bussola che non serve e un pacchetto di fazzoletti da naso mentolati.

Eva -                    Mentolati… Ma non abbiamo un ombrello!

Marino -              (Si bagna la punta dell’indice e lo solleva come per sentire il vento) Comunque non credo che piova.

Eva -                    Perché hai fatto quel gesto?

Marino -              Quale gesto?

Eva -                    (Facendo lo stesso gesto) Quello col dito in alto.

Marino -              Ah, non lo so! Quando chiedo al mio bagnino che tempo farà, lui fa sempre così! Sarà un gesto scaramantico!

Eva -                    Scaramantico… (Si sfoga) Ma com’è possibile che al giorno d’oggi ci si possa perdere e ritrovare in un posto così selvaggio e fuori dal mondo!

Marino -              L’abbiamo voluto noi. Abbiamo deciso di provare il contatto con la natura ed eccoci qua: (Rivelando ormai una certa apprensione) tra amanite falloidi, cacche di animali, alberi che non si sa cosa sono…

Eva -                    (Lo interrompe) Zitto!

Marino -              Cosa…?

Eva -                    (Si alza e tende l’orecchio) Ho sentito un fruscìo!

Marino -              (Alzandosi a sua volta) Da che parte?

Eva -                    Non so… mi è parso che fosse dietro di me. (Chiama) Alessio! Sei tu?... Dai, se sei tu non fare scherzi cretini!

Marino -              Alessio non è il tipo che fa scherzi cretini. Lui è una persona affidabile.

Eva -                    (Allarmata, mentre Marino scruta fra gli alberi) Se non è lui, allora chi… o cosa può essere?

Marino -              (Ad alta voce) C’è qualcuno…?

Eva -                    (A Marino) Ci sono bestie nel bosco?

Marino -              Il bosco è pieno di bestie.

Eva -                    Intendo dire bestie feroci: lupi, orsi, cinghiali...

Marino -              Non so se in questa parte degli Appennini ci sono animali del genere. Forse si trova qualche…

Eva -                    (Tende di nuovo l’orecchio) Zitto!

Marino -              (Tende l’orecchio) Un altro fruscìo?

Eva -                    (Andando a controllare verso l’angolo di sinistra) Sì.

Marino -              (Andando a controllare verso l’angolo di destra) Io non ho sentito niente.

Eva -                    (Verso l’esterno) C’è qualcuno?

Marino -              (Quasi contemporaneamente a Eva. Rivolto verso l’esterno) C’è qualcuno?

Eva -                    (Sempre dall’angolo di sinistra, rivolta a Marino ma guardando verso l’esterno) Marino, c’è l’eco nei boschi?

Marino -              (Sempre dall’angolo di destra; non ha capito bene cosa ha detto Eva e le si rivolge guardando verso l’esterno) Nei boschi?

Eva -                    (Fra sé) Sì, sì, dev’essere l’eco. (Torna in mezzo alla radura) Marino, io comincio ad avere paura davvero.

Marino -              (Torna in mezzo alla radura) Dobbiamo andar via da qui!

Eva -                    No! No! È facile che ci allontaneremmo ancora di più e peggioreremmo la situazione!

Marino -              Forse hai ragione.

Eva -                    Sai, anche quando ero piccina e mi perdevo in spiaggia…

Marino -              Ti perdevi spesso?

Eva -                    Bè, sì, e siccome mi perdevo spesso mia mamma mi diceva sempre di non muovermi da dov’ero… (Quasi piangendo) e il nostro bagnino mi ha sempre ritrovata!

Marino -              Ma perché hai detto “anche quando ero piccina”, ti perdi anche adesso, in spiaggia?

Eva -                    Bè, a volte mi succede, in spiagge che non conosco, ma poi trovo sempre un bagnino che… (Lascia cadere il discorso)

Marino -              Capisco. Però qui è difficile che arrivi un bagnino!

Eva -                    E quando farà notte…?? Marino, io non voglio restare di notte in mezzo al bosco! Qui non ci sono lampioni! Non ci sono insegne di negozi! Fra poco sarà tutto buio!! L’oscurità totale!

Marino -              (Impressionato) Non avevo mai pensato ad un bosco di notte!... (Rovista nello zaino) Ho la torcia elettrica!

Eva -                    La torcia elettrica! Con la sua luce potremmo illuminare la zona ed essere individuati da Alessio!

Marino -              Vero! (Estrae la torcia elettrica e tenta invano di accenderla)… E dai! E accenditi!

Eva -                    Non mi dire che non funziona!

Marino -              (La apre) Cavolo! Per forza, non c’è la batteria!

Eva -                    Ma porca miseria! Una torcia elettrica senza batteria! Come si fa…?? Non è che ti hanno regalato anche questa, insieme allo zaino?

Marino -              No, questa l’ho comprata ma sinceramente pensavo che la batteria fosse in dotazione!

Eva -                    (Impaurita e demoralizzata) Questa situazione è allucinante!

Marino -              Mi dispiace.

Eva -                    Dai, non è colpa tua…

Marino -              Sì, lo è.

Eva -                    No, la colpa è di tutti e due.

Marino -              No, è solo mia.

Eva -                    No, di tutti e due.

Marino -              No, è solo mia.

Eva -                    Ok, è tua.

Marino -              Ok, di tutti e due.

Eva -                    Però comincio a sentir freddo.

Marino -              (Si alza) Mettiti il plaid sulle spalle.

Eva -                    (Si alza e si mette il plaid addosso) Tu non senti freddo?

Marino -              No, tienilo tu. (Starnutisce) Tanto… nella peggiore delle ipotesi sarà il guaio di aspettare un po’. Qualche ora. Poi Alessio darà l’allarme e ci verranno a cercare con i cani, con l’elicottero…

Eva -                    … e lo sputtanamento sarà completo!

Marino -              Già.

Eva -                    Marino, ti immagini i giornali? “Due escursionisti impiegati del Catasto…

Marino -              (La corregge) Tre escursionisti impiegati del Catasto.

Eva -                    Ma Alessio non si è mica perso!

Marino -              È vero… “Due escursionisti impiegati del Catasto…

Eva -                    (Sottolinea)… imbranati.

Marino -              … smarriti in montagna…

Eva -                    (Lo interrompe)… affamati e infreddoliti…

Marino -              … ritrovati dai soccorritori della Protezione Civile”.

Eva -                    Della Protezione Civile. Già!

Marino -              (Ad Eva) Senti davvero freddo?

Eva -                    Sì, abbastanza.

Marino -              (Prendendo il termos dallo zaino) Ho il vino, ne vuoi?

Eva -                    Sì, grazie. (Beve) Ne bevi anche tu?

Marino -              Sì, grazie (Beve).

Eva -                    Così ci riscalderemo un po’.

Marino -              Questo poi è un buon vino: un Chianti classico d.o.c.g. di 13 gradi. (Le passa il termos)

Eva -                    (Beve e gli ripassa il termos) Si sente!

Marino -              Eh sì, a me piace sentire il vino robusto, corposo! (Beve)

Eva -                    Pensa che io bevo il vino rosso anche col pesce!

Marino -              Fai bene. Con alcuni è addirittura più indicato il rosso del bianco. (Beve e le ripassa il termos) Per esempio si beve molto bene con le zuppe di pesce, con lo sgombro, col merluzzo…

Eva -                    (Beve) Adoro il merluzzo!

Marino -              Già. (Le prende educatamente il termos) Ma deve essere un vino giovane, non invecchiato. (Beve)

Eva -                    Oh, io non vado molto per il sottile. Giovane, vecchio… basta che sia… (Prendendogli educatamente il termos) come hai detto…? (Beve)

Marino -              Robusto e corposo.

Eva -                    Robusto e corposo. Giusto! (Beve)

Marino -              (Allunga la mano) Dammene un altro po’. (Le prende il termos e beve)

Eva -                    Sai a cosa mi fa pensare, questo bosco?

Marino -              A cosa?

Eva -                    A un labirinto! Costruito apposta per disorientare chi ci entra. (Prende il termos a Marino e beve) Proprio come quello in cui c’è il Dinosauro!

Marino -              (La corregge) Il Minotauro!

Eva -                    Perché? Io cosa ho detto?

Marino -              Hai detto: il Dinosauro!

Eva -                    (Ride) Davvero?? Che scema!! (Torna seria) Insomma: questo bosco mi sembra davvero un labirinto che abbiamo voluto affrontare per sfidare noi stessi…

Marino -              … per sfidare le nostre paure e le nostre angosce, avventurandoci in un luogo che a differenza del mare non ha un orizzonte, non ha un limite.

Eva -                    Per cui ci si potrebbe anche perdere per sempre!

Marino -              (Le riprende il termos) Ma non è così anche in città?

Eva -                    (Ride) Anche in città! Hai ragione! Che cosa strana!

Marino -              E anche in città si trovano persone che si sono perse, abbandonate agli angoli delle strade e che non sanno che direzione prendere.

Eva -                    Che direzione prendere!

Marino -              (Cerca di bere ma si accorge che il vino è finito) Ma… l’hai scolato tutto??

Eva -                    (Ride) No, no! L’abbiamo scolato insieme!

Marino -              (Ride) No, l’hai, scolato tu.

Eva -                    No, no, l’abbiamo scolato insieme.

Marino -              No, l’hai scolato tu!

Eva -                    Ok, l’ho scolato io.

Marino -              Ok, l’abbiamo scolato insieme.

Eva -                    (Chiama, alterata dal vino bevuto) Alessio!!

Marino -              (C.s.) Alessio o chiunque sia nei paraggi!

Eva -                    (C.s.) Nei paraggi!

Marino -              (Ridendo amaramente) Ma che cavolo di situazione!

Eva -                    (Trattenendo il riso) Non pensiamoci.

Marino -              (Le sorride) È vero, pensiamo ad altro.

Eva -                    Sì, ad altro.

Marino -              (Dopo qualche secondo di silenzio, si fa serio e guarda Eva) Eva…

Eva -                    Dimmi.

Marino -              (Distoglie lo sguardo da Eva) Vorrei dirti una cosa.

Eva -                    Dilla.

Marino -              Lo vuoi davvero?

Eva -                    Che cosa?

Marino -              Che ti dica questa cosa.

Eva -                    Marino, se vuoi dirla dilla se no... no!

Marino -              Ok. (Senza guardare Eva) Eva… ti amo.

Eva -                    (Esterrefatta) Che cosa?? (Esplode in una fragorosa risata)

Marino -              (Si volta timidamente verso di lei, con un’espressione di delusione sul volto) Io… io ti ho sempre amata.

Eva -                    (Ridendo ancora) Marino! Scusa ma ti pare questo il momento e il luogo per dire certe cose??

Marino -              Esiste un momento e un luogo adatto per rivelare… il proprio amore?

Eva -                    Sì!

Marino -              Un bosco non va bene? Forse è stato il vino che ho bevuto a farmi rivelare quel che provo per te! Come si dice: “in vino veritas”! (Eva lo guarda stravolta cercando di reprimere il riso) Perché mi guardi così?

Eva -                    Così…

Marino -              Inoltre siamo due persone celibi… no, tu sei celibe e io sono nubile… no: tu nubile e io celibe.

Eva -                    Insomma non siamo sposati.

Marino -              È quello che volevo dire. (Esitante) Oppure… stai per caso ancora con Gerbini dell’ufficio planimetrie?

Eva -                    No, non sto più con lui… (Minimizzando) ci frequentiamo… così.

Marino -              Capisco. Allora…?

Eva -                    Allora, non so…

Marino -              Comunque devi anche pensare che abbiamo tutti e due una certa…

Eva -                    (Lo interrompe, piccata) Prego…?

Marino -              (Si riprende) No, volevo dire: io sono ormai… maturo e tu hai l’età giusta per…

Eva -                    Per…?

Marino -              Per… per sistemarti.

Eva -                    Capisco.

Marino -              Allora…?

Eva -                    Davvero, non so che dirti!

Marino -              Ricordi, Eva, quando ti sistemai il file delle unità immobiliari appartenenti alle categorie dei gruppi A, B e C?

Eva -                    Sì.

Marino -              E non ti sei accorta che lavoravo e guardavo sempre te? Tanto da confondermi e invertire le rendite del gruppo A con quelle del gruppo B?

Eva -                    (Allarmata) No! E non me l’hai nemmeno detto!

Marino -              Perché ero perduto! Perduto nei tuoi occhi profondi e senza fine!

Eva -                    Oh mamma mia! (Esplode di nuovo in una risata)

Marino -              È la felicità?

Eva -                    (Ride) No, è il Chianti! (Osservando l’espressione mortificata di Marino) Ma dai, non fare così. È che non me l’aspettavo! (Reprime un’altra risata)

Marino -              Me lo immagino.

Eva -                    Ora come facciamo…?

Marino -              (Alludendo alla dichiarazione fatta ad Eva) Beh, a questo punto devi decidere tu, cosa fare.

Eva -                    No, sei tu che devi decidere perché sei stato tu a invertire le rendite del gruppo A con quelle del gruppo B!

Marino -              Ah! (Deluso) Scusa io intendevo dire… Va be’, ma quell’inversione è una cosa che si può risolvere! Torniamo a noi…

Eva -                    Cosa vuoi che ti dica? Io ti ho visto sempre come amico e collega, non sono mai andata a pensare a…

Marino -              (La interrompe) Nemmeno io!

Eva -                    Come sarebbe a dire, nemmeno tu? Se mi hai appena detto…

Marino -              No, volevo dire che quando ti guardo non è che vado a pensare a… capisci? a chissà cosa.

Eva -                    (Maliziosa) Io credo di sì.

Marino -              No, no.

Eva -                    (C.s.) Io dico di sì.

Marino -              Ti dico di no.

Eva -                    (C.s.) E io dico di sì.

Marino -              Allora tutti e due.

Eva -                    Prego?

Marino -              Niente, mi sono sbagliato.

Eva -                    (Pausa. Lo guarda) Perché non ti sei mai sposato, Marino?

Marino -              Mah. Devo essere sincero?

Eva -                    No, spara pure la balla più grossa che ti viene in mente e io crederò all’esatto contrario.

Marino -              Ok. Non mi sono mai sposato perché non ho mai trovato la donna giusta per me. (Inizia ad agitarsi)

Eva -                    Ok.

Marino -              (C.s.) A che cosa hai creduto?

Eva -                    All’esatto contrario: cioè che sei stato sempre uno sfigato che non è riuscito a beccarne una. (Ride) Scusa…

Marino -              (C.s.) No, no, quali scuse, è proprio così… o forse un po’ tutte e due le cose.

Eva -                    (Sorride e gli sfiora una guancia con la mano) Che dolce che sei!... Ma non agitarti così.

Marino -              (C.s.) No, è che… dovrei andare in bagno.

Eva -                    Ah. (Ironicamente, indicando un punto tra gli alberi) Ce ne dovrebbe essere uno là dietro.

Marino -              Scusami, faccio subito. (Esce)

Eva -                    (Tra sé) Mamma mia! (Pausa, poi ad alta voce) Ci sei?

Marino -              (Da fuori) Sì!

Eva -                    Fatto?

Marino -              (Da fuori) Sì! No! È che la tenevo da parecchio…!

Eva -                    (Ad alta voce) Beati voi uomini che in certe cose potete fare così presto! Zip! Un lampo e via!

Marino -              (Rientra chiudendo la zip dei pantaloni) Dicevamo…?

Eva -                    Che non hai mai pensato a venire a letto con me.

Marino -              Ah, sì. No! mai!... O per lo meno non è mai stato il primo pensiero. Io ti ho sempre vista come una ragazza dolce con cui stare insieme teneramente, con cui conversare di tante cose, magari passeggiando tranquillamente tenendosi per mano lungo… lungo la riva del mare ma a due passi dallo stabilimento balneare dove potersi fermare a bere qualcosa al bar: un drink, uno spritz, un Martini oppure un chinotto, un’aranciata, una gassosa, un bicchiere di…

Eva -                    (Lo interrompe) Marino…

Marino -              Dimmi.

Eva -                    Devo fare pipì anch’io.

Marino -              Ah. (Indicando la parte opposta a dove è andato lui) Usa pure l’altro bagno.

Eva -                    Mi puoi dare il pacchetto di fazzoletti?

Marino -              (Porgendole il pacchetto) Certo, tieni. Attenzione che sono mentolati.

Eva -                    Grazie. (Esce)

Marino -              (Ad alta voce) Stai attenta!

Eva -                    (Da fuori) A cosa?

Marino -              (Ad alta voce) Non so… qualche bestiolina…

Eva -                    (Da fuori, lancia un grido) Ah!!

Marino -              (Avvicinandosi al punto in cui è uscita Eva) Cosa c’è?

Eva -                    (Da fuori) No! Resta lì! Non venire! (Marino si ferma) È che mi sono punta con un rametto!

Marino -              (Riprende il discorso ad alta voce, controllando se è rimasto ancora un goccio di vino nel termos) Dicevo… ti ho vista sempre così: una persona con cui condividere sia le piccole che le grandi cose della vita, a cui essere sempre vicino… a parte momenti come questo; insomma, con cui percorrere il sentiero… (Si corregge) cioè: la strada della vita finché non diventeremo due vecchietti che guardandosi ancora negli occhi si diranno…

Eva -                    (Entrando) Fatto.

Marino -              Ah, ok.

Eva -                    Mi stavi dicendo qualcosa?

Marino -              (Deluso, stringendosi a sé) Niente, parlavo tra me.

Eva -                    Senti freddo anche tu?

Marino -              Un po’.

Eva -                    (Raccoglie il plaid) Dai, vieni qui sotto con me.

Marino -              Grazie. (Entrambi si appoggiano il plaid sulle spalle e vi si avvolgono)… E tu, perché non ti sei ancora sposata?

Eva -                    Perché non ho avuto voglia di legarmi.

Marino -              Giusto.

Eva -                    Sei d’accordo?

Marino -              Sì, cioè, no! Io credo che…

 

(Sono ancora avvolti nel plaid. Eva lo bacia.)

 

Marino -              (Frastornato, guardandola negli occhi) Mi hai baciato!

Eva -                    Sì, è un semplice bacio.

Marino -              Perché…?

Eva -                    Così! In fondo cos’è un bacio?

Marino -              Bè… è un oasi dolce nella foresta intricata della vita!

Eva -                    Un’oasi dolce… che bella immagine!

Marino -              Grazie.

Eva -                    Prego. Quasi quasi ti ribacerei!

Marino -              Puoi farlo ogni volta che vuoi.

Eva -                    (Maliziosa e misteriosa) Chissà…! (Si accoccola appoggiando il viso sulla spalla di Marino ma subito dopo tende l’orecchio, allarmata) Sss! Marino! Di nuovo quel fruscìo!

Marino -              Sarà qualche folata di vento.

Eva -                    (Dubbiosa) Non credo. L’avrei sentita anche in viso. Era invece come se qualcuno spostasse dei rami con la mano.

Marino -              Eva…

Eva -                    Sì?

Marino -              Quindi…?

Eva -                    Quindi cosa?

Marino -              Non hai niente da dirmi riguardo a questo bacio? E a quello che io provo per te? Posso davvero sperare in altri baci e ulteriori sviluppi?

Eva -                    Non so, Marino. Il fatto è che mi hai preso alla sprovvista e in un momento molto delicato!

Marino -              (Si avvicina a Eva) Sì, è vero. Ci penserai?

Eva -                    (Ammiccante, lo sfiora con una carezza) Sì, ci penserò.

Marino -              (Le sorride) Bene.

Eva -                    (C.s.) Ora non possiamo fare altro che aspettare.

Marino -              Ma io saprò aspettare.

Eva -                    Volevo dire: aspettare che Alessio ci trovi!

Marino -              Ah, sì, sì, certo.

Eva -                    (Tende l’orecchio) Un altro fruscìo…

Marino -              (C.s.) Questa volta l’ho sentito anch’io.

Eva -                    (Pausa) Ho i brividi nonostante il plaid.

Marino -              Hai paura?

Eva -                    Un po’.

Marino -              (Romantico) Non si deve mai aver paura di innamorarsi.

Eva -                    Marino…

Marino -              Sì?

Eva -                    (Gli spiega quello che intendeva dire) Volevo dire che ho paura di morire qui!!

Marino -              Ah! Ma no! Non moriremo qui!

Eva -                    (Guarda dietro di sé e scorge la sagoma di Robinson tra gli alberi. Si alza mantenendo il plaid sulle spalle) Ah…!

Marino -              (Si alza a sua volta e lo scorge anche lui)… lessio!

Eva -                    No, non è Alessio!

Marino -              Allora chi è?

Eva -                    Probabilmente il nostro salvatore!

Marino -              (Guarda verso il cielo) In che senso?

Eva -                    Voglio dire: “il nostro salvatore” nel senso di uno che ci potrebbe togliere da questo impiccio!

Marino -              Sarebbe una botta di fortuna!

Eva -                    Eh sì!

 

Buio

Fine del primo atto

  

Secondo atto

 

(Robinson appare completamente osservandoli con un’espressione ironica e seducente. È un uomo prestante, con abiti da boscaiolo e un atteggiamento da uomo vissuto ma che ha scelto di vivere nella solitudine del bosco)

 

Marino -              Buongiorno.

Eva -                    (Lasciandosi scivolare lentamente e sinuosamente il plaid) Salve!

Robinson -           Salute a voi!

Marino -              (Sospettoso) Scusi, lei chi è?

Eva -                    È un volontario della Protezione Civile?

Robinson -           (Sorride) No.

Marino -              (Sempre sospettoso) È qui del posto?

Robinson -           Diciamo che appartengo a questo bosco ma oserei dire che anch’esso appartiene un po’ a me.

Marino -              (Ironico) Una specie di convivenza.

Eva -                    Praticamente abita qui?

Robinson -           (Si rivolge ad Eva) Io non abito, io vivo il bosco. Io sono come un albero, un frutto, un fiore… e sono parte integrante di questo stupendo e incontaminato habitat.

Eva -                    (Coinvolta) Habitat!

Robinson -           (Rivolto sempre ad Eva) Brava. Tu invece chi sei, creatura apparsami come una giovane cerbiatta uscita da queste verdi fronde?

Marino -              (Cercando di inserirsi nel loro discorso) Mi scusi ma, a parte queste similitudini…

Eva -                    (C.s. interrompendo Marino) Io mi chiamo Eva.

Robinson -           (Aulico) Eva… come la prima donna! Colei che ha assaporato il primo frutto, che ha camminato su prati ancora vergini…

Eva -                    Vergini!

Marino -              Mh.

Robinson -           (Continua c.s.)… Colei che ha visto il mondo prima che gli uomini lo degradassero usandolo malamente a loro uso e consumo.

Eva -                    Sì, proprio colei! Cioè no, voglio dire che io mi chiamo come quella Eva che ha assaporato… il… frutto.

Robinson -           E cosa vi è successo? Non vi sarete mica perduti in questo bosco?

Marino -              (Evasivo) Beh, più o meno.

Eva -                    Più più che meno.

Marino -              Cioè, nel senso che ad un certo punto ci siamo ritrovati in questa piccola radura ma non siamo più riusciti ad individuare il sentiero che stavamo percorrendo.

Eva -                    E neppure un altro per continuare il percorso.

Marino -              Quindi, praticamente…

Robinson -           … vi siete persi.

Eva -                    Praticamente.

Marino -              (Con fare distaccato) Ma lei? Come si chiama?… Così, tanto per sapere.

Robinson -           Io? Mah, io non ho più un nome, perciò chiamatemi pure come volete. Chiamatemi…

Eva -                    (In attesa)… Sì…?

Robinson -           (Guardando Eva) Chiamatemi Robinson.

Eva -                    Come… Robinson Crusoe!

Robinson -           Perché no? Con la differenza che lui non scelse di vivere la sua avventura, mentre la mia è una decisione consapevole: quella di vivere in osmosi…

Marino -              (Lo interrompe per correggerlo) Si dice “in simbiosi”.

Robinson -           (Gli getta un ‘occhiataccia) “In simbiosi” con tutto ciò che è natura.

Marino -              (Sempre con un certo distacco) Capisco. Ma, a parte Robinson Crusoe, non è che ci può indicare come uscire da qui?

Robinson -           Come uscire da qui? Non ne ho la minima idea!

Marino -              (Ironico) Che bella notizia!

Robinson -           Ma perché uscirne, poi? Sarebbe come scegliere di non vivere più e rinunciare alla cosa più preziosa che l’uomo possiede…

Marino -              (Freddo)… la salute!

Robinson -           (Fulminandolo con lo sguardo) La libertà! (Torna a rivolgersi ad Eva che lo sta ad ascoltare come rapita) La libertà di svegliarsi al sorgere del sole con il garrulo canto degli uccelli e di addormentarsi col profondo silenzio, rotto solamente dal frusciar delle fronde o da lontani richiami di animaletti notturni che si cercano al chiarore della luna.

Eva -                    (Coinvolta) Della luna!

Robinson -           E sfamarsi con ciò che il bosco generosamente ci concede: dai frutti alle bacche, dalle noci alle castagne…

Eva -                    (C.s.) Le castagne!

Robinson -           (Continua)… e dissetarsi a mani nude nelle fresche acque che scorrono nei ruscelli.

Marino -              (Con sospetto) Mi pare molto strano che uno come lei non conosca una via per uscire da questo posto.

Robinson -           Eppure è così. (Lo squadra dall’alto al basso) Come ti chiami? Tu che sei così desideroso di fuggire da questa oasi incantata?

Marino -              Mi chiamo Marino.

Robinson -           Marino… Con questo nome sei in effetti un po’ fuori luogo.

Marino -              Beh sì.

Robinson -           Ma toglietemi una curiosità, voi siete una coppia?

Eva -                    (All’unisono) No.

Marino -              (All’unisono) Forse.

Robinson -           (Sorridendo) Capisco. Marino vorrebbe ma Eva nicchia.

Marino -              (Toccato sul vivo)… e Robinson non si fa i cavoli suoi.

Robinson -           Scusami. Ma tu, Marino, come mai ti sei perso?

Marino -              Non mi sono perso, ci siamo persi.

Robinson -           Permettimi di dissentire. (Guardando Eva) Una donna non si perde mai. Dovunque una donna si fermi, quella è la sua casa, il suo mondo. (Ad Eva) Dico bene, Eva?

Eva -                    Beh, in effetti noi donne sappiamo creare dovunque il nostro… habitat, consono alle nostre esigenze e ai nostri gusti.

Robinson -           (Le sorride) Brava, e quell’habitat rifletterà precisamente la vostra personalità perché sapete adattarlo a voi.

Marino -              (Ironico). Anche un uomo ha la capacità di adattarsi perfino in un posto a lui ostile, non per niente abbiamo ricordato Robinson Crusoe, quindi permettimi di dissentire.

Robinson -           (C.s.) No, permettimi tu, di dissentire, visto che Robinson ha avuto bisogno dell’aiuto di un indigeno chiamato Venerdì.

Marino -              Non è assolutamente vero, perciò permettimi di dissentire…

Eva -                    (Sbotta) Uffa! Dissentire, dissentire! Basta con questa… dissenteria! Diciamo che in caso di necessità ognuno riesce a cavarsela. Tranne noi!

Robinson -           Mi dispiace sinceramente ma per fortuna nel bel mezzo di questa vostra traversa…

Marino -              (Lo interrompe per correggerlo) Si dice “traversia”.

Robinson -           (Altra occhiataccia)… di questa vostra traversia avete trovato me.

Marino -              (Sarcastico) E perché sarebbe una fortuna?

Robinson -           (Con fare saccente) Perché, vedi: se si accetta il luogo in cui ci si è perduti non ci si può più considerare affatto… perduti. Non so se mi capite: in quel caso esso diventa semplicemente un nuovo luogo in cui vivere un’altra delle innumerevoli avventure che la vita ci offre.

Eva -                    Un’avventura!

Marino -              Questo è vero se il luogo lo si accetta!

Robinson -           È chiaro, ma chi non è portato ad accettare un posto del genere che ricorda il paradiso terrestre dove tutto è pace ed armonia, dove non si sentono clacson ma il picchiettare dei picchi…

Eva -                    (A Marino, sottovoce) Ci sono anche i picchi?

Marino -              Boh.

Robinson -           … dove non ci sono auto ma passaggi di caprioli

Eva -                    (A Marino, sottovoce) Anche i caprioli?

Marino -              Non lo so.

Robinson -           … dove non si è abbagliati dalle luci al neon ma illuminati dai raggi del sole o della luna e soprattutto non si respira smog ma aria pura, fresca…

Eva -                    … fresca!

Robinson -           Sì!... fresca e balsamica! Profumata di erba e di fiori!

Marino -              (Ad Eva, sottovoce, ironicamente) I fiori ci sono.

Robinson -           Per questo dovreste essere contenti di essere capitati qui: in questa vostra nuova casa.

Marino -              (Sarcastico) Faccio i salti dalla felicità!

Eva -                    (Affascinata) Una casa tutta verde!

Robinson -           (A Eva) Ma che cambia spesso colore! D’autunno va dal rosso al giallo al nocciola, d’inverno si fa tutta bianca!

Eva -                    Tutta bianca!

Marino -              Bene, qualche volta, a tempo perso, se proprio non abbiamo di meglio da fare, verremo a farle visita, adesso però vorremmo andarcene. (Chiama ad alta voce) Alessio!!

Robinson -           Chi è Alessio?

Eva -                    È il nostro collega che ci ha portato fin qui. È la nostra guida.

Robinson -           Ma che avete perduto.

Eva -                    Già, e che abbiamo cercato di ritrovare in tutti i modi; poi abbiamo deciso di non allontanarci da qui perché avremmo peggiorato la situazione.

Robinson -           Sì, ma… (Guardando Marino) tu, da uomo, avresti dovuto tentare di rintracciarlo in qualche modo.

Marino -              (Ironico) Ma quest’uomo non è un esperto di boschi come vossignoria. A proposito: (Indaga) che alberi sono, questi?

Robinson -           (Colto di sorpresa) Ecco… questi sono… dal tipo di corteccia dovrebbero essere…

Marino -              (Cercando di ingannarlo)… querce?

Robinson -           (Con fare da esperto) Querce… sì, potrebbero essere!

Marino -              Capisco. Oh! (Si china a raccogliere uno degli escrementi di animale che prima avevano preso per bacche) Delle altre bacche!

Eva -                    (A Marino, imbarazzata) Marino, quelle…

Marino -              (Porge l’escremento a Robinson) Prima le abbiamo assaggiate e sono buonissime! Assaggiala!

Robinson -           (Non avendo via d’uscita, ne assaggia una e finge di gustarla) Sì… buo… buonissima ma con un sapore… asprigno!

Eva -                    (Schifata e imbarazzata, guardando Marino di sottecchi) Asprigno!

Marino -              (Con malcelata soddisfazione) Vedi che non siamo proprio degli sprovveduti come pensi!

Eva -                    Il fatto è che non siamo nemmeno minimamente attrezzati.

Robinson -           Capisco. (A Marino) Allora, se permettete, vi voglio aiutare: (Porge un fischietto a Marino)

Marino -              Cos’è?

Eva -                    Un fischietto!

Robinson -           Sì, un fischietto. (A Marino) Con questo potrai andare ad esplorare qui attorno alla ricerca del tuo amico ma se in caso dovessi perdere l’orientamento non dovrai fare altro che usarlo ed io ti rintraccerò immediatamente.

Eva -                    Cavolo, è un’idea!

Marino -              Dici…?

Eva -                    Beh, tentar non nuoce.

Marino -              (Ad Eva) E tu resteresti qui con… con lui?

Robinson -           Non penserai mica che con me sarebbe in pericolo!

Marino -              Mah, non conoscendoti…

Robinson -           (Con fare risentito) La tua mancanza di fiducia nei miei confronti mi offende profondamente.

Marino -              E chi se ne…

Eva -                    (Lo interrompe) Stai tranquillo, Marino, so badare a me stessa!

Marino -              Ne sei sicura?

Eva -                    Certo, non dubitare!

Marino -              (Titubante) Allora… vado.

Eva -                    Vai.

Robinson -           Vai tranquillo, Marino.

Marino -              (C.s.) Per qualsiasi evenienza… fischio.

Robinson -           Sì, per qualsiasi evenienza… fischia.

 

(Marino esce verso destra, guardando Eva)

 

Eva -                    Speriamo che lo trovi.

Robinson -           (Sorridendo ironicamente) Sì, speriamo. Allora, Eva… cosa pensi di questo posto?

Eva -                    Mah, lo definirei fiabesco ma infìdo… Si dice ìnfido o infìdo?

Robinson -           Ora come ora mi sfugge però hai ragione, è insidioso ma se si trova la persona giusta con cui condividerlo diventa solo fiabesco.

Eva -                    Fiabesco!

Robinson -           Comunque, in attesa che torni il tuo amico, dimmi qualcosa di te, vuoi? Raccontami la tua favola!

Eva -                    La mia… favola?

Robinson -           Sì, avanti: C’era una volta…

Eva -                    Mah…

Robinson -           Coraggio! Ognuno di noi ha la propria favola da raccontare, non credi?

Eva -                    Beh… C’era una volta… una donna che viveva in città e che ogni giorno lavorava dietro ad una scrivania…

Robinson -           … conducendo una vita monotona, grigia…

Eva -                    … Grigio chiaro.

Robinson -           Questa donna non era mai stata in un bosco e nei suoi momenti di libertà frequentava solo ciò che le poteva offrire la città; arrivava al massimo fino al mare per guardarlo, così, come si guarda un quadro: tu lì e lui là, separati da una lingua di sabbia.

Eva -                    Già, tu hai mai visto il mare?

Robinson -           Certo! Ultimamente solo da quassù, come una lontana striscia azzurra verso cui sfuma la pianura. Continua…

Eva -                    Bè, finché un giorno un mio collega…

Robinson -           … Alessio.

Eva -                    Sì, Alessio, mi propose di salire su questi monti che lui frequentava ormai da tempo.

Robinson -           (Si avvicina lentamente ad Eva) Lì per lì sei stata indecisa ma hai accettato, e una volta quassù ti sei lasciata prendere per mano da questo luogo incantato, poi, sia pure inconsciamente, hai voluto entrare nelle sue viscere e curiosare nella sua intimità.

Eva -                    Non ti saprei dire.

Robinson -           (C.s.) Sì, è così; perché entrando nella sua intimità entrerai anche dentro di te; conoscendo lui conoscerai anche te stessa e scoprirai cose che non sapevi o su cui non avevi mai osato indagare. Scoprirai la tua vera natura.

Eva -                    La mia vera natura!

Robinson -           Certo: la tua vera natura. Ma ora dimmi, Eva, chi pensi che io sia? (Eva fa un vago gesto con la mano come per cercare di spiegarglielo, Robinson, immediatamente, temendo una sua sgradevole risposta) No! Non dirmelo!

Eva -                    Perché no? Anche se non è facile rispondere. Non so... penso che tu sia una persona strana ma che in qualche modo incuriosisce per la scelta che ha voluto fare.

Robinson -           (Sollevato) Tutto ciò che pare strano ai nostri occhi ci incuriosisce; ma la tua è davvero solo curiosità?

Eva -                    Curiosità e… sì, anche una certa affascinazione, devo dire.

Robinson -           (Ora le è molto vicino) È una cosa naturale provare curiosità, affascinazione, attrazione…

Eva -                    (Scostandosi) Sei una persona pericolosa.

Robinson -           Pericoloso io? Ma no! (Sorridendo) Forse lo sei più tu di me. Ricordati che ti chiami Eva!

Eva -                    Ma qui non ci sono mele.

Robinson -           Ma ci sono altri frutti gustosi…

Eva -                    (Cambia volutamente discorso) Ma davvero tu non conosci la via per uscire da qui?

Robinson -           (Vago) Una volta forse sì, tanto tempo fa sapevo benissimo come uscirne, ma ora non lo ricordo più.

Eva -                    Capisco. Ma non sei vissuto sempre qui. Dove stavi prima?

Robinson -           Oh, in un’altra vita ho viaggiato molto e sono stato in tanti posti incredibili, magici, ma da cui ho dovuto e voluto allontanarmi, finché non ho trovato il luogo adatto a me, e sicuramente adatto a chiunque ami seguire il proprio istinto… il proprio cuore.

Eva -                    Il proprio cuore!

Robinson -           Sì, ogni essere vivente tende alla propria felicità: dalle piante agli animali compreso l’uomo… e la donna. (Osserva Eva che lo guarda come persa) A cosa stai pensando?

Eva -                    Scusami, Robinson, ma noi stiamo qui a parlare mentre Marino, magari…

Robinson -           Oh, non preoccuparti per lui; se non lo senti fischiare vuol dire che non ci sono problemi.

Eva -                    Vero. (Chiama ma a bassa voce) Marino…

Robinson -           Vuoi veramente che arrivi proprio ora?... (Chiama) Eva!... Prova a chiamarmi anche tu.

Eva -                    (Guardandolo) Robinson…

Robinson -           (Si avvicina ad Eva e le sfiora i capelli) Hai dei capelli bellissimi, Eva; sembrano una foresta dove si specchiano i tuoi occhi come due profondi laghetti in cui immergersi e affondare perdutamente, e il tuo profumo rimanda a qualcosa di boschivo e selvatico…

Eva -                    (Strofinandosi le mani sui pantaloni) Sarà l’odore delle… bacche.

Robinson -           (C.s.) Mi ricordi Diana… Artemide, signora dei boschi e delle selve.

Eva -                    Mi stai confondendo.

Voce di

Marino -              (Fuori scena, in lontananza) Eva!

Robinson -           (Appoggia leggermente la mano sulla bocca di Eva per impedirle di rispondere) Sss! Lascialo stare, lascia che anche lui trovi il suo nuovo mondo.

Eva -                    Anche lui…?

Robinson -           Sì. Vorrei farti una proposta, Eva.

Eva -                    Quale proposta?

Robinson -           Quella di rimanere almeno per un po’ qui con me, di dimenticare per un attimo il grigiore della tua vita precedente entrando in quest’isola felice.

Eva -                    Felice!

Robinson -           Sì, dove avrai tutto ciò che veramente ti occorre tutte le volte che vorrai venirci. Eva…

Eva -                    Sì?

Robinson -           Resta qui con me.

Eva -                    Con te?

Robinson -           Sì, con me.

Eva -                    È la seconda volta, oggi, che vengo colta di sorpresa e… non so che dire. Certo che tu di argomenti ne hai… ma io non ti conosco. Cosa fai? Dove abiti? Voglio dire: non hai una casa?

Robinson -           Certo che ho una casa. (Fa un gesto vago col braccio) Sorge poco lontano da qui, ai margini del bosco; è una piccola ma accogliente dimora con un prato davanti, e di fianco ci scorre un torrentello…

Eva -                    Un torrentello!

Robinson -           Sì, e tutt’intorno ad essa ci sono tantissimi fiori profumati. (Le sfiora il viso) Una casetta che diventerebbe un piccolo castello se venisse frequentata da una principessa come te.

Eva -                    Mi stai lusingando.

Robinson -           Ti sto apprezzando.

Eva -                    Sono sconvolta.

Robinson -           Lo sono anch’io.

Eva -                    (Lo osserva) Che occhi grandi, che hai!

Robinson -           Son per guardarti meglio.

Eva -                    E che bocca grande, che hai!

Robinson -           È per baciarti meglio.

Eva -                    (Sapendo della “bacca” assaggiata da Robinson) No! il bacio no!!

 

(Robinson la stringe a sé e la bacia ugualmente. Mentre si baciano entra Alessio seguito da Marino. Alessio ha l’atteggiamento di un uomo concreto e autentico. Eva e Robinson si sciolgono immediatamente dall’abbraccio, Eva inizia a sputare in terra e a pulirsi la bocca col dorso della mano mentre Alessio e Marino restano immobili, allibiti.)

 

Alessio e

Marino -              (All’unisono) Eva!

Eva -                    (Continuando a sputare) Alessio! Marino!

Alessio -              Ah! Bene! Io mi sono scapicollato per venire a salvare una donna che credevo in preda al terrore di essersi perduta e mi accorgo invece di avere appena interrotto un idillio!

Eva -                    Non è assolutamente un idillio!

Marino -              (A Robinson, sarcastico)… E grazie mille per il fischietto fasullo! (Lo mette in bocca e non si sente alcun suono) Hai voglia a fischiare…! Questo coso non emette nessun suono! Per fortuna mi ha ritrovato Alessio!

Alessio -              A me pareva un idillio.

Eva -                    Ma no, anzi, è una fortuna che siete arrivati in tempo!

Marino -              È davvero una fortuna?

Eva -                    Ci puoi giurare!

 

(Robinson cerca, di soppiatto, di dileguarsi.)

 

Alessio -              (A Robinson) Aspetta, tu! Dove credi di andare?

 

(Robinson è costretto a fermarsi)

 

Eva -                    (Imbarazzata) Grazie davvero, ragazzi! Sono proprio contenta perché questa cosa stava ormai diventando un incubo! (Sputa in terra)

Alessio -              Non mi pareva che stessi vivendo un incubo.

Eva -                    (C.s.) Ma no, Alessio, il fatto è che…

Alessio -              (La interrompe per rivolgersi a Robinson) E tu…? Sei tornato a caccia anche oggi? Vedo che non hai ancora perso il vizio!

Eva -                    (Allibita, ad Alessio) Ma… ma tu lo conosci??

Alessio -              Certo che lo conosco. Lui è uno dei peggiori animali che si possa incontrare in questo bosco!

Marino -              Lo sciacallo!

Robinson -           (A Marino) Io non ti permetto…

Eva -                    (Lo interrompe) Aspetta un momento, Robinson…

Alessio -              (Ride amaramente) Robinson?? Ti fai chiamare così? Bè, hai ragione, “Callisto” non è un nome adatto ad un abitante dei boschi!

Eva -                    (A Robinson) Ti chiami Callisto??

Alessio -              Sì, si chiama Callisto e gli piace tanto farsi passare per quello che non è per raggiungere i suoi obiettivi!

Robinson -           Lascia perdere…

Alessio -              No, non lascio perdere affatto! Pensi che non sappia qual è il tuo, diciamo così, hobby domenicale?

Eva -                    Hobby domenicale??

Alessio -              Certo! Questo “signore”, dopo aver passato la “faticosa” settimana tra le scartoffie del suo piccolo e misero ufficio, la domenica, per distrarsi, lascia la moglie a casa e…

Marino -              (Ad Alessio) È anche sposato??

Eva -                    (Frastornata, a Robinson) Lavori in un ufficio??

Robinson -           (Ad Alessio) Non posso mica vivere solo di… bacche!

Eva e

Marino -              (All’unisono) Che schifo! (Eva sputa di nuovo in terra)

Alessio -              (Riprende con fare disgustato, rivolto a Robinson) Già! E vieni quassù con donne compiacenti per fare i tuoi loschi affari ma quando sottomano non ne hai nessuna bendisposta… (Si rivolge a Eva) ripiega girando per il bosco sperando di trovare belle escursioniste in difficoltà! Le incanta col suo savoir-faire, con belle e suadenti parole sulla natura, sull’ambiente incontaminato e la vita idilliaca con l’unico scopo di portarsele a letto in quella specie di capanna che ha costruito apposta qua dietro! E alla fine… chi s’è visto s’è visto! (Si rivolge di nuovo a Robinson) Non è vero? Non è così? Quante te ne sei fatte, Callisto, eh? Bella roba!

Marino -              Hai capito… Robinson Crusoe delle mie scartoffie! Si è anche costruito la garçonnière!

Eva -                    (Con disprezzo) La garçonnière!

Robinson -           (Minimizza) La garçonnière…! Una piccola baita!

Marino -              (Ad Alessio) Come fai a conoscere tutte queste cose sul suo conto?

Robinson -           Se l’è inventate!

Alessio -              Me le sono inventate, eh? (A Marino) Le voci circolano, caro Marino, e tutti conoscono il passatempo di Callisto! Sapete come lo chiamano gli amici del bar che frequenta? Lo chiamano “il lupo degli Appennini”, lo chiamano!

Marino -              Soprannome azzeccatissimo!

Eva -                    Azzeccatissimo!

Robinson -           (Ad Eva) Non credere a niente di quello che sta dicendo.

Eva -                    Perché non dovrei credergli? Hai cercato di imbrogliarmi! Mi hai… come si dice…?

Marino -              (Suggerisce)… turlupinata!

Eva -                    Turlupinata!

Robinson -           (Ad Eva) Devi sapere che io amo e sono veramente attratto da tutto ciò che è natura!

Alessio -              (Ironico) Sì… so io da quale natura sei attratto tu!

Marino -              (Ad Alessio) Scusa, da quale natura è attratto?

Alessio -              (A Marino) Aspetta. (A Robinson) Dovresti solo vergognarti di quello che fai, per rispetto di tua moglie e dei tuoi figli!

Eva -                    (A Robinson) Hai anche dei figli??

Alessio -              Già!

Robinson -           Solo uno!

Marino -              (Ironico) Ah bè…!

Robinson -           (Preso ormai alle strette, si rivolge ad Alessio) Dovresti sapere che l’uomo, da che mondo è mondo, è sempre stato “cacciatore”, no? (Ironico) E il cacciatore cosa fa…?

Eva -                    Cosa fa?

Marino -              Spara agli uccelli!

 

(Ad Eva sfugge una piccola risata che subito reprime)

 

Alessio -              (Con sguardo di rimprovero) Marino…!

Marino -              Scusa, Alessio.

Alessio -              Insomma: non tiriamola tanto per le lunghe. (A Robinson) Ora ti consiglio di girare le chiappe e tornartene da dove sei venuto. Anzi, sarebbe meglio se restassi sempre qui nel bosco tra gli animali, perché gente come te non dovrebbe vivere tra le persone civili!

Marino -              (Con evidente disprezzo) Ma tu guarda che razza di gente si deve incontrare per i boschi!

Robinson -           (A tutti) E va bene… va bene, scusate tanto; come non detto! (Ad Alessio) Insomma sei riuscito a far la figura del buon boscaiolo! Bravo! Complimenti! Ma quanto ti piacerà fare la parte del paladino di giovani donne indifese, eh Alessio? Quanto godi ad essere la guida che tutti devono seguire ciecamente per non sentirsi perduti? Che pena mi fai! Poi vedo che anche tu hai lasciato tua moglie a casa…

Alessio -              Non ti permettere di fare certe allusioni!

Marino -              Luisa non è potuta venire ma sa che Alessio è con noi!

Eva -                    Sì, lo sa!

Robinson -           (Ad Alessio) Comunque stai tranquillo, ti do partita vinta e mi ritirerò in buon ordine, sperando solo di non incontrarci più. (Esce)

Alessio -              (Gli grida dietro) Ci puoi giurare!

Marino -              (C.s.) Idem!

Eva -                    Mascalzone!

Marino -              (Ad Alessio) Grazie, Alessio.

Alessio -              Per cosa?

Marino -              Per la tua amicizia!

Alessio -              Ma non dirlo nemmeno per scherzo!

Eva -                    (Ancora con evidente imbarazzo) Vi chiedo scusa per quello che avete visto, ragazzi, ma è stata davvero una cosa incredibile che nemmeno io riesco a spiegarmi! Cioè, non so proprio cosa mi sia successo! Per un momento mi sono sentita così stregata dalle sue parole da non capir più niente!

Marino -              (Affettuoso) Non ti devi scusare, Eva; il mondo è pieno di gente meschina che ha l’abilità di circuire il prossimo.

Eva -                    Lo circuisce!

Alessio -              Già! E solo per soddisfare i propri bassi appetiti. Anche persone come lui, con un lavoro e una famiglia.

Eva -                    E una famiglia!

Marino -              Sai, Alessio, quando ci siamo sentiti perduti abbiamo provato di tutto per farci sentire da te!

Alessio -              Nel bosco possono succedere cose del genere.

Eva -                    Purtroppo non abbiamo la tua esperienza e ci siamo sentiti davvero inermi… senza la tua presenza.

Marino -              Senza la tua guida.

Alessio -              Bene, per fortuna ora si è tutto risolto per il meglio e possiamo tornare sui nostri passi.

Eva -                    Sui nostri passi… sì, penso che sia meglio.

Alessio -              Ora però statemi vicino e non fate scherzi!

Marino -              Puoi starne certo! Allora: gambe in spalla e torniamo giù! (Si avvia rivolgendosi ad Alessio) Per di qua, vero? Ora ho capito qual è il sentiero! Dai, andiamo, anzi no, fermatevi un attimo qui ché devo tornare in bagno! (Esce)

 

(Alessio ed Eva restano in scena e si guardano per un istante)

 

Alessio -              (Ad Eva, sottovoce) Lo avresti fatto davvero?

Eva -                    (C.s.) Cosa?

Alessio -              Saresti davvero andata con lui?

Eva -                    (Mettendogli le braccia attorno al collo) Ma che dici, tesoro? Ti ho detto che è stata solo una debolezza momentanea dovuta alla capacità di quell’individuo di… quasi ipnotizzarmi, per non parlare del fatto che Marino mi aveva fatto bere del vino ad alta gradazione!

Alessio -              Allora sei ancora il mio piccolo scoiattolo?

Eva -                    Certo, tesoro! E tu rimarrai sempre il mio lupacchiotto?

Alessio -              Sempre il tuo lupacchiotto!

Eva -                    Baciami, Alessio! (Si ritrae subito) Anzi, no!

Alessio -              Perché no? (La bacia ma poi cerca di nascondere l’espressione di chi ha assaporato qualcosa di sgradevole) I tuoi baci hanno un gusto così… intenso!

Eva -                    (Imbarazzata) Intenso, dici?

Alessio -              (Guardandosi attorno) Appena potrò torneremo di nuovo da queste parti ma cambieremo versante, così non faremo più brutti incontri. Saremo solo costretti di nuovo a portarci dietro Marino, per non destare sospetti.

Eva -                    Già, per non destare sospetti.

 

(Eva abbraccia e bacia Alessio che assume l’espressione di prima)

 

Marino -              (Da fuori) Fatto! potete venire!

Alessio -              (Ad alta voce) Ok!

Eva -                    (Ad alta voce) Eccoci!

Alessio -              (Ad alta voce) Arriviamo! (Abbraccia Eva senza baciarla)

Eva -                    Andiamo, amore, ché se si perde Marino, questa volta saremo noi a restare soli.

Alessio -              (Guarda Eva con un sorriso allusivo) Beh, potrebbe essere un’idea…!

Eva -                    (Estasiata) Certo! Un’idea!

Alessio -              (La guida verso la parte opposta a quella in cui è uscito Marino) Allora, tesoro, prendiamo questa scorciatoia.

Eva -                    (Sorride ad Alessio) Se fosse più lunga sarebbe anche meglio!

 

(Escono entrambi, abbracciati. Alessio, non visto da Eva, sputa in terra mentre si sente la voce di Marino che lentamente si fa sempre più lontana)

 

Marino -              (Da fuori) Alessio!... Eva!... Ma dove siete? Alessio!...

 

La scena resta vuota per qualche istante. Entra Robinson che si siede in terra, sconsolato, subito dopo entra Marino, lo vede e si blocca. I due si guardano a vicenda.

 

Robinson -           Allora? ti sei perso di nuovo?

Marino -              Mah, comincio a credere che siano stati loro a voler perdere me.

Robinson -           Forse. (Si alza) Torniamo a casa, dai.

Marino -              Perché tu conosci la strada, vero?

Robinson -           Certo che la conosco.

Marino -              Callisto…

Robinson -           Sì...?

Marino -              Ma, dimmi la verità: hai mai concluso niente, qui con qualcuna?

Robinson -           (Avviandosi, seguito da Marino) Mai.

 

Buio

Sipario

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