Rappresentata da
I nonni
due atti
di
Paolo Cappelloni
Vasinto
Ileana
Alice
Dottore
Primo atto
Vasinto - (Si gira verso Severino. Ad alta voce) Come?
Severino - Oh
Signore! con chi sto parlando, io, da mezz’ora?? (Si avvicina a Vasinto, ad alta voce) T’è peggiorato l’udito?
Vasinto - Perché,
a te no?
Severino - Come?
Vasinto - (Alza la voce) Perché, a te no?
Severino - Ah!
eh, può essere! dicono che con l’età si peggiora.
Vasinto - Come?
Severino - (Tra sé) Sì, sì, si peggiora, han detto che
non c’è niente da fare nemmeno con l’apparecchio acustico! (Avvicinandosi a Vasinto) Cosa vorresti fare,
una partita a carte?
Vasinto - (Ad alta voce, giocherellando ancora con le carte)
No.
Severino - (C.s.) Allora cosa fai con quel mazzo?
Vasinto - (C.s.) Mi trastullo.
Severino - (Tra
sé) Si trastulla. (Torna alla
poltrona e si abbandona ai ricordi. Sempre ad alta voce) Vasinto!
Vasinto - Oh!
Severino - Ti
ricordi, da ragazzini, quando stavamo di casa al Borgo?
Vasinto - Che
casa…?
Severino - (Alza la voce) La nostra vecchia casa al
Borgo!
Vasinto - (Inizia a costruire un castello con le carte.
Ad alta voce) Cosa ha fatto?
Severino - Niente,
(Ad alta voce) Te la ricordi? la
nostra casa al Borgo?
Vasinto - (Alle prese col castello di carte) Sì, sì.
Severino - (Si abbandona ai ricordi) Il babbo l’aveva
presa in affitto ma per noi era il nostro regno! Insieme al sagrato della
chiesa! Io sono anche più grande di te e me lo ricordo bene! Giocavamo con le
biglie, giocavamo a nascondino! (Pausa)
E le ciambelle di Carlo...?
Vasinto - Che
Carlo? (Gli cade il castello)
Severino - Come?
Vasinto - (Ad alta voce) Che Carlo?
Severino - (Ad alta voce) Quello che vendeva le
ciambelle!
Vasinto - (Riprova col castello) Ah, sì! erano rustiche...
Severino - Come
te!
Vasinto - ...
ma con gli acinini d’uva.
Severino - (Con nostalgia) Già, eh, niente, è sparito
tutto! (A Vasinto ricade il castello di
carte) Tutto il nostro passato è sparito, siamo rimasti solo io e te, caro
Vasinto. Maurizio, Gino, Sandrino... se ne sono andati tutti! Anche della
nostra famiglia c’è rimasto solamente tuo figlio ma anche lui, dall’anno in cui
è morta tua moglie è andato a lavorare in America! A.… dov’è andato di preciso?
Vasinto - Chi?
Severino - (Ad alta voce) Tuo figlio! dov’è andato?
Vasinto - Come,
dov’è andato? in America!
Severino - (Tra sé) Oh, Signore! (A Vasinto, ad alta voce) Ti sto
chiedendo: in che città dell’America?
Vasinto - A
Seattle.
Severino - A
Seattle, è vero. Insomma, anche lui ha preso la sua strada, e tu hai preso quella
di casa mia, (Ironico) per tenermi compagnia
facendo i castelli con le carte!
Vasinto - (Si volta verso Severino) Stai parlando con
me? (Il castello di carte cade)
Severino - No,
no! stavo parlando da solo come i matti!
Vasinto - Come?
Severino - (Pensando che Vasinto abbia sentito) Eh
già! (Tra sé) oggi mi faccio due
spaghetti in bianco. (Guarda Vasinto a
cui, per l’ennesima volta crolla il castello di carte) E smettila con quelle
carte!
Vasinto - (Allontana le carte con un gesto di stizza)
Gli venisse un colpo! Più cerchi di far stare le cose dritte e più ti ricadono!
(A Severino, alzandosi) Cosa si
mangia oggi?
Severino - Come?
Vasinto - (Ad alta voce) Cosa prepari da mangiare
oggi?
Severino - Ah. (Ironico) Guarda: avevo intenzione di fare una tartare di tonno
rosso di Favignana in un trionfo di cernia di fondale con uova di salmone
affumicate ed estratto di carrubo... ma poi ci ho ripensato ed ho ripiegato su
due spaghetti in bianco. (Lo guarda e
ripete ad alta voce) Due spaghetti in bianco!
Vasinto - Gli
spaghetti in bianco mi fanno schifo!
Severino - (Che non ha sentito) E per secondo: carciofini
sottolio! (Ripete
ad alta voce) Sottolio!
Vasinto - T’affogassi
te, sottolio! (Va alla finestra e guarda
fuori) Mia moglie sì che sapeva cucinare!
Severino - Allora
potevi imparare da lei, così adesso non rompevi le scatole a me! (Pausa)
Vasinto - (Cambia discorso) Mio figlio dice che a
Seattle piove sempre.
Severino - (Che ha sentito solo l’ultima parte della
frase di Vasinto) Già, è tanto che non vediamo una giornata di sole. Passerà
anche ‘sto tempaccio! (Si avvicina alla
finestra e guarda fuori) Ma te guarda come corrono, tutti quanti; chissà
dove dovranno andare!
Vasinto - Andranno
a casa, piove!
Severino - No,
è la vita frenetica che fa correre tutti quanti... ecco perché quando si è vecchi
abbiamo sempre il fiatone! (Guarda meglio
attraverso la finestra) Guarda, guarda... quello non è coso... come si
chiama? Rinaldo! Ma te guarda... è ancora vivo? (Silenzio; entrambi guardano dalla finestra)
Vasinto - (Che non ha sentito) Hai visto? è passato
Rinaldo. Lo credevo morto!
Severino - Come?
Vasinto - (Ad alta voce) Lo credevo morto!
Severino - Sì,
anche io. Poveretto, anche lui; quanto ha dovuto soffrire! Ha cominciato a lavorare
come garzone in un’officina meccanica e ha preso più botte lui di un pesta sale!
Poi s’è dovuto sposare perché aveva messo incinta la fidanzata e dopo qualche
anno ha avuto più corna lui d’un cesto di lumache! Poi ha avuto da fare anche con
la salute... Apposta credevo che anche lui avesse lasciato questa valle di
lacrime! (Silenzio)
Vasinto - (Che non ha sentito niente, guardando fuori
dalla finestra) Sai quanto ha dovuto patire, in vita sua, Rinaldo? Aveva cominciato
a lavorare come garzone in un’officina meccanica ed è andato avanti a forza di botte!
Poi s’è dovuto sposare perché aveva messo incinta la fidanzata che dopo un po’ gli
ha messo un sacco di corna.
Severino - (Sempre guardando alla finestra) Mah, secondo
me, tra me e te non c’è dialogo! (Si
allontana dalla finestra) Andiamo a preparare da mangiare.
Vasinto - Dove
vai?
(Severino esce senza rispondergli perché non l’ha sentito)
(La luce si abbassa lentamente fino a
spegnersi del tutto mentre Vasinto resta a guardare fuori dalla finestra. Musica.
Quando la luce lentamente torna la
musica sfuma. La scena è vuota. È il giorno dopo)
Severino - (Entra da fuori casa con un giornale sottobraccio)
Abbiamo un altro giorno davanti, ringraziando il Padreterno. (Si siede in poltrona) Cosa facciamo oggi?
In centro ci sono andato, il puzzle l’ho finito... potrei sentire un po’ di
musica ma non sento le note basse! Per esempio sento benissimo (Canta)... “Se quel guerrier io fossi!”...
ma quando poi dice (Canta) “Se il mio
sogno si avverasse!” questo non lo sento per niente perché mi va giù di un
tono! Si potrà sentire la musica così? (Entra Vasinto con un mazzo di carte in mano) Buongiorno Vasinto. (Vasinto non risponde; va a sedersi al tavolo
su cui appoggia il mazzo di carte) Hai i tiramenti anche stamattina? (Vasinto tace ed inizia svogliatamente a
mischiare le carte) Sì, ce li hai anche stamattina. Sempre la luna di traverso,
eh??
Vasinto - Come?
(Campanello
che nessuno dei due sente)
Severino - (Ad alta voce) Fai l’ingegnere di castelli
anche oggi??
Vasinto - (C.s.) No, oggi faccio un solitario.
Severino - (C.s.) Bravo, così non ti casca niente.
Vasinto - (Cupo, iniziando un solitario) Lo dici te...
(Campanello
che nessuno dei due sente)
Severino - (Apre il giornale e lo sfoglia) Vediamo
un po’ cosa dicono sul giornale. Senti qui: (Campanello, Severino tende l’orecchio) Hanno, suonato il
campanello? (Severino va alla porta e
parla con qualcuno oltre la quinta) Oh, buongiorno! c’è posta? (Prende due bollette) Solamente due bollette?
(Ascolta) No, no, mi bastano queste! Perché
non viene dentro un momento a fare due parole? Ci prendiamo un caffè! (Ascolta) Ah, deve finire il giro, beh,
sarà per un’altra volta, allora ci vediamo per la prossima bolletta! (Torna alla poltrona e sfoglia il giornale)
Senti qui: (Legge ad alta voce) “Ammazza
la moglie con settantaquattro coltellate, poi la fa a pezzettini, la
seppellisce in giardino e ci sputa sopra”.
Vasinto - (Facendo il solitario) Quante coltellate?
Severino - (C.s.) Settantaquattro.
Vasinto - (C.s.) L’hanno messo in galera?
Severino - (Legge) Sì, sì, l’hanno arrestato che era
al cinema.
Vasinto - Dove…?
Severino - (Ad alta voce) Al cinema!
Vasinto - E
cosa davano?
Severino - Non
lo dice. (Sfoglia il giornale e legge ad
alta voce) “Rapina una banca e nella fuga perde il portafoglio”
Vasinto - (Continua a fare il solitario) L’hanno
preso?
Severino - Macché!
(Sfoglia ancora il giornale e legge ad
alta voce) “Allarme fiumi da Nord a Sud. Il Po tracìma, il Volturno esonda,
il Tevere trabocca e il Metauro rigurgita.
Vasinto - Dice
proprio così?
Severino - Scemo!
diranno che il Metauro rigurgita?? (Torna
a leggere) “A.A.A. Perduto portafoglio in banca, chi l’avesse trovato
telefonare al 2347...”
Vasinto - (Lo interrompe) Deve essere un ladro
caparbio da niente.
Severino - (Legge) Notizie economiche: “Bankitalia e
Istat affermano che abbiamo toccato i massimi degli ultimi dieci anni.
L’inflazione è al 4%, (Ad alta voce)
crescita in ribasso”.
Vasinto - Come
sarebbe a dire “crescita in ribasso”?
Severino - Sì,
è come dire che tu stai mettendo su dei chili in più però dimagrisci.
Vasinto - E
come è possibile?
(Campanello
che nessuno dei due sente)
Severino - Misteri
economici! (Continua a leggere ad alta voce) Annunci:
Vasinto - (Mischia le carte e comincia un altro
solitario) Cosa devo annunciare?
Severino - Sto
leggendo! (Legge ad alta voce) Annunci:
“A.A.A. Massaggiatrice filippina disponibile di giorno e di notte”.
(Campanello
che nessuno dei due sente)
Vasinto - Già,
c’è un sacco di gente col mal di schiena.
Severino - Di
notte sarà per le urgenze! (Campanello.
Severino tende l’orecchio) Ma hanno suonato
di nuovo? (Severino va alla porta e parla
con qualcuno oltre la quinta. Anche Vasinto si alza e si avvicina all’uscita.
Severino ascolta la persona che è all’esterno) No, la famiglia Martinetti non
abita qui, sta al piano di sopra ma adesso non c’è nessuno perché lavorano
tutti e due e la figlia è a scuola. (Ascolta)
Di niente, si figuri! Se vuole entrare un momento così per fare due chiacchiere...
ci prendiamo un caffè, ah, deve andare via. Pazienza, sarà per un’altra volta che
non trova la famiglia Martinetti! Buongiorno! (Torna alla poltrona)
Vasinto - (Tornando al tavolo e al solitario) Certo
che sei una bella piattola! prendi tutte le occasioni per rompere le scatole alla
gente! La settimana scorsa, quando sono venuti i Testimoni di Geova, li hai frastornati
per un’ora e mezza! Sono fuggiti barcollando!
Severino - Chi?
Vasinto - (Ad alta voce) I Testimoni di Geova!
Severino - Ah,
beh, se non faccio un po’ di conversazione quando mi capitano queste occasioni con
chi parlo? con te??
Vasinto - Come?
Severino - Appunto!
(Riprende il giornale e continua a
leggere) “A.A.A. Cercasi camera in affitto per studentessa universitaria.
Massima serietà” (Pausa) Eh, ‘sti
ragazzi lontani da casa che devono imparare ad essere indipendenti... (A Vasinto) Da quant’è che Stefano non
telefona dall’America?
Vasinto - (Che ha sentito solo la parola “America”)
Sì, è a Seattle; laggiù piove sempre.
Severino - Ho
capito ma... (Gli si avvicina) da
quant’è che Stefano non telefona?
Vasinto - Sarà
una ventina di giorni, ma tanto quando telefona capisco poco o niente! (Ad alta voce) Sarà la distanza!
Severino - Eh,
sì, sarà la distanza! (Riprende il
giornale e rilegge l’ultimo annuncio) “A.A.A. Cercasi camera in affitto...”
(A Vasinto) Vasinto!
Vasinto - Oh!
Severino - Cosa
dici?
Vasinto - Io
niente, perché non ho voglia di discorrere.
Severino - Volevo
dire: che ne dici di prendere uno studente qui con noi?? Abbiamo una camera in
più, due bagni... potremmo fare un’opera buona, guadagneremmo qualcosa e avremmo
anche un po’ di compagnia! (Pausa, poi ad
alta voce) Vasinto! hai sentito quello che ho detto?
Vasinto - Mi
pare di sì ma sto zitto per non mandarti dove dico io!
Severino - Perché?
mi pare una buona idea!
Vasinto - A
me pare una gran boiata che serve a te per rompere le scatole a un altro po’ di
gente.
Severino - Certo
che se tutti fossero come te ci sarebbe un gran silenzio e una noia mortale, in
questo mondo!
Vasinto - Poi
non mi piace nemmeno che una ragazza stia in casa con noi!
Severino - Oh
Signore! (Ad alta voce) Hai paura che
pensino che potresti attentare alla sua virtù??
Vasinto - Quanto
sei spiritoso! Comunque fai come ti pare, la casa è la tua. Basta che io non abbia
rotture tra i piedi! (Esce)
Severino - (Gli grida dietro) Già! Basta che nessuno
ti stia tra i piedi! allora potevi stare per conto tuo! cosa sei venuto a fare qui
da me? solo per avere uno che ti lava i panni? Te staresti bene tra gli uomini
delle caverne! ecco dove staresti bene! Adesso sai cosa faccio? vado a sentire quali
formalità ci vogliono per affittare una camera e poi vado a rispondere a
quell’annuncio! così impari! (Pausa) Mi
hai sentito?
Vasinto - (Da fuori) No!
Severino - Ma
va’ all’inferno! (Prende la giacca ed esce di casa)
(La scena resta vuota, la luce si abbassa
lentamente accompagnata da un motivo musicale. Quando la luce si rialza è
passato qualche giorno. Vasinto è
seduto al tavolo. La musica sfuma.) Severino entra dall’interno; è piegato in avanti e dolorante.
Vasinto - (Voltandosi) Cosa t’è successo?
Severino - Non
lo so, stamattina mi sono svegliato con un gran dolore alla schiena!
Vasinto - Cosa
hai fatto ieri sera?
Severino - (Ci pensa) Cosa ho fatto...? Ah, sì! sono
stato mezz’ora curvo per cercare un euro che mi era rotolato sotto quel mobile
(Lo indica)
Vasinto - E
l’hai trovato?
Severino - Macché!
(Severino torna a guardare distrattamente
in terra tenendo una mano sulla schiena dolorante. Vasinto si alza e,
istintivamente, comincia a cercare anche lui finché entrambi si ritrovano chini
sul pavimento alla ricerca della moneta) Niente, non c’è niente da fare! chissà
dov’è rotolato!
Vasinto - (Alzandosi ma rimanendo anch’egli un po’
curvo per il mal di schiena) Ma che ti venisse un bene! a te e al tuo euro!
Severino - (A Vasinto) Oh, quella ragazza dell’annuncio
ha detto che sarebbe venuta per le dieci! (A
voce alta) Per le dieci!
Vasinto - Ho
capito! allora lei arriva e io vado in camera mia a guardare la televisione. (Si alza ed esce con la schiena dolorante)
Severino - (Gli grida dietro) Quanto sei rustico e ignorante!
(Tra sé) Mi metto proprio attaccato alla
porta così sono sicuro di sentire il campanello! (Si mette vicino all’uscita esterna) Sarei contento se accettasse! porterebbe
sicuramente una ventata di gioventù e di freschezza in questa casa di due vecchi
rincoglioniti! (Riflette tra sé) Perché?
è brutto che una ragazza viva per un po’ con due nonni? Anzi, i giovani dovrebbero
passare un po’ più tempo con gli anziani per vedere come ci si riduce e per
comportarsi così di conseguenza! (Campanello)
Ecco! L’ho sentito subito! dev’essere lei! (Esce e rientra subito con Ileana)
Prego, signorina! si accomodi pure! Io mi chiamo Severino Corbezzoli.
Ileana - (Sedendo) Piacere, Ileana Taverniti.
Severino - (Sedendo) Da dove viene, signorina
Ileana?
Ileana - Sono
di Reggio Calabria.
Severino - Prego?
Ileana - Sono
di Reggio Calabria.
Severino - Ah,
bene! Scusi sa, dovrà avere un po’ di pazienza ma io e mio fratello siamo un
po’ duri d’orecchio e alcune cose, come dire... ogni tanto ci sfuggono.
Ileana - Va bene, lo terrò presente, ma...
(Vede che Severino è curvo e tiene una
mano dietro la schiena; ad alta voce) sta male?
Severino - No, no, non si preoccupi, è colpa
dell’euro. Comunque vedrà che si troverà bene quassù da noi!
Ileana - Grazie,
lo spero, (A voce più alta) è la
prima volta che vengo da queste parti.
Severino - Oh,
ma da noi si sta bene! Noi abbiamo il mare...
Ileana - (C.s.) Anche noi.
Severino - Ecco,
poi abbiamo i monti...
Ileana - (C.s.) Sì, anche noi.
Severino - Ah
beh, ma noi abbiamo anche... abbiamo... va beh adesso non dobbiamo mica fare una
gara a chi ha più cose!
Ileana - (Sorridendo) È vero.
Severino - E
che cosa studia?
Ileana - Giurisprudenza.
Severino - (Ripete
quello che ha sentito) Prudenza…! Certo! beh, ha ragione! nelle cose
bisogna stare molto attenti, anche nello studio! Ma cosa studia?
Ileana - (Sorridendo comprensiva) Legge.
Severino - Ah!
allora diventerà un avvocato!
Ileana - Lo
spero!
Severino - Sa,
signorina, è la prima volta che affitto una camera. È perché io e mio fratello siamo
sempre soli e penso che avere qualcuno per casa, come dire... possa fare un po’
di allegria, almeno a me!
Ileana - Beh,
io con lo studio non potrò esservi di molta compagnia.
Severino - Oh,
ma non si preoccupi! a me basta sapere che c’è qualcun altro in casa! (Si alza, dolorante)
Ora però venga con me che le faccio vedere la cameretta così mi dice se
le piace. (Ileana si alza e va ad
affacciarsi verso l’interno insieme a Severino) Vede? è grande e piena di
luce, e lì davanti ha anche il suo bagnetto personale.
Ileana - È
molto carina!
Severino - Eh?
Ileana - (Ad alta voce) Ho detto che è molto
carina!
Severino - Ah!
sono contento che le piaccia! Aspetti qui che adesso le presento mio fratello:
lo scusi, eh? è un po’ brusco ma non morde…(sorride) volevo dire: in
fondo è buono. (Si avvicina alla quinta
per chiamarlo) Vasinto! (A Ileana)
Mio fratello si chiama Vasinto. (Richiama)
Vasinto! vieni qui un momento che ti presento la signorina Ileana. (A Ileana) Oh, si ricordi che anche
lui... (Punta l’indice sull’orecchio per
ricordarle che non sente. Ileana annuisce. Vasinto entra con un vestito
abbastanza elegante e ben pettinato ma anche lui con
la schiena dolorante. Severino ne è piacevolmente colpito) Ecco,
questo è Vasinto, mio fratello.
Ileana - (Ad alta voce) Piacere!
Vasinto - (A Severino, scuro in volto) Le hai già
detto che sono sordo...!
Severino - Come?
Ileana - (A Vasinto, ad alta voce) Suo fratello mi
ha mostrato la camera, è molto carina!
Vasinto - (Evitando lo sguardo di Ileana) Mh.
Ileana - (Vedendolo dolorante) Anche lei sta male per via dell’euro?
Vasinto - Mh, io sto male per tutto.
Severino - (Ad alta voce) La signorina Ileana studia
Legge e diventerà un avvocato!
Vasinto - Bella
roba...
Severino - (A Ileana) Io non ho mai studiato
diritto.
Vasinto - (Guardando Severino) Sempre di traverso.
Severino - Non
lo stia a sentire, è stato sempre così orso anche da piccolo. Solo sua moglie,
poveretta, ha saputo sopportarlo per tanti anni.
Ileana - (A Vasinto) Stia tranquillo, signor
Vasinto, non le darò il minimo disturbo perché sarò sempre all’Università o in
camera mia a studiare.
Vasinto - Come?
Severino - (Ad alta voce) Ti ha detto che non ti
romperà più di tanto!
Vasinto - (Uscendo, sempre con la mano sulla schiena) Meno
male.
Severino - Beh,
adesso ha toccato col dito i pro e i rovesci della sua sistemazione qui con
noi. Se non le fa proprio schifo può accettare ed io ne sarò felicissimo, se
no... pazienza!
Ileana - No,
no, mi sembra una sistemazione decorosa e sono sicura che mi andrà benissimo,
quindi... (Ad alta voce) penso
proprio di accettare.
Severino - Benissimo! non sa quanto mi rende
felice! Se potessi farei un salto! Ma io non le ho offerto ancora niente! lo vuole
un caffè?
Ileana - Sì,
grazie, un caffè lo prendo volentieri ma...
Severino - Ma...
cosa?
Ileana - Beh,
non è per essere venale ma non abbiamo parlato della pigione.
Severino - (Risentito) Capisco che lei studia da avvocato
ma lei mi offende, signorina! Io non ho mai avuto problemi con la giustizia! figuriamoci
se sono mai stato in prigione!
Ileana - (Le sfugge una risata) Non la “prigione”
ma la “pigione”! (Ad alta voce) Cioè
quello che le dovrò dare per l’affitto della camera!
Severino - Ah!
mi scusi! sa che non ci ho proprio pensato? Guardi, facciamo così: mi darà
quello che consumerà, cioè per mangiare e qualcosina per lavare la biancheria,
io non le chiederei nemmeno questo ma sa, noi pensionati non siamo i figli di Torlonia...
conosce i Torlonia?
Ileana - No.
Severino - Beh,
insomma, voglio dire che non abbiamo molto da scialare e si deve tirare un po’ la
cinghia, mi capisce?
(Rientra
Vasinto con una scacchiera che
appoggia sul tavolo e si prepara a giocare a dama da solo, cambiando posto a
seconda del colore delle pedine che sposta)
Ileana - Sì, la ringrazio tanto e non si
deve preoccupare minimamente: vedrà che sarò puntuale per ogni pagamento.
Severino - Allora
aspetti qui che le vado a preparare il caffè (Getta un’occhiata a Vasinto, poi si rivolge sottovoce ad Ileana)
Non ci faccia caso, è fatto così: vuole fare il burbero ma poi si sente trascurato
e allora trova tutte le scuse per farsi notare, come i bambini! (Esce con
la mano sulla schiena)
(Ileana resta con Vasinto che sta giocando a
dama, è in lieve imbarazzo mentre aspetta che Severino le porti il caffè; tenta
di sbirciare le mosse di Vasinto che appena se ne accorge cambia posto
sedendosi in modo da darle le spalle e nascondendo la scacchiera con un braccio)
Severino - (Da fuori) Abbia pazienza! Mi sono caduti
i fiammiferi nel lavandino e si è bagnato tutto lo zolfo!
Ileana - (Ad alta voce) Non si preoccupi!
Vasinto - (Tra sé) Imbranato!
Ileana - (A Vasinto, ad alta voce) Prego?
(Vasinto non
risponde e continua a giocare)
Severino - (Da fuori) Ha detto qualcosa, signorina?
Ileana - (Ad alta voce) No, no, stia tranquillo! (Tenta di iniziare un dialogo con Vasinto e
gli si rivolge ad alta voce) Gioca a dama da solo...?
Vasinto - (Senza voltarsi) Sì.
Ileana - Non
è meglio giocare in compagnia?
Vasinto - (Senza voltarsi) No.
Severino - (Da fuori) È quasi pronto, signorina!
(Pausa. Ileana approfitta per gironzolare per
la stanza e osservare l’arredamento, i soprammobili, ecc. Nel frattempo,
Vasinto la osserva di nascosto ma torna immediatamente a concentrarsi sulla
scacchiera non appena incrocia lo sguardo di Ileana)
Severino - (Entra con due tazzine di caffè e ne porge una ad
Ileana) Lo prendo anch’io, va. (A
Vasinto) Te, Vasinto, lo vuoi un caffè?
Vasinto - No!
Ileana - (Osserva una foto incorniciata, appoggiata su
di un mobile) Scusate la curiosità, chi è questo bel ragazzo?
Severino - (Orgoglioso) Eh, eh! Quello è Stefano,
mio nipote, il figlio di mio fratello. Lui è ingegnere e lavora in America a...
(A Vasinto, ad alta voce) Dove sta,
Stefano?
Vasinto - (Senza voltarsi) In America.
Severino - Sì
ma voglio dire: in che città?
Vasinto
- (C.s.) A Seattle.
Severino - Ah,
sì (Ad Ileana) A Seattle. (Sedendosi insieme ad Ileana) È bello e
bravo! (Ad alta voce, per farsi sentire
da Vasinto che non risponde) Non come suo padre!
Vasinto - (Solleva la scacchiera ed esce impettito)
Severino - (Ad Ileana) Non ci faccia caso, è
carattere, è carattere. Allora, veniamo a noi: mi raccomando, quando telefonerà
ai suoi genitori dica pure di stare tranquilli che ha trovato una buona
sistemazione insieme a due nonni che la faranno studiare!
Ileana - (Sorridendo) Riferirò senz’altro! anzi, a
breve verranno anche a trovarmi.
Severino - Bene!
allora quando vuole potrà andare a prendere le sue cose... a proposito, dove le
ha?
Ileana - In
un alberghetto al mare.
Severino - Come?
Ileana - (Ad alta voce) In un albergo al mare! Se
lei è d’accordo posso andare a prenderle anche subito e portarle qui.
Severino - Sì,
sì, va bene. Sono proprio contento! (Si
alzano e si avviano all’uscita) Allora ci vediamo più tardi, signorina.
Ileana - (Ad alta voce, uscendo) Mi saluti suo fratello.
Severino - Sì, sì. Lo perdoni... (Rimasto solo, Severino si avvia, dolorante,
verso la quinta da cui è
uscito Vasinto ed esce gridando)
Vasinto! Sei un gran buzzurro!
(La luce si abbassa fino a spegnersi
mentre si alza la musica. Al riaccendersi della luce sono già
passati alcuni giorni. I due fratelli
sono alla finestra. Ileana è in camera sua a studiare. La musica sfuma.
Silenzio)
Severino - (A Vasinto) Però ti piacciono le cose che
cucina!
Vasinto - Come?
Severino - Sì,
sì, fai finta di non sentire! (Pausa.
Severino guarda dalla finestra) Tu sei uno che
non da niente a nessuno ma quando c’è da prendere non ti tiri mai indietro, eh?
Vasinto - Eh?
(Entra Ileana. È in abito da casa, va a sedersi, esausta, sulla sedia su cui siede
di solito Vasinto)
Severino - Sì, sì, non c’è peggior sordo...
Ileana - Mamma
mia! non ne posso più!
Severino - (Si accorge della presenza di Ileana e le si
avvicina, preoccupato, mentre Vasinto resta a guardare apposta fuori dalla
finestra per non essere coinvolto) Cosa ti è successo, Ileana?
Ileana - Sono
stata cinque ore consecutive su Diritto Privato.
Severino - Diritto
Privato? Ah, ecco, ma cosa hai studiato di preciso?
Ileana - La
successione.
Severino - Di
cosa?
Ileana - (Ad alta voce) Voglio dire: i rapporti
patrimoniali che sopravvivono alla morte del titolare.
Severino - Ah!
sarebbe a dire... quello che prende l’erede quando uno muore!
Ileana - Sì.
Severino - E
cosa c’è di complicato? Io... (Ci ripensa)
cioè, uno muore e l’erede prende l’eredità!
Ileana - Già,
ma occorre stabilire chi sia l’erede legittimo del “de cuius”!
Severino - Di
chi??
Ileana - (Ad alta voce) Del morto!
Severino - Ah!
allora per esempio: visto che i miei unici parenti sono (Gettando un’occhiata a Vasinto che non si scompone) quel selvatico
di mio fratello e mio nipote; se fra tanti anni, per caso, nella lontana apoteosi, io dovessi morire e
diventassi... il... “de cojonis”, chi erediterebbe questa casa e quelle poche cose
che ho?
Ileana - Beh,
credo che in questo caso sia proprio suo fratello ad ereditare i suoi beni.
Severino - Anche
se faccio il testamento e dico che deve andare tutto a mio nipote?
(Vasinto, sempre rivolto verso la finestra,
sposta leggermente la sedia indietro per poter sentire meglio la loro
conversazione)
Ileana - No,
in questo caso sarebbe lui, il beneficiario dell’eredità.
Severino - (Soddisfatto,
sbirciando Vasinto) Ah, ecco, sarebbe Stefano.
(Vasinto, sempre
rivolto verso la finestra, fa finta di non stare ad ascoltare)
Ileana - Sì,
perché in questo caso suo fratello è l’unico erede e i fratelli non hanno
diritto ad una quota di legittima. Mi capisce?
Severino - Certo,
so anche io che mio fratello non è del tutto legittimo, intendo… di testa! (A Vasinto, ad alta voce, con fare
soddisfatto) E così resterai come Don Falcuccio!
Ileana - Prego?
Severino - No,
no, niente, annunciavo a mio fratello che si troverà con una mano davanti e
l’altra di dietro.
Ileana - (Si alza) Beh, vado a vestirmi; voglio
andare a fare due passi e rilassarmi un po’. (Esce verso la camera)
Severino - Sì,
fai bene. (A Vasinto) È inutile che
tu faccia l’indifferente, lo so che hai sentito tutto!
Vasinto - A
me, dei tuoi testamenti, non mi frega proprio niente!
Severino - Dai,
su, l’ho detto così per dire. Gliel’ho chiesto solo per curiosità!
Vasinto - (Puntiglioso) Comunque prima di tutto non
voglio che quella ragazza usi la mia sedia per stravaccarsi come le pare perché
questa non è casa sua! Poi vedo che si sta intrufolando un po’ troppo nella
nostra vita e questa cosa non mi piace per niente!
Severino - (Abbassando la voce) Sss! Parla più piano,
disgraziato! è di là e ti potrebbe sentire!
Vasinto - Come?
Severino - (Ad alta voce) Ho detto che sei un
ignorantone!
Ileana - (Uscendo dalla sua camera) Allora io vado a fare
due passi; signor Severino non si preoccupi per la cena, vedrò di prendere
qualcosa io; ci vediamo dopo, signor Vasinto. (Esce)
Severino - (A Vasinto) E sei anche un ingrato! È una
brava ragazza, studia, ci da una mano in casa e ci paga anche qualcosa e tu vai
a fare il difensore della privacy? (Ad
alta voce) Ma vuoi andare a quel paese!
Vasinto - I
vecchi i devono stare con i vecchi e i giovani con i giovani!
Severino - Sì,
(Indicando Vasinto) e gli imbecilli per
conto loro!
Vasinto - Ma
è possibile che io non possa più girare per casa come mi pare e piace? Che
debba stare attento se sono in mutande o se ho la buca dei pantaloni aperta o
chiusa!
Severino - Guarda
che quando giri in quelle condizioni fai brutto anche a me! È un fatto di
decenza! anzi, sarebbe ora che imparassi ad essere meno sciatto!
Vasinto - Ad
essere...?
Severino - (Con un gesto di sconsolata rassegnazione va
a sedersi alla sedia presso la finestra, vicino a Vasinto) L’ho sempre detto,
Vasinto: tra noi due non c’è dialogo!
Vasinto - Come?
Severino - (Sconsolato) Eh
va beh... (Guarda fuori dalla finestra)
Tò, guardala, Ileana, com’è graziosa! (Vasinto non guarda) Come si fa ad essere così gretti? (Pausa)
Vasinto - (Guardando alla finestra) Quest’inverno
nevicherà parecchio.
Severino - (C.s.) Perché?
Vasinto - Perché
lo dicono le cipolle.
Severino - Ah,
e le cipolle dicono il tempo che farà?
Vasinto - Certo.
Severino - Ah,
e i cetrioli cosa dicono?
Vasinto - (Che non ha sentito) Io ho assistito a
tutto il procedimento: nella notte tra il ventiquattro e il venticinque di gennaio
si devono preparare dodici spicchi di cipolla, uno per ogni mese, ci si mette sopra
del sale e si appoggiano sul davanzale di una finestra che dia verso Oriente...
Severino - (Ad alta voce) Dove...?
Vasinto - (C.s.) A Oriente! dalla parte del nostro
gabinetto, per intenderci! (Prosegue)
All’alba, poi, si torna e si fa la “conta”, sarebbe a dire che si leggono tutti
i cambiamenti che ci sono stati e si prevede il tempo che farà.
Severino - Allora?
Vasinto - Allora
quest’anno la vedo brutta!
Severino - Mah,
invece di fare le previsioni, testa di cipolla, cerca di capire la situazione di
questa ragazza, che è come quella di tuo figlio: lontano da casa... Dove sta, di
preciso, Stefano?
Vasinto - In
America.
Severino - Sì,
lo so! ma in che città?
Vasinto - A
Seattle.
Severino - Ah,
sì, è vero. Prova a pensarci: un ragazzo... come Ileana, (Ad alta voce) in una casa in affitto...!
Vasinto - Sì
ma lui è un uomo di quarant’anni!
Severino - Ah,
ecco! invece le donne dovrebbero stare nelle camere d’albergo! Ah! te, Vasinto,
non so proprio da chi hai preso ‘sto caratteraccio! dai nostri genitori no di sicuro!
Vasinto - Poi
mio figlio non studia, lavora!
Severino - Come?
Vasinto - (Continua il suo pensiero) Già! lui è ingegnere!
Severino - Già,
fortuna che non ha preso da te, visto quanto durano i tuoi castelli! (Entra
Ileana) Oh, Ileana, già di ritorno?
Ileana - Sì,
sono troppo stanca, preferisco mangiare qualcosa e andare a letto a riposare.
Ho comprato degli spaghetti e ce li facciamo con olio, aglio e peperoncino.
Severino - Bene!
senti, Vasinto? (Vasinto non risponde)
Ileana - A
proposito... (Si rivolge a Severino) mi
ha telefonato una mia amica che sta cercando una stanza; pensa che sarebbe
possibile ospitare anche lei, nella mia camera? naturalmente anche lei darebbe
il suo contributo.
(Vasinto si alza di scatto, lancia un’occhiata torva a Severino ed esce verso la camera)
Severino - Beh,
perché no? la camera è tanto grande e ho anche un letto in più! Prima la
conosciamo e poi ci metteremo d’accordo, va bene?
Ileana - Certo,
grazie! spero che ne rimarrà soddisfatto! Allora, vado a preparare due
spaghetti?
Severino - Sicuro!
però io non ci metterei il peperoncino perché mi brucia troppo nella bocca!
Ileana - Peccato,
senza peperoncino non è la ricetta tradizionale; allora facciamo solo aglio e
olio.
Severino - Aspetta
che ti vengo ad aiutare.
Ileana - (Uscendo)
No, no, non si scomodi; faccio io!
Severino - (Tra sé) Mi dispiace ma a me il peperoncino
rosso fa venire i lacrimoni! So che fa bene e che è meglio del pepe che da un
altro tipo di bruciori, ma tanto...? (Chiama)
Vasinto! stasera ci sono gli spaghetti con aglio e olio!
Vasinto - (Entra, in volto è più scuro del solito) Questo
è troppo, Severino! Ma ti sei ammattito del tutto? cosa vuoi mettere su, un
ostello della gioventù? Guarda che a me ci vuole poco a prendere e togliere le
tende! Mi metterò in affitto ma almeno potrò stare in pace senza essere circondato
da delle ragazzine che mi sgambettano in tutti gli angoli della casa!
Severino - (Guardando dalla parte in cui è uscita Ileana)
Non gridare per favore!! A me dispiace che te la prenda così ma proprio non
capisco perché sei così ostile! Non ho mica ospitato una banda di delinquenti! sono
solamente due ragazze che studiano!
Vasinto - Appunto!
Severino - Non
ti va bene che studino?
Vasinto - Non
mi va bene che siano ragazze!
Severino - Ma
cosa cambia se sono ragazzi o ragazze? Vasinto, tira fuori il rospo.
Vasinto - (Sbotta) Allora, la vuoi sapere tutta?
Severino - (Combattivo) Sì, adesso sono proprio curioso!
Vasinto - Mi
dà fastidio.
Severino - In
che senso?
Vasinto - Nel
senso che mi fa ripensare… (Abbassa la
voce) ricordi quando mia moglie è stata in ospedale?
Severino - Chi?
Vasinto - (Alza la voce) Mia moglie! una ventina
d’anni fa!
Severino - Sì,
me lo ricordo; stai parlando di quando ha perso il bambino?
Vasinto - Sì,
(A bassa voce) ma non era un bambino,
era una bambina.
Severino - (Non
ha sentito) Come?
Vasinto - (Uscendo
senza guardarlo in faccia) Ad ogni modo fa’ come ti pare, ti
dico solo che mi vedrai poco in giro per casa.
Fine del primo atto
Secondo atto
(È il giorno seguente, Severino è solo in scena, alla finestra. C’è una musica che
lentamente sfuma.)
Ileana - (Entra)
Mamma mia! Stamattina ho studiato tutto il capitolo della “comunione”! (Si lascia andare a sedere in poltrona)
Severino - (Si volta verso di lei) Bene, è giusto! Bisogna
che ci si dia una regola anche per quello. Quando si fa la fila per prendere
l’ostia consacrata e c’è un po’di confusione capita sempre qualcuno che ti dà gli
spintoni! Un po’ di grazia…!
Ileana - (Sorride) Non quella “comunione”, signor
Severino! Intendo la comunione dei beni, quando un bene, una proprietà,
appartiene a più persone!
Severino - Ah!
abbi pacènza, Ileana! io, in queste cose, sono ignorante forte!
Ileana - Ma
no! è stato un semplice “qui pro quo”.
Severino - Come...?
Ileana - “Qui
pro quo”!
Severino - Ah!
sì, vengo subito! (Prende la sedia e va a
sedersi vicino ad Ileana) Eccomi qui!
Ileana - Senta,
signor Severino...
Severino - (La interrompe) Mi vuoi fare un piacere,
Ileana?
Ileana - Mi
dica.
Severino - Non
chiamarmi “signor”, chiamami solamente Severino, va bene?
Ileana - Va
bene, la ringrazio. Volevo dire... ehm, Severino: è sicuro che andrà tutto bene
se questa mia amica verrà a stare qui? Non vorrei che si creassero ulteriori
problemi con suo fratello.
Severino - Ma
no, a mio fratello ci penserò io. Comunque, fra poco la conoscerò, ci parleremo
e sicuramente ci metteremo d’accordo. Allora, quanto manca per dare questo
esame di diritto?
Ileana - Oh,
a me mancherebbe ancora molto ma l’esame sarà tra un mese!
Severino - Stai
tranquilla che andrà tutto bene! (Campanello)
Poi vedrai come sarà contenta la tua famiglia!
Ileana - Suonano...
Severino - Eh!
non solo suonano! vedrai che per la contentezza ballano anche, se passi
l’esame!
Ileana - (Sorride poi gli si rivolge ad alta voce) Volevo dire che qualcuno
sta suonando il campanello!
Severino - (Alzandosi ed andando ad aprire) Oh,
Signore! non avevo capito! (Esce e rientra con Alice) Prego,
signorina, si accomodi.
Alice - (Andando a sedere direttamente in poltrona)
Grazie! (Vede Ileana) Ciao Ile!
Ileana - Cia
Alice!
Severino - Allora...
Alice - (Lo interrompe e parla velocemente)
Allora: io mi chiamo Alice sono di Terni sono una studentessa di Scienze della
comunicazione cioè adesso alloggio da una mia amica ma da lei domani verrà a
stare il suo ragazzo (Ad Ileana) Tu
lo conosci, Ile. (Torna a rivolgersi a Severino)...
Così io mi ritrovo, cioè, in mezzo alla strada, siccome Ile mi ha detto che qui
si trova bene allora ho pensato di chiederle se trovava un posto anche per me.
Severino - (Ad Ileana) Ho capito solo “Terni”.
Ileana - (Ad Alice) Alice, non ti ho detto che il
signor Severino e suo fratello hanno problemi di udito quindi dovresti parlare
adagio e un po’ ad alta voce.
Alice - Ah,
ok! (Ripete ad alta voce scandendo le
parole in modo eccessivo) Al-lo-ra io-mi-chia-mo-A-li-ce...
Severino - (La interrompe, sorridendo) Beh, adesso
mi pare eccessivo! Studia Legge anche lei?
Alice - (Ad alta voce) No, io studio “Scienze
della comunicazione”
Severino - Ah,
ecco, sarebbe a dire...?
Alice - (Senza pensarci, torna a parlare a volume
normale e velocemente) È un corso di laurea che riguarda tutte le
comunicazioni di massa, cioè dal giornalismo alla radio alla televisione e al
cinema come mezzo d'informazione, nonché i cosiddetti nuovi media e i processi
comunicativi di tipo istituzionale o professionale.
Severino - (Tra sé) Non ho capito un cavolo. (Ad Alice) Interessante! sono contento! (Ad Ileana) Ileana, fai tu gli onori di
casa alla signorina e falle pure vedere la camera. (Ad Alice) Se le va bene, per quello che riguarda la pigione avrà lo
stesso trattamento di Ileana. Con permesso! (Mentre Ileana ed Alice si avviano verso la quinta che porta alla
camera, Severino si avvia verso la sua camera ripetendo tra sé)...
processi comuni e cattivi di tipo istituto... zionale o professionale...
processi... mah, saranno sempre cose di tribunale! (Esce)
Ileana - (Mostrando la camera ad Alice) Vedi? la
cameretta è molto carina; c’è luce; poi il signor Severino ha già messo un
lettino e un tavolinetto in più che puoi usare come scrivania.
Alice - Carino,
dai!
Ileana - ...
poi li davanti c’è un bagnetto solo per noi. Tutto qui!
Alice - (Tornano in scena dove si siedono) Oh,
poi, hai sentito? per la pigione vuole solo le spese per il mangiare!
Ileana - Sì,
più qualcosa per i detersivi e cose del genere...
Alice - Ok,
dai, va bene, sono contenta; la casa è vecchia ma messa bene, poi è in
posizione centrale.
Ileana - Sì,
sì. per te è molto comoda, per andare all’Università.
Alice - Sì,
sì; a proposito... (Con fare complice)
ho conosciuto uno che è un figo da sballo!!
Ileana - (C.s.) Dai, racconta!!
Alice - Niente,
è uno che mi ha fermata all’Università per chiedermi l’orario della segreteria
poi, sai, una parola tira l’altra: di dove sei, cosa fai, e, insomma, abbiamo
passato tutto il pomeriggio insieme!!
Ileana - (C.s.) Com’è??
Alice - Niente,
è un tipo! dai…! però è un figo! insomma... è uno a posto, mi piace!
Ileana - (C.s.) Allora??
Alice - Niente,
allora ci siamo lasciati dicendo che ci rivediamo sabato, non so, andremo a
bere qualcosa da qualche parte e poi... vedremo!
Ileana - (C.s.) Bello! sono contenta! allora ti
dico anch’io una cosa!
Alice - (C.s.) Cioè?
Ileana - Beh,
anch’io ho conosciuto uno...
Alice - (C.s.) Racconta un po’…!
Ileana - Niente,
è uno che ho conosciuto tramite degli amici comuni, cioè quando me l’hanno
presentato lui mi ha guardato in un certo modo... hai capito?
Alice - (C.s.) Continua…!
Ileana - Niente,
cioè, credo di averlo guardato anch’io in un certo modo...
Alice - Dai!
Allora lui...?
Ileana - Niente,
lui ha cominciato a parlare e siamo andati avanti conversando del più e del
meno e, insomma, abbiamo deciso di rivederci!
Alice - Cavolo! sono contenta! oh, se le
cose vanno avanti ci teniamo aggiornate!
Ileana - Ok!
Alice - Ascolta
ma... i nonni, qui, come sono?
Ileana - In
che senso?
Alice - Cioè,
rompono?
Ileana - No,
no, assolutamente. Guarda, il signor Severino è dolcissimo, cioè, un nonno
vero, capito? Suo fratello, invece, non è che rompe ma è un tipo scontroso e
credo che gli dia fastidio il fatto che ci sia gente estranea per casa; però se
ne sta quasi sempre in camera sua e ultimamente lo vedo pochissimo.
Alice - No,
perché Severino... lì, mi sembra un po’ rincoglionito.
Ileana - No,
no; può dare questa impressione solo perché non ci sente bene.
Alice - Ok,
oh, io vado a prendere le mie cose, allora.
Ileana - Ok,
aspetta che chiamo il signor Severino. (Si
dirige verso l’uscita che porta alle camere dei due fratelli e chiama)
Signor Severino! Alice se ne va a prendere le sue cose.
Severino - (Entra)
Sì, bene, sono contento, signorina Alice; allora, le piace la sistemazione?
Alice - Sì,
sì, va bene.
Severino - Come?
Alice - (Ad alta voce) Ok!
Severino - Ah,
ecco, (Accompagnandola alla porta) allora...
benvenuta nella nostra famiglia!
Alice - Ok.
(Esce)
Severino - (Rimasto solo con Ileana) Bene, cioè: ok!
(Guarda Ileana) Allora, come ti
sembra?
Ileana - Beh,
dovrei essere io a chiederlo a lei.
Severino - Ah,
già, è vero, sì, beh, mi pare... mi pare una ragazza… giovane, cioè... spigliata!
Ileana - Sì,
ha un carattere un po’ diverso dal mio, cioè, praticamente lei è più... più...
esuberante!
Severino - Sì,
è vero, è... esuberante! Va bene, vorrà dire che ci sarà ancora più allegria in
questa casa!!
Buio
(Al riaccendersi della luce sono
passati alcuni giorni. Sottofondo musicale. La scena è vuota, dopo
qualche istante entra, furtivo, Vasinto; è in mutandoni, si dirige il
più veloce possibile verso un mobile da cui prende un asciugamano poi torna subito da dove era entrato. Entra
Alice, si abbandona pesantemente sulla poltrona e apre un libro che si
mette a leggere. La musica sfuma.)
Severino - (Entra e osserva Alice) Sta studiando,
signorina?
Alice - (Senza alzare gli occhi dal libro) Sì.
Severino - Bene!
allora non la disturbo.
Alice - (C. s.) Per me...
Severino - Come?
Alice - (Con aria scocciata)
No, niente... (Alza la voce) sto solo
ripassando. (Si alza e gironzola per la
stanza prendendo in mano tutti gli oggetti, i soprammobili, ecc. mentre
Severino la osserva un po’ preoccupato per il fatto che sta toccando tutte le
sue cose. Quindi Alice si rivolge a Severino, senza guardarlo) Ma tu sei
vedovo?
Severino - No,
io non mi sono mai sposato; mio fratello, è vedovo.
Alice - Ah,
quello che si nasconde e che vedo solo di sfuggita.
Severino - Non
è che si nasconde; è che lui è un tipo... solitario.
Alice - (Con maliziosa curiosità) Ah, solitario, e tu perché non ti sei mai
sposato?
Severino - (Imbarazzato) Beh, perché... perché non
mi è capitata la persona giusta.
Alice - Ah, va beh, tanto ormai... (Torna a leggere stravaccata in poltrona)
Severino - Studi,
studi, signorina. Io vado a portare via... la mondezza. (Esce verso l’interno)
Alice - (Dopo qualche istante chiama ad alta voce)
Ileanaaa!
Ileana - (Entrando)
Dimmi, Ali.
Alice - Stai
ancora studiando?
Ileana - Beh,
sì.
Alice - Io
mi sono stufata! sono tre giorni che faccio dalle nove all’una e dalle tre alle
sette!
Ileana - A
chi lo dici!
Severino - (Entra con tre sacchetti dell’immondizia e
attraversa la scena) Quello che si semina oggi si raccoglie domani. Vado a portare
questo regalino per il Comune. (Esce verso l’esterno)
Alice - Ho
una fame...! (Ad Ileana) Cosa prepari
per stasera?
Ileana - Pensavo
di fare due penne col pomodorino fresco e basilico.
Alice - Mamma
mia, Ile…! una cosa più sfiziosa no, eh?
Ileana - Di
sfizioso posso fare un contorno di patatine fritte con ketchup.
Alice - No,
il ketchup no… non c’è la maionese?
Ileana - Sì,
se non ti piace il ketchup puoi metterci la maionese.
Alice - Oh,
allora, come va col tuo tipo?
Ileana - (Si schermisce) Eh, il mio tipo...! Cioè,
l’ho rivisto sabato pomeriggio e poi stamattina all’università, lui ha detto
che sta studiando da matti per un esame ma che gli farebbe piacere uscire una
sera con me perché... cioè, perché ha detto che gli piaccio!
Alice - È
fatta, è fatta! dai.
Ileana - Non
so, piace anche a me ma... insomma non so se in questo periodo sia il caso di
mettermi in un’altra storia.
Alice - Ma
dai!! Ogni lasciata è persa, Ile!!
Ileana - Forse
hai ragione; e tu, col tuo?
Alice - Niente,
siamo usciti sabato sera.
Ileana - Bene!
Alice - Sì,
siamo andati al pub, poi abbiamo fatto una pizza e poi...
Ileana - E
poi...??
Alice - (Evasiva e maliziosa) Dai... qualcosa c’è
stato.
Ileana - Wow!
Severino - (Entra)
Ho messo la plastica nel bidone giallo, l’umido biodeguardabile nel bidone marrone e la carta nel bidone rosso!
Alice - (Con sufficienza) E bravo il nonno!
Severino - Eh
sì, perché dovete sapere che la roba bisogna sapere darla
via con giudizio... (Esce verso
l’interno)
Alice - (Ad Ileana) Il tuo è biondo o moro?
Ileana - Moro.
Alice - Anche
il mio! Io li preferisco, ai biondi, non so perché; poi, cavolo, un moro così
che fa il corso superiore di scienze motorie... è il massimo!
Ileana - Cavolo! Anche il... cioè, anche
quello che ho conosciuto io frequenta il corso superiore di scienze motorie!
Alice - Ah,
(Fissa Ileana) ma... come si chiama
questo tuo amico?
Ileana - Marco,
perché?
Alice - Marco…?...
il cognome…?
Ileana - Stirri.
Alice - (Si alza e cambia immediatamente espressione
ed atteggiamento) Ma che razza di... di ipocrita sei!?
Ileana - Perché?
Alice - (Alza la voce fino
a gridare) Perché stiamo parlando dello stesso ragazzo! stronza! e siccome
lui non mi pare proprio il tipo che fa certe cose, mi dà tanto l’idea che tu lo
sapevi e hai continuato a fare la santarellina!
Ileana - (Allibita) Ma che cavolo stai dicendo?
Alice - Sto
dicendo che me lo volevi fregare da sotto il naso!
Ileana - Alice,
io ti giuro che...
Alice - (Non la ascolta e continua rifacendole
ironicamente il verso)... “Non so, piace anche a me ma non so se in questo
periodo sia il caso...” Io ti ho capito, Ile! Tu sei una di quelle che fa
l’amica ma che poi, sotto sotto, ti frega che nemmeno te ne accorgi!
Ileana - (Offesa) Alice, se è così che la pensi...
prendilo pure, il tuo Marco! Uno, invece che, secondo me, sta tenendo il piede
su due staffe! o ancora peggio...! (Esce verso la camera)
Alice - Non
ci credo nemmeno se lo vedo! (Ad alta
voce) Vai...! Vai...!
Severino - (Entra)
Avete chiamato?
Alice - (Ancora alterata) Cosa vuoi, nonno??
Severino - (Perplesso) Io? niente, (Tenendo a precisare) comunque non sono
tuo nonno.
Alice - Ah!
gentile...! (Ad alta voce, per farsi sentire da Ileana) Sai cosa ti
dico? preferisco andare sotto un ponte piuttosto che restare in questa casa che
mi pare una via di mezzo tra un ospizio e un covo di vipere! (Torna a rivolgersi a Severino) Tra te,
quella di là... e l’altro vecchio che non ho mai avuto il “dispiacere” di
conoscere!
Severino - Io
non ho capito niente! ma cosa è successo? Poi cosa c’entra l’ospizio con le vipere?
Alice - (Ad alta voce, scandendo le parole)
Se-ve-ri-no! Va-do vi-a! (Esce verso la camera)
Severino - (Tra sì) Ah, allora avevo capito bene!
Vasinto - (Entra)
Cosa è successo?
Severino - Mi
da l’idea che ci sia una mezz’aria di smobilitazione. Alice ha farfugliato qualcosa
ma non ho capito tanto bene, soprattutto la faccenda dell’ospizio e delle vipere...
(Pausa) C’è ancora quello di via
Mazza?
Vasinto - Cosa?
Severino - (Ad alta voce) L’ospizio!
Vasinto - (Andando alla finestra) Macché, è tanto
che l’hanno buttato giù!
Severino - (Seguendolo alla finestra) Ricordi quando
da bambini ci andavamo per vedere il presepio? lo facevano molto bello, con le
luci che facevano il giorno e la notte! Ti piaceva quel presepio dell’ospizio?
Vasinto - (Guardando fuori della finestra) Sì, sì.
Severino - Se
non sbaglio c’era anche qualche personaggio che si muoveva!
Vasinto - (C.s.) Dove?
Severino - (Ad alta voce) Nel presepio dell’ospizio!!
Vasinto - Ah,
sì, sì.
(Entra
Alice con un borsone in mano,
attraversa la scena ed esce
definitivamente senza salutare i due fratelli che non si accorgono del suo
passaggio)
Severino - (Guardando anche lui fuori della finestra)
Era bello...
Vasinto - (C.s.) E le vipere cosa c’entrano?
Severino - Boh!
in quel vecchio ospizio ci poteva essere magari qualche scarafaggio... ma le
vipere... non mi risulta! (Guarda per
strada) Ah, eccola... è Alice che sta andando via.
Vasinto - Sono
contento.
Severino - (Pausa) Anch’io.
Vasinto - Oh,
ieri sera ha telefonato Stefano.
Severino - Come?
Vasinto - (Ad alta voce) Ha telefonato mio figlio!
Stefano!
Severino - Ah!
da dove?
Vasinto - (C.s.) Dall’America! (Lo fissa e lo anticipa)... da Seattle!
Severino - Ah
sì.!
Vasinto - Credo
d’aver capito che torna a lavorare qui in Italia!
Severino - Oh,
sono contento!
Vasinto - Anch’io.
(Pausa) Gli ho anche raccontato di
questa ragazza, di Ileana.
Severino - E
lui cosa t’ha detto?
Vasinto - Credo
che abbia detto che è contento!
Severino - Oh,
sono contento!
Vasinto - Anch’io.
Ileana - (Entra)
È andata via.
Severino - (Si volta verso Ileana) Come?
Ileana - (Ad alta voce) Alice...
Severino - È
andata via, ma non ho capito perché! non si trovava bene con noi?
Ileana - (C.s.) Non è stato per causa vostra.
Vasinto - (Si alza ed esce) Ci mancherebbe altro!
Severino - Allora
perché?
Ileana - (Ad alta voce) Perché parlando ci siamo accorte che stavamo frequentando
lo stesso ragazzo e lei ha subito creduto che io lo sapessi e che glielo
volevo... portare via!
Severino - E
questo ragazzo andava con tutte e due...
Ileana - Sì.
Severino - E
Alice ha pensato che fosse colpa tua...
Ileana - (Ad alta voce) Già, ma quello che mi rattrista, signor
Severino...
Severino - ...
senza “signor”.
Ileana - (Si corregge) Severino, è il fatto che mi
sono sbagliata nel giudicare un’amica e soprattutto di averla portata qui da
voi mettendovi in imbarazzo, perciò devo chiedervi anche di scusarmi.
Severino - Ma
che scusarti! che imbarazzo? Devi sapere, Ileana, che le persone non si finisce
mai di conoscerle! e una cosa così può capitare a tutti; anzi, l’unica che non
si è comportata male in questa faccenda sei proprio tu! Ma dimmi un po’: tu
vuoi bene a questo ragazzo?
Ileana - Ma
no, praticamente l’ho appena conosciuto e fra noi c’è solo simpatia, o meglio:
c’era!
Severino - Allora
stai tranquilla e non pensarci più! Prendila come un’esperienza! hai capito?
Nella tua vita conoscerai un sacco di persone... alcune brave, altre da prendere
a zamp... (Si corregge) meno brave;
tu cerca di separarle bene, come si fa con la mondezza differenziata! mi
capisci?
Ileana - Sì,
sì.
Severino - Bene,
adesso parliamo di cose serie: cosa si mangia stasera?
Ileana - (Sorridendo affettuosamente) Voi nonni
avete la capacità di ridimensionare i problemi e dargli la giusta importanza!
Severino - Eh,
magari! ma non è sempre così!
Ileana - Comunque
per stasera avevo pensato di preparare due penne con pomodorino fresco e
basilico.
Severino - Benissimo!
Ileana - E
come contorno patatine fritte... no, farò un po’ di verdura cotta!
Severino - Perfetto!
(Con fare da esperto) Un esatto sbilanciamento nutrizionale di porteine, vitamine e carboidranti!
Ileana - (Sorridendo si alza) Certo! ora torno a
studiare un altro po’ poi mi metterò in cucina! (Esce)
Severino - (Tra sé) Eh, beh. (Ad alta voce) Vasinto! stasera ci sono le penne!
Vasinto - (Entrando
con il mazzo di carte) Come?
Severino - (Ad alta voce) Stasera mangiamo le penne!
Vasinto - (Sedendosi al tavolo) Chissà che scarabocchi faranno nelle budella!
Severino - Vogliamo
fare una partitina a scopa?
Vasinto - No!
(Ci ripensa) Anzi sì, va’!
(Severino siede
soddisfatto e Vasinto inizia a mischiare e a dare le carte)
Severino - (Guardando le quattro carte aperte sul tavolo)
Tre e quattro sette! (Prende due carte
sul tavolo)
Vasinto - Due
di coppe (Prende la terza carta sul
tavolo)
Severino - (Prendendo, con la sua, l’ultima carta sul
tavolo) Scopa!
Vasinto - Cominciamo
bene! (Mette la sua carta sul tavolo)
Severino - Scopa!
Vasinto - (Ha un gesto di stizza) Ma va’...! te hai
sempre avuto gli occhi della mamma e il culo del babbo!
Severino - (Soddisfatto) Eh sì!
Ileana - (Entra)
Ragazzi!
Severino e
Vasinto - (All’unisono)... Sì??
Ileana - Allora
vado a preparare... (Si porta una mano
alla fronte) Vado... vado in cucina a... a preparare... (Sviene)
(Severino e
Vasinto si precipitano a soccorrerla)
Severino - Ileana!
cosa t’è successo??
Vasinto - (Ironico, accostando la guancia alla bocca di
Ileana) Indovina un po’... per me è svenuta.
Severino - (Impaurito) Me ne sono accorto! Madonna
mia! Adesso cosa si deve fare??
Vasinto - Sei
un dottore?
Severino - Come?
Vasinto - (Ad alta voce) Sei un dottore??
Severino - (Impaurito) Io no!!
Vasinto - Allora
bisognerà chiamarne uno!!
Severino - (C.s.) Che dottore bisogna chiamare??
Vasinto - (Prende un cuscino
e lo mette sotto la testa di Ileana) Se fosse per te bisognerebbe
chiamare il dottore degli imbranati ma per lei basterà chiamare il 118!
Severino - (C.s. si precipita al telefono) Tu intanto
tienila d’occhio!
Vasinto - (Ironico) Certo, se no c’è caso che scappa!
Severino - (Compone
il numero in preda all’agitazione) Pronto!... Sì... come? io mi chiamo
Severino... no, io non sto male!... Ah, sì, io abito... dunque, ha presente il
negozio della Venerina... quella che vende la verdura...?
Vasinto - (Perde la pazienza, va al telefono e prende
la cornetta dalle mani di Severino) Sta’ con lei, su!... e girala su un
fianco! (Al
118, con fare sicuro) Pronto, sono Vasinto Corbezzoli; a casa mia,
in via del Quarto al numero 12, è svenuta una ragazza, adesso è in terra, non
ha ripreso conoscenza ma respira. (Ascolta)
Come? (Nel frattempo, Ileana si riprende
e si alza lentamente sorretta da Severino) Ah, va bene. (Vede Ileana in piedi che, aiutata da
Severino, sta andando verso la poltrona) Aspetti, si è ripresa proprio
adesso (Ascolta) Sì, si è rialzata...
allora niente (Ascolta) sì, meglio
così, grazie lo stesso. (Chiude e si
avvicina ad Ileana) Allora? come va?
Ileana - Come?
Vasinto - Oh,
sei diventata sorda tu, adesso? (Ripete
ad alta voce) Come va?
Ileana - (Sorridendo) Ah, sì, va meglio, grazie.
Vasinto - (A Severino) Comunque è meglio chiamare
un dottore per fargli dare un’occhiata, per sicurezza.
Severino - Sì,
hai ragione, ma chi viene a quest’ora?
Ileana - Non
preoccupatevi per me, è già passato tutto.
Vasinto - (Con il suo solito fare arcigno) Che è passato
tutto dovrà dirlo il dottore!
Severino - (Ad Ileana) Vasinto ha ragione, è meglio
farsi dare una controllatina. (A Vasinto)
Si potrebbe fare un salto dal dottor Fausti, quello che abita qua sopra all’ultimo
piano e chiedergli il favore di venire giù un momento.
Vasinto - Sì,
fai un salto tu che io l’accompagno a letto.
Ileana - Adesso
state esagerando, vi ho detto che è passato tutto!
Vasinto - (Facendola alzare e accompagnandola verso la
sua camera sotto lo sguardo di Severino) Sarà anche passato tutto ma il dottore
lo aspetti sdraiata sul letto! (Esce insieme ad Ileana)
(Severino li
segue fino alla quinta dove si ferma ad osservare. Dopo pochi istanti torna Vasinto)
Vasinto - (A Severino) Allora?
Severino - Allora
cosa?
Vasinto - (Ad alta voce) Vai da ‘sto dottore, sì o
no??
Severino - (Come riscosso dai suoi pensieri) Ah sì!!
(Esce
di corsa)
Vasinto - (Rimasto solo, va a sedersi al tavolo, prende
una carta da gioco dal mazzo e la tiene in piedi sostenendola tra le dita) Beh,
da soli non si sta in piedi, non c’è niente da fare. (Prende una seconda carta e l’appoggia alla prima) Vedi? ci vuole un
po’ d’equilibrio ma in due, in effetti, ci si regge. (Prende altre due carte e le pone in piedi lateralmente, appoggiate alle
prime due) Vedi? è sempre difficile ma in più ci si appoggia meglio. (Le carte crollano) Basterebbe solo un
po’ de pazienza.
Severino - (Entra
insieme al medico) Si accomodi, dottore, l’accompagno nella camera sua,
faccio strada. (Esce con il medico verso
la camera di Ileana e subito dopo rientra)
Adesso cosa farà?
Vasinto - Chi?
Severino - (Ad alta voce) Il
dottore!
Vasinto - (Ironico) Io credo che la visiterà.
Severino - (Agitato) Sì, è vero. (Pausa) Cos’hai, una sigaretta?
Vasinto - Ma
se non hai mai fumato!
Severino - (C.s.) Ah già, è vero. (Pausa)
Vasinto - Comunque
io credo che non sia niente.
Severino - Sì,
lo credo anch’io.
Vasinto - Dev’essere
stato un abbassamento di pressione.
Severino - (Fraintende) Pensi che sia depressa??
Vasinto - (Ad alta voce) Di – pressione! La pressione
del sangue!
Severino - Ah!
sì, può essere; è come quando la mattina mi alzo dal letto di scatto e se non mi
appoggio al comodino vado a finire tutto lungo per terra!
Vasinto - (Che non ha sentito) Chi?
Severino - (Ad alta voce) Io! quando la mattina... (Viene interrotto dal dottore che entra; i due gli si avvicinano trepidanti)
Severino - Allora,
dottore??
Dottore - State
tranquilli, non è niente.
Vasinto -. Come?
Severino - (Ad alta voce, a Vasinto) Non è niente!
Dottore - È
stato un semplice svenimento dovuto a stanchezza... solo un po’ di
sovraffaticamento.
Severino - Come?
Vasinto -. (Ad alta voce, a Severino) Studia troppo!
(Al dottore) Grazie, dottore.
Severino - Cosa
le dobbiamo dare?
Dottore - (Che fraintende) Niente, per carità! non
sono nemmeno dovuto uscire di casa!
Severino - Ah,
grazie, è gentile, ma io volevo dire... per la ragazza, dovrà prendere qualche
medicina?
Dottore - Ah,
no, no; ha solo bisogno di un po’ di riposo e di tranquillità. Arrivederci. (Esce)
Severino - (Accompagnandolo alla porta) Grazie
ancora, dottore! (Sempre rivolto al dottore che è ormai uscito) Lei sì
che è fedele al giuramento di Ipocrito! (A
Vasinto) Hai sentito? non ha bisogno di niente.
Vasinto - Chi?
Severino - Ileana!
Vasinto - Ah!
Severino - (Indicando col capo verso la camera di Ileana)
Sarà il caso di andare da lei?
Vasinto - No,
non è il caso; lasciala riposare.
Severino - Sì,
hai ragione. (Si dirige verso la
finestra, si siede e guarda fuori pensando ad alta voce) Però... che spaghetto!
Vasinto - (Raggiungendolo alla finestra e sedendosi)
Già.
Severino - Già.
(Pausa)
Vasinto - A
proposito, che or’è?
Severino - Come?
Vasinto - (Ad alta voce) Che or’è??
Severino - (Controlla l’orologio) Le otto e mezza.
Vasinto - Ecco
perché sento un certo brontolio allo stomaco.
Severino - Sì,
lo sento anch’io. Cosa dici, vado a preparare qualcosa di leggero?
Vasinto - Perché
di leggero?
Severino - Perché
così lo può mangiare anche Ileana.
Vasinto - Sì,
è giusto. (Pausa) Severino...
Severino - Oh.
Vasinto - Ad ogni modo… mi piace, quella
ragazza.
Severino - Meno
male che delle volte ragioni da cristiano… che ogni tanto hai degli spruzzi di
lucidità.
Vasinto - Ma va’…“spruzzi”! Stavo pensando,
invece, invéc’, che al limite si potrebbe rinnovare un po’ la sua camera, voglio
dire: farla un po’ più femminile, più moderna…
Severino - Beh, adesso, rinnovare anche l’arredamento
mi pare un po’ eccessivo; finiti gli studi tornerà a casa, mica si fermerà qui
vita natural durante!
Vasinto - E cosa c’entra? per il tempo che
sta con noi sarà meglio farla vivere in un ambiente grazioso e confortevole!
Severino - Te,
Vasinto, sei sempre passato da un estremo all’altro: o ti comporti come un
orangotango, grezzo come la carta vetrata, oppure
esci fuori con delle manie di grandezza per delle cose che non stanno in piedi!
Vasinto
- Ma che manie di grandezza? ho detto solamente che sarebbe meglio
creare un posticino adatto a una ragazza della sua età!
Severino - (Un
po’ alterato) Sta’ a sentire, fa’ come ti pare, tanto con te è un pezzo che
ho rinunciato a combattere… vecchio babbione che non sei altro!
Ileana - (Entra) Perché
state litigando?
Severino - (Ad Ileana, facendole una carezza sulla
guancia) No, no, era una discussione amichevole, è vero, Vasinto?
Vasinto - Sì, sì, amichevole, comunque
ci hai fatto prendere una bella paura!
Ileana - Dai
che è tutto passato.
Severino - Su,
andiamo a mangiare!
Ileana - Preparo
io!
Vasinto - (Burbero) Non scherzare! stasera facciamo
noi!
Severino - È
vero! facciamo noi! te devi stare in riposo!
Ileana - Va bene, ma solo per questa
volta!
Vasinto - (A
Ileana) A proposito, quanto tempo dureranno i… i tuoi studi?
Ileana - Se
mi andranno bene tutti gli esami, rimarrò qui con voi per quattro anni! (Esce
verso l’interno)
Vasinto - (A
Severino, facendogli un gestaccio) To’, prendi su!
Severino - (A
Vasinto, avviandosi verso l’interno) Però i mobili e le tendine per le
finestre le facciamo scegliere a lei…!
Vasinto - (Seguendolo)
Certamente! con i gusti tuoi chissà cosa verrà fuori!
Severino - Ma
va’ all’inferno!
(Escono tutti)
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