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Orilio, Orilio...

Orilio, Orilio...
due atti di Paolo Cappelloni
codice SIAE: 952366A
(disponibile in versione italiana, napoletana e veneta)


Nella versione italiana è stato rappresentato da
Teatro dell'Improbabile di Lodi.
Ass.ne "Girasole" di Nicosia (Enna)
Ass.ne Teatrale "Nuovo Sipario" di Leonforte (Enna)
Compagnia "La Sciabica" di Marzocca (AN)
Piccolo Teatro S. Pio di Roma
Compagnia Teatrale "Duende" di Chiavari (GE)
Compagnia Teatrale "I Pass'attori" di Passatore (CN)

Nella versione dialettale pesarese ha debuttato con la Compagnia del Teatro "Accademia" il 1° dicembre del 2001 al Teatro Sperimentale di Pesaro.
Nella VI Rassegna di Teatro Dialettale di Porto Sant’Elpidio c’è stato il riconoscimento alla migliore attrice caratterista (Ursula Grassetti) e al migliore attore (Paolo Cappelloni)
Nella Rassegna del Teatro Dialettale Marchigiano di Agugliano (AN) alla migliore attrice (Silvana Moroni).

E' stato inoltre rappresentato da
Associazione Teatrale Le Ombre di Pesaro.
Compagnia Dialettale Urbinate 
Compagnia dei Rimediati" di Bg. Massano.
Società dei Filodrammatici di Apecchio
Compagnia Teatrale “La Gulpè di scavezz” di Faenza.
Compagnia dla Cerasa
Cumpagnia dul dialett da Intra (Verbania)
Compagnia "La Fucina". (Premio come migliore spettacolo, migliore attore protagonista, migliore attrice protagonista, migliore attrice non protagonista alla IV Rassegna di Teatro Popolare "Totonno Chiappetta" di Carolei (RC))
Compagnia "Firenze ridanciana"


                               Orilio, Orilio...
                                                due atti di Paolo Cappelloni


Personaggi

 Orilio – l’avaro

Costanza - la domestica

Fiorina - la vicina di casa

Arsenio - l'amico

Giuseppina - la figlia

Adalgisa - la moglie

Ardesia - la suocera

(Annunciatrice radiofonica)

 

La scena rappresenta un vecchio e rimediato soggiorno arredato in modo essenziale. C'è un'uscita che porta all'ingresso, una che dà alle altre stanze e una finestra. È necessario che fra gli arredi di scena ci sia una vecchia radio.

  Primo atto

 

All'aprirsi del sipario si trova in scena Costanza, la domestica, che sta cantando e spolverando i pochi mobili con uno straccetto lacero e consunto.

 

Costanza -           "Non son degno di teee. Non ti merito piùùùù…" (Guardando lo straccio) Guarda qui, c'è da vergognarsi a spolverare con uno straccio così. Poi dice che c'è la polvere… per forza, ci sono più buchi che stoffa! (Lo scuote fuori della finestra. Mentre lo scuote scorge la dirimpettaia alla finestra) Buongiorno, signora Fiorina. (La voce di Fiorina non si sente. Costanza l'ascolta) Sempre peggio. Io non so proprio come ha fatto quella povera moglie a sopportarlo per tanti anni. (Ascolta) Esagero? No, no, minimizzo! Guardi: io lavoro qui da due anni… (Abbassa la voce) sa quante mensilità ho avuto finora?? (Forma il numero "tre" con le dita) Ah, si stupisce? Per televisione parlano tanto bene del volontariato… beh, stando in questa casa io lo supero di gran lunga, il volontariato! (Ascolta) Eh sì, l'unico vantaggio è che non c'è tanto da fare: rifare un letto, lavare una camicia al mese, due mutande… per fare la spesa mi van via due minuti… (Ascolta) Perché?? Quanto ci vuole a comprare un panino con due fette di mortadella...? (Ascolta) No, tutti i giorni no: un giorno la mortadella e un giorno il formaggio, ma poco poco perché un pezzetto gli dura una settimana! (Ascolta) Il vino?? La domenica! con due biscotti tanto per fare uno stravizio. (Ascolta) Eh sì, per me è una cosa avvilente. (Ascolta) La cresta sulla spesa?? Non mi faccia ridere!! Quando torno dal negozio, altroché il metal detector! Mi tocca passare la dogana come se dovessi denunciare della roba sospetta! (Ascolta) Sì, allora venga lei, qua e s’accorgerebbe. (Ascolta, poi, sempre sottovoce) Ah, per me faccia pure. Io non lo toccherei nemmeno con una pertica. (Ascolta) Sì, sì, adesso però mi faccia tornare al lavoro perché se mi trova a parlare mi toglie i soldi per il tempo che ho perso e sarebbe a dire che prima di rivedere il prossimo stipendio dovranno passare altri sei mesi. Buongiorno signora Fiorina. (Esce per la porta interna e rientra subito con un’aspirapolvere che aziona mentre canta) "Non piangerò mai su tutti i soldi che spendo, né che avrò, forse piùùùùù"

 

(Dopo qualche istante entra Orilio, vestito con una vecchia giacca da casa e un paio di pantaloni informi. È scuro in volto. La prima cosa che fa è quella di agire sull'interruttore abbassando così la luce in scena)

 

Orilio -                 Cos’è ‘sto chiasso? (Guarda l'aspirapolvere) Accidenti a quella volta che mi son lasciato convincere a comprare quell’affare. Ma non è più comodo adoperare la scopa? Possibile che(Non riesce a parlare a causa del rumore dell’aspirapolvere) Possib… Poss… E spegni quell’accidente che consuma l’ira di dio!! (Ripete) Possibile che per raccogliere un po’ di mondezza mi debba far succhiare la corrente da un coso come quello?? 1000 watt a succhiata per poi vuotarlo e buttar via tutto quello che ha inghiottito?

Costanza -           Cosa vorrebbe fare, mettere da parte anche la mondezza, adesso?

Orilio -                 E il riciclaggio cosa l’hanno inventato a fare? L'invenzione più civile di questi ultimi tempi! Invece basta che tutti che buttino via! Buttano via di tutto! C'è la smania dell’usa e getta! Si compra la roba per buttarla via! Guardano che ora è e buttano via l’orologio, si soffiano il naso e buttano via il fazzoletto, mangiano e buttano via piatti e forchette, bevono e buttano via bottiglie e bicchieri. Fanno due telefonate e cambiano il telefono.

Costanza -           (Ironica) Vanno al gabinetto e buttano via la carta…

Orilio -                 Non far tanto la spiritosa che non c'è niente da ridere. Perché è così che si buttano via i soldi! Si buttano via i sentimenti! La vita, si butta via! Siamo arrivati al punto che ci buttiamo via da soli!!

Costanza -           Beh, lei dovrebbe star zitto. Sua moglie l’ha persa.

Orilio -                 Persa?? Col divorzio da mia moglie ho chiuso una falla! Ho arginato una perdita a getto continuo! Col divorzio ci ho guadagnato, altroché! A parte il mensile che mi tocca passarle ma che non è niente in confronto a quello che mi faceva spendere prima. Scialacquona sperperatrice da interdizione! Ah, ma adesso dovrà tirare la cinghia anche con quello perché ho saputo che s'è messa a lavorare! Così smetterà di fare razzia a man bassa nelle mie saccocce! E cosa sono io, il paese di bengodi?

Costanza -           (Seduta tranquillamente) Bravo, bel discorsino.

Orilio -                 Lo vedi? Lo vedi? Io parlo e tu te ne approfitti per stare stravaccata senza far niente! E io imbecille che ti intrattengo con le mie considerazioni! Prendi la scopa e fai le cose come si deve, via! (Esce)

Costanza -           (Rimasta sola, riaccende la luce) Ma non ti dico… (Accantona l'aspirapolvere e prende una scopa) Ma chi me lo fa fare, a me, a far Madre Teresa di Calcutta? (Spazzando) Però mi domando e dico come farebbe un cristiano così a campare da solo, senza qualcuno che non lo faccia ridurre peggio d'uno straccione? (Mentre spazza s'accorge che la scopa ha raccolto un biglietto del superenalotto) E questo cos’è? Un biglietto del superenalotto! (Lo osserva) È buono, è per sabato. Non è possibile che l'abbia comprato lui, anche s’è solo da un euro. Lui non butterebbe mai i quattrini così. (Ad alta voce) Sor Orilio, ho tro… (Ci ripensa, non finisce la frase e riguarda il biglietto)

Orilio -                (Da fuori) Cosa c’è?

Costanza -           (Sempre ad alta voce) Niente! Mi sono sbagliata! (Tra sé) Aspetta un po’…! E se invece non gli dicessi niente? Se per una volta fossi io a dovergli dare qualcosa? (Intasca il biglietto e canticchia tra sé mentre riprende a spazzare) “Ma chi se ne importa se adesso il SUO cuore si spezzaaaa!...” (Viene interrotta dal campanello d'ingresso) Chi è? (Va ad aprire e torna con Fiorina)

Orilio -                 (Si affaccia) Chi è?

Fiorina -               (Entrando) Sono Fiorina, la sua dirimpettaglia.

Orilio -                 E vuole qualcosa da me?

Fiorina -               No, anzi, pensavo che… se servisse a lei un qualcosa… visto che siamo vicini di casa, senza offesa…

Orilio -                 No, grazie, (Indicando Costanza) spendo già abbastanza con questa qui.

Fiorina -               Ma io non voglio mica essere pagata!

Orilio -                 Non è possibile. Nessuno, signora mia, fa niente per niente, a questo mondo! Nessuno! (Esce)

Costanza -           Sente con chi dovrebbe combattere?

Fiorina -               Sì, ho capito che tipo di persona è ma… detto fra noi, signora Costanza: io sono vedova, mio marito, buonanima, mi ha lasciato solo debiti, ho un figlio che ancora studia e sinceramente non mi farebbe schifo non avere più preoccupazioni economiche. Lo sa quanto è difficile tirare avanti?

Costanza -           E lei spera che il signor Orilio le possa risolvere le sue preoccupazioni? Poveretta lei! Farebbe prima a vincere al totocalcio, se lo fa solamente per i soldi, se invece prova anche qualcosa per lui, significa che ha qualcosa in testa che non le funziona bene!

Orilio -                 (Si affaccia) Cosa fate, salotto? (A Costanza, ironicamente) Vuoi che vi porti del tè con qualche pasticcino? (A Fiorina) Signora, non distragga Costanza dal suo lavoro perché io la pago per lavorare, non per fare conversazione, anzi, (A Costanza) stammi a sentire: io oggi non vado a negozio, devo rivedere dei conti, perciò puoi andar via prima, così tu risparmi la fatica e io i quattrini. (Esce)

Costanza -           (A Fiorina) Ha sentito l’antifona?

Fiorina -               Brutto non è….

Costanza -           No, brutto non è, il fatto è che è tirchio. Ma proprio uno di quelli fatti con tutti i sentimenti. Quello è uno che va stitico per non buttar via la roba! (Ripone la scopa e si prepara ad uscire) Io vado. Se vuole rimanere con lui, faccia pure. Sentirà delle interessanti lezioni di economia!

Fiorina -               Lo farei anche ma oggi non mi sembra che sia la giornata buona.

Costanza -           E quand’è la giornata buona? Giusto se s’ubriaca con una bottiglia di vino regalata da qualcuno! (Escono entrambe)

Orilio -                 (Sbircia in scena, poi entra) Sono andate via. Guarda te che spreco di luce! Ma chi sono io, l'ENEL? (Agisce sull'interruttore abbassando la luce) Poi dicono che non esistono i vampiri. Ci sono, ci sono! Io sono circondato da vampiri succhiasangue! Perché la gente, dopo che butta via i soldi e tutto il resto come se fossero coriandoli vuole prenderli dove ci sono senza sudare, senza muovere un dito! Loro non sanno quanto ho sudato io per metter su il mio negozio di ferramenta. Quanti salti mortali ho dovuto fare per mettere da parte un soldino sopra l’altro, i sacrifici che ho fatto! E agli altri è tutto dovuto! A cominciare da mia moglie che adesso sta bene dove sta e non m'importa con chi, e poi mia figlia, che anche lei è un debito continuo! Scoppiassero tutti quanti! (Si accorge di un chiodo abbandonato sul pavimento) Ecco! Lo vedi? Questo è come spazza quella disgraziata! C'è un chiodino per terra e nemmeno s’è accorta. (Prende il chiodo e se lo mette in tasca) Se perdessi un chiodino al giorno, nel giro di… qualche anno andrei in fallimento dritto dritto! Eeeh, non c'è da fidarsi di nessuno, e non vale nemmeno la pena spendere il fiato per della gente così. (Campanello) Un’altra volta il campanello. E cos’è oggi...? (Esce dalla porta esterna e rientra con Arsenio)

Arsenio -             Son passato alla tua rivendita di ferramenta e mi hanno riferito che eri in casa.

Orilio -                 Sì, devo rivedere certi conti... una faccenda lunga, e io preferisco fare certe cose a casa mia, lontano dagli sguardi della gente.

Arsenio -             Allora me ne vò.

Orilio -                 No, no, stai pure, tanto ormai ci sei. Smetto per un po’.

Arsenio -             Come va?

Orilio -                 Mah, tiriamo avanti ma è sempre più difficile. La vita, caro Arsenio, costa sempre di più!

Arsenio -             Ma su! Hai quel negozio che produce così bene! Cosa dovrei dire io, allora, col mio misero stipendio da travet? Da piccolo impiegato qual sono?

Orilio -                 Sai, Arsenio, che da una parte t’invidio? Tu hai studiato, sei colto, parli forbito e soprattutto stai tranquillo: alla fine del mese ti danno lo stipendio, non devi pensare a niente. Io invece spesso non dormo la notte, pensando a tutti i fornitori, ai commessi, alle tasse, ai debitori: è una cosa che mi manda via di testa! Oh, a proposito di debitori, tu sei un amico ma la rata di quel prestitino che t'ho fatto è scaduta da tre giorni!

Arsenio -             Ne sono consapevole, Orilio, ma anche io, sai, ho le tasse da pagare, le bollette, mio figlio che mi costa come un figlio…

Orilio -                 E io...? devo essere l'ultimo a riscuotere?

Arsenio -             Beh, devi pure ammettere che per un prestito di mille euro, il 20% d'interesse è un tasso da usura.

Orilio -                 (Si scalda) Non mi nominare quella parola, per carità! L'unico usurato qui sono io! In questa casa si usura tutto! E se non mi arrivasse qualche soldino ogni tanto andrebbe a finire tutto in malora!

Arsenio -             Non ti preoccupare che domani è il ventisette e ti restituirò tutto ciò che devi avere.

Orilio -                 Me lo garantisci?

Arsenio -             Te lo garantisco! Stai tranquillo! (Nota un calendario dell'anno precedente appeso alla parete) Ma cos’hai, ancora il calendario dell’anno scorso?

Orilio -                 Certo. Io lo cambio ogni quattro anni! Mica dovrò comprare un calendario nuovo ogni volta che esce?

Arsenio -             E come fai?

Orilio -                 Facile! Io so per esempio che il quindici di marzo lì viene di lunedì e invece è martedì e quest’altr’anno sarà mercoledì. L’unico problema è che dopo quattro anni sono costretto a cambiarlo perché con l'anno bisestile il conto diventa un po' complicato. Pazienza! Eh, bei tempi quando, a dicembre, tutti ti davano i calendari in omaggio! Non sai gli scatoloni che riempivo!

Arsenio -             Questa non la volevo sentire. E come li utilizzavi?

Orilio -                 Li vendevo a chili!

Arsenio -             Ho capito. Per piacere, Orilio, mi dai…

Orilio -                 (Interrompendolo) No.

Arsenio -             Guarda che volevo solamente un bicchiere d'acqua!

Orilio -                 Ah! Allora la prossima volta comincia dicendo: “…Un bicchiere d’acqua, me lo dai?” Così non mi metti in agitazione! (Esce un attimo per prenderglielo)

Arsenio -             (Ad alta voce) Non farlo pieno fino all'orlo, me ne basta un sorso.

Orilio -                 (Rientra con un bicchiere d'acqua, non pieno) Ecco, bevi piano che è ghiacciata.

Arsenio -             (Beve) Non è gasata…

Orilio -                 Gasata?? È del rubinetto. Non vorrai mica l’acqua minerale??

Arsenio -             No, no, stai tranquillo, non ti faccio spendere. Ieri ti ho anche regalato un biglietto del superenalotto! È facile che tu vinca una consistente cifra e io non dovrò più preoccuparmi del debito.

Orilio -                 Io non credo per niente a questi giochi. Son tutti quattrini buttati al vento. Poi, scusami ma, anche se vincessi, cosa c’entra la mia vincita col tuo debito? Sono due cose completamente differenti!

Arsenio -             Orilio, sei una cosa impossibile! (Campanello)

Orilio -                 E dagli! Un’altra scampanellata! Ci fosse uno che bussasse! Farebbe meno chiasso e sarebbe più economico! (Va ad aprire e rientra con Fiorina) Si accomodi ma le ho già detto che non mi serve niente.

Fiorina -               (Civettuola) Madonna mia, signor Origlio, mi sta trattando come se fossi un commesso viaggiatore! Come se volessi venderle qualcosa! (Vede Arsenio) Buongiorno.

Arsenio -             Buongiorno, signora.

Orilio -                 E non è così?

Fiorina -               No, giuro, mi prendesse un accidente!

Orilio -                 Mm, allora non capisco cosa va cercando.

Fiorina -               Niente. Ho semplicemente pensato che le facesse piacere un po’ di compagnia, ma vedo che è occupato perciò tolgo il disturbo.

Arsenio -             No, no, signora. Sono io che mi sto accomiatando, non si preoccupi. Ciao Orilio, allora ci vediamo domani per quella nostra transazione, va bene?

Orilio -                 Va bene, Arsenio, oh mi raccomando, non farmi stare in ansia perché vedi come sono ridotto… (Allarga le braccia come un povero cristo)

Arsenio -             Stai tranquillo che non ti ridurrai misero e ramingo. (Galante) Buona giornata, signora. (Esce)

Orilio -                 Si accomodi pure, tanto oggi è andata così.

Fiorina -               Grazie.

Orilio -                 Mi dica.

Fiorina -               Niente… stavo pensando, signor Origlio, che lei lavora troppo! La vedo troppo preso dal suo lavoro! Se vuole un mio parere… lei dovrebbe rilassarsi, svagarsi un po’. Se no come fa??

Orilio -                 Mi scusi ma… a lei cosa gliene fr…

Fiorina -               (Lo interrompe) Madonna mia, signor Origlio! Ma siamo cristiani! No? E vedere uno che corre sempre che pare lavori a cottimo, che è sempre teso e imbronciato, sempre talmente indaffarato peggio di una cova di sorci, peggio di un formicaglio, mi creda: non da piacere per niente!

Orilio -                 La ringrazio ma io sono tanto rilassato. È proprio il lavoro che mi rilassa. Quando mi metto a fare i conti, per me è un momento meraviglioso, romantico, addirittura! È come raccogliere fiori a primavera: ogni manciata di euro è un mazzolino profumato che faccio fruttare e i frutti sono ancora più profumati e saporiti dei fiori e io godo quando con quelli posso formare delle ghirlande fruscianti! Mi danno un senso di freschezza e di solidità perché quelli non appassiranno mai, mi capisce? E mi rilassano, altroché…! Il nervoso mi viene quando vedo della gente che vuole raccogliere i miei frutti per buttarsi giù con l'ingordigia e farli fuori in quattro e quattr'otto! Ecco l'unico problema, mia cara signora… signora…?

Fiorina -               Fiorina.

Orilio -                 Bel nome... viene dall'Olanda?

Fiorina -               No, perché?

Orilio -                 Perché il fiorino era una moneta olandese! Quando nacque mia figlia la mia ex moglie ha tanto insistito che è riuscita a battezzarla “Giuseppina”! Giuseppina… un nome insulso! Banale! Io invece avrei voluto chiamarla “Dracma”! E se invece di una figlia avessi avuto un maschio lo avrei sicuramente chiamato "Euro"!

Fiorina -               Ma mi tolga una curiosità, signor Origlio: Perché sta sempre con le mani sui fianchi?

Orilio -                 Perché ho paura che mi esca la roba dalle tasche!

Fiorina -               Non le fa un po’ di tristezza accumulare tutti questi... fiori e non condividerli con altre persone? Non sentire il profumo insieme a qualcun altro e godere insieme della grazia e del romanticismo che emanano?

Orilio -                 (Sospettoso) Dove vorrebbe arrivare?

Fiorina -               Da nessuna parte, solo che... se io a avessi per esempio una bella torta mi piacerebbe mangiarla con qualcun altro! Che gusto c'è ingolfarsi da soli di panna e di cioccolata senza dire a chi ti sta vicino: "Accidenti com’è buona!" Mi comprende, signor Origlio?

Orilio -                 (C.s.) La comprendo tanto bene…

Fiorina -               Ecco, adesso lei non vada a pensare che io a sia una cacciatrice di dote, per carità!

Orilio -                 (Ironico) Per carità! Non mi sfiorava nemmeno il cervello!

Fiorina -               Ma parliamoci chiaro, signor Origlio: proprio questi giorni stavo pensando che… insomma, io sono vedova, lei è divorziato…

Orilio -                 Lei ha un figlio…

Fiorina -               Che mangia pochissimo! È un fuscello! Un grissino! Un manico di scopa! Uno stuzzicadenti!

Orilio -                 Dev’essere uno spettacolo di figlio!

Fiorina -               E io non sono sicuramente una di quelle donne con i grilli per la testa a cui piace spendere a destra e a sinistra! E cosa ci sarebbe di male unire le nostre due solitudini e vivere questi anni che ci rimangono aiutandoci l'un con l’altro con un po' di tenerezza e di... economia? (Avvicinandosi impercettibilmente ad Orilio) Signor Origlio, ma sono proprio da buttar via?

Orilio -                 Ma cosa dice?

Fiorina -               (Civettuola) Grazie! Anche lei è ancora… un bell’uomo.

Orilio -                 (Lusingato) Beh, mi mantengo.

Fiorina -               (C.s.) La solitudine è una brutta cosa per una donna ancora giovane.

Orilio -                 Me lo immagino.

Fiorina -               (Avvicinandosi ancora un po') Senza un uomo al suo fianco.

Orilio -                 È normale.

Fiorina -               Che la faccia sentire ancora desiderabile da qualcuno. Signor Origlio, mi dica qualcosa.

Orilio -                 Ha una pensione di reversibilità?

Fiorina -               (Delusa) Beh, qualche soldo mi arriva, anche se poco.

Orilio -                 Io le dico subito che non ho nessuna intenzione di risposarmi, eh?

Fiorina -               E chi ha parlato di matrimogno! A me basterebbe solamente una convivenza, per dare e ricevere un po’ di serenità…

Orilio -                 … economica.

Fiorina -               anche…

Orilio -                 Ci penserò.

Fiorina -               (Alzandosi) Ci pensi ma lo faccia presto, signor Origlio perché ogni lasciata è persa.

Orilio -                 Va bene, Fiorina.

Fiorina -               Anche per me, Origlio.

Orilio -                 A presto.

Fiorina -               (Andandosene con movenze molto femminili) A prestissimo!

Orilio -                 Ah, Fiorina…

Fiorina -               Origlio

Orilio -                 In caso, io ti proporrei…

Fiorina -               (Civettuola) Sììììì?

Orilio -                 Conti separati, eh?

Fiorina -               Ne riparleremo (Esce)

Orilio -                 (Rimasto solo) Poi dicono che non sono buono di cuore! Ah! Se ci sapesse fare, la gente otterrebbe tutto, da me… in prestito. (Estrae dalla giacca un vecchio quaderno consunto che pone sul tavolo ed inizia a fare dei conti) Dunque, riprendiamo il discorso: Il trenta devo riscuotere 300 euro da Pistoni, il meccanico, che… o mi dà i soldi o mi fa gratis il collaudo del furgone. Il primo del mese è il turno di Spatola, l’imbianchino, 200 euro. Anche questo: o i soldi o mi rifà la facciata del negozio. Il due tocca al dottor Vescichetti, l'urologo... (Riflette) A questo chiedo i soldi e basta. Il tre… niente, giornata nera. Il quattro devo riscuotere 500 euro da Snodi, l'idraulico (Ci pensa su) … l'idraulico… Appena riesco a beccarlo devo aumentargli il tasso. Ecco, e con questo è finita la pacchia, adesso cominciano i dolori: Duemila euro per mia moglie che gli andassero tutti in medicine, mille euro… a proposito: dove ho messo quel biglietto del superenalotto che m'ha regalato Arsenio? (Cerca nelle tasche, poi tra le pagine del quaderno, nel cassetto del tavolo chiuso a chiave, poi apre altri cassetti, tutti chiusi a chiave, usando un mazzetto di chiavi che tiene in tasca) Ma guarda te, una volta che mi regalano qualcosa lo vado a perdere. Dove l’avrò messo? (Cerca ancora) Non varrà niente ma non si sa mai. (Ribalta varie cose per cercarlo) Ti venisse un accidente secco! Dove sei andato a finire? (Minaccioso) L'estrazione è domani, se per domani non vieni fuori ti do fuoco! (Gli viene un sospetto) Non l’avrà mica succhiato Costanza con quel cavolo di aspirapolvere?? O l’ha addirittura trovato e intascato lei?? Perché quella è capace di tutto! Anche di rubare la roba alla gente onesta! (Esce spegnendo la luce)

 

(La scena rimane vuota e dopo qualche istante la luce si riaccende. È sabato mattina)

 

Costanza -           (Entra con un sacchetto della spesa, cantando) "Fatti mandare dalla mamma, a prendere il latte a lunga conservazioneeee, devo dirti una cosa, sulla nostra situazioneeee!" (Appoggia il sacchetto della spesa sul tavolo e lo apre) Allora: il panino, la mortadella… la mortadella, il panino… Mi pare che non manchi niente. (Chiama) Signor Orilio! Ho portato la spesa! (Ricanta) "Banane, lamponeee, chi c'era con te… chi c'era quella sera… zan zan!"

Orilio -                 (Entra e agisce sull'interruttore abbassando la luce) Cos’hai preso?

Costanza -           Il caviale l'avevano finito così ho ripiegato sulla mortadella, ho fatto male?

Orilio -                 Il tuo senso dell'umorismo mi fa dar di stomaco. Il resto...?

Costanza -           Guardi che la battuta finisce così.

Orilio -                 Volevo dire il resto dei soldi!

Costanza -           Il resto dei soldi?? Ma ho dovuto tirarli fuori io!!

Orilio -                 Ah sì? Allora a te li aggiungerò nel prossimo stipendio.

Costanza -           Di che anno?

Orilio -                 Sono rimasto un po' indietro con le tue mensilità, è vero? Stai tranquilla, lunedì ti darò tutto con gli int… va be’ poi faremo i conti. A proposito, Costanza, cos’hai trovato, per caso, un biglietto del superenalotto?

Costanza -           Dove?

Orilio -                 Come “dove”? Qui!

Costanza -           In questa casa? No di sicuro. Sarebbe come trovare una spigola nel mezzo del Sahara!

Orilio -                 Questa è la terza spiritosaggine di stamattina, alla quarta ti prendo a calci! Insomma l’hai visto o no?

Costanza -           No che non l'ho visto.

Orilio -                 Non può essere andato a finire nello stomaco di quella succhiacorrente di aspirapolvere?

Costanza -           (Ironica) Nooo, si sarebbe incastrato tra i denti!

Orilio -                 (Fa il gesto di darle un manrovescio) Mi raccomando, Costanza, se lo dovessi trovare dammelo subito, capito?

Costanza -           Stia tranquillo, signor Orilio, lunedì ripasso con la scopa.

Orilio -                 No! Lunedì è troppo tardi! Lo devo controllare stasera! Sciagurata!

Costanza -           Allora farò il possibile.

Orilio -                 Ecco, brava, fa' il possibile.

Costanza -           Non va in negozio nemmeno stamattina?

Orilio -                 No. Signora ficcanaso. (Prende la spesa ed esce)

Costanza -           (Riaccende la luce. Tra sé, sbirciando il biglietto che ha intascato) Non si vincerà niente ma mi voglio proprio togliere questo sfizio. Almeno per una volta voglio avere io il coltello dalla parte del manico! (Canta) "Quel sorcio campagnolo che zompi che fa… Me lo agguanti papà? … Sì…" (Campanello. Costanza va alla porta esterna)

Orilio -                 (Si affaccia) Adesso chi è?

Giuseppina -        (Entra insieme a Costanza che si mette ad ascoltare il colloquio fra padre e figlia) Ciao paparino.

Orilio -                 (Entra e agisce sull'interruttore abbassando la luce) Oh, com'è mia figlia il sabato mattina? E successo qualcosa a tua madre??

Giuseppina -        No.

Orilio -                 Che peccato! Allora...?

Giuseppina -        Ti dovrei parlare.

Orilio -                 Parla pure, non costa niente!

Giuseppina -        A quattr'occhi.

Orilio -                 (Fissando Costanza) Te, Costanza non hai niente da fare, stamattina?

Costanza -           Certamente, vado a rifare il letto e approfitto per dare una scottata all'aragosta. (Esce)

Giuseppina -        L'aragosta??

Orilio -                 Lasciala perdere, oggi è in vena di umorismo da coliche. Allora, dimmi pure, Giuseppina.

Giuseppina -        Papà…

Orilio -                 Oh.

Giuseppina -        Sono incinta.

Orilio -                 (Dopo un attimo di sbandamento) Scusa non ho sentito bene. È successo qualcosa? No?

Giuseppina -        Papà, hai sentito benissimo.

Orilio -                 (Sospettoso) E… cosa vorresti da me?

Giuseppina -        (Si alza e fa per andarsene) Niente.

Orilio -                 (Si tranquillizza) Aspetta, allora. Vieni qui, stai tranquilla… Stiamo tranquilli. (Giuseppina si risiede) Dunque, riepiloghiamo il concetto: Mi pare d'aver capito che sei un po’… incinta, giusto?

Giuseppina -        Sì.

Orilio -                 (Con calma apparente) Benissimo! … benissimo!… Son cose che possono succedere… (Scatta) E chi è l'assassino?

Giuseppina -        L'ass… il padre sarebbe… è… Luigi.

Orilio -                 (Esterrefatto) Luigi chi? Il figlio del barbiere?? Dimmi la verità, Giuseppina… è il figlio del barbiere??

Giuseppina -        Sì, ma mi vuole bene e anche io ne voglio a lui!

Orilio -                 (Come se non riuscisse a comprendere una simile bestialità) Gli vuoi bene?? Al figlio d'un barbiere?? E di cosa ti sei innamorata, della sfumatura alta?? Eh?? E di tutti gli insegnamenti che t'ho sempre dato cosa ne hai fatto? Un taglio e via?? Ma come si fa, io mi domando e dico, una ragazza bella come te, intelligente - fino ad oggi! - Amica di figli d’avvocati, di dottori, di ingegneri, darsi via… al figlio del barbiere!!! Brutta disgraziata che non sei altro!

Giuseppina -        Adesso è inutile gridare, tanto ormai è fatta. Luigi mi vuole sposare.

Orilio -                 Anche! Ma io vi faccio la riga nel mezzo della fronte con un piccone, a tutti e due, altroché!

Giuseppina -        (Piangendo) Lo sapevo, che avresti reagito così! Me l’aveva detto anche la mamma!

Orilio -                 Ah! Ecco! E cos'altro t'ha detto, tua madre?

Giuseppina -        Ha detto che se ci vogliamo bene davvero non c'è nessun problema.

Orilio -                 Capirai! La solita farfallina superficiale! Avrà già pensato di fare un matrimonio in grande invitando mezza città…

Giuseppina -        Sì.

Orilio -                 (Infuriato) Lo vedi? Lo vedi? E chi dovrebbe pagare, secondo lei? Pantalone? Ah ma se crede di fare affidamento su di me si sbaglia di grosso!

Giuseppina          Papà, io sono venuta qui solo per informarti di questa cosa senza pretendere niente da te. Io qualcosa guadagno, Luigi aiuta suo padre nella bottega, perciò in qualche modo tireremo avanti. Quindi se non hai nient’altro da dire o da sbraitare io vado. (Si alza)

Orilio -                 Aspetta, aspetta, Giuseppina. Vieni qui. (Comprensivo e paterno) Anche se ho una figlia deficiente sono sempre tuo padre, no? E capisco le spese che deve sostenere una coppia che si sposa... a cominciare per esempio… dai confetti!

Giuseppina -        Quello è il meno.

Orilio -                 Lo dici te! Con quello che è aumentato lo zucchero!! (Magnanimo) Comunque per quelli non ti preoccupare che ci penserò io. Ho giusto un commerciante di Sulmona che mi deve dare qualche… soldo e gli farò firmare delle cambiali in natura. Contenta?

Giuseppina -        (Rassegnata) Si, pa'.

Orilio -                 E per quando sarebbe previsto ‘sto contratto, voglio dire… ‘sto matrimonio?

Giuseppina -        Pensavamo di sposarci a settembre.

Orilio -                 A settembre. Mm. Ma… viene gente in quella barbieria?

Giuseppina -        Certo! Lavorano anche bene!

Orilio -                 Mm. In effetti… una piccola impresa se diretta bene… (A Giuseppina) Sai se riutilizzano i capelli che vengono tagliati?

Giuseppina -        Non so, credo che li buttino via.

Orilio -                Male! Si potrebbero riutilizzare per fare parrucche! Comunque… cosa vuoi che ti dica? Mi hai messo proprio con le spalle al muro perciò…(Paterno) cercate di essere felici, tutti e due.

Giuseppina -        (Con uno slancio filiale, nonostante tutto, abbraccia il padre)

Orilio -                 Su, su. (La scosta e le asciuga le lacrime) Stammi a sentire, Giuseppina: vuoi rimanere a mangiare qui con tuo padre?

Costanza -           (Si affaccia e lo fissa)

Orilio -                 (Accorgendosi di Costanza) Forse è meglio di no, nelle tue condizioni devi mangiare abbondante e sostanzioso.

Costanza -           (Fa un cenno di assenso e scompare)

Giuseppina -        Non ti preoccupare, papà, oggi sono a mangiare dai genitori di Luigi.

Orilio -                 Oh! Brava! Giuseppina, brava! Adesso ti riconosco come mia figlia! Vai, vai. E stai tranquilla.

Giuseppina -        Grazie, papà. (Esce)

Orilio -                 Lei, sta tranquilla, io per niente.

Costanza -           (Entra cantando) "Tra i monti di pietra può nascere un fioreeee…"

Orilio -                 (Le risponde dapprima cantando poi concludendo con la minaccia) A te, questa sera… ti tiro qualcosa in mezzo alla schiena!

Costanza -           Non la facevo così affettuoso e… generoso, signor Orilio.

Orilio -                 Te bada a non fare la ficcanaso e a trovarmi quel cavolo di biglietto che non so dov’è finito! (Esce)

Costanza -           (Riaccende la luce e va alla finestra dalla quale rivede Fiorina) Sempre affacciata alla finestra, signora Fiorina? Sta aspettando il principe azzurro? (Ascolta) Ah, l'ha già trovato? E chi sarebbe, se non sono troppo curiosa? (Ascolta) Lui?? Il principe buzzurro? E le ha già fatto una promessa? (Ascolta) Ah, ieri! Chissà se adesso sarà sempre della stessa opinione… (Ascolta) Eh, beh, proprio ora è successo qualcosa che cambierà un po' le carte in tavola. (Ascolta, poi risponde a bassa voce) La figlia… (Fa il gesto della gravidanza poi ascolta) Eh, come vuole che l’abbia presa? Non molto bene! Ma se alla fine non dovrà tirar fuori i soldi, credo che non ne farà un gran problema! (Ascolta) Sì, beh, veda un po' lei come fare. (Si allontana dalla finestra cantando) "Bella Belinda innamorata, parla da sola con l'insalata. Non guarda il piatto ma sta alla finestra…"

Orilio -                 (Affacciandosi) "T’arriva un calcio alla chiappa destra…" Vuoi stare un po’zitta??

Costanza -           Cosa ci posso fare se mi piace Gianni Morandi l'eterno giovinotto? (Ad alta voce) Signor Orilio! Posso venire a spazzare nel suo studio? Chissà che non l'abbia perso lì, il biglietto!

Orilio -                 (Rientra e agisce sull'interruttore abbassando la luce) Vai, ma non rovistare più di tanto.

Costanza -           E chi rovista? Io faccio solo il mio mestiere: pulisco e se trovo del disordine… sistemo le cose! (Esce)

Orilio -                 Ci mancava anche un figlio per la strada! E vengono tutti da me! (Si affaccia alla finestra dalla quale vede Fiorina) Buongiorno. (Ascolta) Eh, prendo un po' d'aria buona. (Ascolta) Male! (Ascolta) E lei cosa sa?? (Girandosi verso la porta dalla quale è uscita Costanza) Oh brutta… Ma io le do gli otto giorni, a quell’impicciona! (Grida) E senza liquidazione!! (Torna a parlare con Fiorina) No, no, niente. (Ascolta) Eh già, è il problema d'avere una figlia: Per un po' va tutto bene e poi, tutto in una volta: tach! una tegola tra capo e collo! Ha capito? (Ascolta) Eh, sì, da piccoli bisogna spendere per farli ingrassare e da grandi bisogna spendere perché ingrassano troppo! (Ascolta) E lei cosa mi può fare? (Ascolta) Ah, se vuole, venga pure… (Campanello. Orilio guarda stupefatto la porta esterna e fuori della finestra) E porca miseria! Cos’è, un fulmine? (Esce e rientra con Fiorina)

Fiorina -               (Entrando) Insomma ha fatto la frittata.

Orilio -                 Sì, con un carciofo.

Fiorina -               Stia tranquillo, signor Origlio: Andrà tutto bene e sua figlia sarà sicuramente una gran bella sposa!

Orilio -                 E una gran bella spesa!

Fiorina -               Ma non stia a pensare sempre ai soldi!

Orilio -                 E a cosa devo pensare?

Fiorina -               Ci sono tante altre cose! Sa, per esempio, che da ieri l’ho sempre pensata?

Orilio -                 E perché?

Fiorina -               (Evanescente) Così… Ci possiamo dare del tu?

Orilio -                 Se preferisci…

Fiorina -               Ho pensato a come potremmo stare bene insieme, io e te.

Orilio -                 Dove?

Fiorina -               Qui.

Orilio -                 Ah, mi pareva… E casa tua?

Fiorina -               Ma io sto in affitto.

Orilio -                 Ah, ecco. E, in caso, avresti pensato di trasferirti qui, con tuo figlio…

Fiorina -               Va bè ma lui si accontenta di poco! Un letto, un piatto caldo…

Orilio -                 Tu stai parlando come se fosse già tutto deciso. Guarda che io non t'ho promesso ancora niente!

Fiorina -               Lo so. Ma io a vedo un qualcosa nei tuoi occhi che... mi fa sperare bene!

Orilio -                 Mah, se lo dici tu…

Costanza -           (Da fuori scena) Signor Orilio! Se vuole andare a mangiare… la tavola è apparecchiata!

Orilio -                 Allora vado a mangiare. Ti inviterei ma…

Fiorina -               Ma…?

Orilio -                 Niente, finisce così.

Fiorina -               Non ti preoccupare, io per oggi ho preparato una bella fiamminga di lasagne, fatte tutte da me, così ho risparmiato! E tu cosa mangi?

Orilio -                 (Accompagnandola all'uscita) Mah, vedrò cosa m'ha preparato Costanza. Credo che ci sia un prodotto di forno con pasticcio di suino.

 

(La scena resta vuota per qualche istante poi torna la luce piena. Entra Costanza a mettere a posto alcune cose per poi prepararsi ad uscire)

 

Costanza -           (Canta) "Accendilo tuuu questo sole ch'è spentoooo. L'amore lo sai, squaglia i cuori di ghiacciooo" Eeeh, signor Orilio…! Il pane con la mortadella per tre giorni alla settimana… Ma come si fa? Gli saranno venuti i lardelli nelle budella! (Chiama) Signor Orilio!! Io vado via! Anche questa settimana mi sono guadagnata il paradiso!

Orilio -                 (Entra e agisce sull'interruttore abbassando la luce) Hai trovato il biglietto?

Costanza -           Che biglietto? (Gesto di esasperazione di Orilio) Ah! Quello del superenalotto? No, mi dispiace. Ho frugato dappertutto ma… niente!

Orilio -                 Tanto non può essere sparito così!

Costanza -           Ha pensato ai sorci? Sor Orilio? In queste case vecchie ogni tanto se ne vede sbucare uno.

Orilio -                 Ma i sorci mica giocano al superenalotto! Può essere invece che qualche penticana…

Costanza -           (Andandosene senza porgli ascolto) Beh, buona domenica, signor Orilio. Domani vada alla messa e faccia la comunione, così manda giù qualcosa di più e chissà che non le faccia bene!

Orilio -                 (Rimasto solo) Però, non è mica una cattiva idea…

Arsenio -             (Entrando) Ciao, ho approfittato della signora Costanza che stava or ora uscendo…

Orilio -                 (Lo scruta) Hai portato i soldi?

Arsenio -             Sì, sì.

Orilio -                 Mm, allora va bene.

Arsenio -             Poi stasera hai anche la speranza di vincere dei milioni con quel biglietto che t'ho donato.

Orilio -                 Non mi parlare di quel biglietto per carità!

Arsenio -             Perché mai?

Orilio -                 Perché non lo trovo più!

Arsenio -             Come sarebbe? Una persona precisa come te…

Orilio -                 … È andata a perderlo! Non mi era mai successo di non ritrovare più qualcosa di mio!

Arsenio -             Beh, se per curiosità lo volessi controllare, io mi sono appuntato i numeri su questo foglietto.

Orilio -                 No, no! Sei matto? E se ci fossero?? Sarebbe roba da mangiarsi il fegato!

Arsenio -             Ma se i numeri non sono quelli ti potresti mettere l'animo in pace del tutto senza restare con quel tarlo del dubbio.

Orilio -                 Ma guarda te in che razza di impiccio sei andato a mettermi!

Arsenio -             Io?? Sei tu che hai perso il biglietto!

Orilio -                 Poi io sono stato sempre contrario a questi giochi! Per me sono un imbroglio legalizzato! Uno dovrebbe puntare i soldi solo se è sicuro di vincere.

Arsenio -             Già! E che sorta di gioco sarebbe?

Orilio -                 Un gioco meraviglioso!

Arsenio -             Ma lascia perdere, va' là!

Orilio -                 Fammi un po' vedere quel foglietto. (Arsenio glielo porge e Orilio lo legge) 53 - 61 - 67 - 71 - 76 - 84… Che cavolo di numeri! Non usciranno mai!

Arsenio -             “Non usciranno mai”! Come sei perentorio! Comunque, l'estrazione è tra poco, possiamo controllare.

Orilio -                 Controllare cosa? Dei numeri scritti in brutta copia su un foglietto di carta? Sai che bella soddisfazione! È come dare il torrone a uno che non ha i denti!

Arsenio -             Fai un po' come ti pare. (Fa per andarsene)

Orilio -                 Ehi, vieni qui, dove vai?

Arsenio -             Ci hai ripensato, eh?

Orilio -                 Mi devi dare i soldi della rata!!

Arsenio -             (Dandogli i soldi) Ah sì, non mi ricordavo più.

Orilio -                 (Intascandoli) Io sì.

Arsenio -             Allora? Cosa vuoi fare?

Orilio -                 Che or'è?

Arsenio -             Quasi le otto.

 

(Entrambi osservano una vecchia radio posta su di un mobile)

 

Orilio -                 Io non posso mica stare così per tutta la vita!

Arsenio -             È quello che dico io. Anche se ci sarà una possibilità su un miliardo che si vinca qualcosa.

Orilio -                 Apposta l’hai dato a me!

Arsenio -             L’accendo?

Orilio -                 Accendila… così consumiamo anche quella.

 

(Arsenio va ad accendere la radio dalla quale esce della musica, dopo qualche secondo si sente la voce dell'annunciatrice)

 

Voce -                  Vi diamo ora i numeri estratti del concorso odierno del Superenalotto: 53…

Orilio -                 (Controllando il biglietto) C'è!

Voce -                  61…

Arsenio -             (Sbirciando il biglietto che tiene in mano Orilio) C'è!

Voce -                  67…

Orilio -                 (Lascia il biglietto ad Arsenio e cercando una sedia su cui si cade a sedere) C'è!!

Voce -                  71…

Arsenio -             C'è!

Voce -                  80…

Arsenio -             Abbiamo l'84…

Orilio -                 (Sudando freddo) Meno male!

Voce -                  Numero jolly: 3. Appena possibile vi comunicheremo se vi è stato qualche 6 o 5 + 1. A più tardi. (Torna la musica)

Arsenio -             Orilio!!! Abbiamo azzeccato QUATTRO cifre!!!

Orilio -                 (In catalessi) Ma vuoi andare a morire d’un colpo!!

 Sipario

Fine del primo atto


 Secondo atto

 

(È domenica mattina. Orilio è in scena e si trova in uno stato pietoso: riverso su una poltrona con una pezzuola bagnata sulla fronte. Luce bassa in scena)

 

Orilio -                 Diecimila euro! Ai quattro vanno diecimila euro! Ai quattro… A me, invece… un paio di pifferi! Madonna mia che nottata che ho passato! Ho sognato milioni di biglietti del superenalotto che mi ballavano davanti e mi ridevano in faccia! Poi, tutto ad un tratto, sparivano e rimaneva soltanto una gran voragine e da quella voragine veniva fuori Arsenio sventolando un biglietto che diceva: "Un regalo per te! Un regalo per te!"… E ancora sto sudando freddo con un mal di testa che mi si spacca! (Campanello) Chi è che rompe, adesso? (Si alza a fatica e va verso la porta esterna) Che perdita! Che perdita madonna mia!

Fiorina -               (Entrando, sente le ultime parole di Orilio e lo vede in quello stato pietoso) Cos’è successo, Origlio?

Orilio -                 Una disgrazia!

Fiorina -               (Preoccupata) Quale disgrazia?

Orilio -                 (Tornando stancamente sulla poltrona) Una cosa gravissima!

Fiorina -.              (C.s.) O dio mio! È successo qualcosa a tua figlia?

Orilio -                 Peggio!

Fiorina -               Alla tua ex moglie?

Orilio -                 Se ho detto: peggio…! Quello sarebbe un miracolo!

Fiorina -               Dimmi te, allora!

Orilio -                 Ho perso un biglietto del superenalotto che valeva diecimila euro!!

Fiorina -               (Si butta anche lei su una sedia, colpita dalla tremenda notizia) Oh signore mio che tragedia! Ma come hai fatto a perderlo??

Orilio -                 Non lo so, Fiorina mia, non lo so! È tutta stanotte che tra gli incubi cerco di capire dove può essere andato a finire quel biglietto fetente!

Fiorina -               Hai cercato dappertutto?

Orilio -                 Sì! Dappertutto!

Fiorina -               Vedi? Vedi cosa succede a voler fare tutto da solo?

Orilio -                 Eh, lo so!

Fiorina -               Senza una donnina che ti metta in ordine le cose?

Orilio -                 Già!

Fiorina -               È questo che voglio dire quando parlo di aiuto reciproco! Guarda come ti sei ridotto! Sembri un poveraccio! Uno a cui abbiano tolto dieci…

Orilio -                 … mila euro!

Fiorina -               … dieci anni di vita!

Orilio -                 Anche quelli!

Fiorina -               Devi prendere qualcosa che ti rimetta un po’ in sesto: Vuoi che ti faccia un buon caffè, Origlino?

Orilio -                 Sì, grazie.

Fiorina -               (Si dirige verso la porta interna)

Orilio -                 Dove vai?

Fiorina -               A fare il caffè!

Orilio -                 Ma io non ce l’ho mica! Se mi vuoi offrire un caffè dovrai andarlo a fare a casa tua!

Fiorina -               (Uscendo, disarmata) Origlio, Origlio

Orilio -                 Eh, chi sono, io, Paperon de’ Paperoni? Certa gente non sa proprio comportarsi! (Ad alta voce) Lascia la porta aperta così non devi risuonare! (Si mette una mano sulla testa, per il dolore) Diecimila euro! Io non mi riprenderò più da una cosa così!

 

(Mentre Orilio è immerso nelle sue tristezze e alle prese col mal di testa, sulla porta d'uscita, alle sue spalle, compare Adalgisa, la moglie, in atteggiamento battagliero)

 

Adalgisa -            (Secca) Orilio!

Orilio -                 (Fa un sobbalzo sulla poltrona) Oddio! (Si volta) Adalgisa! Tra tante disgrazie mi mancavi solo te!

Adalgisa -            Mia figlia mi ha raccontato tutto.

Orilio -                 Anche a me.

Adalgisa -            Volevo dire che mi ha raccontato di come ti sei comportato con lei!

Orilio -                 E lei come si è comportata con noi? Dopo tutte le raccomandazioni e gli insegnamenti che le ho sempre dato?

Adalgisa -            Ah, sì, dei begli insegnamenti! Volevi solo farla diventare una spilorcia come te! Per fortuna ha preso da me!

Orilio -                 Una fortuna da ridere! E a forza di traviarla coi tuoi comportamenti diventerà una saccoccia sfonda come te!

Adalgisa -            Insomma, Orilio: il fatto è che almeno in questa occasione devi comportarti come un padre come si deve!

Orilio -                 E tirar fuori i soldi!

Adalgisa -            Certamente! Guarda che è una cosa normale!

Orilio -                 Lo dici te! Per me è una cosa contro natura!

Adalgisa -            (Osservandolo con disgusto) Sei tu ad essere contro natura! Ma non vedi come ti sei ridotto nonostante tutti i soldi che hai? Guarda lì come sei messo! È una vergogna!

Orilio -                 Io, se permetti, sono il ritratto della sobrietà!

Adalgisa -            Sì, dipinto da un pittore ubriaco fradicio!

Fiorina -               (Entrando con due tazzine di caffè) Ecco il caffè, Origlino. (Vede Adalgisa) Ops! Buongiorno, signora.

Adalgisa -            E questa chi è?

Orilio -                 Adalgisa ti presento Fiorina, la mia dirimpettaia.

Fiorina -               Sono la sua dirimpettaglia.

Orilio -                 Fiorina, questa è la mia ex, ex, ex moglie.

Adalgisa -            (Ignorando Fiorina e rivolta ad Orilio) Un accidente che ti spacca! Ecco con chi preferisce condividere il suo patrimonio invece di aiutare la figlia, il sangue del suo sangue! Si intrattiene con le dirimpettaie! Ah, ma anche questa volta metterò di mezzo l’avvocato e vedremo come andrà a finire. Ti saluto, (Squadrando Fiorina) Origlino. (Esce)

Orilio -                 Ma io cos’ho fatto di male per meritarmi una valanga di disgrazie così??

Fiorina -               (Sedendosi vicino a lui) Non pensarci, Origlio. Bevi il caffè che ti farà stare meglio. (Con fare birichino) Indovina cosa ci ho messo dentro…

Orilio -                 (Guardando Fiorina negli occhi e sorseggiando con lei il caffè) Ci hai messo uno schizzo di mistrà?!

Fiorina -               Sììì.

Orilio -                 Maliarda! (Affascinato) Ma… dimmi un po’: tu sei brava anche in cucina, Fiorina?

Fiorina -               Oddio! Se devo mettere qualcosa sul fuoco non mi scotto le dita!

Orilio -                 Perché non mi fai sentire un qualcosa di buono, ogni tanto? Potrei apprezzare i tuoi manicaretti…

Fiorina -               Cosa vuoi che ti faccia?

Orilio -                 Tutto. Se sapessi fare, per esempio una bella zuppa di pesce… con lo scorfano…

Fiorina -               … e le vongole!

Orilio -                 Sì! Oppure…un pollo…

Fiorina -               Coi peperoni?

Orilio -                Coi peperoni! Poi, come dolce… una bella ciambella…

Fiorina -               Con gli acinini d’uva?

Orilio -                 Con gli acinini d’uva! … O una zuppa inglese…

Fiorina -               Con l’alchermes?

Orilio -                 Con l’alchermes!!

Costanza -           (Entra e vede il romantico quadretto) Sto spezzando un idillio?

Orilio -                 Te spezzi tutto, con quella tua vociaccia! (Aggrappandosi all'ultimo disperato tentativo) T'è venuto in mente dove può essere andato a finire quel cavolo di biglietto?

Costanza -           Che biglietto? Ah, quello del superenalotto? No. Ma tanto ormai l'estrazione è stata fatta!

Orilio -                 (Agitandosi) Appunto!! Sono usciti quattro numeri, di quel biglietto!! Sciagura costante!! Diecimila euro buttati non so dove!! O nelle tasche di non so chi!!

Costanza -           Oh! Non vorrà mica insinuare che sono stata io?? Perché qui, se c'è qualcuno che deve dare dei soldi non sono certo io!

Orilio -                 Quello è tutt’un altro discorso!

Costanza -           Sì sì, un altro discorso…!

Fiorina -               Perché non vieni un po’ di là da me, Origlio? Così lasci lavorare la signora Costanza e tu ti distragli un po' cambiando ambiente…

Orilio -                 Mi farai un altro caffè?

Fiorina -               Certo.

Orilio -                 Con lo schizzo?

Fiorina -               (Sensuale) Anche due!

Orilio -                 Andiamo, allora. Costanza, guarda bene in tutti gli angoli della casa… (Si alza ed esce con Fiorina)

Costanza -           (Rimasta sola, accende la luce) Diecimila euro… Francamente pensavo di più. Ah, ma gli farò passare lo stesso le pene dell'inferno, a quello spilorcio! (Prende la scopa e si mette a spazzare cantando) "Ritornerò, a pecorone da teeee… L'altra non è, non è un corno per meeee!"

Arsenio -             (Si affaccia) Buongiorno.

Costanza -           Oh, buongiorno signor Arsenio.

Arsenio -             Sempre al lavoro, eh?

Costanza -           Eh, beh, ormai la mia la è una missione.

Arsenio -             Santa Costanza, dovrebbero farla, a lei! Santa Costanza vergine e martire!

Costanza -           Be’, mi sembra un po' troppo impegnativo… Mi basterebbe solo il martirio!

Arsenio -             Orilio dov’è?

Costanza -           È in dolce compagnia della sua dirimpettaglia che lo sta facendo riprendere dallo shock.

Arsenio -             Ieri sera era in uno stato spaventoso. Tanto che mi ero addirittura un po’ preoccupato!

Costanza -           Stamattina è nelle stesse condizioni, se non si ubriaca col mistrà.

Arsenio -             Certo che, per uno come lui, veder svanire nel nulla diecimila euro è una cosa da collasso!

Costanza -           Già!

Arsenio -             Quello che non mi spiego è come avrà fatto a smarrirlo! Lui che tiene tutto da conto con una precisione e una meticolosità certosina! Che non getta nemmeno i fiammiferi usati perché fa loro la punta e li usa come stuzzicadenti!

Costanza -           Mah.

Arsenio -             E fa rabbia anca a me perché son sicuro che sarei riuscito a convincerlo almeno ad alleggerirmi un po' il mio debito!

Costanza -           Eh, lo so.

Arsenio -             (Abbassando la voce) Ma, detto fra noi…

Costanza -           Sì?

Arsenio -             Lei crede davvero che si… unirà a Fiorina?

Costanza -           Ma lei, che è suo amico da tanto tempo, ancora non ha capito di che razzaccia è quell’individuo? Quello ha già pensato sicuramente di sfruttarla più che può promettendole quello che vuole e poi, quando vede che comincia a mangiare la foglia, chi s'è visto s'è visto!

Arsenio -             Sì, ha ragione, lui è proprio il tipo d’uomo che si comporta così. Da un lato mi fa un po’ compassione.

Costanza -           Anche a me.

Orilio -                 (Rientra con un pacco di caffè e agisce sull'interruttore abbassando la luce) Ciao Arsenio. (Porge a Costanza il pacco di caffè come una cosa preziosa) Costanza, riponi questo pacco di caffè nella credenzina dove tengo i torsoli delle mele e non prenderlo se non te lo dico io.

Costanza -           (Senza che Orilio se ne accorga, fa un gesto ad Arsenio per dire: "Come volevasi dimostrare", quindi esce)

Arsenio -             Per quale recondita ragione conservi i torsoli delle mele?

Orilio -                 Per fare il beverone di mele! Ogni dieci torsoli li faccio bollire un po’ nell’acqua che poi lascio riposare finché non rimane un leggero saporino di mela. È tanto buono ed è molto meglio che comprare tutte quelle bibite che fanno solo male e ti costano una barca di soldi.

Arsenio -             Non si getta via niente, eh?

Orilio -                 E chi sono, io, il principe di Torlonia?

Arsenio -             Come va stamane?

Orilio -                 Come vuoi che vada? Male!

Arsenio -             Non te la prendere più di tanto, Orilio, in fondo quei diecimila euro non li possedevi prima e non li possiedi ora, perciò non è cambiato alcunché!

Orilio -                 (Cercando intorno a sé qualcosa da tirargli) Cosa gli tiro?? Ma senti te che razza di filosofia scalcagnata deve avere un cristiano!!

Arsenio -             Ho capito il motivo di questa tua inquietudine. La signora Fiorina ti ha offerto un’eccessiva dose di caffè a cui tu sicuramente non sei abituato! Ti saluto. (Si avvia)

Orilio -                 Vieni qui, fringuello! Stammi a sentire: Per quanto tempo sono validi, quei biglietti, per riscuotere la vincita?

Arsenio -             Mah, tre mesi, credo.

Orilio -                 (Titanico) Bene! Vorrà dire che in tre mesi ribalterò la casa, il quartiere, ribalterò la città e la rivolterò come il mio cappotto ma quel biglietto deve venire fuori!! (Esce verso le camere. Arsenio accende la luce e cerca distrattamente il biglietto in qualche angolo, sotto qualche mobile, finché non entra Fiorina)

Fiorina -               (Entrando, in ciabatte) Buongiorno signor Arsegno.

Arsenio -             (Sorpreso carponi mentre guarda sotto un mobile) Oh, buongiorno signora Fiorina, mi perdoni la postura.

Fiorina -               Si figuri! Mi perdoni lei che mi presento in ciabatte. Devo sembrare uno spaventapasseri!

Arsenio -             Al contrario, è molto graziosa in versione casereccia, e quelle ciabattine le donano molto.

Fiorina -               La ringrazio, signor Arsegno. Origlio dov'è?

Arsenio -             È di là, ancora sottosopra a causa del biglietto.

Fiorina -               Certo che è una cosa che scombussola il sistema nervoso!

Arsenio -             Specialmente a lui.

Fiorina -               Me lo immagino.

Arsenio -             Beh, lui è fatto così! (La osserva) Ma sa che indossa un bel vestitino oggi, signora Fiorina?

Fiorina -               (Smorfiosa) Dice? Pensi che me lo son fatto tutto da sola, tutto con queste mie mani.

Arsenio -             Allora può essere a buon diritto considerata una sarta rifinita! Saranno d'oro, quelle manine!

Fiorina -               (C.s.) M’arrangio. Sa, dovendo tirare la cinghia, ci si adatta! Lei è amico da molto con Origlio?

Arsenio -             Eh!! Una vita! Sin da quando, ancor piccini, mi rubava sempre le biglie di vetro. Poi ho continuato a frequentarlo un po' per amicizia e un po' per compassione, specialmente quando ha divorziato anche lui.

Fiorina -               (Colpita e interessata) Perché, è divorziato anche lei?

Arsenio -             Eh sì, da quattro anni.

Fiorina -               Ah, ecco. Non lo sapevo.

Arsenio -             Lei invece, ho saputo che è vedova.

Fiorina -               Eh sì. Da cinque anni… (Guardando Arsenio negli occhi) Da cinque anni!

Arsenio -             Ho capito.

Fiorina -               Perché non si vede ma ho un’età.

Arsenio -             Ma sta scherzando? È ancora una ragazza! È nel fiore degli anni!

Fiorina -               Grazie, è gentile ma non sono più proprio in boccio! Mi scusi la sfrontatezza ma sa che lei mi pare una personcina fatta proprio per bene? La vedo sempre così a modo, anche nei confronti di Origlio

Arsenio -             La ringrazio. Ma anche lei mi sembra una donnina (La osserva) fatta egregiamente.

Fiorina -               Adesso smettiamola con questi complimenti, altrimenti mi viene tutta la pelle pavonazza!

Arsenio -             (Sottovoce) Sarebbe ancora più bella!

Fiorina -               Lei mi lusinga! Ma quando divento rossa mi compaiono tante macchiolone sulla faccia!

Arsenio -             Proprio come i petali d'una rosa!

Fiorina -               (Si schernisce) Oh signore!! Però è piacevole discorrere con un poveta come lei.

Arsenio -             Anche con lei. Sa che è dalla prima volta che l’ho vista che desideravo dirle qualcosa? Ma sa, vedendola così… amica di Orilio, non mi sono permesso di dirle alcunché.

Fiorina -               E ha fatto… ma non possiamo darci del tu?

Arsenio -             Certamente.

Fiorina -               E hai fatto male, Arsegno. Non c'è mica niente tra me e Origlio.

Arsenio -             Io credevo…

Fiorina -               A dir la verità un pensierino l'avevo fatto ma poi m'è venuto anche un gran dubbio che….

Arsenio -             Che…?

Fiorina -               Beh, che mi stia prendendo per i fondelli!

Arsenio -             In che senso?

Fiorina -               Nel senso che invece di condividere la roba con me voglia fare come faceva con le tue biglie!

Arsenio -             Beh, con un tipo come Orilio tutto è possibile.

Fiorina -               (Gli si fa più vicino) Tu sei impiegato, è vero?

Arsenio -             Sì, non avrò i soldi di Orilio ma sicuramente vivo meglio di lui.

Fiorina -               La vita bisogna goderla finché si può, Arsegno.

Arsenio -             Parole sante, Fiorign… Fiorina. Io sto tanto bene nella mia casetta a due piani con garage e mansarda...

Fiorina -               Ma è la tua?

Arsenio -             Certo! Ho attraversato diversi anni di sacrifici ma ora a me la godo tutta.

Orilio -                 (Voce fuori scena) Arsenio!

Fiorina -               Ti posso offrire qualcosa di là da me?

Arsenio -             Ma nemmeno per sogno, se lo desideri sarò io ad offrirti qualcosa in un posticino qui nei paraggi, oggi è domenica! Ti alletta, Fiorina?

Fiorina -               Mi alletta, Arsegno! (Escono entrambi)

Orilio -                 (Da fuori) Arsenio, con chi stai parlando? Vieni qua! (Si affaccia, poi entra) Ma dov’è andato? (Si affaccia alla finestra, guarda di sotto, poi in alto, verso la finestra della Fiorina) È sparito. Pare che non ci sia nemmeno Fiorina… Mah! (Si sporge un po') Oddio! In compenso stanno arrivando i Lanzichenecchi! (Va a predisporsi per affrontare la ex moglie)

 

(Entrano Adalgisa, Giuseppina e Ardesia)

Adalgisa -            Eccolo, va’. Guarda che articolo! Allora, signor saccoccia a chiocciola, mettiti seduto e preparati a incassare la botta. L’avvocato m'ha detto che se non vuoi finire negli impicci devi partecipare al matrimonio di tua figlia!

Orilio -                 Ma certo che partecipo! Se m'invita…

Adalgisa -            Partecipare con i soldi! Non far finta di non capire! (Indicando la madre) Ho portato anche la testimone!

Orilio -                 La testimone… Tua madre dovrebbe fare il boia, altroché la testimone!

Ardesia -              Lo farei molto volentieri, con un assassino come te! Ah, che soddisfazione sarebbe, veder rotolare quella testa bacata!

Giuseppina -        Mamma, io non voglio discussioni.

Adalgisa -            Qui non si tratta di discussioni, figlia mia, ma di coltellate, se va tutto liscio!

Ardesia -              Già! Se va tutto liscio!

Adalgisa -            (Ad Orilio) Allora, facendo una botta di conti, tolto l'aiuto che le posso dare io, a questa figlia mancano ancora diecimila euro.

Orilio -                 (Dopo un leggero sbandamento) Perché proprio diecimila?

Adalgisa -            Perché è venuto così. Hai qualcosa da ridire?

Orilio -                 Sicuro che ho qualcosa da ridire! Ma cosa sono, io, il pozzo di San Patrizio? Sai quanti sono diecimila euro?? Io mica li trovo sotto il letto! … Aspetta un po'… (Gli sorge un dubbio e si affaccia alla porta che da alle camere gridando) Costanza! Da' un po' un’occhiata anche sotto il letto e sotto il comò! (Torna da Adalgisa) Dunque, cosa stavo dicendo...? Ah sì! Oh! Non sono mica brustolini! Se lei non voleva mettere negli impicci la gente ci doveva pensare prima! L'ho sempre detto, io: al giorno d'oggi è tutto un dar via la roba! (Allusivo, guardando la figlia) Nessuno tiene da conto più niente! (Costanza entra e si mette in disparte) Non ti son bastati tutti i soldi che t'ho sempre dato e che ancora ti sto regalando? Se vuoi che tiri fuori degli altri soldi ridammi allora le azioni che ti sei presa! Ridammi i titoli!

Ardesia -              (Ad Adalgisa) Adalgisa, dagli pure tutti i titoli che vuole.

Adalgisa -            Che titoli vuoi, quelli onorifici? Eccoli: mondezza, spilorcio, gretto e padre degenere!

Orilio -                 Mondezza sarai te e 48 dei tuoi parenti!

Adalgisa -            Ma non ti vergogni per niente a parlare così davanti a tua figlia?

Orilio -                 E ridagli! È lei che dovrebbe vergognarsi!

Giuseppina -        Andiamo via, mamma.

Adalgisa -            Tanto saprai che da che mondo è mondo il pranzo di matrimonio lo deve pagare il padre della sposa!

Orilio -                 Eh!! Ecco che vengono fuori le tue smanie di grandezza! Il pranzo…! (Minimizzando) Uno spuntino…

Adalgisa -            Ma come ti viene in mente?? Hai una figlia che si sposa e le vuoi far fare uno spuntino? Magari con la tua mortadellaccia??

Orilio -                 (Vergognandosi un po' di se stesso) Beh, messa a tocchetti… farebbe la sua figura.

Adalgisa -            (Fuori di sé) Sarò io a farti a tocchetti, a te! Con una mannaia!

Ardesia -              Quella per scannare i maiali!

Costanza -           (Facendosi avanti) Stia tranquilla, signora. Il signor Orilio, in fondo in fondo, è un buon padre e a sua figlia non farà mancare niente.

Orilio -                 Cosa vorresti dire?

Ardesia -              Cosa vorrebbe dire?

Adalgisa -            Noi, qui, stiamo per scontrarci all'arma bianca e lei mi viene a dire che in fondo è un buon padre?

Costanza -           Sì, perché adesso sua figlia uscirà da qui con diecimila euro.

Orilio -                 Ma dovrà uscire correndo, perché la inseguirei con un attizzatoio!

Costanza -           (Estrae il biglietto del superenalotto e lo mette nelle mani di Giuseppina) Ecco, questi sono diecimila euro che può andare a ritirare anche subito.

Orilio -                 (Non credendo ai suoi occhi) Ma quello… quello è il mio biglietto del superenalotto!!

Costanza -           Certo, e a chi potrebbe andare se non a sua figlia?

Orilio -                 Oh, brutta…! L’avevi preso te! Lo sapevo! Avevo una vipera! Un serpente a sonagli per casa ma non volevo ammetterlo! Ma io ti faccio lavorare per me finché non raggiungerai i diecimila euro fino all’ultimo centesimo! Sarebbe a dire che lavorerai qui in eterno!

Adalgisa -            (A Giuseppina e ad Ardesia) Andiamo via finché siamo in tempo! (Se ne escono alla chetichella)

Orilio -                 (Continua) Anzi, no! Io ti denuncio! Ti mando in galera par sottrazione di biglietto vincente! Ti faccio dare l'ergastolo!! (Si accascia sulla poltrona) Vai via da questa casa! Non ti voglio più vedere davanti agli occhi! Ti do gli otto secondi! Sei licenziata! (Costanza esce per sfuggire alla sua ira. Dopo un lungo silenzio, mentre riabbassa la luce) Assassina.

Fiorina -               (Si affaccia) Posso?

Orilio -                 (Guardando distrattamente) Sì, sì, tanto ormai qui entrano cani e porci.

Fiorina -               (Offesa) Ti ringrazio del complimento.

Orilio -                 No, no, non era per te.

Fiorina -               Perché stai al buio?

Orilio -                 Io sto sempre al buio. Si pensa meglio e non si spreca la luce.

Fiorina -               Anche io a stavo pensando che… che ti credevo diverso, Origlio.

Orilio -                 Anche io mi credevo diverso. Non mi riconosco più.

Fiorina -               Credevo di dover condividere la roba a metà, con te.

Orilio -                 E cosa ti dovevo fare, la zuppa di pesce anche io?

Fiorina -               Ecco, vedi? Tu sei troppo materialistico, Origlio. A me invece piacerebbe sentire anche un po' di tenerezza dall’uomo che mi sta vicino. Allora, per onestà ti volevo informare che…

Arsenio -             (Entrando)… Che Fiorina ed io ci siamo accompagnati e lei verrà a dimorare a casa mia.

Orilio -                 Ah…! Beh, contento te… (Ironico) Cosa t'ha dato, il mistrà?

Arsenio -             No, le ho offerto qualcosa io, perché non sono un tirchio come te.

Orilio -                 Senti, senti come mi ringrazia, dopo tutti i piaceri che gli ho fatto!

Arsenio -             (Disgustato, si rivolge a Fiorina) Questa, Orilio, te la potevi anche risparmiare!

Orilio -                 Ma che ne sai, tu, di risparmi! Tu che vai ogni giorno a bere il caffè al bar! Ma mi conosci? Sai chi sono io?

Arsenio -             Sì! Un imbecille! Andiamo via, Fiorina, perché questa casa mi provoca il voltastomaco! (Si avviano)

Fiorina -               Addio, Origlio!

Orilio -                 Non mi chiamo "Origlio"! Ignorante! Mi chiamo Orilio! Orilio!

Fiorina -               Allora schiatta! Usuraglio! (Esce)

Orilio -                 Andate! Andate! (Ci ripensa) Ah! (Ad alta voce) Arsenio! Ci vediamo il mese prossimo per la rata del debito!

Arsenio -             Te la manderò per posta! (Esce)

Orilio -                 Prioritaria! Mi raccomando! Disgraziati tutti e due! Ecco fatto: (Va ad affacciarsi alla finestra e grida) Quando ci sono i soldi di mezzo ognuno pensa a riempire il proprio budello! (Tra sé, tornando a sedere) Caro Orilio: non ci sono più gli euro, non c'è più Costanza, è andato via Arsenio, Fiorina… sono andati via tutti, sono andati via. Ma perché? Forse perché mi piace ammucchiare i quattrini? E cosa c'è di male? Prova a domandare ad un collezionista di francobolli di regalarti qualche pezzo della sua collezione…! Ti manda via a calci nel sedere o ti chiede un sacco di soldi! Già!... Oltretutto nei soldi sono buoni anche i doppioni!! Anzi, più ne hai e meglio è! Ma la gente non ha questa sensibilità! Dicono tutti che il denaro non dà la felicità e in parte è vero ma… non fa neanche piangere! (Estrae un fazzoletto dalla tasca e si asciuga una lacrima)

Costanza -           (Si affaccia e accende la luce. Ha un sacchetto della spesa in mano) Cos’ha mangiato, oggi, signor Orilio?

Orilio -                 (Senza voltarsi) Una fetta…

Costanza -           Di mortadella, come al solito! Venga con me, su, andiamo a mangiare qualcosa insieme.

Orilio -                 (C. s.) Non ho fame per niente.

Costanza -           (Materna) Nemmeno se le preparo due soglioline e un po' d'insalata, il tutto innaffiato con un goccio di vino buono? Oggi è domenica!

Orilio -                 E chi ha pagato, tuta questa roba?

Costanza -           Non so perché ma è un mio regalo.

Orilio -                 (Si volta verso Costanza) Ci sono anche due pomodorini?

Costanza -           (Pazientemente) Sì.

Orilio -                 (Si alza di finta malavoglia e si avvicina a Costanza) Vedi, Costanza, quando mi fai così ti darei tutti gli arretrati che vuoi!... Un giorno o l’altro. (Escono verso la cucina)

 

SIPARIO

 

 Qual è il valore dei soldi?

Orilio è disposto a tutto: anche a non mangiare, anche a speculare su chi gli presta assistenza, sull'amicizia; anche a non vivere una storia d'amore!

Ma il destino è beffardo, e quando l'unico affetto della sua vita, sua figlia, ha bisogno di lui, gli riserva la più difficile delle prove…!

 

Paolo Cappelloni

 

Arredi di scena per: Orilio, Orilio...

 

 Arredi sempre in scena:

Una vecchia radio

Un calendario alla parete

Qualche libro

 1° atto

 

Costanza

Uno straccio lacero e consunto (1° scena)

Aspirapolvere                            (1° scena)

Una scopa                                  (1° scena)

Un biglietto del superenalotto (che Costanza trova sul pavimento)

Un sacchetto della spesa (che porta da fuori) contenente: un panino, un cartoccio con mortadella)

 

Orilio

Libretto dei conti (in tasca)

Una penna           (in tasca)

Un fazzoletto      (in tasca)

Un chiodo (che Orilio trova sul pavimento)

Un bicchiere d'acqua (che Orilio va a prendere in cucina per Arsenio)

 

Arsenio

Un foglietto con i numeri giocati (in tasca)

Alcune banconote                        (in tasca)

  

2° atto

 

Fiorina

Un vassoio con 2 tazzine di caffè (lo porta da fuori scena)

 

Orilio

Un pacco di caffè (lo porta da fuori scena)

 

Costanza

Un sacchetto della spesa (che tiene in mano nella scena finale)



TUTELA SIAE

L'uso senza permesso da parte di chiunque, in qualunque forma, è assolutamente vietato.

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